Ognuno di noi, sin dalla nascita, inizia a scrivere la propria storia. Come accade in tutte le storie, anche la nostra ha una trama principale, i personaggi, gli eroi. La storia della nostra vita può essere drammatica, divertente, banale, ma è sempre basata sul “copione di vita”, che funziona come uno schema cognitivo capace di influenzare la memoria e le sue proprietà fenomenologiche (Koppel & Berntsen, 2014). In questo articolo analizzeremo brevemente i diversi tipi di copione e capiremo come riconoscere i momenti in cui lo mettiamo in atto.
Lo psicologo Eric Berne ha definito il copione di vita
“un piano di vita che si basa su una decisione presa durante l’infanzia, rinforzata dai genitori, giustificata dagli avvenimenti successivi e che culmina in una scelta decisiva”.
Una volta costruito il proprio copione, ad esso potrà essere attribuito un nome sulla base di una classificazione fondata sul tempo: ogni copione, infatti, avrà un suo particolare modo di evolversi negli anni (Berne, 1972).
Il copione “Prima o Finché”
Questo copione è tipico delle persone che spesso penseranno:
- “Non può succedere qualcosa di bello finché non è finito qualcosa di brutto”;
- “Prima il dovere e poi il piacere” per esempio: “Solo dopo che sarò andato in pensione potrò viaggiare”.
Queste persone sono spesso affaccendate, senza riuscire a godersi la vita. Devono aspettare un certo tempo prima di avere un premio. Secondo Eric Berne, l’antidoto a tale copione potrebbe essere rappresentato dall’iniziare a divertirsi prima di aver finito il proprio lavoro.
Il copione “Dopo”
Questo copione rappresenta l’opposto del precedente e si caratterizza per la frase: “Posso divertirmi oggi, ma dovrò pagarlo domani”. La persona con questo copione tenderà a svalutare il dovere a favore del piacere e spesso cadrà nel senso di colpa. Secondo Eric Berne la soluzione a tale copione potrebbe essere: imparare a divertirsi oggi dopo aver deciso di divertirsi anche domani.
Il copione “Mai”
Le persone con questo copione tenderanno a dire frasi come: “Io non posso mai avere quello che più desidero”, ad esempio: una persona pensa spesso che vorrebbe tornare all'università per conseguire una laurea, ma non è ancora mai andata a presentare i documenti di iscrizione. Potrebbe ottenere facilmente ciò che vuole, ma non lo fa. L’antidoto a questo tipo di copione potrebbe essere rappresentato dal motto: “Imparate a decidere ciò che volete, fate un elenco di ciò che desiderate fare per raggiungerlo e fatelo”.

Il copione “Sempre”
Le persone con questo tipo di copione tendono a dire frasi come: “Perché mi succede sempre questo?”. Possono passare da un rapporto insoddisfacente a un altro, trovandosi alla fine sempre nella stessa situazione. Una variante è rimanere nella scelta insoddisfacente originaria invece di passare a una diversa e cambiare vita:
- stesso posto di lavoro
- stesso viaggio
- stesso partner
- stesse opinioni.
L’antidoto a questo copione potrebbe essere rappresentato dall’espressione: “Non persistete negli errori, cercate qualcosa di nuovo”.
Il copione “Quasi”
Esistono due tipi di questo copione:
- tipo 1: in questo caso la persona tenderà a utilizzare spesso espressioni quali: “Questa volta ce l’ho quasi fatta”, un po’ come Sisifo condannato a spingere un grosso masso lungo un pendio ma, arrivato in cima, perse la presa e il masso rotolò giù nuovamente;
- tipo 2: l’individuo sarà solito ripetere frasi come: “Arrivo alla meta ma non mi accorgo quasi di averla raggiunta perché sono già impegnato a partire verso un altro obiettivo”.
Secondo Eric Berne, queste persone potrebbero trarre beneficio dal dirsi: “Portate a termine quello che fate. Riconoscete i vostri successi quando li raggiungete”.
Il copione “a finale aperto”
Le persone con questo tipo di copione sono solite usare espressioni come: “Una volta arrivato ad un certo punto nel tempo non so cosa fare di me dopo”. In questo caso, il tempo restante è costituito semplicemente da un grande vuoto, come se le pagine finali di un copione teatrale mancassero.
Il copione nella vita adulta
Il copione costruito nel tempo spesso accompagna la persona per tutta la vita, a meno che non decida di liberarsene prima. Possiamo renderci conto di essere dentro al nostro copione in tutti quei momenti in cui, da adulti, ci capita di pensare: “Oggi mi sono proprio sentito come un bambino...”.
In queste situazioni, molto probabilmente, di fronte a uno stress potremmo aver messo in atto le stesse strategie create da bambini, reagendo a situazioni presenti in modo simile a quanto fatto da piccoli. Forse ti sarà capitato di chiederti: “Perché mi comporto così?” “Come posso smettere di farlo?”

Al di là del copione
Se il tuo copione non ti piace, puoi sempre decidere di cambiarlo o di farne a meno. Per prima cosa, inizia ad osservarti più attentamente nei diversi contesti della tua vita e in relazione alle persone per te significative. In questo modo potrai imparare a capire quando ti trovi dentro al tuo copione.
Prova a mettere in atto un comportamento che esuli dal tuo schema abituale: così inizierai a indebolire questo vecchio schema per il futuro. Ricorda sempre: se sei stato in grado di decidere, lo sarai sempre. Oltre il tuo copione c'è il regno della crescita personale.
Una visione multidimensionale: altri contributi dell’Analisi Transazionale
Oltre a Eric Berne, diversi autori hanno arricchito la comprensione del copione di vita nell’ambito dell’Analisi Transazionale, offrendo prospettive complementari e strumenti pratici. Ad esempio, il concetto di "copione di vita" individuale proposto da Berne può essere esteso anche alle società, che possono possedere un proprio "copione di vita sociale" (Taha, 2014). Claude Steiner ha approfondito il ruolo delle emozioni e delle "spinte" nel mantenimento del copione, sottolineando l’importanza di riconoscere e modificare i messaggi interiorizzati che guidano il comportamento.
Fanita English ha introdotto il concetto di "copioni multipli", evidenziando come una persona possa seguire diversi copioni in ambiti differenti della propria vita (ad esempio, uno in famiglia e uno sul lavoro). Richard Erskine ha posto l’accento sulle "decisioni di copione" prese in risposta ai bisogni relazionali insoddisfatti, suggerendo che il cambiamento passa attraverso la consapevolezza e la rielaborazione di queste decisioni. Questi contributi aiutano a vedere il copione di vita non come un destino immutabile, ma come un insieme di scelte e strategie che possono, in alcuni casi, essere comprese e trasformate nel tempo, con il supporto di un percorso psicologico mirato.
Come si mantiene il copione di vita: meccanismi e dinamiche
Il copione di vita tende a mantenersi nel tempo attraverso una serie di meccanismi psicologici che rafforzano le convinzioni e i comportamenti appresi nell’infanzia. Comprendere questi meccanismi può aiutare a riconoscere quando si sta agendo secondo il proprio copione e a iniziare un percorso di cambiamento.
Tra i principali meccanismi di mantenimento del copione troviamo la svalutazione, che consiste nel minimizzare le proprie capacità, emozioni o bisogni, spesso per adattarsi alle aspettative degli altri. Questo porta a non riconoscere le proprie risorse e a rimanere bloccati in schemi ripetitivi. Un altro meccanismo è la conferma delle aspettative: le persone tendono a cercare situazioni che confermino le convinzioni apprese da bambini, anche se sono limitanti o dolorose. Ad esempio, chi ha interiorizzato l’ingiunzione "Non avere successo" potrebbe inconsciamente sabotare le proprie opportunità. Tuttavia, è stato osservato che gli eventi incoerenti con lo schema del copione di vita vengono più spesso giudicati come 'ricordi' rispetto agli eventi coerenti con lo schema stesso (Koppel & Berntsen, 2014), suggerendo che le esperienze che non si adattano al copione possono emergere con maggiore vividezza nella memoria, offrendo potenzialmente occasioni di consapevolezza e cambiamento.
Un ulteriore meccanismo è la ripetizione di ruoli: si tende a ricoprire ruoli familiari già vissuti nell’infanzia, come quello del "salvatore" o della "vittima", anche nelle relazioni adulte. Questo rafforza il copione e rende difficile sperimentare nuovi modi di essere. Infine, la resistenza al cambiamento si manifesta perché il copione offre una sensazione di sicurezza e prevedibilità, anche se comporta sofferenza. Per questo motivo, cambiare il proprio copione può generare ansia o paura dell’ignoto. Riconoscere questi meccanismi può rappresentare un primo passo per interrompere il ciclo del copione e aprirsi a nuove possibilità di crescita personale.

Le posizioni esistenziali e il loro ruolo nel copione di vita
Un concetto centrale nell’Analisi Transazionale, introdotto da Eric Berne e sviluppato da autori come Franklin Ernst e Ian Stewart, è quello delle posizioni esistenziali. Queste rappresentano il modo in cui una persona percepisce se stessa e gli altri, influenzando profondamente la costruzione del proprio copione di vita.
Le quattro principali posizioni esistenziali sono:
- Io sono OK, tu sei OK: questa è la posizione più sana e costruttiva. Chi la adotta si sente degno di valore e vede anche gli altri come degni di rispetto. È la base per relazioni equilibrate e per la possibilità di cambiare il proprio copione.
- Io non sono OK, tu sei OK: chi si trova in questa posizione tende a svalutare se stesso e a idealizzare gli altri. Spesso si sviluppa in chi ha ricevuto molte ingiunzioni negative durante l’infanzia e può portare a copioni di sottomissione o insicurezza.
- Io sono OK, tu non sei OK: questa posizione porta a vedere sé stessi come superiori agli altri, con il rischio di sviluppare copioni di isolamento o arroganza.
- Io non sono OK, tu non sei OK: qui la persona si percepisce come priva di valore e vede anche gli altri in modo negativo. Questa posizione può essere alla base di copioni di rinuncia o di sfiducia generalizzata.
La posizione esistenziale scelta, spesso inconsciamente, orienta le decisioni fondamentali che danno forma al copione di vita. Comprendere la propria posizione può aiutare a riconoscere i limiti autoimposti e a lavorare verso una visione più equilibrata di sé e degli altri.
Le origini del copione di vita: permessi, ingiunzioni, attribuzioni e spinte
Il copione di vita si forma nei primi anni dell’infanzia, quando il bambino, per adattarsi all’ambiente familiare e sociale, interiorizza messaggi che riceve dalle figure di riferimento. Questi messaggi, secondo l’Analisi Transazionale, sono chiamati permessi, ingiunzioni, attribuzioni e spinte.
- Permessi: sono messaggi impliciti o espliciti che autorizzano il bambino a essere se stesso, a provare emozioni o a comportarsi in modo autentico. Ad esempio, un genitore che dice "Va bene essere triste" offre un permesso che favorisce l’espressione emotiva.
- Ingiunzioni: sono divieti o limitazioni, spesso non detti apertamente, che il bambino percepisce come regole da seguire per essere accettato. Esempi comuni sono "Non essere te stesso", "Non sentire", "Non avere successo". Queste ingiunzioni possono limitare la libertà personale e influenzare profondamente le scelte future.
- Attribuzioni: sono etichette o ruoli che vengono assegnati al bambino, come "Sei il responsabile della famiglia" o "Sei quello fragile". Queste attribuzioni possono diventare parte integrante del copione di vita, guidando comportamenti e aspettative.
- Spinte: secondo Claude Steiner, psicologo e collaboratore di Eric Berne, le spinte sono messaggi che spingono il bambino a comportarsi in un certo modo per essere amato o accettato. Alcuni esempi sono "Sii perfetto", "Sforzati di più", "Fai piacere agli altri". Queste spinte possono portare a una costante ricerca di approvazione o a un senso di insoddisfazione cronica.
Questi elementi si combinano e si rafforzano nel tempo, dando forma a un copione che spesso viene seguito inconsapevolmente anche in età adulta. Riconoscere l’origine di questi messaggi può essere un passo fondamentale per comprendere il proprio copione e iniziare a modificarlo.
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Riconoscere i propri schemi e comprendere il copione che guida le nostre scelte può essere il primo passo verso il cambiamento. In effetti, le persone organizzano inconsciamente le proprie esperienze di vita secondo strutture narrative chiamate 'copioni di vita' (Siegel, 2023). Non si è obbligati a seguire per sempre le stesse pagine: si può, in alcuni casi, riscrivere la propria storia e scoprire nuove possibilità, con il supporto di chi aiuta a vedere oltre i limiti del passato. Un percorso psicologico può offrire uno spazio sicuro per esplorare, comprendere e lavorare sul proprio copione di vita, favorendo nuove strade per il benessere e la crescita personale. Se senti che è il momento di cambiare e vuoi farlo con il supporto di un professionista, inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online: il primo passo verso una vita più autentica e soddisfacente può cominciare da qui.






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