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Crescita personale
5
minuti di lettura

Sbagliando s’impara: gli errori che aiutano a crescere

Sbagliando s’impara: gli errori che aiutano a crescere
Pasquale Alessandro Carafa
Psicologa Sistemico-Relazionale
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
11.12.2025
Sbagliando s’impara: gli errori che aiutano a crescere
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Gli errori, come ci ricorda anche la cultura popolare, sono naturali ed essenziali per crescere e accumulare esperienza. Tuttavia, sempre più persone trovano difficile esporsi a situazioni in cui potrebbero sbagliare, vivendo l’esperienza come una vera e propria catastrofe. Gianni Rodari diceva:

“Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio la torre di Pisa”

Cosa si nasconde dietro la paura di sbagliare?

La paura di commettere errori può assumere forme diverse e nasconde spesso bisogni psicologici profondi: desiderio di approvazione, timore del giudizio o bisogno di controllo.
Ecco quattro paure che possono alimentare la tendenza a evitare l’errore — e con essa la possibilità di crescere:

  • Ipergeneralizzazione: “Se sbaglio il rigore, allora sono un perdente.”

L’ipergeneralizzazione è la tendenza a trarre una regola generale da un singolo errore.
Chi ragiona così tende a definire il proprio valore personale in base alle prestazioni: un fallimento diventa la prova della propria inadeguatezza.

  • Procrastinazione: “Più tardi mi metto a studiare.”

Rimandare una decisione o un compito è uno dei modi più comuni per evitare di sbagliare. Chi procrastina teme l’errore, ma lo maschera dietro una giustificazione: “non ho avuto tempo”, “non era il momento giusto”. In realtà, rimandare serve a non confrontarsi con la possibilità di fallire. Così si evita la responsabilità della scelta, ma si resta bloccati in un ciclo di colpa e frustrazione che alimenta l’insicurezza.

  • Indecisione: “Compro la maglia rossa o quella nera?”

Anche le decisioni più semplici possono diventare un terreno minato per chi teme l’errore. Dietro l’indecisione si nasconde spesso la paura di fare la scelta sbagliata.
Con il tempo, questa dinamica può portare a sentirsi passivi e disconnessi dai propri desideri e obiettivi.

  • Perfezionismo: “Se il lavoro non è perfetto, è meglio non farlo affatto.”

Per il perfezionista, l’errore è una catastrofe da scongiurare a ogni costo: fare bene equivale a valere, mentre sbagliare equivale a “non valere nulla”. Spesso, questo schema nasce già nell’infanzia, in contesti molto esigenti o poco tolleranti verso l’errore.
Ricerche recenti mostrano che perfezionismo e paura di fallire si alimentano reciprocamente intensificando la paura di sbagliare — come osservato anche in un campione di arbitri di pallamano (Gómez-López et al., 2025).

Sigmund - Unsplash

Da dove viene il perfezionismo?

I perfezionisti spesso imparano che il proprio valore, sia in termini di competenze che di capacità di essere amati e apprezzati, è legato alla performance. È il caso, ad esempio, di bambini che ricevono lodi solo per i risultati positivi a scuola o nello sport, mentre affetto e stima vengono meno quando le loro performance non sono all’altezza delle aspettative.

Anche la società tende a muoversi in questa direzione già dai tempi della scuola, focalizzandosi sugli errori e sottraendo voti, invece di valorizzare le competenze degli allievi. La prestazione diventa condizione necessaria per essere apprezzati e accettati nella società: così si diventa meno tolleranti verso le incertezze, sia nel lavoro che nelle relazioni.

Le conseguenze di questo modo di pensare possono manifestarsi sotto forma di ansia da prestazione e di una generale mancanza di audacia, che porta a risultati mediocri non per mancanza di capacità, ma per timore di esporsi.
Quando l’errore è percepito come una minaccia, si tende a evitare ogni situazione in cui si possa fallire, rinunciando così alla possibilità di crescere.

Uno studio condotto da Nevalainen et al. (2012) ha evidenziato che gli studenti con bassa tolleranza all’incertezza sono più frequentemente spaventati all’idea di commettere errori (100%) rispetto a quelli con una maggiore tolleranza (86%). Questo dato suggerisce che la difficoltà ad accettare l’imprevedibilità della vita e delle proprie prestazioni alimenta la paura stessa di sbagliare.

In questo modo, la persona può restare paralizzata dalla paura, incapace di agire per timore delle conseguenze. Eppure, ogni errore è la prova di un’azione compiuta: significa aver provato, sperimentato, rischiato.
Solo riconoscendo che sbagliare è parte del processo di apprendimento si può trasformare la paura in una risorsa di crescita personale.

Come imparare a tollerare gli errori?

Osservare le sfumature

“La verità sta nelle sfumature”

Charles Bukowski

Successi e fallimenti sono sempre parziali. Per gli adulti, mettere in discussione un modo di pensare consolidato può essere difficile. Ecco due esercizi per imparare ad accogliere una nuova idea: il fallimento può avere diverse sfumature.

  1. Prendendo come riferimento una scala da 0 a 10, con una crocetta indicate su una linea i successi e gli insuccessi relativi a diverse abilità. Questa semplice tecnica aiuta a migliorare la percezione di sé, ridefinendo il proprio senso di capacità nell’affrontare le sfide quotidiane.
  2. Un’altra strategia consiste nel considerare gli effetti delle azioni percepite come sbagliate o dannose. Non tutti gli insuccessi si equivalgono in termini di prestazione: spesso, chi teme di sbagliare non commette così tanti errori come pensa.

Accettare le sfide

La sfida per chi tende al perfezionismo consiste nell’accettare e integrare una parte di errore nella propria vita. È utile apprendere che l’errore non è qualcosa di definitivo o invalidante e che anche nelle vite degli altri l’errore è presente.

Un esercizio utile può essere rivalutare le scelte e i comportamenti delle persone che si conoscono, applicando lo stesso senso critico che si usa verso sé stessi. Così ci si rende conto che, nonostante i numerosi errori degli altri, questi riescono comunque a raggiungere i propri obiettivi.

Dal momento in cui si agisce si è esposti al rischio di sbagliare. L’unico modo per essere certi di non sbagliare sarebbe non agire, ma questo può portare facilmente al rimpianto.

Ali Kazal - Unsplash

La bussola degli errori

Uno stile educativo in cui i genitori riconoscono apertamente le emozioni del bambino e collaborano con lui nella ricerca di strategie per affrontare le difficoltà, riduce in modo significativo la paura di sbagliare.
Uno studio recente (Peterson et al., 2025) mostra infatti che i bambini cresciuti in ambienti che valorizzano la riflessione sull’errore sviluppano maggior fiducia in sé e resilienza di fronte agli insuccessi.

Adottare una prospettiva di scoperta piuttosto che di giudizio permette di cogliere la vera funzione dell’errore: guidarci lungo il percorso di conoscenza e crescita personale.
La conoscenza di sé non si costruisce solo osservando o imitando gli altri, ma procedendo per tentativi ed errori, proprio come in un esperimento in cui ogni deviazione fornisce nuove informazioni.

In questa prospettiva, il fallimento smette di essere un giudizio sul proprio valore e diventa una bussola che indica la direzione successiva.
Sbagliare non significa cadere, ma correggere la rotta.

Sintomi della paura di sbagliare: come si può manifestare

La paura di sbagliare può manifestarsi in modi diversi, sia a livello psicologico che fisico. Riconoscere questi segnali può essere il primo passo per affrontarli con maggiore consapevolezza.

  • Ansia anticipatoria: si può provare una forte preoccupazione prima di affrontare una situazione in cui si teme di commettere errori, come un esame o una presentazione.
  • Evitamento: si può tendere a rinunciare a nuove esperienze o sfide per il timore di non essere all’altezza, limitando così le proprie opportunità di crescita.
  • Autocritica eccessiva: dopo un errore, si può sperimentare un dialogo interno molto severo, con pensieri come "non sono capace" o "deludo sempre gli altri".
  • Sintomi fisici: possono comparire tachicardia, sudorazione, tensione muscolare o disturbi del sonno, soprattutto in prossimità di situazioni percepite come rischiose.
  • Difficoltà di concentrazione: la paura di sbagliare può rendere difficile mantenere l’attenzione, perché la mente è costantemente impegnata a immaginare possibili errori.

Questi sintomi possono variare da persona a persona e, se persistenti, influenzare negativamente la qualità della vita quotidiana.

Le possibili cause profonde della paura di sbagliare

La paura di sbagliare non nasce dal nulla, ma si sviluppa spesso a partire da esperienze personali e influenze ambientali. Comprendere le sue radici può aiutare a ridurre l’impatto.

  • Fattori relazionali: crescere in un ambiente dove l’errore viene punito o deriso può portare a interiorizzare l’idea che sbagliare sia inaccettabile. Ad esempio, bambini che ricevono critiche severe per piccoli errori possono sviluppare una forte ansia da prestazione.
  • Aspettative sociali: la società moderna valorizza il successo e la perfezione, facendo sentire chi sbaglia fuori posto o inadeguato. Questo può aumentare la pressione, soprattutto nei contesti scolastici e lavorativi.
  • Esperienze infantili: episodi di umiliazione o fallimenti vissuti in età precoce possono lasciare un segno profondo, alimentando la convinzione che l’errore sia una minaccia per il proprio valore personale.
  • Fattori narcisistici: in alcuni casi, la paura di sbagliare è legata al bisogno di mantenere un’immagine di sé impeccabile agli occhi degli altri, temendo che ogni errore possa compromettere la propria autostima.

Queste cause possono intrecciarsi tra loro, rendendo la paura di sbagliare un fenomeno complesso e personale.

Conseguenze della paura di sbagliare nella vita quotidiana

Quando la paura di sbagliare diventa centrale nella vita di una persona, può avere effetti significativi su diversi ambiti.

  • Evitamento di nuove opportunità: si rinuncia a provare cose nuove, come cambiare lavoro o iniziare una relazione, per il timore di fallire.
  • Difficoltà nelle relazioni: la paura di deludere gli altri può portare a evitare il confronto o a non esprimere i propri bisogni, generando incomprensioni e insoddisfazione.
  • Bassa autostima: ogni errore viene vissuto come una conferma della propria inadeguatezza, minando la fiducia in sé stessi.
  • Ansia e stress: il costante timore di sbagliare può portare a uno stato di tensione cronica, con ripercussioni anche sulla salute fisica.
  • Blocchi nella carriera o nello studio: la paura di non essere all’altezza può impedire di cogliere occasioni di crescita professionale o di affrontare nuove sfide scolastiche.

Queste conseguenze possono creare un circolo vizioso, in cui la paura di sbagliare limita le esperienze e rafforza la convinzione di non essere capaci.

Strategie pratiche per affrontare la paura di sbagliare

Affrontare la paura di sbagliare richiede tempo, costanza e un atteggiamento di apertura verso sé stessi. Non esiste una formula rapida, ma esistono strategie efficaci e validate che possono aiutare a gestire questa paura e a recuperare fiducia nelle proprie capacità.

1. Esporsi gradualmente agli errori

La tecnica dell’esposizione graduale consiste nell’affrontare in modo progressivo le situazioni temute, iniziando da quelle meno spaventose. L’obiettivo è abituarsi all’idea di poter sbagliare senza che ciò comporti conseguenze catastrofiche. Studi recenti (Redden et al., 2022) hanno dimostrato che un trattamento online basato sull’esposizione agli errori può ridurre in modo significativo la paura di sbagliare, il perfezionismo, gli standard personali elevati e i sintomi ansioso-depressivi rispetto a un gruppo di controllo.

Un esempio pratico? Chi teme di parlare in pubblico può cominciare parlando in piccoli gruppi o esprimendo un’opinione durante una riunione, per poi affrontare gradualmente situazioni più impegnative.

2. Ristrutturare i pensieri negativi

La ristrutturazione cognitiva aiuta a riconoscere e modificare i pensieri distorti legati all’errore, sostituendoli con valutazioni più realistiche e compassionevoli. Domande utili possono essere: “Qual è la reale gravità di questo errore?” o “Cosa direi a un amico nella mia stessa situazione?”
Questo approccio permette di ridurre l’autocritica e la catastrofizzazione, trasformando il fallimento in un’occasione di apprendimento.

3. Coltivare l’auto-compassione

Essere gentili con sé stessi dopo un errore non significa giustificarsi, ma riconoscere che sbagliare è una parte naturale dell’esperienza umana. L’auto-compassione favorisce la resilienza emotiva, protegge dal perfezionismo rigido e consente di mantenere uno sguardo più equilibrato sulle proprie prestazioni. Come scrive Kristin Neff, tra le principali studiose del tema, “Trattarsi con la stessa gentilezza che riserviamo a un amico è la base per un autentico cambiamento.”

4. Fissare obiettivi realistici

Stabilire traguardi raggiungibili e flessibili aiuta a ridurre la pressione e la paura del fallimento. Quando l’obiettivo non è “non sbagliare mai”, ma imparare qualcosa di nuovo, l’errore diventa parte del percorso e non una minaccia alla propria autostima. Questo atteggiamento favorisce la motivazione e rafforza il senso di autoefficacia.

5. Condividere e chiedere supporto

Parlare delle proprie paure con persone di fiducia o con un professionista può alleggerire il peso della paura e offrire nuove prospettive.
La condivisione permette di uscire dall’isolamento e di sperimentare che la vulnerabilità non è un limite, ma un punto di incontro umano.

Applicare queste strategie con costanza aiuta a sviluppare una maggiore tolleranza verso l’errore, a ridurre la paura di fallire e a costruire un rapporto più equilibrato con sé stessi — basato non sulla perfezione, ma sul coraggio di imparare.

Trasforma gli errori in alleati: inizia il tuo percorso di psicoterapia con Unobravo

Accettare la possibilità di sbagliare può rappresentare un primo passo per crescere e vivere con maggiore serenità. Se senti che la paura di commettere errori ti blocca o limita il tuo benessere, ricorda che non sei solo: con il supporto giusto puoi imparare a vedere gli sbagli anche come occasioni di scoperta e non solo come ostacoli insormontabili. Un percorso psicologico può aiutarti a comprendere le radici di questa paura e a sviluppare strategie pratiche per affrontarla, con gentilezza verso te stesso. Se vuoi iniziare a trasformare il rapporto con i tuoi errori e riscoprire la fiducia nelle tue capacità, inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online: un possibile primo passo verso una versione più libera e consapevole di te.

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