Crescita personale
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Perché non sono felice?

Perché non sono felice?
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Giuseppina Lauria
Giuseppina Lauria
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Cognitivo-Comportamentale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il

La felicità è quello stato d’animo che si cerca costantemente perché considerato “normale”. Si cercherà allora di fuggire dalla rabbia, dal dolore, dall’ansia, dal disagio: da tutte quelle emozioni, insomma, che provocano malessere. Eppure anche gli stati d’animo negativi fanno parte della vita e la rendono completa.

Ogni esperienza, negativa o positiva che sia, è il frutto di una mente umana che funziona adeguatamente. Questa è la base su cui si concentra l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT), una forma di psicoterapia che cerca di spiegare come accettare tutto quello che accade nella vita e che poggia su tre punti fondamentali:

  • Accettare pensieri ed emozioni;
  • Connettersi con i propri valori;
  • Tradurre i valori in azioni efficaci.

Il suo scopo è creare una vita ricca e piena, aprendosi al dolore, insegnando come accoglierlo in modo efficace per imparare a essere felici senza aver bisogno di rinnegare tutto quello che felicità non è.

L’Acceptance and Commitment Therapy

L’ACT nasce e si sviluppa negli Stati Uniti grazie allo psicologo Steven Hayes. La terapia ACT assume un approccio insolito: insegna ad accettare, notare e vivere gli eventi privati, specialmente quelli indesiderati, cercando di entrare in contatto con delle parti di sé di cui non si conosce ancora l’esistenza.

L'ACT punta sullo sviluppo della flessibilità psicologica, fondata su sei processi fondamentali:

  1. il contatto con il momento presente ovvero l’essere consapevolmente in contatto e partecipi di ciò che accade. Ciò significa anche portare in modo flessibile la consapevolezza sul mondo circostante, sul piano psicologico e su entrambi nello stesso momento;
  2. la defusione cogntiva: insegna come fare un passo indietro, separarsi da pensieri, immagini e ricordi. Prendere le distanze per concretizzare che “sono quello che sono”;
  3. l’accettazione: aprirsi e fare spazio ai propri sentimenti e sensazioni, siano essi positivi o dolorosi;
  4. il sé come contesto (chiamato anche sé osservante), cioè l’essere consci della propria parte che osserva e consapevoli di quello che si pensa sentendo, percependo o facendo in qualsiasi momento;
  5. i valori, ovvero quelle qualità che si desiderano compiendo un’azione e che sono, in sostanza, la propria bussola morale;
  6. l’azione impegnata, quindi l’agire in maniera efficace seguendo i valori stessi.
Rostislav Uzunov - Pexels

L’Io è come un diamante

Questi sei processi devono essere considerati come blocchi indipendenti e contemporaneamente interconnessi. Formano, infatti, un’unica struttura (chiamata tecnicamente Hexaflex), che possiamo immaginare come un diamante.

Tale immagine rappresenta la flessibilità psicologica, che è uno dei pilastri fondamentali della terapia e può essere identificata con l’abilità di essere presenti, aprirsi e fare ciò che si ritiene importante. Inoltre, i sei processi possono essere raggruppati in tre unità funzionali, dal momento infatti che:

  • defusione e accettazione si riferiscono alla capacità di distinguere la propria persona dai pensieri e dai sentimenti, vedendoli per quello che sono realmente;
  • il sé come contesto e il contatto con il momento persistono sull’entrare in contatto con aspetti verbali e non verbali dell’esperienza nel qui e ora;
  • i valori e l’azione impegnata comportano invece l’uso efficace del linguaggio per agevolare l’azione volta al miglioramento della propria vita.

Una terapia utile a paziente e professionista

L’ACT è una terapia attiva, un percorso che si può intraprendere con adulti o bambini attraverso esercizi esperienziali che durano solitamente dai dieci secondi alla mezz’ora.
Anche gli specialisti del settore possono ricavare molto da questa pratica, perché essa li aiuta a comprendere meglio i propri pazienti. Il modello proposto è estremamente positivo: l’obiettivo è la comprensione e l’accettazione del dolore e dei sentimenti negativi in generale, per vivere una vita migliore.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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