Unobravo, con il Dipartimento di Psicologia Dinamica, Clinica e Salute di Sapienza Università di Roma, ha presentato i risultati di uno studio di tipo retrospettivo che indaga il rapporto tra interventi psicologici e la domanda di servizi sanitari generali.
Secondo i dati preliminari, i partecipanti che hanno seguito un percorso psicologico per almeno sei mesi riportano una diminuzione nell’utilizzo di pronto soccorso, visite specialistiche ed esami di laboratorio.
Meno visite, meno farmaci
I partecipanti* hanno indicato la frequenza con cui avevano usufruito di diversi servizi sanitari nei tre mesi precedenti l’inizio della terapia e negli ultimi tre mesi.
L’analisi del campione considerato mostra una variazione statisticamente significativa in vari ambiti di utilizzo di alcuni dei più comuni servizi sanitari.
I risultati, da un punto di vista descrittivo, mostrano:
- Una riduzione del 50% negli accessi al pronto soccorso.
- Un calo del 15% negli esami di laboratorio, costante nei vari sottogruppi.
- Una diminuzione del 10% delle visite specialistiche tra gli over 35.
- Una riduzione sia nell’uso regolare di farmaci prescritti, sia nell’automedicazione, in particolare tra donne e over 35.**
Secondo Michela Di Trani, professoressa associata alla Sapienza e responsabile scientifico dello studio per l’Ateneo:
“È opportuno sottolineare che si tratta di un'indagine preliminare. Nel complesso, però, i risultati emersi tracciano un trend incoraggiante, e offrono elementi interessanti per orientare il disegno di ricerche future, in grado di approfondire ulteriormente l’impatto di percorsi psicologici, in una logica olistica rispetto al benessere psicofisico del paziente.”
*Per i dettagli sul campione oggetto dello studio si consulti la nota metodologica a chiusura dell'articolo
**Nel campione totale, nelle donne e nel gruppo degli over 35, il numero di persone che dichiarano di assumere farmaci prescritti con regolarità (categoria “sempre”) diminuisce nel tempo; il numero di persone che dichiarano di assumere farmaci di automedicazione “molto spesso” e “spesso” diminuisce sia nel campione totale che nei sottogruppi (uomini e donne, diverse fasce di età).
Benessere psicologico e qualità della vita
Oltre agli indicatori sanitari, lo studio ha raccolto anche la percezione soggettiva dei partecipanti sul proprio benessere psicofisico:
- L’83% riferisce una riduzione dello stress.
- Il 79% segnala un calo dell’ansia.
- Il 78% nota un miglioramento del tono dell’umore.
- Il 76% indica un miglioramento generale del benessere.
- Il punteggio medio sull’efficacia percepita del percorso è 8,1 su 10, con il 70% che assegna voti tra 8 e 10.
Danila De Stefano, CEO & Founder di Unobravo, commenta che questo studio rappresenta solo il primo passo di un percorso di indagine più ampio, ma i risultati già tracciano una direzione chiara e incoraggiante:
“per molte persone, il benessere psicologico si traduce anche in un cambiamento nel rapporto con la salute fisica e con il sistema sanitario. Abbiamo scelto di mettere a sistema queste conoscenze con grande senso di responsabilità, consapevoli del potenziale trasformativo che possono generare - non solo per i singoli, ma per l’intero ecosistema della sanità. È un invito, per tutti noi, a riflettere sull’impatto strutturale che la psicologia può avere se integrata in modo più sistemico nel nostro quotidiano”
Conclusione
I risultati dello studio invitano a riflettere sul potenziale trasformativo della psicologia non solo sul piano individuale, ma anche in relazione al sistema sanitario. L’associazione tra benessere psicologico e minor ricorso a farmaci, visite ed esami suggerisce l’importanza di integrare il supporto psicologico in modo più strutturale nei percorsi di cura.
Alessandro Monterosso, responsabile della ricerca di Unobravo, condivide una prospettiva simile:
“Il trend che emerge da questo studio va nella direzione di ciò che, da anni, affermo : la psicologia, se condotta con rigore e accessibile a tutti, ha un impatto tangibile anche sulla salute fisica. Con Unobravo, abbiamo sempre lavorato per mettere al centro l’esperienza del paziente, creando percorsi che non solo aiutano a ridurre stress e ansia, ma - attraverso un attento follow up clinico - possono tradursi in un reale impatto a 360°. Questo non è che l'inizio di un percorso, che ci porterà ad approfondire la materia e a quantificare, in modo sempre più accurato, il potere trasformativo che la psicologia può avere non solo sull'individuo, ma sull'intera società.”
Con una rete che conta oltre 300.000 pazienti e quasi 8.000 terapeuti, Unobravo si conferma attore attivo nella promozione di una salute mentale accessibile, fondata su evidenze scientifiche e libera da stigma. Questo studio rappresenta un passo concreto verso una sanità più integrata, in cui mente e corpo non sono più trattati come mondi separati, ma come parti di un unico equilibrio da preservare.
Metodologia: come è stato condotto lo studio
Lo studio è stato condotto attraverso un questionario ad hoc somministrato a 3.460 pazienti Unobravo, che avevano iniziato un percorso psicologico della durata minima di sei mesi e di massimo 12 mesi e pazienti che avevano terminato il percorso psicologico entro gli ultimi 6 mesi, purché avessero svolto un percorso di durata non inferiore a 6 mesi.
La ricerca retrospettiva ha indagato l’impatto dell’intervento psicologico erogato da Unobravo su alcune variabili self-report riguardanti il ricorso all’assistenza sanitaria e la percezione della propria salute psicofisica.
Ai partecipanti è stato chiesto di indicare, con riferimento a due diversi periodi temporali (tre mesi prima dell’inizio della terapia e gli ultimi tre mesi), la frequenza di utilizzo di:
- Accessi al Pronto soccorso
- Visite specialistiche
- Esami diagnostici e di laboratorio
- Frequenza di assunzione di farmaci (sia su prescrizione che di automedicazione).
I risultati presentati sono descrittivi e preliminari, ma aprono la strada a ulteriori analisi e ricerche con disegno prospettico.