La depressione maggiore è una condizione di salute mentale complessa che va ben oltre la semplice tristezza temporanea. Caratterizzata da un umore persistentemente basso e dalla perdita di interesse nelle attività quotidiane, questa condizione può influenzare profondamente ogni aspetto della vita di una persona. Secondo l'OMS, la depressione è una delle principali cause di malessere e disabilità a livello globale, un dato che sottolinea l'importanza di parlarne con chiarezza e senza stigma.
In questo articolo esploreremo che cos'è il disturbo depressivo maggiore, analizzando i sintomi, le cause e, soprattutto, le possibili cure. L'obiettivo è offrire una guida chiara e di supporto per comprendere questa condizione e orientarsi verso un percorso di recupero del benessere.
Cos'è la depressione maggiore?
Parlare di depressione maggiore significa descrivere una condizione di salute mentale che va oltre un normale momento di tristezza. Si manifesta con un umore persistentemente basso e una marcata perdita di interesse o piacere per quasi tutte le attività che prima appassionavano o davano gioia. Non è una debolezza di carattere, ma un disturbo che merita attenzione e cura.
L'impatto del disturbo depressivo maggiore si estende a molteplici aree della vita: può alterare il sonno, l'appetito e persino le capacità di pensiero e concentrazione. Sebbene possa essere una condizione cronica, tende a manifestarsi in episodi distinti, periodi di malessere intenso che possono durare settimane o mesi.
È utile distinguere tra 'episodio' e 'disturbo'. Un episodio di depressione maggiore è un singolo periodo di malessere con un inizio e una fine definiti. Si parla invece di disturbo depressivo maggiore quando una persona ha vissuto uno o più di questi episodi nel corso della sua vita.
La gravità della depressione può variare molto, da momenti di tristezza lieve e passeggera a forme più severe e persistenti. Il disturbo depressivo maggiore è considerato una delle forme più impattanti e, per questo, il trattamento combina spesso psicoterapia e, se necessario, un supporto con psicofarmaci.
Non esiste una risposta unica alla domanda sulla durata della depressione maggiore. Il percorso è strettamente personale: per alcuni, si può raggiungere una remissione completa dopo un episodio, mentre per altri il disturbo può assumere un andamento cronico. In ogni caso, un percorso di cura è fondamentale per gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita.

Quali sono i tipi di depressione?
Il termine 'depressione' è un ombrello che accoglie diverse condizioni. Oltre al disturbo depressivo maggiore, è importante conoscere altre forme comuni di disturbi depressivi per poterle distinguere, come la distimia, il disturbo bipolare e il disturbo affettivo stagionale. Capire queste differenze è il primo passo per dare un nome più preciso al proprio malessere.
Distimia
La distimia, o disturbo depressivo persistente (PDD), si distingue dalla depressione maggiore principalmente per la sua durata e intensità. I sintomi sono simili ma meno acuti, e si protraggono per un tempo molto più lungo, almeno due anni. Chi ne soffre vive con un sottofondo costante di umore basso, poca energia, sentimenti di disperazione o bassa autostima, che diventano quasi una 'normalità' dolorosa.
Depressione bipolare
Nel caso della depressione bipolare, la caratteristica distintiva è l'alternanza di stati emotivi opposti. La persona non vive solo episodi di profondo calo dell'umore, tipici della depressione, ma anche fasi di energia e attività eccessive, chiamate episodi maniacali o ipomaniacali. Questi ultimi sono l'altra faccia della medaglia: autostima esagerata, ridotto bisogno di sonno, pensieri accelerati e comportamenti impulsivi, come spese folli o decisioni rischiose.
Disturbo affettivo stagionale
Come suggerisce il nome, il disturbo affettivo stagionale (SAD) è legato ai cambiamenti di stagione. Emerge tipicamente con l'arrivo dell'autunno e dell'inverno, quando la luce solare diminuisce. Si pensa che questo calo di luce possa alterare i ritmi circadiani e influenzare neurotrasmettitori chiave come la serotonina e la melatonina, portando a un calo dell'umore che tende a risolversi con l'arrivo della primavera (un fenomeno che spiega anche perché con la depressione si sta meglio la sera in alcuni casi).
Depressione unipolare
Il termine depressione unipolare è semplicemente un altro modo per definire il disturbo depressivo maggiore. L'aggettivo 'unipolare' serve a sottolineare che l'umore si muove in una sola direzione, quella del 'basso', a differenza del disturbo bipolare che oscilla tra due poli opposti (depressione e mania). Questo non significa, però, che la persona si senta sempre depressa: il disturbo si manifesta in episodi, non necessariamente in uno stato continuo.
Le persone con disturbo depressivo maggiore possono sperimentare periodi di remissione che si alternano a periodi di ricaduta depressiva. Possono anche sentirsi più felici quando le circostanze cambiano, specialmente se hanno il sottotipo di disturbo depressivo maggiore chiamato depressione atipica.
Depressione endogena
Sebbene fosse vista come un disturbo distinto, la depressione endogena viene ora raramente diagnosticata, e si riferisce alla depressione maggiore con manifestazioni melanconiche. Questo tipo di depressione emerge senza che vengano vissuti dal soggetto stress o traumi e non possiede, dunque, una precisa causa esterna.
Al contrario, può essere dovuta in primis a fattori di tipo genetico e biologico. Tendenzialmente si ritiene che essa possa essere dovuta a un insieme di fattori, ovvero quelli genetici, quelli biologici, quelli psicologici e quelli ambientali.
Depressione reattiva
La depressione reattiva, o situazionale, è una forma di depressione che insorge, come dice la parola, in reazione a un evento di vita specifico, stressante o traumatico. Si manifesta quando le normali capacità di una persona di far fronte al dolore o allo stress vengono sopraffatte, portando a sintomi depressivi che vanno oltre una normale reazione di tristezza.
A differenza di altre forme che possono cronicizzare, la depressione reattiva tende ad avere una durata più limitata, spesso di pochi mesi, legata all'elaborazione dell'evento scatenante. Ciò non toglie che, durante questo periodo, i sintomi possano essere altrettanto intensi e dolorosi di altre forme di depressione.
Depressione maggiore grave
In alcuni casi, la depressione maggiore può presentarsi in una forma particolarmente grave, accompagnata da sintomi psicotici. In questo quadro, noto come depressione psicotica, al profondo malessere emotivo si aggiungono esperienze come allucinazioni o deliri.
Questi momenti, in cui si può perdere temporaneamente il contatto con la realtà, possono includere:
- deliri: convinzioni profondamente radicate e palesemente non vere, spesso a tema negativo (colpa, rovina, malattia).
- allucinazioni: percepire con i sensi (sentire, vedere, ma anche odorare o gustare) cose che in realtà non esistono.

I criteri del DSM-5 per la diagnosi di depressione
Per poter formulare una diagnosi di depressione maggiore, i professionisti della salute mentale si basano sui criteri diagnostici definiti nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5). Questo manuale stabilisce che una persona deve presentare cinque o più dei seguenti sintomi per un periodo di almeno due settimane. È fondamentale che almeno uno dei due sintomi principali (umore depresso o perdita di interesse/piacere) sia presente.
Ecco i criteri specifici elencati nel DSM-5:
- "umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni
- marcata diminuzione dell'interesse o del piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni
- significativa perdita di peso non dovuta a dieta, o aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell'appetito quasi tutti i giorni
- insonnia o ipersonnia quasi tutti i giorni
- agitazione o rallentamento psicomotorio quasi tutti i giorni
- faticabilità o perdita di energia quasi tutti i giorni
- sentimenti di svalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati quasi tutti i giorni
- ridotta capacità di pensare o concentrarsi, o indecisione, quasi tutti i giorni
- pensieri ricorrenti di morte, ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico o un tentativo di suicidio o un piano specifico per commettere suicidio."
Oltre alla presenza di questi sintomi, per una diagnosi formale è necessario che il malessere causi un disagio clinicamente significativo o una compromissione del funzionamento in aree importanti della vita (sociale, lavorativa, familiare). Infine, è essenziale escludere che i sintomi siano attribuibili agli effetti di sostanze o a un'altra condizione medica.
I sintomi della depressione maggiore: come riconoscerla
Riconoscere i sintomi della depressione maggiore è il primo passo per comprendere cosa sta succedendo. Durante un episodio, una persona può sentirsi persistentemente triste, irritabile o vuota, provando una profonda perdita di piacere o interesse per le attività che un tempo amava. I sintomi della depressione non sono solo emotivi, ma coinvolgono anche il corpo e la mente. I più frequenti includono:
- Difficoltà di concentrazione e nel prendere decisioni.
- Sentimenti di colpa eccessivi o di autosvalutazione, con una percezione distorta del proprio valore e una bassa autostima.
- Disperazione e una visione pessimistica del futuro.
- Pensieri ricorrenti di morte o ideazione suicidaria.
- Anedonia, ovvero l'incapacità di provare piacere.
- Disturbi del sonno, come insonnia o, al contrario, ipersonnia (dormire troppo).
- Cambiamenti nell'appetito o nel peso, che possono essere legati al complesso rapporto tra cibo ed emozioni.
- Fatica costante e una profonda mancanza di energia.
Il sintomo più riconoscibile della depressione maggiore è un umore cupo e persistente, una tristezza profonda o un senso di vuoto che non sembra andarsene. Questi sintomi depressivi possono durare a lungo, per mesi o talvolta anche anni, se non trattati.
È molto comune, inoltre, che le persone con depressione maggiore sperimentino anche sintomi di ansia o sviluppino una maggiore vulnerabilità all'abuso di alcol o altre sostanze, come tentativo di automedicazione dal dolore emotivo.
Anche quando una persona risponde bene al trattamento e sembra 'guarita', è possibile che alcuni sintomi residui persistano. Questi sintomi, sebbene meno intensi, possono comunque interferire con la vita quotidiana e aumentare il rischio di una futura ricaduta.
Tra i sintomi residui più comuni troviamo l'affaticamento, i disturbi del sonno, difficoltà cognitive (la cosiddetta 'nebbia mentale'), astenia e ansia. Affrontare specificamente anche questi aspetti durante la terapia è cruciale, perché aumenta le probabilità di raggiungere una remissione più completa e duratura.

Epidemiologia della depressione maggiore
Affrontare la depressione maggiore può far sentire incredibilmente soli, ma è importante sapere che non si è soli in questa battaglia. Questo disturbo è una delle condizioni di salute mentale più comuni in tutto il mondo e colpisce milioni di persone ogni anno, indipendentemente dall'età, dal sesso o dal background culturale.
Riconoscere quanto sia diffusa la depressione maggiore può aiutare a ridurre il senso di isolamento e lo stigma che spesso accompagnano la diagnosi. Sapere che innumerevoli altre persone hanno percorso o stanno percorrendo un cammino simile può essere un primo passo per sentirsi compresi e per trovare la forza di cercare supporto.
Quali sono le cause della depressione maggiore?
Non esiste una singola causa per la depressione maggiore. Piuttosto, come confermato da una revisione sistematica della letteratura (Gutiérrez-Rojas et al., 2020), si tratta di una complessa interazione di diversi fattori di rischio, che possono variare da persona a persona. Lo studio ha evidenziato come l'abuso infantile, la violenza da parte del partner e la comorbilità con altri disturbi fisici e mentali siano costantemente associati al disturbo depressivo maggiore. (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32756809/) Comprendere quali elementi possono contribuire al suo sviluppo è un passo importante per la consapevolezza e la prevenzione. Tra i principali troviamo:
- Fattori genetici e familiari: avere familiari che hanno sofferto di depressione può aumentare la vulnerabilità a sviluppare il disturbo.
- Eventi di vita stressanti: la perdita di una persona cara è una delle esperienze più dolorose. Sebbene il dolore sia una reazione naturale, uno stress così intenso può a volte innescare un episodio depressivo, specialmente in casi di lutto complicato.
- Conflitti interpersonali: tensioni continue e problemi in famiglia, con il partner o con gli amici, possono contribuire all'insorgenza della depressione.
- Esperienze di abuso: traumi passati, come abusi fisici, sessuali o emotivi, sono un fattore di rischio significativo.
- Cambiamenti importanti: non solo eventi negativi come la perdita del lavoro, ma anche cambiamenti percepiti come positivi (laurearsi, andare a vivere all'estero, la nascita di un figlio, come nella depressione post parto) possono essere fonti di stress tali da innescare un disturbo depressivo maggiore.
- Altre condizioni mediche: la depressione può manifestarsi in concomitanza con altre malattie, come il dolore cronico, l'ansia o l'ADHD.
- Uso di farmaci: alcuni medicinali assunti per altre patologie possono avere la depressione come effetto collaterale.
- Abuso di sostanze: le persone con dipendenze patologiche da alcol o droghe hanno un rischio maggiore di sviluppare un disturbo depressivo.
Depressione e altre condizioni: la comorbilità
La depressione maggiore raramente si presenta da sola. Spesso, infatti, esiste una forte interconnessione con altri disturbi mentali. Le indagini epidemiologiche mostrano come sia frequente la sua compresenza con disturbi d'ansia, disturbi alimentari (come anoressia e bulimia) e disturbi da uso di sostanze.
Per dare un'idea, uno studio di R.M.A. Hirschfeld ha rilevato che circa la metà delle persone con una storia di depressione ha avuto anche almeno un disturbo d'ansia. Altre condizioni che spesso si accompagnano alla depressione includono il disturbo da uso di alcol e di altre sostanze.
L'impatto della depressione non si limita alla sfera psicologica. È anche un fattore di rischio e un elemento che può peggiorare la prognosi di molti disturbi somatici cronici, come diabete, malattie cardiovascolari, ipertensione, problemi respiratori e artrite. Mente e corpo sono profondamente connessi.
Ansia e depressione maggiore
I disturbi d'ansia e quelli depressivi sono tra le condizioni psichiatriche più diffuse e sono così strettamente correlati da essere spesso raggruppati nella categoria dei 'disturbi internalizzanti', ovvero disturbi che rivolgono il malessere verso l'interno.
Nello specifico, per quanto riguarda la depressione maggiore, un'indagine mondiale del 2015 di R.C. Kessler e colleghi ha evidenziato che quasi la metà (45,7%) delle persone con questo disturbo aveva anche una storia di disturbi d'ansia.
La relazione tra disturbi d'ansia e depressione è così stretta che spesso coesistono nello stesso momento. Come evidenziato da N.H. Kalin e collaboratori, il 41,6% delle persone con una diagnosi di depressione maggiore nell'ultimo anno presentava contemporaneamente anche un disturbo d'ansia.
Guardando la situazione dal lato dei disturbi d'ansia, la probabilità di una comorbilità con la depressione è molto alta. Si stima che riguardi fino al 70% delle persone con disturbo d'ansia sociale, il 50% di quelle con disturbo di panico, il 48% di chi vive con un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e il 43% di chi ha un disturbo d'ansia generalizzato.
Conseguenze della depressione maggiore
L'impatto della depressione maggiore può estendersi a molte aree della vita di una persona, andando oltre il solo umore. Quando non viene affrontata, può influenzare profondamente le relazioni interpersonali, rendendo difficile connettersi con amici e familiari. Può anche compromettere le prestazioni lavorative o accademiche, a causa della difficoltà di concentrazione e della mancanza di energia.
Inoltre, la salute fisica può risentirne, poiché la depressione è spesso legata a disturbi del sonno, cambiamenti nell'appetito e un generale stato di affaticamento. Comprendere queste conseguenze non serve a spaventare, ma a sottolineare l'importanza di prendersi cura di sé e di considerare il supporto professionale come un passo fondamentale per recuperare il proprio benessere generale.
Depressione maggiore: i criteri per l’invalidità civile
Secondo quanto stabilito dalla legge 104/1992, in casi di invalidità per depressione maggiore, sia i soggetti con disabilità e disturbi dell’umore che i loro familiari, devono essere tutelati e godere di specifici diritti e possono avere diritto alla pensione per depressione maggiore.
Chi soffre di disturbo depressivo maggiore ha diritto all’invalidità nel caso in cui i disturbi determinano diverse difficoltà nell’integrazione, nelle relazioni o nell’apprendimento e costituiscono, dunque, dei veri e propri ostacoli per la sua crescita a livello sociale e individuale.
Nello specifico, è invalido civile chiunque sia affetto da patologie in grado di:
- compromettere la normale capacità lavorativa, in un’età compresa tra i 18 e i 65 anni e 7 mesi
- determinare l’incapacità di svolgere normali attività quotidiane tipiche della sua età.
Inoltre, l’individuo con disturbo depressivo maggiore e invalidità civile, presenta delle limitazioni che possono essere sia fisiche che psichiche. Per esempio, un elemento a cui si presta attenzione è il binomio depressione maggiore e patente di guida: dopo un’analisi medica, la Motorizzazione civile potrebbe disporre la sospensione o la revoca della patente.

Come si diagnostica la depressione?
La diagnosi di depressione è un processo attento che non si basa su un singolo esame. Un professionista la formula attraverso una combinazione di colloquio clinico con la persona e, talvolta, l'uso di test psicodiagnostici. Questi strumenti aiutano a inquadrare i sintomi, ma la relazione e il dialogo restano centrali, poiché la depressione maggiore si manifesta in modi unici per ciascuno.
Il nostro test sulla depressione può aiutarti a decidere se rivolgerti a un professionista (il test non ha valore diagnostico e non sostituisce una diagnosi professionale.
Depressione maggiore trattamento e farmaci
Il trattamento più utile per la depressione maggiore è spesso costituito da una combinazione di psicoterapia e farmaci. Generalmente, la cura farmacologica per la depressione maggiore prevede una prescrizione iniziale di SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina).
In generale, i farmaci per la depressione maggiore sono abbastanza facili da assumere e relativamente sicuri rispetto alle precedenti generazioni di antidepressivi, come dimostrano studi e risultati di più di un caso clinico di disturbo depressivo maggiore.
Di solito, sono necessarie almeno da due a sei settimane di assunzione di qualsiasi antidepressivo per vedere un miglioramento. In caso di presenza di sintomi psicotici, è importante prescrivere un farmaco antipsicotico.
Come si cura la depressione maggiore? Un percorso verso il benessere
Affrontare la domanda "dalla depressione maggiore si guarisce?" richiede speranza e realismo. Sebbene la parola "guarigione" possa essere complessa, è assolutamente possibile gestire i sintomi, recuperare il benessere e tornare a vivere una vita piena. La chiave è un percorso di cura personalizzato, che spesso combina psicoterapia e, se necessario, farmaci.
Tra gli approcci terapeutici più efficaci, la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) si è dimostrata molto valida. Questo percorso aiuta a identificare e modificare i pensieri negativi e i comportamenti disfunzionali che alimentano la depressione.
Secondo la ricerca, la CBT è uno degli approcci con le più solide evidenze di efficacia. Altre terapie molto utilizzate per la depressione maggiore includono la terapia interpersonale, che si concentra sulle relazioni, e la terapia supportiva, che offre un sostegno empatico e continuativo.
Il supporto delle persone care è prezioso. Un terapeuta esperto, come uno psicologo specializzato in depressione, può anche fornire indicazioni a familiari e amici su come comportarsi con una persona depressa, creando una rete di supporto che rende il percorso di cura ancora più efficace.