L’estate è comunemente associata a una pausa dalla routine, al relax e al tempo libero. Ma per molte famiglie italiane, l’inizio della bella stagione può coincidere con un incremento dello stress quotidiano. Infatti la chiusura delle scuole non coincide con un rallentamento dei ritmi lavorativi, per cui la gestione familiare può trasformarsi in una vera e propria sfida psicofisica per molti genitori.
Una recente indagine interna rivolta agli psicologi che collaborano con Unobravo ha fatto emergere un fenomeno ancora poco discusso, ma molto diffuso: la cosiddetta Family Fatigue, ovvero lo stress emotivo e gestionale che molti genitori sperimentano durante i mesi estivi.
Nel corso dell’articolo approfondiremo chi sono le persone più colpite, quali possono essere le cause più comuni di questo carico mentale e quali strategie concrete possono aiutare a ritrovare equilibrio e benessere.
Che cos’è la Family Fatigue?
La “Family Fatigue” si manifesta come un carico mentale ed emotivo crescente che coinvolge in particolare i genitori, alle prese con l’organizzazione quotidiana dei figli – ora a casa da scuola – mentre continuano a lavorare. La routine cambia improvvisamente, ma le responsabilità restano: questo squilibrio può generare senso di sopraffazione, frustrazione e affaticamento psicologico.
Da un punto di vista psicologico questo tipo di stress cronico non è solo un disagio passeggero: se trascurato, può evolvere in forme più complesse di burnout genitoriale. La mancanza di pause rigeneranti può influenzare anche la qualità del sonno e la regolazione emotiva, compromettendo il benessere complessivo dell’intero nucleo familiare.
Dalla survey rivolta ai clinici che collaborano con Unobravo è emerso che oltre due terzi degli psicologi (68%) riferiscono un aumento dello stress nei genitori durante l’estate. Una transizione stagionale sottovalutata, che spesso mette a dura prova anche chi, durante l’anno, riesce a mantenere un equilibrio tra vita lavorativa e familiare.
Chi sono i più colpiti?
I dati raccolti da Unobravo mettono in luce categorie particolarmente vulnerabili a questa forma di stress stagionale:
- Genitori lavoratori privi di supporti esterni (62%)
- Coppie con figli tra 0 e 5 anni (40%)
- Famiglie con bambini con bisogni speciali (30%)
Il carico risulta ancora più sbilanciato se si osserva la questione da un punto di vista di genere. L’85% dei terapeuti segnala che le donne sono le più esposte alla Family Fatigue, confermando come la disparità nella distribuzione dei compiti familiari sia ancora molto forte.
I principali fattori di stress
Ma cosa rende così faticosa l’estate per le famiglie?
Gli psicologi che collaborano con Unobravo hanno evidenziato che i genitori riportano con maggiore frequenza:
- Difficoltà nella conciliazione tra lavoro e famiglia (73%)
- Costi elevati per centri estivi e babysitter (67%)
- Assenza di una rete di supporto familiare o sociale (40%)
È importante notare che questi fattori non agiscono isolatamente, ma si sommano e si rinforzano a vicenda. In psicologia si parla di stress cumulativo: più fonti di pressione convergono nello stesso periodo, più bassa è la soglia di tolleranza emotiva. Ciò può portare a reazioni sproporzionate, cicli di senso di colpa e difficoltà nella regolazione emotiva, spesso vissute con vergogna o inadeguatezza dai genitori.
Gli effetti emotivi della fatica estiva
Il sovraccarico mentale non si esaurisce in una questione di agenda: ha un impatto tangibile sul benessere emotivo. Quando si prolunga nel tempo, la fatica emotiva può dare origine a modelli relazionali disfunzionali, come un aumento dei conflitti in famiglia o una distanza emotiva nei confronti del partner e dei figli. Le emozioni negative non elaborate tendono ad accumularsi e possono sfociare in somatizzazioni (es. mal di testa, tensioni muscolari, disturbi gastrointestinali), specialmente in chi tende a “tenere tutto sotto controllo” senza chiedere aiuto.
Secondo il report, i sentimenti e gli stati d’animo più frequentemente espressi dai genitori in terapia durante l’estate sono:
- Stanchezza mentale (75%)
- Frustrazione (56%)
- Irritabilità (53%)
A questi si aggiunge la preoccupazione per l’uso eccessivo di dispositivi digitali da parte dei figli: il 71% dei terapeuti osserva un aumento dei timori legati al tempo trascorso online, spesso l’unica forma di intrattenimento disponibile in assenza di attività alternative.
Quali strategie possono aiutare nel gestire lo stress estivo?
Nonostante le difficoltà, dalla survey emergono anche approcci efficaci che i genitori mettono in atto per gestire lo stress estivo:
- Iscrizione ai centri estivi (62%): una soluzione utile per garantire ai bambini attività stimolanti e strutturate, alleggerendo nel contempo il carico sui genitori.
- Coinvolgimento attivo del partner o dei familiari (58%): che permette di suddividere i carichi di cura e supporto.
Piccoli accorgimenti che, seppur non risolvano la questione alla radice, permettono una gestione più sostenibile della quotidianità.
Anche piccoli cambiamenti nella gestione quotidiana possono produrre effetti significativi grazie al meccanismo del coping adattivo. Delegare, pianificare con anticipo o semplicemente ritagliarsi micro-spazi di respiro durante la giornata aiutano a ricalibrare il sistema nervoso e a evitare il sovraccarico. È altrettanto utile coltivare una mentalità di “genitorialità sufficientemente buona” (good enough parenting), per ricordare a sè stessi che non è necessario essere perfetti per essere genitori presenti e funzionali.
Un carico che pesa (ancora) sulle donne
Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo, sottolinea come la questione sia ancora fortemente legata a dinamiche di genere:
“Quello che emerge con chiarezza da questa indagine è che il carico mentale continua a gravare in misura maggiore sulle donne, che spesso si trovano ad affrontare da sole l'organizzazione familiare, soprattutto nei periodi in cui i punti di riferimento, come la scuola e la rete di supporto parentale e/o amicale, vengono meno. Ma è importante ricordare che la 'fatigue' estiva non riguarda solo le madri: anche chi non ha figli vive spesso un senso di sovraccarico emotivo e pratico legato a responsabilità lavorative, sociali o legate alla famiglia d’origine, che aumentano proprio nei mesi in cui ci si aspetterebbe una pausa. Riconoscere la propria fatica è il primo passo per prendersene cura con maggiore consapevolezza”.
Le sue parole ci invitano a riconoscere la complessità di un fenomeno che va oltre i ruoli genitoriali e che può colpire anche chi si prende cura di altri in famiglia o è gravato da carichi di cura informali.
Estate e benessere psicologico: un binomio da ricostruire
Nonostante le difficoltà riportate dai genitori, per il 44% degli specialisti la domanda di supporto psicologico rimane sostanzialmente stabile anche nei mesi estivi.
Un dato che può sorprendere, considerando l’incremento di stress osservato nello stesso periodo. In molti casi, infatti, prendersi cura di sé e coltivare il benessere psicologico viene percepito come un impegno aggiuntivo, proprio quando la quotidianità è già messa alla prova da nuove complessità organizzative.
Questi risultati evidenziano quanto sia fondamentale riconoscere le fatiche legate alla gestione familiare estiva e normalizzare il bisogno di aiuto, senza colpevolizzarsi. Proprio nei momenti in cui il riposo sembra un lusso lontano, è importante ricordare che la salute mentale merita attenzione tanto quanto quella fisica. Promuovere una maggiore consapevolezza e offrire strumenti di supporto accessibili e flessibili può fare la differenza per accompagnare le famiglie verso un equilibrio più sostenibile.