Soddisfazione lavorativa e stress

Soddisfazione lavorativa e stress
Francesca Casarella
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Cognitivo-Interpersonale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
25.9.2025
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‍Stanchezza eccessiva o stress da lavoro?Potrebbero essere legati alla soddisfazione lavorativa Locke descrive la soddisfazione come ‘un sentimento di piacevolezza che nasce dalla percezione che l’attività professionale consenta di realizzare valori personali importanti legati al lavoro Ma cosa accade quando questa condizione non si verifica?

La soddisfazione sul lavoro è spesso connessa al benessere generale nella vita quotidiana . È la spillover hypothesis, secondo cui ciò che viviamo in un ambito può riflettersi anche in un altro: chi prova soddisfazione al lavoro tende a percepirla anche nella vita privata, e viceversa: i lavoratori soddisfatti nel contesto lavorativo saranno soddisfatti anche nella vita privata e viceversa.  Lo stesso può accadere con l’insoddisfazione.Esiste inoltre la possibilità che entri in gioco un meccanismo di compensazione: quando non si trova appagamento in un contesto, si può cercare nell’altro

Artem Podrez - Pexels

Che cos'è la soddisfazione lavorativa?

La soddisfazione lavorativa è la percezione soggettiva di benessere e appagamento che una persona può provare in relazione alla propria professione. Non riguarda solo dell'assenza di insoddisfazione, ma di un sentimento positivo che nasce quando il lavoro risponde a valori e bisogni personali. Una meta-analisi del 2020, che ha revisionato 105 studi, ha evidenziato una relazione positiva e significativa tra la soddisfazione lavorativa e la corrispondenza tra gli interessi della persona e il suo lavoro (Hoff et al., 2020). 

Questo concetto è stato ampiamente studiato dalla psicologia del lavoro, che spesso lo suddivide in due categorie principali:

  • Soddisfazione intrinseca: deriva da aspetti interni al lavoro stesso, come la possibilità di usare le proprie abilità, l'autonomia decisionale, l'interesse per i compiti svolti e il senso di realizzazione personale.
  • Soddisfazione estrinseca: è legata a fattori esterni e tangibili, come la retribuzione, i benefit, la sicurezza del posto, le opportunità di carriera e il riconoscimento da parte di colleghi e superiori.

Comprendere queste due dimensioni può essere il primo passo per analizzare e migliorare il proprio rapporto con il lavoro.

Quando e perché mi sento stressato?

Lo stress è, per usare le parole dello psicoanalista Masud Khan, “uno stato emozionale di sgradevolezza, derivante dalla percezione che la richiesta dell’ambiente o della situazione che una persona avverte la sua capacità di farvi fronte”. Uno stress prolungato può portare il lavoratore alla sindrome di burnout.

Uno dei processi più comuni riguarda la richiesta ai lavoratori di mostrare maggiore flessibilità. La flessibilità, però, può essere collegata a più ambiguità su cosa fare e come farlo. Questo può generare un ridotto senso di controllo sulle situazioni e portare a:

  • minore possibilità di modificare elementi percepiti come negativi del lavoro
  • decisioni meno efficaci
fauxels - Pexels

Uno stress prolungato, un carico di lavoro eccessivo o l'ambiguità sui propri compiti possono ridurre la soddisfazione nel tempo, portare a condizioni di burnout.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (2019) ha inserito il burn-out nella classificazione ICD-11 come fenomeno legato al contesto lavorativo, definendolo come una sindrome che deriva da stress cronico sul posto di lavoro che non è stato gestito in modo efficace. È caratterizzato da tre dimensioni: sentimenti di esaurimento, maggiore distanza emotiva dal proprio lavoro e ridotta efficacia professionale.

Clima organizzativo e relazioni

Un ambiente di lavoro supportivo, basato sulla fiducia e su relazioni positive con colleghi e superiori, è molto importante. La percezione di 'giustizia procedurale', ovvero che l'organizzazione agisca in modo etico ed equo, è un potente motore di benessere.

Se una persona percepisce che la propria organizzazione agisce verso i dipendenti in modo imparziale e etico,consentendo di esprimere opinioni sulle decisioni, significa che è rispettata la giustizia procedurale.Una bassa percezione di giustizia procedurale, infatti, può rappresentare un rischio per il benessere organizzativo, valutato attraverso

  • l’autovalutazione dello stato di salute
  • la presenza di disturbi psichici minori
  • il numero di assenze per malattia.

Caratteristiche individuali e di genere

Esiste una correlazione tra soddisfazione lavorativa e caratteristiche individuali e identità di genere. Donne e uomini possono avere aspettative rispetto al lavoro, con conseguenti risposte emotive differenziate :

  • gli uomini tendono a dare maggiore importanza alle ricompense estrinseche come la paga, la sicurezza, le promozioni;
  • le donne tendono a dare maggior importanza alle ricompense sociali come una buona relazione con i colleghi o i superiori. Dalle ultime ricerche emerge, inoltre, che le donne siano, in media, più appagate degli uomini

Le aspettative e i valori personali giocano un ruolo cruciale. Ricerche recenti suggeriscono che anche la composizione di genere dell'ambiente lavorativo possa essere un fattore importante. Uno studio del 2024 ha evidenziato come i dipendenti in luoghi di lavoro con un buon equilibrio di genere mostrino livelli più alti di soddisfazione rispetto a quelli in contesti a predominanza femminile o maschile (Olafsdottir & Einarsdottir, 2024).

Come si misura la soddisfazione lavorativa?

Misurare la soddisfazione lavorativa è importante sia per le persone che per le aziende. Sebbene si tratti di una misura soggettiva, esistono strumenti e indicatori per valutarla:

  • Questionari e sondaggi: strumenti come il Job Satisfaction Survey (JSS) di Spector o questionari su misura possono esplorare aree specifiche come paga, supervisione, colleghi e natura del lavoro.
  • Colloqui di feedback: conversazioni strutturate e regolari con il proprio manager possono far emergere criticità e aree di miglioramento.
  • Indicatori indiretti: a livello aziendale, alti tassi di turnover, assenteismo e bassa produttività possono essere segnali di una diffusa insoddisfazione.

Per una persona, l'auto-riflessione su domande come Mi sento motivato ad andare al lavoro? o Il mio lavoro ha un significato per me? può essere un primo strumento utile per valutare la propria soddisfazione

Come migliorare la qualità della vita lavorativa?

L’attività lavorativa è collegata al grado di controllo che le persone percepiscono di poter avere sulla situazione. Alcuni primi passi utili possono essere:

  • pianificare il lavoro
  • fissare un tempo per svolgerlo
  • stabilire gli obiettivi da raggiungere
  • Considerare il risultato finale.

Successivamente, gli indicatori del benessere possono essere

  • voglia di andare al lavoro
  • sensazione di far parte di un team in cui ci sia una buona gestione dei conflitti 
  • elevato coinvolgimento.

Trovare il giusto equilibrio: il ruolo del supporto psicologico

La soddisfazione lavorativa non è un traguardo statico, ma un equilibrio dinamico che influisce profondamente sul nostro benessere generale. Quando l'insoddisfazione prende il sopravvento, può essere difficile capire da dove iniziare e quali cambiamenti apportare. Un percorso con un professionista può aiutarti a fare chiarezza sui tuoi valori, a gestire lo stress e a sviluppare strategie per ritrovare un rapporto più sano e appagante con il tuo lavoro.

Fai il test gratuito sulla dipendenza da lavoro per capire se il tuo livello di soddisfazione lavorativa è a rischio. Il questionario BWAS (Bergen Work Addiction Scale) ti aiuta a valutare la presenza dei principali sintomi legati allo stress e alla dipendenza da lavoro. Bastano pochi minuti per rispondere alle domande e ottenere un risultato immediato. Ricorda: il test non ha valore diagnostico, ma può essere un primo passo per aumentare la consapevolezza sul tuo benessere lavorativo.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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