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Le emozioni sincere: cosa perdiamo a controllarle

Le emozioni sincere: cosa perdiamo a controllarle
Le emozioni sincere: cosa perdiamo a controllarle
Le emozioni sincere: cosa perdiamo a controllarle
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
21.10.2025
Ultimo aggiornamento il
21.10.2025
Le emozioni sincere: cosa perdiamo a controllarle
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Quando non siamo pronti ad ammettere a noi stessi cosa proviamo e la natura di ciò che proviamo, non possiamo avere una comunicazione reale con la nostra verità. Ancor meno sarà possibile instaurare un rapporto davvero intimo con l’altro, che sia il partner, un genitore, un capo o un amico. Per stare bene nelle relazioni con gli altri è importante possedere una buona intelligenza emotiva. Cercare di controllare le nostre emozioni, invece, significa bloccare la relazione nella sua spontanea evoluzione: è come voler controllare il cuore.

Si può amare se il cuore non rimane aperto?

Come si può assecondare il flusso di sentimenti ed emozioni positive e rigeneranti se stiamo ancora lottando per proteggerci? In psicologia, le emozioni sono considerate centrali per comprendere il nostro modo di relazionarci con gli altri e con noi stessi: spesso, infatti, pur senza rendercene conto, tendiamo a reprimere ciò che sentiamo, generando quelle che vengono definite ‘emozioni represse’. Alexander Lowen, fondatore dell’Analisi Bioenergetica, insegna che la capacità di amare è proporzionale alla nostra apertura e alla tolleranza verso la vulnerabilità che inevitabilmente accompagna ogni relazione autentica.

Non sono solo le emozioni spiacevoli a preoccuparci: molto spesso anche una forte gioia o una forte sensazione di piacere e di amore possono destabilizzarci e spaventarci. Spesso si reprime:

  • la paura, perché ci paralizzerebbe;
  • la rabbia, perché sarebbe troppo pericolosa;
  • la disperazione o il dispiacere, perché sarebbero demoralizzanti;
  • il dolore, ad esempio quello legato alla mancata realizzazione di un desiderio, perché difficile da tollerare.

In questo modo, la nostra mente rimane incastrata nel bisogno di controllarsi, arrivando spesso a reprimere i sentimenti che teme di più.

Oleg Magni - Pexels

Fidarsi è bene!

Non è sempre semplice credere e fidarsi delle cose belle. Quanta fatica spendiamo a trattenerci dall’affidarci all’amore, dal sentire la felicità, per paura che non duri! Sempre più spesso si sentono storie di relazioni ferme, bloccate dalla paura che tutto possa finire o che possa arrivare una delusione.

Brunori Sas, nella sua canzone La verità, canta: “la verità è che ti fa paura, l’idea che tutto quello a cui ti aggrappi prima o poi dovrà finire”. Forse è proprio questo il punto: aggrapparsi non è fidarsi. Non ci si aggrappa alle persone o alle relazioni. È fondamentale rimanere centrati e radicati in noi stessi, nel nostro sentire, nella costruzione di una propria individualità, prima di poter diventare un Noi.

Cosa ci blocca?

Essere consapevoli dei propri sentimenti e della loro origine, compresi eventuali vissuti traumatici, è importante prima di attribuire all’altro qualità o mancanze che influenzano il nostro stato d’animo. Per evitare che la coppia diventi il luogo in cui si riversano paure, conflitti, blocchi e censure emotive, è necessario lavorare su noi stessi e sulla capacità di distinguere il passato dal presente.

Dovremmo trovare la forza di rielaborare la nostra storia, riconoscere il punto in cui ci siamo bloccati e quale ricordo emotivamente traumatico ci ha segnato. Cosa ci ha fatto così male da farci chiudere ogni movimento di libera espressione dei sentimenti? Da cosa ci stiamo difendendo?

Regolazione emotiva: cosa significa e perché può essere importante

La regolazione emotiva è la capacità di riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni in modo flessibile e adattivo. Non si tratta semplicemente di controllare le emozioni, nel senso di reprimerle o ignorarle, ma di imparare a convivere con esse – anche quelle più intense o scomode – senza esserne sopraffatti.

Secondo il modello proposto dalla psicologa Susan Nolen-Hoeksema, la difficoltà nel regolare le emozioni può portare a strategie disadattive come la ruminazione o l’evitamento, che a lungo andare aumentano il disagio emotivo. Al contrario, strategie adattive come l’accettazione, la ristrutturazione cognitiva e la mindfulness aiutano a vivere le emozioni in modo più sano e costruttivo.

Imparare a regolare le emozioni è fondamentale per il benessere psicologico e per la qualità delle relazioni, perché permette di rispondere agli eventi della vita con maggiore equilibrio e consapevolezza.

Strategie pratiche per la regolazione emotiva

Esistono diverse strategie che possono aiutarci a gestire le emozioni in modo più efficace. Ecco alcune tecniche pratiche che puoi sperimentare:

  • Respirazione consapevole: Fermarsi e portare attenzione al respiro può aiutare a calmare il corpo e la mente, riducendo l’intensità delle emozioni spiacevoli.
  • Etichettare le emozioni: Dare un nome a ciò che si prova (ad esempio, "sto provando rabbia" o "sento tristezza") permette di prendere distanza dall’emozione e osservarla con maggiore chiarezza.
  • Accettazione: Accogliere le emozioni senza giudicarle o cercare di cambiarle subito. Questo atteggiamento, promosso anche dalla mindfulness, può ridurre la lotta interna e favorire il benessere.
  • Ristrutturazione cognitiva: Provare a cambiare il modo in cui si interpreta una situazione, cercando alternative più equilibrate e meno catastrofiche.
  • Spostare l’attenzione: Quando un’emozione è troppo intensa, può essere utile dedicarsi a un’attività piacevole o rilassante per qualche minuto, per poi tornare a riflettere con maggiore calma.

Queste strategie non eliminano le emozioni, ma possono aiutare a viverle in modo più sostenibile e a non esserne travolti.

SHVETS production - Pexels

L’importanza di esternare i propri sentimenti

Esternare i sentimenti è un passo fondamentale verso il benessere emotivo. Esprimere ciò che si prova, sia verbalmente sia attraverso altri canali come la scrittura o l’arte, aiuta a dare un senso alle proprie emozioni. Spesso, quando si tiene tutto dentro, le emozioni tendono ad accumularsi, rischiando di influire negativamente sul proprio equilibrio psicologico. Condividere i propri stati d’animo con qualcuno di fidato, come un amico o un professionista, può invece portare sollievo e favorire una maggiore comprensione di sé.

Imparare a esternare i sentimenti significa anche concedersi il permesso di essere vulnerabili. Non è sempre facile esporsi, tuttavia comunicare apertamente le proprie emozioni rappresenta un atto di coraggio che può favorire relazioni più autentiche e profonde. Attraverso il dialogo, si crea uno spazio di ascolto e accoglienza, essenziale per sentirsi compresi e meno soli di fronte alle difficoltà.

Strategie adattive e disadattive: come riconoscerle

Non tutte le strategie che utilizziamo per gestire le emozioni sono utili allo stesso modo. È importante distinguere tra strategie adattive e strategie disadattive:

  • Strategie adattive: includono l’accettazione, la ricerca di supporto, la ristrutturazione cognitiva e la mindfulness. Queste modalità possono aiutare a elaborare le emozioni e a trovare un equilibrio interiore.
  • Strategie disadattive: comprendono la soppressione, l’evitamento, la ruminazione e l’uso di sostanze. Questi comportamenti possono offrire un sollievo temporaneo, ma spesso sono associati a un peggioramento del malessere nel lungo periodo.

Riconoscere le proprie strategie abituali è il primo passo per modificarle. Ad esempio, se ti accorgi di evitare sistematicamente situazioni che ti mettono a disagio, puoi provare gradualmente ad affrontarle con il supporto di tecniche di regolazione emotiva.

Disregolazione emotiva e salute psicologica

La disregolazione emotiva si verifica quando le emozioni diventano troppo intense, durature o difficili da gestire, influenzando negativamente il comportamento e il benessere. Questo fenomeno può essere presente in diverse condizioni psicologiche, come i disturbi d’ansia, la depressione e i disturbi di personalità.

Ad esempio, una persona con disturbo borderline di personalità può sperimentare sbalzi emotivi molto rapidi e difficoltà a ritrovare la calma dopo un evento stressante. Anche nei disturbi d’ansia, la difficoltà a regolare la paura può portare a evitamenti eccessivi e a una riduzione della qualità della vita.

Riconoscere i segnali di disregolazione emotiva è fondamentale per chiedere aiuto e intraprendere un percorso di crescita personale e psicologica.

Come può aiutarci la psicoterapia?

È importante rivolgere lo sguardo all’interno dei nostri sentimenti più intimi, riconoscerli e poterli esprimere: un percorso terapeutico può aiutarci in questo.

La psicoterapia è una presa di contatto con noi stessi, un’analisi della nostra storia e degli eventi che hanno contribuito a renderci ciò che siamo. Si tratta di un processo che richiede motivazione e coraggio. È il coraggio di osservare e riconoscere che, nonostante tutto, è ancora possibile vivere una vita intensa ed emotivamente onesta. Un percorso che invita a rimanere, in fondo, fedeli a se stessi.

Imparare a prendersi per mano

La terapia richiede coraggio e pazienza, perché l’accesso a queste parti di noi non è immediato. Prendere per mano il bambino ferito che siamo stati significa imparare ad essere l’adulto di cui avremmo avuto bisogno. Corazzare il cuore e mostrarsi forti non basta a coprire il sentimento doloroso, perché la tristezza interna è la più intima e pervasiva sofferenza: è il dolore di un cuore che sta stretto.

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