Tutti hanno sentito parlare di PIL (Prodotto Interno Lordo), ma probabilmente non tutti conoscono il FIL (Felicità Interna Lorda), né quale rapporto esista tra questi due indicatori. Qual è il collegamento tra PIL e FIL, tra denaro e felicità? Iniziamo provando a dare una definizione di felicità, ricordando che, pur trattandosi di un’emozione universale, resta una delle meno comprese dai neuroscienziati.
La felicità interna lorda
Veenhoven, psicologo e sociologo olandese, ha cercato di fare chiarezza sulle numerose definizioni di felicità, sostenendo che essa sia un giudizio che la persona esprime sulla propria vita, basandosi sulle esperienze passate e sulle aspettative per il futuro. Per formulare questo giudizio, e quindi per definirsi felici, le persone utilizzano due sistemi: uno emotivo e uno cognitivo.
Emotività e cognizione, però, non sono sempre in accordo. Può capitare di sentirsi bene (valutazione emotiva), pur sapendo (valutazione cognitiva) di non aver raggiunto ciò che si desiderava, oppure di sentirsi infelici (valutazione emotiva) e allo stesso tempo essere ragionevolmente convinti di avere una vita di cui non ci si può lamentare (valutazione cognitiva).
Da cosa dipende la felicità?
Veenhoven sostiene che, anche se si tratta di un vissuto soggettivo legato alla percezione di una vita soddisfacente, la felicità dipende da fattori comuni a tutti gli esseri umani e trasversali alle culture, come la soddisfazione dei bisogni fondamentali e il senso di significato nella vita.
La percezione della propria felicità non dipende solo da caratteristiche personali, ma è legata anche al contesto in cui la persona vive. Per quanto riguarda le caratteristiche individuali, quelle che sembrano incidere maggiormente sulla percezione del benessere sono:
- la salute;
- la sensazione di poter controllare il proprio ambiente;
- un buon livello di autostima.
Per quanto riguarda il contesto, diversi studi riportati nel World Database of Happiness indicano che il benessere è correlato alla ricchezza del paese e che è maggiore nei paesi in cui esistono stato di diritto, libertà, cittadinanza civile e partecipazione sociale.
Avere figli sembra invece non essere un fattore determinante per la felicità, mentre la posizione sociale può avere un certo peso soprattutto nei paesi non occidentali. Altri studi mostrano che la felicità media di una nazione è più bassa nei paesi poveri ed è inferiore quando si affrontano eventi spiacevoli.
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I paesi più ricchi sono più felici?
Se da un lato le persone con maggiori risorse economiche sono spesso più felici rispetto a chi ne ha meno, come emerge dal confronto tra individui dello stesso paese, è anche vero che i paesi ricchi non sono necessariamente più felici di quelli poveri.
Il paradosso Easterline
Secondo il paradosso Easterline, non esiste un legame diretto tra crescita economica e felicità dei membri di una società, perché le persone tendono a investire molte risorse per aumentare i propri beni materiali, con possibili effetti negativi su altre dimensioni della vita, come quella familiare.
Inoltre, secondo il paradosso postmoderno, l’aumento dell’individualismo e del materialismo nei paesi più ricchi è associato a un generale declino del benessere. I paesi più felici sono invece quelli che, oltre a un reddito elevato, presentano un alto tasso di eguaglianza sociale, fiducia e qualità della governance.
Quale relazione tra reddito e felicità?
Veenhoven e Inglehart hanno dimostrato che la relazione tra reddito e felicità è curvilinea: una volta soddisfatti i bisogni di base, un ulteriore aumento di reddito non incrementa il livello di felicità. Dove le risorse economiche sono scarse, anche piccoli aumenti possono portare benefici, ma una volta raggiunta una certa sicurezza, non è detto che una crescita ulteriore porti gli stessi vantaggi.
Per questo motivo, alcuni economisti guardano con senso critico a misure come il PIL, chiedendosi cosa realmente esprima e se sia un indicatore capace di riflettere il benessere dei cittadini. Una delle principali critiche al PIL come indicatore di benessere è che si tratta di un indice limitato, in quanto misura solo una dimensione e ne trascura molte altre.
Un esempio interessante è il Bhutan, un paese di circa 700.000 abitanti sull’Himalaya, che ha attirato l’attenzione di diversi studiosi. Pur essendo povero, il Bhutan risulta tra i primi venti paesi al mondo per livello di felicità.
È stato il primo paese al mondo a sostituire la valutazione del PIL con il FIL, un indice che misura la qualità di un paese in modo olistico, diversamente dal PIL. L’art. 9 della Costituzione afferma che lo Stato promuove le condizioni che permettono di perseguire il FIL, ritenendo che lo sviluppo della società avvenga quando crescita materiale e spirituale procedono insieme.
Cosa dicono gli studi scientifici sul rapporto tra denaro e felicità
Negli ultimi decenni, numerosi studi hanno cercato di chiarire il legame tra reddito e felicità. Un contributo fondamentale è arrivato dal premio Nobel per l'economia Daniel Kahneman e dall'economista Angus Deaton, che nel 2010 hanno analizzato i dati di oltre 450.000 statunitensi. Secondo la loro ricerca, il benessere emotivo tende ad aumentare con il reddito fino a una soglia di circa 75.000 dollari annui (Kahneman & Deaton, 2010). Oltre questa cifra, ulteriori incrementi di reddito non sembrano portare a un aumento significativo della felicità quotidiana.
Questi risultati suggeriscono che il denaro può aiutare a ridurre le difficoltà legate ai bisogni di base e allo stress finanziario, ma una volta raggiunta una certa sicurezza economica, altri fattori diventano più rilevanti per il benessere personale. È importante ricordare che questa soglia può variare in base al costo della vita e al contesto culturale di ciascun paese.
Nuove prospettive sul rapporto tra reddito e felicità
Studi più recenti hanno messo in discussione l'idea di una soglia fissa oltre la quale il denaro non influisce più sulla felicità. Matthew Killingsworth, ricercatore dell'Università della Pennsylvania, ha pubblicato nel 2021 uno studio che suggerisce come la felicità possa continuare ad aumentare anche oltre le soglie individuate in passato, seppur con un ritmo più lento (dallo studio pubblicato nel 2021 da Killingsworth).
Questa evoluzione del dibattito scientifico mostra che il rapporto tra denaro e benessere è complesso e può dipendere da come le persone utilizzano le proprie risorse economiche, dalle aspettative personali e dal confronto sociale. In altre parole, non esiste una risposta unica: per alcune persone, guadagnare di più può effettivamente tradursi in una maggiore soddisfazione, mentre per altre il benessere può dipendere maggiormente da altri aspetti della vita.
Implicazioni pratiche: come si può interpretare il legame tra soldi e felicità
Comprendere che il denaro ha un impatto limitato sulla felicità, soprattutto dopo aver soddisfatto i bisogni fondamentali, può aiutare a riflettere sulle proprie priorità. Gli studi suggeriscono che investire in esperienze significative, come il tempo trascorso con le persone care o attività che danno un senso di scopo, può contribuire più della ricchezza materiale al benessere personale.
Inoltre, la ricerca evidenzia che la generosità e la condivisione delle proprie risorse possono aumentare la soddisfazione personale. Ad esempio, secondo uno studio pubblicato su "Science" (Dunn, Aknin & Norton, 2008), spendere denaro per gli altri può rendere più felici rispetto a spenderlo solo per sé stessi. Questi spunti possono essere utili per orientare le proprie scelte quotidiane e per promuovere una visione più equilibrata del rapporto tra denaro e felicità.
Esempi concreti: il denaro nella vita quotidiana
Per rendere più tangibile il legame tra denaro e felicità, possiamo considerare alcune situazioni comuni:
- Gestire spese impreviste: un reddito sufficiente riduce lo stress legato agli imprevisti, contribuendo a una maggiore tranquillità emotiva.
- Scegliere come impiegare il tempo: Un maggiore benessere economico può offrire la possibilità di dedicare più tempo alle proprie passioni, alla famiglia o al volontariato, aspetti spesso associati a una maggiore soddisfazione personale.
- Confronto sociale: In alcuni casi, la percezione della propria felicità può essere influenzata dal confronto con il tenore di vita degli altri, generando insoddisfazione anche in presenza di un buon livello di reddito.
Questi esempi mostrano come il denaro sia uno strumento che può facilitare il benessere, ma non ne rappresenta l'unica fonte. La qualità delle relazioni, il senso di appartenenza e la possibilità di realizzare i propri valori restano elementi centrali per una vita soddisfacente.
Ritrova il tuo equilibrio: la ricerca della felicità può essere una scelta consapevole
Se il denaro può aiutare a soddisfare bisogni e ridurre alcune preoccupazioni, la felicità può spesso nascere da ciò che scegliamo di coltivare dentro e fuori di noi: relazioni autentiche, esperienze significative e un senso di scopo personale. Se senti il bisogno di riflettere sulle tue priorità, migliorare il tuo benessere o semplicemente ritrovare un equilibrio tra ciò che hai e ciò che desideri, il supporto di uno psicologo può rappresentare un punto di svolta. Con Unobravo puoi iniziare un percorso su misura per te, in modo semplice e sicuro, ovunque tu sia. Fai il primo passo verso una felicità più consapevole: inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online.









