La sindrome dell’impostore: cos’è, cause e rimedi

Ad alcune persone può capitare di non percepire le proprie reali competenze rispetto al ruolo lavorativo che ricoprono, oppure di sentirsi incompetenti e inadeguate rispetto la propria mansione. Ti è mai capitato di non sentirti all'altezza sul lavoro? Un percorso terapeutico può aiutarti, trova quello giusto per te.

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Cos’è la sindrome dell’impostore?

La sindrome dell’impostore è una specifica condizione psicologica legata a una bassa autostima per cui la persona dubita delle proprie competenze e non riesce a riconoscere i propri meriti. Spesso i successi personali vengono attribuiti in maniera totalizzante a fattori esterni come la fortuna.

I segnali della sindrome dell’impostore

Immagine di sé e degli altri, autostima e sindrome dell’impostore sono strettamente connesse tra loro. Quali sono i pensieri che accompagnano la sensazione di non meritare il proprio lavoro e la propria posizione? 

  • ‍"Non sono all'altezza": si ha il pensiero legato alla paura di non essere all’altezza della propria posizione lavorativa, e di conseguenza di non meritare riconoscimenti, promozioni o avanzamenti di carriera. Per questo motivo si smette di essere ambiziosi e competitivi e non si cercano o richiedono le circostanze per una crescita professionale.
  • ‍"Sto ingannando gli altri": si ha la sensazione di ingannare gli altri, si temono la valutazione e il giudizio, quindi non ci si espone con i colleghi e ancor di meno con i superiori. Si ha paura di porre domande o questioni, oppure di criticare l’operato degli altri anche di fronte a evidenti errori. Queste manovre di evitamento hanno tutte l’obiettivo di non mostrare la propria inferiorità e incapacità (percepite) e non risultare degli stupidi
  • "Non devo sbagliare": si è intransigenti verso sé stessi, il che spesso porta a sperimentare un forte stress lavoro correlato. Il lavoro può diventare il fulcro della vita, come accade anche nella sindrome di burnout. Un segnale è la presenza del rimuginìo sui propri errori o comportamenti, a volte attraverso un pensiero ossessivo alla ricerca del perfezionismo
  • "Il mio collega merita questo lavoro più di me": si idealizzano gli altri e ci si svaluta: "Non so fare niente più dei miei colleghi, non merito questa posizione". C’è un continuo confronto con i colleghi dei quali si sovrastima l’operato, sentendosi sempre inferiori.

Sindrome dell’impostore: le possibili cause

L’origine di questo modo di pensare a sé stessi è spesso rintracciabile in alcune esperienze di vita che per la persona sono significative, come quelle fatte nell’ambiente familiare. 

Il ruolo relazionale è al centro di questo meccanismo di autosvalutazione. Quando, per esempio, si ritiene che gli altri non abbiano grandi aspettative nei nostri confronti, questo finisce per assecondare la convinzione di non poter avere successo e, in certi casi, ci fa pensare di non meritare la felicità.

Ogni volta che l’esperienza ci mostra il contrario, ci si convince che sia stato il frutto di un caso, di un errore, di cieca fortuna, minando fortemente il proprio senso di autoefficacia. 

Nella storia degli “impostori” infatti sono spesso rintracciabili genitori iperprotettivi, ipercritici e tendenti al controllo, una continua competizione con i fratelli, alta conflittualità, difficoltà di confronto e supporto e incapacità a esprimere le proprie emozioni.

Riconoscere la sindrome dell'impostore

Prendere consapevolezza di essere protagonisti di questa condizione significa fare un passo avanti per cambiare la nostra personale narrazione e iniziare a scardinare questa errata convinzione. Bisogna poi lavorare su sé stessi e sulla propria crescita personale. Alcune strategie terapeutiche che possono essere adottate includono:

  • restituire a se stessi una valutazione oggettiva: nel momento in cui si ritiene che sia in atto una svalutazione, bisogna cercare un parere obiettivo per esaminare ciò a cui si sta pensando
  • mettere per iscritto tutti i propri successi, i complimenti ricevuti e le conquiste, per poi rileggerli e ricordarsi delle proprie capacità
  • entrare in contatto con persone che vivono la stessa condizione, scambiare opinioni, sensazioni, per sentirsi parte di un sentire comune.

Sindrome dell'impostore: l’aiuto della terapia

Dato che non si tratta di una patologia, più correttamente si può parlare di come superare la sindrome dell'impostore. Per trovare una soluzione, bisogna innanzitutto riconoscere le dinamiche scatenanti nella propria storia personale e la stretta correlazione con il proprio modo di vivere i legami. 

Spesso la sindrome dell’impostore è accompagnata da ansia, umore depresso, difficoltà relazionali o problemi come l’insicurezza patologica. In aiuto può venire un percorso psicologico, sia esso individuale o di gruppo.

Il supporto di uno psicologo o psicoterapeuta, infatti, potrà sostenere la persona che sta sperimentando la sindrome dell’impostore con un percorso su misura, utile a individuare le cause che ne hanno dato origine ma anche le possibili soluzioni.

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