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Crescita personale
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minuti di lettura

I tatuaggi: narrazione o ornamento?

I tatuaggi: narrazione o ornamento?
Valentina Sena
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
7.2.2020
I tatuaggi: narrazione o ornamento?
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I tatuaggi nascono con significati spirituali, politici, etnici, identitari. Attualmente hanno perso gran parte del loro suggestivo simbolismo per passare da fenomeno di nicchia a fenomeno di massa. Classificarli solo come una moda risulta però un tentativo fallimentare date le implicazioni e motivazioni psicologiche alla base della scelta di tatuarsi.

Perché nasce l’esigenza di un tatuaggio?

Oggi i corpi tatuati raccontano una o tante storie, quasi a fungere da autobiografia per sé e gli altri. La scelta di marchiare il corpo rappresenta spesso un atto di riappropriazione, soprattutto in adolescenza, quando i ragazzi decidono di farsi carico della propria corporeità. Spesso si tratta di tradurre e fissare esperienze particolarmente significative, ovvero usare la propria pelle per ancorare a un segno qualche forma di sé.

Attraverso un gesto creativo mappiamo sul corpo le coordinate delle nostre storie, talvolta riscrivendole e reinterpretandole. Identità e corporeità si incontrano e si sovrappongono. L’inchiostro permanente del tatuaggio ridefinisce gli spazi del corpo e quelli del sé: la pelle diventa la zona dove si incontrano interiorità e esteriorità, superficie e profondità.

Gabriela Cheloni - Pexels


Quali sono le motivazioni alla base dei tatuaggi?

Le motivazioni sono riconducibili a due macro categorie: tatuaggi simbolici e tatuaggi ornamentali. All’interno di queste categorie, nello specifico, possiamo elencare diversi fattori:

  • decoro estetico: un modo per impreziosire il corpo ma anche un messaggio di richiamo sessuale, di vanità. Una sorta di coda del pavone;
  • segnare un ricordo come indelebile: si vogliono fermare nel tempo un ricordo, un’emozione, un momento che ha rivoluzionato la vita, nel bene e nel male;
  • ornarsi con opere d’arte: la pelle dipinta fa del corpo un museo. Chi ha questa motivazione spesso si affida a veri e propri artisti, che creano disegni unici sulla base delle emozioni o del messaggio che viene descritto dal cliente;
  • simbolo sessuale: la motivazione è legata a voler rendere il corpo più attraente, tatuando anche zone nascoste, con un messaggio erotico ben preciso;
  • rituale magico: ci si tatua simboli portafortuna, formule beneauguranti o veri e propri mantra da ripetere ogni giorno;
  • affermazione della propria identità: nasce dal bisogno di rappresentare il proprio io e comunicarlo agli altri, sottolineando il proprio desiderio di unicità.


I tatuaggi, quindi, non sono come spesso si crede un’espressione delle tendenze del momento, ma servono a rivelare parte della propria essenza e della propria storia, come se il corpo aprisse delle piccole finestre sull’anima e lasciasse trasparire segni e indizi per chi li osserva.


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