Crescita personale
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Il grande bluff: le aspettative

Il grande bluff: le aspettative
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Anna Lisi Micci
Redazione
Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
7.2.2020


Il termine aspettativa è strettamente connesso con i concetti di attesa e previsione, per lo più ottimistica, di ciò che accadrà. Questi due elementi spiegano bene lo spazio mentale e psicologico che si crea nel “momento di attesa”, mentre costruiamo convinzioni personali su quello che accadrà.

È proprio in quello spazio che iniziamo a leggere il mondo in modo soggettivo, decidendo razionalmente che "la vita ci ha deluso". In questo processo giocano un ruolo essenziale le “aspettative inconsapevoli”. 

Desideri inflessibili

A volte tendiamo a costruire sistemi di attese in termini di “pretese”, cioè aspettative esagerate e poco flessibili: 

  • “il mondo deve essere giusto”
  • “gli altri devono essere leali”
  • “ognuno deve apprezzarmi”
  • “devo essere brillante in tutte le situazioni”. 

Sono tutti desideri che, se espressi in forma di rigida ineluttabilità, conducono alla frustrazione. Spesso ci aspettiamo che questi “stati di necessità positiva” puntualmente si avverino. Altre volte invece ci rifugiamo nell’ottimismo, quel generico e semplicistico “pensa positivo!”. 


L’ottimismo “panglossiano”

Nel Candido, il celebre racconto filosofico di Voltaire, il protagonista segue i precetti di Pangloss. Il filosofo Pangloss sostiene una visione della realtà basata su una sorta di ottimismo sprovveduto, gratuito, secondo il quale impegnarsi e lottare per cambiare le cose, è inutile.  È un ottimismo slegato dalla realtà, infantile e controproducente che interpreta gli avvenimenti dolorosi come necessari perché l’intero cosmo funzioni.

ELEVATE - Pexels

Fortunatamente, è possibile rinforzare la capacità di sopportare il disagio, educando il sistema di attese verso la realtà. Ma anche quando questo avviene, ci capita lo stesso di sentire frustrazione e malessere.

In sé questo non è un male, perché la frustrazione ha un importante significato evolutivo: rappresenta infatti la molla per il cambiamento. La frustrazione è dannosa solo quando è eccessiva e prolungata, perché potrebbe generare situazioni di “impotenza appresa”.

Quando le aspettative sono funzionali?

Le aspettative hanno una funzionalità alla quale devono rimanere aderenti: prepararci all’azione. Prepararci mentalmente a ciò che accade può aiutarci a costruire un piano d’azione, in modo che la vita non ci colga di sorpresa.

Le aspettative, quindi, ci aiutano a prefigurare il futuro. Un’altra funzione importante delle aspettative è quella di giocare un ruolo significativo nell’apprendimento e nei processi decisionali.

cottonbro- Pexels

Il cervello e le aspettative

Un gruppo di neuroscienziati dell’Università della Ruhr a Bochum, ha svolto delle ricerche per dimostrare come le aspettative influiscono sull’attività cerebrale. Nel cervello ci sono due regioni legate alle decisioni:

  • il talamo, che ha un ruolo centrale nel processo decisionale;
  • la corteccia insulare, che si attiva appena si comprende se la decisione presa è giusta o sbagliata.

Grazie alla risonanza magnetica, i neuroscienziati hanno dimostrato come le connessioni tra talamo e corteccia cerebrale fossero responsabili del mantenimento o della modifica della strategia di apprendimento decisionale:

  • se le aspettative sono alte, prima di una decisione, la strategia verrà mantenuta;
  • se le aspettative sono basse, la strategia cambia e le regioni cerebrali interagiscono tra loro con più intensità.

Le aspettative diventano quindi come una bussola interiore e più sono alte più rallentano la nostra capacità strategica nelle situazioni che affrontiamo, conducendoci spesso verso la delusione e la frustrazione.


Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.

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