Disturbi psichici
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Fallimenti della memoria: sintomi e cause

Fallimenti della memoria: sintomi e cause
Fallimenti della memoria: sintomi e causelogo-unobravo
Nicole Donato
Nicole Donato
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Analitico Transazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il


Sempre più spesso ci capita di dimenticare dove abbiamo parcheggiato la macchina: ci ritroviamo immobili fuori dal portone di casa cercando di ricordare, di ripercorrere il tragitto fatto la sera precedente prima di rientrare ma niente…

Oppure i nostri amici e familiari si lamentano perché dimentichiamo eventi importanti, compleanni, celebrazioni. Insomma, i fallimenti della nostra memoria diventano sempre più frequenti! Ma quando dobbiamo iniziare a preoccuparci? E soprattutto, quali possono essere le cause?


La memoria

La memoria, per quanto comune a tutti gli esseri umani, è dinamica: può subire variazioni nel corso del tempo e, come tutte le funzioni cognitive, risente di fattori personali.

Come da definizione, la memoria è “la capacità di immagazzinare e conservare nel tempo le informazioni apprese e di recuperarle quando ci servono”. Il processo di elaborazione delle informazioni si articola in tre importanti fasi:

  • la codifica: l’informazione viene acquisita e appresa dal soggetto;
  • l’immagazzinamento: permette di mantenere l’informazione in memoria finché serve;
  • il recupero: permette, appunto, di recuperare l’informazione precedentemente immagazzinata.

Inoltre distinguiamo la memoria in:

  • memoria a breve termine (MBT) che riesce ad immagazzinare nozioni per circa mezzo minuto ed ha una capacità limitata;
  • memoria a lungo termine (MLT) che presenta una capacità di contenuti e una durata illimitata.


Qual è la differenza tra memoria e ricordo?

La memoria e la capacità di apprendere fanno parte di noi fin da piccolissimi, ci aiutano a crescere, a progettare, a costruire un bagaglio culturale che ci permetterà di acquisire un ruolo, un’identità. Memoria e ricordo sono due termini che hanno affinità, ma in sostanza indicano due effetti del nostro mondo interiore.

  • Con “memoria” intendiamo la capacità di immagazzinare e recuperare nel tempo le informazioni scollegandole però del tutto dal nostro vissuto emotivo;
  • con “ricordo” rappresentiamo tutto quello che, della nostra memoria, assume un’accezione nostalgica.


Memoria e ricordo quindi viaggiano di pari passo, sono necessari l’uno all’altro. Se non vivessimo di ricordi probabilmente saremmo come i nostri computer: pieni di informazioni, ma incapaci di vivere emozioni.

Lisa Fotios - Pexels


Se memoria e ricordo sono complementari, un logico pensiero ci arriva alla coscienza: nel momento in cui cominciamo a perdere la memoria, anche i nostri ricordi cominceranno a svanire. Se oggi non ricordiamo dove abbiamo parcheggiato la macchina domani potremmo dimenticarci dei momenti più belli della nostra giovinezza! Altre volte il ricordo può essere invece contaminato da informazioni false: questo fenomeno prende il nome di "effetto Mandela".


Quando preoccuparsi? E a chi rivolgersi?

Se percepiamo frequenti “fallimenti della memoria” possiamo rivolgersi a un neurologo. Attraverso alcuni test neuropsicologici, lo specialista potrà comprendere se si tratta di un problema di natura neurologica (e quindi di sua competenza) oppure di una alterazione dello stato psicologico dovuta, ad esempio, a una temporanea condizione di demotivazione personale o di depressione.


Il fallimento della memoria può essere un problema psicologico?

Molto spesso i fallimenti della memoria sono il primo sintomo di disturbi di natura psicologica come ansia o depressione. Nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM 5) un intero capitolo è stato dedicato ai disturbi cognitivi, tra cui appunto quelli di memoria.


Nei criteri diagnostici viene attentamente specificato come, per diagnosticare tale patologia, i deficit neuro cognitivi non debbano essere “meglio spiegati da un altro disturbo mentale (per esempio disturbo depressivo maggiore)”.
Non è necessario allarmarsi immaginando di essere prossimi a qualche forma di demenza, ma semplicemente possiamo fermarci un attimo e interrogarci: c’è qualcosa che mi turba in questo periodo della mia vita? Sono sottoposto a forte stress? Il mio umore è spesso basso?


Se la risposta a domande come queste è affermativa allora il passo successivo è quello di rivolgersi a uno psicologo. Lo specialista non solo ci aiuterà a ritornare ad uno stato di benessere, ma anche la nostra memoria tornerà quella di una volta. Perché non fare un tentativo?

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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