Probabilmente è più facile partire da ciò che non è assertività: la difficoltà a dire di no, a fare o ricevere una critica, la fatica nell’esprimere un’opinione, il disagio nel manifestare un apprezzamento o un disaccordo, oppure fare tutto questo ma senza rispettare emozioni e bisogni dell’altro. Questi elencati sono comportamenti e atteggiamenti anassertivi, passivi i primi e aggressivi gli ultimi.
Un individuo è passivo quando:
Un individuo è aggressivo quando:
L’assertività, dal latino "asserere" (asserire), è la capacità umana di esprimere in maniera chiara ed efficace le proprie emozioni ed idee, senza calpestare ed offendere gli altri. Comportarsi in modo assertivo implica invece saper usare lo stile relazionale e le modalità comunicative più adeguati in base al contesto e all’obiettivo per cui ci si sta relazionando con l’interlocutore.
Si tratta di esprimere onestamente i propri bisogni, le proprie opinioni e le proprie emozioni coerentemente alla specifica situazione in cui ci si trova, senza provare imbarazzo, rabbia o senso di colpa. Alla base c’è il rispetto non solo per se stessi, ma anche per gli altri.
Per sintetizzare, una persona è assertiva quando:
Il presupposto principale che permette di agire liberamente e responsabilmente è riconoscere i propri diritti, così come quelli dell’altro. I diritti assertivi sono delle linee guida, parametri di riferimento che permettono di definire una relazione assertiva se vengono rispettati, passiva o aggressiva se vengono violati.