Relazioni
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Il “progetto coppia”: tipi di relazioni di coppia

Il “progetto coppia”: tipi di relazioni di coppia
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Dario Cataudella
Redazione
Psicologo ad orientamento Sistemico-Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
7.2.2020

Per il buon funzionamento di una coppia, la parola d’ordine è flessibilità, cioè la capacità di entrambi i partner di riuscire ad interscambiarsi i ruoli ed i compiti evitando stereotipizzazioni di genere. Anche la coppia infatti deve imparare a non cadere nei tranelli della rigidità, che da un lato lascia trasparire sicurezza e stabilità ma dall’altro nasconde insoddisfazione.

Flessibilità: un elemento fondamentale

Una coppia flessibile sarà capace di:

  • adeguarsi con maggiore velocità a quelli che saranno i compiti che la attendono durante il proseguimento del progetto;
  • gestire i cambiamenti evolutivi naturali che potranno presentarsi, come: convivenza, gravidanza, nascita di figli, crescita e uscita di casa di questi ultimi.

La coppia, in quanto formata da due individui che stanno all’intero di una relazione duale, potrà essere caratterizzata da differenti modalità di interazione, a seconda dello stile comportamentale appreso nelle rispettive famiglie d’origine e delle modalità inter-relazionali che fanno ormai parte dell'identità adulta dei singoli. Potremmo avere quindi:

  • coppie dove vi è un netto sbilanciamento del potere decisionale in favore di uno dei due;
  • coppie tendenti ai principi di uguaglianza, dove vi sarà una più equa spartizione dei compiti e delle responsabilità;
  • coppie dove vi è un membro “dipendente”, su diversi fronti, ed uno “forte” che compenserà le insicurezze dell'altro.

Modelli interattivi di coppia

Facendo riferimento al libro Pragmatica della Comunicazione Umana, di P. Watzlawick, D. Jackson e J. H. Beavin, prenderemo in considerazione due modelli interattivi che la coppia può trovarsi a sviluppare: la relazione simmetrica e quella complementare.

Takmeomeo - Pixabay

Relazione simmetrica 

Nell’interazione simmetrica, entrambi gli interlocutori tendono a porsi ad uno stesso livello, creando così l’uguaglianza della relazione. Uno dei soggetti cerca di definire la relazione e le regole da seguire per interagire e l'altro risponde alla definizione che viene data confermandola, rifiutando o manifestando la necessità di attuare dei cambiamenti:

  • Quando entrambi gli interlocutori riescono a posizionarsi sullo stesso livello, considerandosi uguali e confermandosi reciprocamente, la relazione è “simmetrica sana”, e quindi stabile.
  • Quando uno dei due attori rifiuta o squalifica il “livello di uguaglianza” dell’altro, cercando di porsi “al di sopra” (posizione one-up) rispetto all’altro abbiamo, invece, un'interazione “simmetrica patologica” o asimmetrica. Di fronte a questa presa di posizione, il secondo attore cercherà di ripristinare la posizione di uguaglianza, rifiutando o squalificando il ruolo impostogli.

Se entrambi rimangono rigidi sulle proprie posizioni, si genera un circolo vizioso caratterizzato da forti conflitti che rischiano di protrarsi nel tempo, generando malcontento e rancore che potranno sfociare nell'allontanamento, o peggio, nella rottura definitiva.


Relazione complementare

Nella relazione di tipo complementare il comportamento di uno tende a differenziarsi, ponendosi in posizione opposta e complementare rispetto all'altro.

Avremo quindi uno che sta “al di sopra”, ovvero che dirige e consiglia, e un altro che sta “al di sotto” (posizione one-down), accettando la definizione della relazione che l’altro ha deciso per entrambi. Potrebbe nascere lo scontro nel caso in cui si cercherà di puntare all’uguaglianza.

Il rischio di irrigidirsi

Entrambe le interazioni, simmetrica e complementare, non sono da considerarsi né positive né negative, fino al punto in cui non si irrigidiscono, generando appunto, forme patologiche di interazione, comunemente definite "relazioni tossiche".

La rigidità è assolutamente causa di disfunzionalità e malessere all’interno della coppia, perché cristallizza i ruoli generando staticità in un sistema che invece affronterà situazioni sempre diverse ed in continuo mutamento.

Una soluzione possibile

La relazione di coppia è continuamente in divenire e quindi soggetta a cambiamenti. La capacità di ogni membro di adattarsi ad assumere posizioni di interazione diverse da quelle solitamente ricoperte, sarà requisito fondamentale per far funzionare l’ingranaggio e può essere coltivata anche attraverso una terapia di coppia.

La chiave, dunque, per far sì che una relazione di coppia possa definirsi “sana” è la reciprocità. Una coppia che interagisce reciprocamente sarà composta da individui in grado di: 

  • spostarsi dalle posizioni one-up e one-down a seconda dell’occorrenza;
  • cedersi a vicenda il potere e scambiarsi i ruoli
  • sostenersi e sentirsi sostenuti ed evitare relazioni di dipendenza
  • gestire i compiti evolutivi, che inevitabilmente si presenteranno, con flessibilità.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.

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