Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP)

La parola borderline, nel suo significato in psicologia, sta a indicare un disturbo psichiatrico che si trova a metà tra la nevrosi e la psicosi.

Le persone con DBP solitamente mostrano segni e comportamenti come la tendenza a idealizzare l’altro, una marcata instabilità emotiva e comportamenti di tipo suicidario o autolesivo. Può essere presente un costante senso di vuoto: nel disturbo borderline è infatti molto comune provare noia o apatia, senza comprenderne il motivo.

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Cos’è il disturbo borderline di personalità

Il disturbo borderline è un disturbo di personalità. I disturbi di personalità, diagnosticabili a partire dai 18 anni, sono caratterizzati da uno stile di pensiero e comportamento rigido e pervasivo, che impatta significativamente in tutti gli ambiti di vita della persona. Il DSM-5 suddivide i 10 disturbi di personalità in cluster (A, B, e C) sulla base delle loro caratteristiche. Troviamo il Disturbo Borderline di Personalità (D.B.P.) all'interno del cluster B‍.

I sintomi del disturbo borderline di personalità

Le persone che soffrono di disturbo borderline di personalità, secondo i criteri del DSM-5, mostrano una serie di sintomi tra cui immagine di sé e umore instabili, comportamenti impulsivi, senso di vuoto, difficoltà a controllare la rabbia. Esse sono spesso caratterizzate anche da una forte paura dell’abbandono e da una marcata difficoltà a regolare le loro emozioni di fronte al rifiuto (reale o percepito).

Oltre a questi sintomi, in alcuni casi è presente anche ideazione paranoide transitoria. All’ideazione paranoide nel disturbo borderline, in particolari periodi di stress, si possono talvolta aggiungere anche sintomi dissociativi, come la depersonalizzazione e la derealizzazione. Alcune persone sviluppano sintomi simil-psicotici, come il delirio con idee di riferimento e distorsioni dell’immagine corporea.

Disturbo borderline di personalità: cause

Borderline si nasce o si diventa? Ormai è riconosciuto come tra le cause del disturbo di personalità borderline siano implicati diversi fattori, sia legati all’ambiente che alla genetica.
Se il disturbo borderline non è ereditario, è stata riconosciuta come fattore di rischio una vulnerabilità temperamentale, che può essere descritta come alta reattività emotiva, intensità elevata delle emozioni e lunga durata delle emozioni.

Per quanto riguarda i fattori ambientali, è frequente trovare nel passato di persone con disturbi di personalità borderline traumi infantili e abusi, esperienze di abbandono traumatiche, esperienze avverse (Adverse Childhood Experiences) come violenza domestica assistita, abuso di sostanze dei genitori, maltrattamenti fisici o psicologici.

Studi sul disturbo della personalità borderline

Da alcune ricerche sul cervello borderline è emersa una difficoltà nella regolazione emotiva che può causare disfunzioni delle funzioni esecutive compromettendo le abilità di pianificazione, problem solving e controllo degli impulsi, distorsioni cognitive e deficit nella cognizione sociale, che causa alterata inferenza e empatia, iper-mentalizzazione.

Ciò che è emerso dagli studi è inoltre che, in pazienti con DBP, è presente una compromissione nel riconoscimento di espressioni facciali neutre e una maggiore attivazione per espressioni di rabbia e disgusto. Questo può quindi dare una spiegazione alla loro reazione impulsiva ed arrabbiata nei confronti dell’altro.

Terapia per il disturbo borderline di personalità

All’interno di un percorso psicoterapeutico per il disturbo borderline di personalità il punto centrale è la relazione terapeutica. Il disturbo borderline è curabile attraverso un intervento integrato, che includa la psicoterapia e, all’occorrenza, anche la terapia farmacologica.

Due dei principali approcci terapeutici per la cura del disturbo borderline di personalità: la Dialectical Behavior Therapy (DBT), che si è mostrata efficace per quanto riguarda i problemi relativi alla disregolazione emotiva e il controllo degli impulsi in pazienti con DBT e alto rischio suicidario, e la Schema Therapy (ST) utile a rendere il paziente consapevole dei propri schemi (sia attraverso tecniche cognitive che mediante strategie esperienziali) e aiutarlo a trovare delle strategie (stili di coping) più funzionali per soddisfare i bisogni infantili di cui è stato deprivato. Ricordiamo però che in alcuni centri specializzati o comunità terapeutiche per il disturbo borderline è possibile affiancare percorsi individuali e terapia di gruppo.

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