Mi sento solo: perché mi succede?

Mi sento solo: perché mi succede?
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
1.10.2025
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Sentirsi soli è un'esperienza umana profonda e universale, che quasi tutti abbiamo vissuto almeno una volta. Non si tratta di un difetto o di una debolezza, ma di un segnale emotivo che merita di essere ascoltato. Ma quali sono le ragioni psicologiche che si nascondono dietro questa sensazione? Per capirlo, è fondamentale fare una distinzione importante: quella tra l'essere soli e il sentirsi soli. In questo articolo esploreremo questa differenza, le cause di questa emozione e cosa è possibile fare per affrontarla.

Essere soli e sentirsi soli: qual è la differenza?

In psicologia, essere soli è una condizione oggettiva: descrive semplicemente l'assenza fisica di altre persone. Si può scegliere di stare da soli per concentrarsi prima di un evento importante, o per godere di un momento di pace e solitudine volontaria. In altri casi, questa condizione può essere legata a un ritiro sociale più marcato, come in chi vive la sindrome di hikikomori.

Il sentirsi soli, invece, è un'esperienza soggettiva ed emotiva. Non dipende da quante persone abbiamo intorno, ma dalla qualità percepita delle nostre connessioni. È una sensazione di vuoto e di non appartenenza che può emergere anche in mezzo a una folla.

Quando una persona pensa "mi sento sola" o "mi sento solo", sta esprimendo un vissuto interiore che può dirci molto sul suo modo di stare in relazione con gli altri e con se stessa. È un'emozione che può manifestarsi in contesti inaspettati: in famiglia, in coppia o persino con gli amici. Questa dolorosa discrepanza tra la presenza fisica di altri e la disconnessione emotiva è ciò che spesso spinge a cercare un modo per combattere la solitudine.

Perché mi sento solo? Le radici psicologiche della solitudine

Chiedersi "perché mi sento sola?" è il primo passo per comprendere. La risposta non è quasi mai semplice, perché la solitudine è spesso il risultato di un intreccio complesso di fattori. Esploriamo alcuni degli elementi chiave che possono contribuire a questa sensazione:

  • Il rapporto con sé stessi: una bassa autostima o un critico interiore molto severo possono rendere difficile credere di essere degni di affetto, portando a isolarsi.
  • Le dinamiche relazionali: esperienze passate di perdita, tradimento o rifiuto possono lasciare ferite profonde, generando una paura di rimanere soli che, paradossalmente, ci porta a tenere gli altri a distanza per proteggerci.
  • Un segnale di un malessere più profondo: a volte, il sentirsi soli in modo persistente può essere il sintomo di una condizione psicologica sottostante che merita attenzione.

Sentirsi soli anche in compagnia

"Conosco tante persone, ma allora perché mi sento solo?" Questa è una domanda che molti si pongono. Sentirsi soli tra la gente è un'esperienza più comune di quanto si pensi e può avere diverse radici. A volte, la causa risiede nella difficoltà a socializzare o a sentirsi parte di un gruppo. Altre volte, invece, attiviamo inconsciamente dei meccanismi di difesa: cerchiamo la compagnia degli altri, ma una parte di noi ci impedisce di viverla pienamente, lasciandoci con la sensazione di sentirsi soli e tristi.

Questa dinamica psicologica è particolarmente evidente nell'era dei social media. Sebbene queste piattaforme siano nate per connettere, possono paradossalmente amplificare la sensazione di solitudine. Il confronto con le vite idealizzate degli altri e la superficialità di molte interazioni digitali possono farci sentire vuoti e disconnessi, alimentando la percezione di non avere legami autentici e di non poter mostrare chi siamo veramente.

mi sento triste e sola
Polina Sirotina - Pexels

Le conseguenze del sentirsi soli: un impatto su corpo e mente

Quando una persona pensa "mi sento triste e sola", non sta descrivendo solo uno stato d'animo. La solitudine cronica può avere effetti concreti che incidono sia a livello fisico che psicologico. La ricerca scientifica ha infatti evidenziato come l'isolamento sociale possa impattare la nostra salute, come dimostrano studi quali quello a cura di Lisa M. Jaremka e Naoyuki Sunami o quello di Anne Vinggaard Christensen, presentato a EuroHeartCare 2018.

A livello psicologico, il peso della solitudine può manifestarsi attraverso vari comportamenti e condizioni, che spesso nascono come tentativi di gestire un dolore difficile da esprimere:

Sentirsi soli: quando è sintomo di altro

Sebbene sentirsi soli sia un'emozione normale, quando diventa una condizione cronica e pervasiva può essere il segnale di un malessere più profondo. È importante distinguere tra una tristezza passeggera e uno stato che paralizza. In molti casi, ad esempio, esiste un forte legame tra solitudine e depressione: la persona può iniziare a isolarsi, perdere interesse nelle attività e ritirarsi dal mondo, alimentando un circolo vizioso.

Oltre alla depressione, altre condizioni psicologiche possono avere tra i loro sintomi una profonda sensazione di solitudine:

  • La depressione, che spesso porta a un ritiro emotivo e fisico.
  • La fobia sociale, dove la paura del giudizio altrui rende le interazioni sociali una fonte di angoscia anziché di conforto.
  • Alcuni disturbi di personalità, come il disturbo schizotipico, che possono comportare difficoltà significative nel creare e mantenere legami.
  • I disturbi legati alla schizofrenia, che possono alterare la percezione della realtà e delle relazioni.

quando ti senti sola cosa fare
игорь альшин -Pexels

Cosa fare quando ci si sente soli

Chiedersi "come non sentirsi soli?" è naturale, ma la domanda stessa può nascondere una trappola: l'idea di dover eliminare a tutti i costi un'emozione. Un obiettivo più realistico e gentile verso noi stessi non è cancellare la solitudine, ma imparare a gestirla, accogliendo i pensieri e le emozioni dolorose senza lasciarsi sopraffare, affinché non diventino un ostacolo al nostro benessere.

Il primo passo è l'accoglienza. Darsi il permesso di vivere le emozioni spiacevoli che la solitudine porta con sé, senza giudizio, è un atto di grande consapevolezza. Una volta creato questo spazio interiore, è possibile scegliere di agire, muovendosi verso ciò che per noi è importante. Ecco alcuni spunti pratici:

  • Coltivare le relazioni significative, privilegiando la qualità del tempo trascorso con le persone che ci fanno stare bene.
  • Esplorare nuovi interessi o riscoprire vecchie passioni, frequentando luoghi che ci nutrono e ci ispirano.
  • Prendersi cura del corpo attraverso lo sport o attività come il training autogeno, che aiutano a rilasciare tensioni e a migliorare l'umore.

Tuttavia, se il pensiero ricorrente è "mi sento solo e triste" e questa sensazione diventa persistente e invalidante, è importante riconoscere che non si deve affrontare tutto da soli. Quello è il momento in cui affidarsi a un professionista della salute mentale può fare davvero la differenza.

Un percorso terapeutico può aiutare a esplorare le radici della propria solitudine, a rafforzare l'amore per sé stessi e a sviluppare nuovi strumenti per costruire relazioni più sane e soddisfacenti. Riscoprire le proprie risorse interiori può trasformare la solitudine da un ostacolo a un'opportunità di crescita.

Superare la solitudine è possibile

Sentirsi soli è un'esperienza umana, un segnale che ci invita a guardare dentro di noi e a rivalutare le nostre relazioni. Sebbene possa essere doloroso, non è una condanna. Capire perché ci sentiamo così è il primo passo verso un maggiore benessere emotivo.

Imparare a gestire questa emozione, sia ricollegandosi a noi stessi che trovando nuovi modi per socializzare, è un processo che richiede pazienza e autocompassione. Se senti che la solitudine è diventata un peso persistente nella tua vita, ricorda che non devi affrontarla da solo.

Cercare un supporto professionale può fornirti gli strumenti necessari per comprendere la radice del tuo disagio e costruire relazioni più autentiche e appaganti. Fare il primo passo può essere trasformativo. Inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online e cominciare il tuo percorso verso il benessere.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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