Salute mentale
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Che cos’è L’ACT?

Che cos’è L’ACT?
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Camilla Castellano
Redazione
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
7.2.2020


Il modello ACT è stato sviluppato dal professore di psicologia Steve C. Hayes e affonda le proprie radici nella Relational Frame Theory (RFT) che, dal punto di vista clinico, potremmo definire come un programma di ricerca sulle modalità di funzionamento della mente umana e del ruolo del linguaggio nel determinare alcuni processi che portano alla sofferenza psicologica.

La proposta dell’ACT risiede nel concetto di “azione impegnata”, termine usato per definire l’azione della persona che sceglie continuamente di impegnarsi in azioni nella direzione dei propri valori personali, nonostante le emozioni difficili che si potranno incontrare durante il percorso.


Sofferenza e flessibilità psicologiche

Con il termine flessibilità psicologica si intende l’essere pienamente in contatto con il momento presente, cambiando il proprio comportamento in moda da perseguire i valori che reputiamo importanti.

Nel fare ciò l’ACT prende in considerazione i seguenti concetti:

  • la sofferenza psicologica è normale e accompagna ogni persona. Per questo se ci sentiamo molto preoccupati o giù di morale non c'è niente che non va in noi: la nostra mente sta lavorando nel modo in cui ha imparato a fare per garantirci la sopravvivenza;
  • cercare di allontanare il dolore non farà che aumentarlo; possiamo imparare a fare spazio alla sofferenza per crearci una vita che valga ugualmente la pena di essere vissuta, basata sui nostri valori.
John Diedz - Pexels

I sei processi dell’ACT

L’approccio dell’ACT, con la centralità che viene data ai valori liberamente scelti, si caratterizza per offrire un ruolo attivo alla persona nelle decisioni legate all’intervento in terapia ed in generale nella propria vita. L’ACT individua sei processi che hanno un ruolo chiave nella spiegazione del funzionamento umano. Ognuno di essi ha una controparte funzionale ed una disfunzionale. Al centro troviamo la flessibilità psicologica.

Il contatto con il momento presente in modo mindful

Entrare in contatto con il momento presente significa anche scegliere consapevolmente di portare la propria attenzione su ciò che sta accedendo in quel preciso momento, lasciando sullo sfondo le preoccupazioni di cosa sia accaduto in passato o di cosa accadrà in futuro.

Fusione e defusione cognitiva

Si tratta di osservare i pensieri per quello che sono, senza esprimere un giudizio. Quando siamo immersi nei nostri pensieri, dimentichiamo che stiamo interagendo con un evento interno e non con un evento reale. La controparte virtuosa della fusione cognitiva è la defusione cognitiva, ovvero la capacità di prendere distanza dai propri pensieri.

Il continuum evitamento-apertura all’esperienza

L’evitamento esperienziale si concretizza nei tentativi di fuga dalle proprie emozioni o nel controllo dell’esperienza esterna. Il corrispettivo funzionale viene chiamato “accettazione” e può definirsi come il “lasciare spazio” o “aprirsi all’esperienza” alle emozioni, ai pensieri e ricordi dolorosi, senza giudicare le proprie esperienze e stati emotivi.

Alexandr Podvalny - Pexels

Il “sé come contesto”

È la controparte del “sé concettualizzato”, identificato come l’insieme di definizioni con cui ci “etichettiamo” in maniera automatica. Il “sé come contesto” è il modo in cui impariamo ad osservare la nostra esperienza interna ed esterna da un punto di vista nuovo, mai sperimentato.

I valori

Guidano l’azione impegnata nella vita e sono visti come mete finali. Possiamo avvicinarci ai nostri valori tramite un insieme di obiettivi concreti, fattibili e praticabili. Questi rappresentano ciò che è davvero importante per noi.

Il commitment o “azione impegnata”

Significa agire in modo efficace e coerente ai propri valori. Al contrario dell’evitamento esperienziale, l’azione impegnata fa emergere pensieri e sentimenti, sia piacevoli che spiacevoli, sia desiderabili che dolorosi. Anche se vengono fuori dolore e disagio, l’azione impegnata ci guida nel “fare quello che serve” per perseguire i nostri valori.

“Non c’è motivo di continuare ad aspettare che la vita cominci. Il gioco dell’attesa può finire. Adesso. Come un leone rinchiuso in una gabbia di carta, gli esseri umani sono generalmente intrappolati dalle illusioni della loro mente. Nonostante le apparenze, la gabbia non rappresenta di fatto una barriera in grado di tenere imprigionato lo spirito umano.” Steven C. Hayes


Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.

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