Tra le tante fobie di cui una persona può soffrire, una delle più invalidanti e incomprese è la paura di vomitare. Questa condizione ha un nome preciso: emetofobia. Il suo significato deriva dal greco e descrive una paura eccessiva e irrazionale di vomitare o di trovarsi di fronte a qualcuno che vomita. Non si tratta di un semplice disgusto, ma di un'ansia profonda che può arrivare a dominare la vita di chi ne soffre.
A livello clinico, l'emetofobia è classificata come una fobia specifica. Secondo i criteri del DSM-5-TR, rientra nello specificatore 'Altro', che comprende situazioni che possono portare a soffocamento o vomito (Samra et al., 2024). Può infatti intrecciarsi con altre condizioni, come il disturbo d'ansia sociale o l'agorafobia, poiché la paura di stare male in pubblico porta a evitare il contatto con gli altri. Questo meccanismo rischia di compromettere profondamente il funzionamento sociale e relazionale, con un impatto significativo sulla qualità della vita. I disturbi mentali più comunemente associati all'emetofobia in comorbilità sono il disturbo d'ansia sociale, la depressione e il disturbo d'ansia generalizzata (Meule et al., 2025).
L’emetofobia può emergere nell’infanzia e, se non trattata, trasformarsi in un problema cronico. In altri casi si sviluppa in età adulta, talvolta dopo un’esperienza negativa legata a un problema di salute, come un’intossicazione alimentare, altre volte senza una causa scatenante apparente.
Ma perché si sviluppa la paura del vomito e, soprattutto, come affrontarla? In questo articolo esploreremo che cos'è l'emetofobia, analizzandone le cause, sintomi e strategie più efficaci per gestirla e ritrovare la serenità.
L'emetofobia nei bambini e negli adolescenti
La fobia del vomito può manifestarsi anche nei bambini e negli adolescenti, spesso in seguito a un'esperienza vissuta come traumatica. In queste fasi delicate della crescita, la paura può assumere contorni particolarmente difficili da gestire, sia per i più piccoli che per i genitori.
Nei bambini, la paura di vomitare può comportare il rifiuto di andare a scuola o l’evitamento di luoghi pubblici ed esperienze sociali come feste di compleanno, attività sportive, pranzi e cene. Anche se non sviluppa problemi sociali persistenti, il bambino emetofobico probabilmente proverà, col tempo, tristezza, ansia e angoscia derivanti dal suo malessere.
Se non affrontata, l'emetofobia infantile può evolvere e intrecciarsi con altre difficoltà durante l'ansia in adolescenza. Questo è un periodo di grandi cambiamenti, e convivere con la costante paura di vomitare può favorire l'insorgere di altre condizioni, come:
- anoressia “da emetofobia” (paura di vomitare e disturbi alimentari (DCA) possono essere collegati in adolescenza ancor più che negli adulti);
- attacchi di panico (in situazioni in cui si sperimenta una forte paura di perdere il controllo, emetofobia e attacchi di panico possono coesistere);
- ansia sociale, soprattutto in contesti in cui viene percepito più forte il rischio di vomitare (ad esempio, chi soffre di emetofobia, dal dentista potrebbe avere l'ansia di vomitare durante le visite).
La paura di vomitare negli adulti
Anche in età adulta, la fobia del vomito può manifestarsi con sintomi invalidanti che limitano pesantemente la vita quotidiana. Una persona adulta con emetofobia può mettere in atto comportamenti complessi di evitamento per proteggersi dall'ansia, come ad esempio:
- si evitano i luoghi pubblici (per la paura di vedere gli altri vomitare);
- non si utilizzano i mezzi di trasporto come l’auto (paura di vomitare al volante);
- non si fanno lunghi spostamenti (si ha paura di viaggiare e, anche se si utilizzano i mezzi pubblici, ci può essere la paura di vomitare in metro o sull’autobus);
- si riducono le interazioni sociali (un emetofobico può avere paura di andare in discoteca e vedere qualcuno vomitare, o anche in generale paura di vomitare davanti agli altri);
- vi è l’impossibilità di lavorare (si ha paura di vomitare e perdere i sensi, ad esempio, o la paura di vomitare in pubblico).
Come è facile intuire, l'emetofobia può compromettere le relazioni di coppia e sociali in modo significativo. La paura di mangiare fuori casa o di partecipare a situazioni conviviali riduce drasticamente i contatti sociali, portando a progressivo isolamento e a effetti negativi duraturi sulla vita della persona. Ma le implicazioni non finiscono qui.
L’emetofobia può risultare estremamente angosciante e influire anche sul desiderio di maternità. La nausea provocata dalla gravidanza, in casi estremi, potrebbe addirittura portare una donna emetofobica a scegliere di non avere figli proprio a causa della fobia del vomito.

Come riconoscere l'emetofobia
Come si può capire se si soffre di questa fobia? I sintomi dell'emetofobia si manifestano principalmente attraverso strategie di controllo ed evitamento. Si tratta di un meccanismo di difesa comune anche ad altre fobie, come la talassofobia, l’entomofobia (paura degli insetti), l’aracnofobia, la megalofobia, la tanatofobia, la cardiofobia o la tripofobia.
Queste strategie, che sul momento sembrano tranquillizzare e dare un'illusione di controllo, in realtà hanno l'effetto paradossale di mantenere e rafforzare la fobia, rendendola sempre più rigida e strutturata nel tempo. Si crea così un circolo vizioso da cui può essere difficile uscire da soli.
Una persona che convive con l'emetofobia può mettere in atto, a volte senza nemmeno rendersene conto, una serie di comportamenti molto specifici. Tra i più comuni troviamo:
- mangiare lentamente, pochissimo o solamente in casa;
- trattenere il respiro quando si è in mezzo alla gente;
- lavare, annusare e controllare eccessivamente gli alimenti;
- buttare via gli alimenti prima che abbiano raggiunto la data di scadenza;
- evitare o provare ansia quando si mangiano alimenti mai assaggiati;
- mangiare sempre gli stessi alimenti per evitare agitazione di stomaco, o temere il rischio di gastroenterite;
- evitare gli alimenti che sembrano “strani”;
- usare impropriamente antiacidi e antiemetici;
- limitare i viaggi lontano da casa;
- stare a casa, evitare le attività sociali per un forte senso di vergogna e timore;
- evitare di bere alcolici;
- evitare la vicinanza con la spazzatura ed altre cose maleodoranti e sporche.
Diventa quindi chiaro che questa fobia, pur essendo classificata tra le fobie specifiche, spesso porta a esiti che rientrano anche nella fobia sociale o nell’agorafobia
Emetofobia: le cause
Perché una persona sviluppa una paura così intensa? Comprendere cos'è l'emetofobia significa anche esplorarne le origini, che si possono ricondurre principalmente a due percorsi:
- Origine traumatica, cioè quando la paura del vomito si struttura in conseguenza ad un evento traumatico in cui il soggetto è stato esposto allo stimolo in modo angosciante. Alcuni esempi: avere un'intossicazione alimentare, soffrire di acetone cronico e ricorrente, sentirsi male davanti ad altre persone in luogo pubblico, vedere qualcuno che vomita, essere sporcati dal vomito di qualcuno, paura di soffocare vomitando;
- Origine ambientale, cioè quando la fobia del vomito si sviluppa senza una causa lineare scatenante: in questi casi spesso si riscontra una storia familiare di fobie specifiche o altri disturbi d'ansia che possono causare l’apprendimento di una fobia “per procura”, come può accadere anche con l’emetofobia.
Perché si parla poco di emetofobia? Questa convinzione è vera se consideriamo come l’argomento viene trattato nei media tradizionali e digitali per il grande pubblico.
La paura del vomito, invece, è un tema molto dibattuto nella comunità scientifica ed è oggetto di studi, come quelli della psicologa clinica A. Keyes e colleghi, o dello psichiatra D. Veale e del suo gruppo, che raccoglie ricerche sull’emetofobia e testimonianze di chi ne ha sofferto.

Come superare la fobia del vomito
Per curare l’emetofobia esistono varie soluzioni. Per alleviare i sintomi è possibile ricorrere alla cura farmacologica o a rimedi naturali come l’uso di limone, menta o zenzero oppure tisane al tiglio e melissa.
Tuttavia, per affrontare la paura del vomito in modo risolutivo e intervenire sulle radici del problema, il passo più importante è chiedere aiuto a un professionista e iniziare un percorso terapeutico mirato.
Psicologi esperti in emetofobia
Affidarsi a uno psicologo specializzato in emetofobia e nel trattamento delle fobie può fare la differenza. Un terapeuta esperto può aiutare la persona ad affrontare la paura passo dopo passo, in un ambiente sicuro e non giudicante, esplorando le origini del problema e costruendo strategie personalizzate.
Un professionista può somministrare test sull’ansia specifici per l’emetofobia, indagare le cause scatenanti dei sintomi, esplorare le paure inconsapevoli legate alla paura di vomitare e scegliere il trattamento più idoneo per ciascun paziente.
Tra gli approcci più efficaci per superare la paura di vomitare c'è la psicoterapia cognitivo-comportamentale (TCC). In alcuni casi, soprattutto quando i sintomi sono particolarmente rigidi e persistenti, il percorso psicologico può essere affiancato da un supporto farmacologico, sempre sotto stretto controllo medico.
La pratica clinica ha evidenziato come trattamenti più efficaci:
- la terapia dell'esposizione;
- la desensibilizzazione sistematica.
Questi approcci, che possono essere eseguiti anche con uno psicologo o psicologa online Unobravo, permettono di intervenire sul sintomo modificando i pensieri e le strategie di controllo ed evitamento associate.