Talassofobia: la paura del mare

Talassofobia: la paura del mare
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
24.9.2025
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Per molte persone, il mare è sinonimo di libertà, vacanza e serenità. Per altre, invece, l'immensa distesa d'acqua rappresenta una fonte di ansia profonda e talvolta paralizzante. Se l'idea di nuotare in acque aperte o di non vedere il fondo ti provoca un forte disagio, potresti sperimentare una condizione nota come talassofobia, la specifica fobia del mare.

Questa non è una semplice paura del mare, ma un timore intenso che può limitare significativamente la vita di una persona. In questo articolo esploreremo insieme il significato della talassofobia, analizzando i sintomi, le possibili cause e, soprattutto, le strategie e i percorsi disponibili per affrontarla e ritrovare la propria tranquillità.

Il termine deriva dal greco thálassa (mare) e phóbos (paura), e il suo significato letterale è proprio 'paura del mare'. È importante però fare una distinzione: non si tratta di una generica paura dell'acqua (acquafobia) né dell'idrofobia, che è un sintomo legato a condizioni mediche specifiche come la rabbia. La talassofobia è più specifica e complessa.

Cos'è la talassofobia e cosa significa esattamente?

A differenza di altre paure, la talassofobia si concentra sull'immensità, la profondità e l'ignoto del mare e di altri grandi specchi d'acqua. Chi ne soffre non teme necessariamente l'acqua in sé, ma ciò che essa nasconde e rappresenta: un ambiente vasto, potente e incontrollabile. È la paura dell'acqua profonda, del non sapere cosa si cela sotto la superficie, della sensazione di essere piccoli e vulnerabili di fronte a una forza così grande.

Questa fobia può manifestarsi in modi molto diversi e personali. Ad esempio, una persona potrebbe provare un'ansia intensa di fronte a:

  • il pensiero di fare un bagno in mare;
  • l'idea di navigare o trovarsi su un'imbarcazione;
  • la paura del mare profondo e la paura di nuotare dove non si tocca;
  • la paura della profondità del mare, ma anche di laghi o piscine profonde;
  • la paura del mare aperto, percepito come uno spazio vuoto e senza riferimenti;
  • l'immensità dell'oceano;
  • il mare di notte, scuro e impenetrabile alla vista;
  • l'idea di andare in apnea e perdere il contatto con la superficie.

A volte, la talassofobia può essere un 'contenitore' per paure ancora più specifiche, come:

  • la cimofobia, la paura delle onde del mare, del mare mosso, agitato e del mare in tempesta
  • la scopulofobia, la paura degli scogli sommersi, la paura di ciò che non si conosce nel mare
  • la selacofobia, la paura degli squali (che un noto film ha contribuito a fissare nell’immaginario collettivo).

Mentre l’idrofobia viene trattata con riferimento alla malattia da cui deriva, soprattutto con la prevenzione e la vaccinazione, la fobia dell’acqua e la talassofobia possono essere affrontate con la psicoterapia, svolta anche da uno psicologo online come quelli di Unobravo.

paura di nuotare in mare aperto
Jess Loiterton - Pexels

Chi può soffrire di talassofobia

La talassofobia è una condizione più comune di quanto si possa pensare e può colpire chiunque, indipendentemente dall'età, dal genere o dalle capacità di nuoto. Non è raro, infatti, che anche nuotatori esperti o persone che vivono vicino alla costa sviluppino questa paura.

Questa fobia non fa distinzioni e può manifestarsi in modi diversi. Alcune persone convivono con un'ansia lieve e gestibile, mentre per altre la paura può essere così intensa da diventare paralizzante. È importante ricordare che, se si sperimenta questa paura, non si è soli. Riconoscere e dare un nome a ciò che si prova è il primo passo per affrontarlo e trovare le strategie giuste per gestirlo.

Talassofobia: i sintomi per riconoscerla

Quando una persona con talassofobia si trova di fronte allo stimolo fobico (sia esso reale, come la vista del mare, o solo immaginato), il corpo può reagire con un'intensa ondata di ansia. I sintomi più comuni di questa fobia possono includere manifestazioni sia fisiche che psicologiche:

È importante sottolineare che queste reazioni possono manifestarsi non solo di fronte al mare, ma anche guardando una foto, un documentario o persino trovandosi davanti a una piscina molto profonda. La mente, infatti, associa questi stimoli alla minaccia percepita, scatenando la risposta di allarme.

Come la talassofobia può influenzare la vita quotidiana

Vivere con la paura del mare può avere un impatto significativo sulla vita di una persona, limitandone le scelte e le opportunità. L'influenza di questa fobia va spesso oltre il semplice disagio in spiaggia.

Le conseguenze più comuni possono includere:

  • Evitamento di situazioni: le persone con talassofobia possono evitare sistematicamente spiagge, gite in barca, traghetti e persino piscine profonde. Questo può limitare le opzioni per le vacanze e le attività ricreative.
  • Impatto sociale: la necessità di evitare l'acqua può portare a rinunciare a inviti e occasioni sociali con amici e familiari, generando sentimenti di isolamento o frustrazione.
  • Ansia anticipatoria: la sola idea di doversi avvicinare al mare o a grandi specchi d'acqua può scatenare ansia e stress giorni o settimane prima dell'evento.
  • Vergogna e imbarazzo: molte persone si sentono in imbarazzo per la propria paura, soprattutto perché il mare è comunemente associato a relax e divertimento. Questo può portare a nascondere la propria fobia, aumentando il senso di solitudine.

Riconoscere questi impatti è fondamentale per comprendere la serietà della fobia e l'importanza di trovare un modo per gestirla e superarla.

Quali sono le cause della talassofobia?

Come per molte fobie, non esiste una singola causa universale, ma piuttosto un intreccio di fattori che contribuiscono al suo sviluppo. La talassofobia è classificata nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) come una fobia specifica, e le sue origini possono essere ricondotte a diverse aree:

  • Esperienze traumatiche: un evento negativo vissuto in prima persona (come aver rischiato di annegare) o di cui si è stati testimoni può lasciare un segno profondo e associarsi a una paura intensa.
  • Apprendimento indiretto: a volte la paura viene 'imparata'. Sentire racconti spaventosi sul mare, vedere film catastrofici o crescere con genitori che soffrono d'ansia o sono a loro volta talassofobici può trasmettere l'idea che il mare sia un luogo pericoloso.
  • Fattori genetici e biologici: secondo questo studio, potrebbe esistere una certa predisposizione genetica a sviluppare disturbi d'ansia, incluse le fobie.

È interessante notare come la talassofobia non sia legata alla mancanza di abilità natatorie. Infatti, può capitare anche a nuotatori professionisti di sviluppare questa fobia. Questo dimostra che la radice della paura non è l'incapacità di nuotare, ma risiede in aspetti psicologici più profondi, come la paura del mare aperto o il timore di ciò che è ignoto e incontrollabile.

Come superare la talassofobia

Affrontare e superare la paura del mare è un percorso possibile. Sebbene non esista un test per la talassofobia con valore diagnostico, un primo passo utile può essere l'auto-osservazione: prova a notare le tue reazioni emotive e fisiche quando guardi immagini di profondità marine o del mare di notte. Questo esercizio non serve a fare una diagnosi, ma ad aumentare la consapevolezza del tuo vissuto. Esistono poi diverse strategie che possono aiutare a gestire questa paura.

Tra i primi rimedi per gestire la talassofobia, troviamo le tecniche che aiutano a calmare la risposta ansiosa del corpo. Imparare una corretta respirazione, come la respirazione diaframmatica, può essere uno strumento potente per regolare il battito cardiaco e ridurre la sensazione di panico quando ci si sente sopraffatti dalla paura.

Un altro approccio efficace è l'esposizione graduale. L'obiettivo è riprendere pian piano familiarità con il mare, affrontando la paura a piccoli passi, in modo controllato e sicuro. Si potrebbe iniziare semplicemente guardando il mare da lontano, per poi avvicinarsi alla riva, bagnare i piedi e così via, sempre rispettando i propri tempi e senza forzarsi. È consigliabile farlo in compagnia di una persona di fiducia, che possa offrire supporto e sicurezza.

Il ruolo della terapia psicologica

Quando le strategie di auto-aiuto non bastano, o quando la fobia limita pesantemente la vita di tutti i giorni, un aiuto psicologico può fare la differenza. Spesso, una fobia così radicata è legata a temi più profondi, come la paura di perdere il controllo. Un percorso terapeutico offre uno spazio sicuro per esplorare queste connessioni, comprendere le origini della paura e sviluppare strumenti personalizzati per gestirla.

Approcci come la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) sono particolarmente efficaci per le fobie. Attraverso questo percorso, la persona può imparare a riconoscere e modificare i pensieri catastrofici legati al mare, affrontando gradualmente le situazioni temute con il supporto del terapeuta. L'obiettivo non è solo 'eliminare' la paura, ma imparare a gestirla, per poter tornare a vivere il mare con maggiore serenità e riscoprire i suoi benefici per la mente.

Cercare un aiuto professionale per la talassofobia

La paura del mare è una condizione reale che può creare un notevole disagio, ma è importante sapere che non è necessario affrontarla da soli. Sebbene le tecniche di auto-aiuto possano offrire un sollievo temporaneo, un percorso con un professionista della salute mentale può fornire un supporto strutturato e personalizzato per superare la fobia in modo duraturo.

Uno psicologo può aiutarti a esplorare le radici della tua paura, a modificare i pensieri catastrofici legati al mare e a sviluppare strategie pratiche per gestire l'ansia. Se senti che la talassofobia sta condizionando le tue scelte e il tuo benessere, chiedere aiuto è un importante atto di cura verso la tua persona.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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