Ansia da prestazione sessuale

Ansia da prestazione sessuale
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
2.10.2025
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Ansia da prestazione sessuale

L'ansia da prestazione sessuale è un'esperienza che può far sentire inadeguati, generando frustrazione e a volte anche rabbia. È una difficoltà molto più comune di quanto si pensi. Secondo una review del 2019, l'ansia da prestazione sessuale colpisce dal 9% al 25% degli uomini e dal 6% al 16% delle donne, inibendo gravemente il desiderio sessuale in queste ultime (Pyke, 2020). Il meccanismo che si innesca è un vero e proprio circolo vizioso: un singolo evento negativo, anche lontano nel tempo, può agire come un grilletto, scatenando la paura che l'insuccesso si ripeta. Questo stress finisce per inibire la risposta sessuale, ostacolando l'erezione o, al contrario, accelerando l'orgasmo.

Chi vive l'ansia da prestazione tende a entrare in uno stato di allerta. La mente anticipa l'intimità immaginando scenari catastrofici, e il corpo risponde di conseguenza. Questo porta spesso a evitare le situazioni che potrebbero condurre a un rapporto sessuale, oppure a viverle con un costante senso di vigilanza. L'attenzione si sposta completamente sulla performance, trasformando quello che dovrebbe essere un piacere relazionale ed emotivo in un esame da superare.

A livello fisico, l'ansia da prestazione si traduce spesso in manifestazioni concrete, che sono poi quelle che generano maggiore preoccupazione e disagio. Le più comuni nell'ansia da prestazione sessuale dell'uomo possono essere:

  • eiaculazione precoce, che può essere legata al desiderio inconscio di concludere rapidamente una situazione percepita come stressante
  • difficoltà nel raggiungere o mantenere l’erezione, poiché la tensione e l'ansia sono fisiologicamente opposte al rilassamento necessario per una piena risposta sessuale.

Da dove nasce l'ansia da prestazione? Le cause più comuni

Spesso, questa forma di ansia affonda le radici nell'inesperienza o nell'insicurezza tipiche dei primi approcci alla sessualità. Altre volte, può emergere in seguito, magari dopo un singolo episodio di difficoltà sessuale che mina la fiducia nelle proprie capacità di dare piacere al partner.

Le conseguenze possono essere diverse a seconda della situazione personale: chi è single può ritrovarsi a lottare con un calo dell'autostima e a chiudersi in sé stesso, mentre chi è in coppia può vedere l'intimità e la relazione stessa logorarsi lentamente sotto il peso della pressione.

Kampus Production - Pexels

Eiaculazione precoce: un'esperienza più comune di quanto si pensi

È importante sapere che circa una persona su tre vive o vivrà l'esperienza dell'eiaculazione precoce almeno una volta. Non è affatto insolito che si verifichi durante i primi rapporti, con un nuovo partner o dopo un lungo periodo di astinenza. Si tratta di una reazione fisiologica, non di un indicatore di incapacità.

Tuttavia, quando un episodio di questo tipo genera un'ansia persistente, è fondamentale non sottovalutarla. Se non viene affrontata, l'ansia da prestazione può diventare come un fiume in piena, le cui acque possono 'straripare' dalla sfera sessuale e avere ripercussioni in altri ambiti della vita, da quello lavorativo a quello sportivo o relazionale.

Ansia da prestazione e disfunzione erettile: sono la stessa cosa?

Anche se i sintomi possono sembrare simili, è fondamentale distinguere le due condizioni, perché le cause sono molto diverse. Può capitare in entrambi i casi che l’erezione venga persa o non venga raggiunta, ma l'origine del problema cambia tutto.

Nella disfunzione erettile, la difficoltà è legata a una causa organica, una compromissione del meccanismo fisico che permette l'erezione. Nell'ansia da prestazione, invece, il meccanismo fisico è perfettamente funzionante. La difficoltà è di natura psicologica.

Un indizio importante per distinguere le due situazioni è che, in caso di ansia da prestazione, l'erezione è generalmente presente durante la masturbazione o si manifesta spontaneamente di notte o al mattino. Questo indica che il corpo è in grado di rispondere, ma è la mente a bloccarlo in situazioni di intimità con un'altra persona.

Alex Green - Pexels

‍A chi rivolgersi? Psicologo, sessuologo o andrologo

Capire la natura del problema è il primo passo per trovare la soluzione giusta. Se le difficoltà sono legate all'ansia, il percorso più indicato è quello con uno psicoterapeuta, possibilmente con una specializzazione in sessuologia, per lavorare sulle radici psicologiche del disagio. Se invece si sospetta una causa organica o una disfunzione erettile, è essenziale consultare un andrologo. Anche in questo caso, un percorso di sostegno psicologico può essere un alleato prezioso per gestire l'impatto emotivo della diagnosi.

Come può aiutare un percorso di psicoterapia?

Un percorso psicoterapeutico offre uno spazio sicuro per affrontare il problema. Una review del 2019 ha evidenziato, ad esempio, come le terapie basate sulla mindfulness (MBT) possano essere utilizzate efficacemente per migliorare il desiderio e la soddisfazione sessuale e per ridurre l'ansia e gli schemi cognitivi negativi legati alla sessualità (Jaderek & Lew-Starowicz, 2019). Tra gli obiettivi principali del lavoro terapeutico troviamo:

  • approfondire la storia personale per comprendere quando e come l'ansia ha iniziato a manifestarsi
  • modificare gli schemi di pensiero negativi e le convinzioni limitanti sulla sessualità e sulla performance
  • migliorare il rapporto con se stessi, lavorando sull'autostima e sull'accettazione del proprio corpo e del proprio piacere
  • spostare il focus dalla prestazione alla connessione, per riscoprire l'intimità con il partner e il piacere condiviso.

L'obiettivo finale è quello di accompagnare la persona a de-costruire l'associazione tra sesso e ansia, orientando le energie fisiche e mentali verso un maggior coinvolgimento emotivo e relazionale, per poter finalmente ritrovare una piena e serena salute sessuale.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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