Ogni esperienza, negativa o positiva che sia, è il frutto di una mente umana che funziona adeguatamente. Questa è la base su cui si concentra l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT), una forma di psicoterapia che cerca di spiegare come accettare tutto quello che accade nella vita e che poggia su tre punti fondamentali:
Il suo scopo è creare una vita ricca e piena, aprendosi al dolore, insegnando come accoglierlo in modo efficace per imparare a essere felici senza aver bisogno di rinnegare tutto quello che felicità non è.
L’ACT nasce e si sviluppa negli Stati Uniti grazie allo psicologo Steven Hayes. La terapia ACT assume un approccio insolito: insegna ad accettare, notare e vivere gli eventi privati, specialmente quelli indesiderati, cercando di entrare in contatto con delle parti di sé di cui non si conosce ancora l’esistenza.
L'ACT punta sullo sviluppo della flessibilità psicologica, fondata su sei processi fondamentali:
Questi sei processi devono essere considerati come blocchi indipendenti e contemporaneamente interconnessi. Formano, infatti, un’unica struttura (chiamata tecnicamente Hexaflex), che possiamo immaginare come un diamante.
Tale immagine rappresenta la flessibilità psicologica, che è uno dei pilastri fondamentali della terapia e può essere identificata con l’abilità di essere presenti, aprirsi e fare ciò che si ritiene importante. Inoltre, i sei processi possono essere raggruppati in tre unità funzionali, dal momento infatti che:
L’ACT è una terapia attiva, un percorso che si può intraprendere con adulti o bambini attraverso esercizi esperienziali che durano solitamente dai dieci secondi alla mezz’ora.
Anche gli specialisti del settore possono ricavare molto da questa pratica, perché essa li aiuta a comprendere meglio i propri pazienti. Il modello proposto è estremamente positivo: l’obiettivo è la comprensione e l’accettazione del dolore e dei sentimenti negativi in generale, per vivere una vita migliore.