Burnout genitoriale: cos’è, sintomi e strategie per gestirlo

Burnout genitoriale: cos’è, sintomi e strategie per gestirlo
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Marcello Delmondo
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Psicoanalitico
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
27.5.2025
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Freud sosteneva che esistessero tre mestieri particolarmente complessi: lo psicoanalista, l’educatore, il genitore. A distanza di oltre cent’anni l’essere madri e padri si configura come una sfida sempre più impegnativa. Ritmi di vita e lavoro frenetici, preoccupazioni economiche, fragilità culturali e sociali, crisi di istituzioni formative e educative, rendono sempre più alti i livelli di stress nei genitori. Quando le sfide si fanno così pressanti da far sentire impotenti e sovrastati si può configurare un vero e proprio esaurimento emotivo tipico del burnout genitoriale

Inoltre, la pandemia da Covid-19, aumentando il tempo da condividere all’interno dei confini domestici e familiari, dividendosi tra lavoro, compiti, lezioni da remoto, incombenze quotidiane in spazi spesso ridotti, ha ampliato le dimensioni del problema accendendo i riflettori sul tema del burnout genitoriale (Di Fiore et al., 2021). Questo contributo vuole essere una sintetica guida pratica su come affrontare lo stress genitoriale al fine di prevenire il burnout.

Cos’è il Burnout genitoriale?

Il parental burnout è una condizione di malessere psicologico che si verifica quando i lati negativi di essere genitori sono percepiti come più numerosi e intensi di quelli positivi (Mikolajczak & Roskam, 2018). E’ uno stato di profonda stanchezza, che comporta la percezione di un distacco dai figli e di avere dubbi sulle proprie capacità genitoriali (Roskam, Raes & Mikolajczak, 2017). Il solo pensarsi nel ruolo di madre o padre provoca disagio e stanchezza e, in alcuni casi, questa condizione può portare al maltrattamento fisico o psicologico dei propri figli

Sebbene nei genitori  una quota di stress legata a responsabilità e mansioni sia comune, quando lo stress si intensifica può subentrare una situazione cronica di squilibrio tra richieste legate al compito di essere madre o padre e risorse individuali (Di Fiore et al., 2021). Di conseguenza si può generare uno stato di:

  • intenso esaurimento legato al ruolo genitoriale con graduale disimpegno;
  • sentimento di distacco emotivo dai figli;
  • accentuato dubbio circa le proprie capacità di essere un buon genitore. 

Queste caratteristiche vengono chiaramente messe in evidenza nei lavori di Mikolajczak e Roskam (Mikolajczak et al., 2019; Mikolajczak & Roskam, 2018) che hanno approfondito il tema del burnout genitoriale, ispirandosi a studi, ricerche e strumenti di rilevazione di  Christina Maslach sullo stress e il burnout lavorativo.

In sostanza, la differenza con il burnout lavorativo è la fonte dello stress. La sensazione di essere sopraffatti da compiti e richieste che sovrastano le risorse percepite, in un caso riguarda il proprio ruolo professionale, nell’altro quello genitoriale.

I principali fattori di rischio possono riguardare:

  • Fattori psicologici: tratti di personalità caratterizzato da nevroticismo, emozioni negative, stress, perfezionismo intrinseco e socialmente prescritto;
  • Fattori ambientali: mancanza di lavoro, avere un lavoro part-time, difficoltà economiche, assenza di supporto sociale, genere femminile (le madri hanno maggiori probabilità di sviluppare burnout), presenza di figli con bisogni speciali (Di Fiore et al., 2021).
Burnout genitoriale - madre stressata
DGLimages

Cause del Burnout nei genitori.

La gestione familiare si somma spesso al lavoro determinando elevati livelli di stress. La precarietà lavorativa, con le preoccupazioni legate alla possibilità di perdere l’impiego, contribuisce ad accrescere pressione. 

Il cambiamento del contesto sociale vede nuovi problemi familiari. Una famiglia sempre più monadica, isolata e poco inserita in un contesto comunitario, trasforma i nonni negli unici punti di riferimento in termini di supporto sociale al nucleo. 

In alcuni casi, anche la bassa conoscenza delle pratiche di accudimento del bambino può determinate il burnout, specie con il primogenito (Mikolajczak, Raes et al., 2018). La difficoltà di accedere a servizi (ad esempio gli asili e i nidi) rende spesso difficile la gestione delle tempistiche e la sovrapposizione dei compiti genitoriali con i ruoli lavorativi. 

In uno scenario di enorme complessità anche il ruolo genitoriale risente di aspettative e giudizi che possono alimentare senso di inadeguatezza rispetto all’immagine del genitore ideale proposta dalla società. Infine, come accennato, aspetti di personalità (ad esempio il nevroticismo, perfezionismo e difficoltà nella regolazione emotiva) possono rappresentare fattori di rischio per il parental burnout.

Sintomi e segnali d’allarme del burnout genitoriale

Di seguiti i principali sintomi da non sottovalutare in caso si stia vivendo una situazione di stress cronico in riferimento al proprio ruolo genitoriale:

  • Sensazione di essere emotivamente scarichi e di esaurimento;
  • Sensazione di essere stanchi fin dal risveglio;
  • Sensazione di non farcela più;
  • Sensazione che l’essere genitore richieda un impegno eccessivo;
  • Percezione dei figli come difficili;
  • Sensazione di essere inefficaci;
  • Sensazione di non essere in grado di affrontare i problemi con calma;
  • Sensazione di non essere a proprio agio e di non provare piacere nello stare con i propri figli;
  • Deflessione del tono dell’umore, alterazioni del sonno, ansia, irritabilità, problematiche relazionali con il partner, depressione fino all’ideazione suicidaria.

Strategie per gestire il burnout genitoriale

Quando lo stress diviene continuativo e costante nel tempo, più facilmente si arriva a sperimentare la sensazione di non avere risorse sufficienti a fronteggiarlo. In queste situazioni si concretizza il rischio di burnout genitoriale. Quali strategie possono aiutare a fronteggiarlo?

  • Prendersi cura di sé: curare il sonno, l’alimentazione, l’equilibrio tra lavoro e vita privata, i propri interessi ritagliandosi del tempo libero;
  • Cercare aiuto in una rete di supporto e sostegno ad esempio connettendosi con altri genitori;
  • Ridefinire le aspettative circa il proprio ruolo genitoriale allontanandosi da ideali di perfezione che alimentano senso di inadeguatezza (psicoterapia e parent training possono essere di aiuto);
  • Ridefinire le priorità concentrandosi su ciò che è importante;
  • Imparare a riconoscere emozioni, risorse e limiti promuovendo autoconsapevolezza di sé (anche in questo caso il sostegno psicologico può essere prezioso).
Burnout genitoriale: cos’è, sintomi e strategie per gestirlo
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Come prevenire il burnout genitoriale

Di seguito alcune strategie pratiche che possono essere utili nel prevenire il  burnout genitoriale  e nella riduzione dello stress:

  • Rifigurare le aspettative circa il proprio ideale genitoriale lontano da ideali di perfezione costruiti dalla società;
  • Impostare routine quotidiane sostenibili con impegni bilanciati e programmati evitando allo stesso tempo eccessiva rigidità;
  • Coinvolgere il partner e la famiglia nelle attività di cura dei figli delegando compiti e funzioni;
  • Comunicare in maniera chiara al partner le proprie emozioni, le proprie fatiche;
  • Salvaguardare la possibilità di vivere tempo di qualità in compagnia dei figli assaporando gioia e spensieratezza;
  • Proteggere tempo personale ed energie imparando a dire di no rifiutando impegni eccessivi;
  • Creare e alimentare reti di supporto che permettano di rimanere connessi con altre famiglie;
  • Prendersi cura di sé anche mediante attività di mindfulness o meditazione;
  • Individuare risorse e punti di forza personali;
  • Provare a organizzare agende giornaliere prevedendo tempo per sé e tempo da trascorrere con la famiglia oltre a quello dedicato al lavoro.

Quando rivolgersi a un professionista?

In quali occasioni è utile rivolgersi a uno psicologo per genitori

Nel caso in cui lo stress diventi cronico e la sensazione di essere sovrastati costante, può essere utile rivolgersi a un professionista per un percorso di sostegno psicologico o psicoterapia. L’intervento di un esperto diviene particolarmente importante nel caso in cui affiorino sintomi depressivi e ansiosi che tendono ad aumentare la distanza emotiva dai figli. 

La psicoterapia e il parent training possono infatti aiutare a comprendere gli schematismi relazionali ed emotivi che si attivano in automatico e che vanno trasformati, a ristrutturare le aspettative circa il proprio ruolo genitoriale, a riconoscere priorità, ma anche risorse e limiti individuali, a migliorare la comunicazione di bisogni, emozioni e necessità. Rivolgersi ad un professionista può far sentire meno soli nell’affrontare il mestiere difficile dell’essere genitore.

Immagine di copertina: PeopleImages

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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