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Il segreto: un groviglio di fili

Il segreto: un groviglio di fili
Il segreto: un groviglio di fili
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale
Il segreto: un groviglio di fili
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
30.10.2025
Ultimo aggiornamento il
30.10.2025
Il segreto: un groviglio di fili
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A chi non è capitato di chiedere riservatezza a un amico o di offrirla a propria volta per questioni di vario genere? Essere messi a parte di un segreto può far sentire gratificati e importanti all’interno di una relazione, poiché la conoscenza del contenuto è concessa solo a pochi intimi. Far parte di questa cerchia ristretta di “privilegiati” può rafforzare un forte senso di appartenenza.

Altre volte, però, può far sentire vincolati, costretti da regole di segretezza che limitano i movimenti personali e relazionali, soprattutto se questi contenuti riguardano persone conosciute. Questo intreccio di fili rischia, a lungo andare, di creare dei veri e propri nodi.

Cosa significa la parola segreto?

La parola segreto può avere diverse origini. Gli psicoterapeuti Camillo Loriedo e Chiara Angiolari hanno individuato due possibili significati, entrambi riconducibili al termine latino cernere, che significa “setacciare, passare al setaccio”, ossia quel procedimento agricolo attraverso il quale si separava il frumento dalla mondiglia.

I due autori evidenziano due diverse connotazioni del termine “segreto” che derivano dalla trasformazione del verbo cernere: nel primo caso, introducendo il prefisso “se” (-cernere), il significato sarebbe “separare per conservare”, destinato alla parte buona e utile, il frumento (secretum); nel secondo, inserendo il prefisso “ex” (-cernere), assumerebbe il significato di “separazione per eliminare”, facendo particolare riferimento alla parte dannosa, lo scarto (excretum). Ecco che possiamo cogliere le due facce del segreto: una utile e protettiva ed una dannosa.

Considerare la duplice e contrapposta natura della parola segreto ci permette di comprendere i diversi sentimenti, spesso contraddittori, che suscita in noi: a volte si tratta di piacevoli sentimenti di comunione, vicinanza, intimità e fiducia, altre volte di spiacevoli sensazioni di vincolo, controllo, esclusione, ricatto; in entrambi i casi è coinvolto l’Altro da noi.

Foto di saeed karimi – Unsplash

Cos’è il segreto

Fin qui abbiamo analizzato le origini e il significato della parola segreto e abbiamo potuto osservare la componente che ne fa da fondamento: la relazione. Il segreto è un fenomeno che deve essere considerato evidentemente relazionale e infatti non esiste segreto se non vi è qualcuno a cui confidarlo, nasconderlo, rivelarlo o per cui custodirlo. Cerchiamo ora di capire più concretamente di che si tratta.

Le componenti del segreto

Camillo Loriedo e Chiara Angiolari offrono la seguente definizione di segreto:

“una conoscenza non comune (o superiore) di una o più informazioni (il contenuto), che abbiano particolare rilevanza, che siano in possesso di qualcuno (il detentore), ma che riguardino l’altro (il destinatario) e che gli vengono tenute nascoste tramite dissimulazione o occultamento, ovvero possono essere svelate (rivelazione)”.

Per comprenderla più a fondo, osserviamo da vicino le varie parti di cui è composta questa complessa spiegazione.

  1. la conoscenza superiore: si intendono quelle informazioni che assumono significato sulla base della rilevanza della relazione (emotiva o gerarchica) tra chi ne è in possesso e chi ne è escluso. Tale disparità di conoscenze determinerebbe uno sbilanciamento di potere nel rapporto verso colui che detiene le informazioni;
  2. il contenuto: generalmente la distinzione viene effettuata tra segreti “pesanti” e “leggeri”, sulla base dell’importanza oggettiva della conoscenza. Tuttavia, è l’attribuzione affettiva, e quindi soggettiva, di importanza a fare realmente la differenza;
  3. la rilevanza: al contrario di quanto si potrebbe pensare, non è il contenuto a determinare il grado di rilevanza del segreto, quanto piuttosto quella che gli viene attribuita soprattutto da chi è escluso da questa conoscenza.
  4. il detentore: colui che è in possesso della conoscenza, più o meno intenzionalmente, e che viene così ad assumere una posizione di potere nei confronti dell’altro.
  5. il destinatario: senza di esso viene meno l’esistenza stessa del segreto. Si tratta di quella persona interessata dal segreto, ma che non ne è a conoscenza poiché il detentore ne occulta il contenuto o l’esistenza stessa.
  6. l’occultamento: comprende la comunicazione verbale e non verbale e i comportamenti tesi a nascondere il segreto. Tuttavia, farlo prevede una serie di comportamenti difficili da celare poiché sono direttamente osservabili.

la rivelazione: da distinguere dalla scoperta da parte del destinatario, la rivelazione si ha quando è il detentore a svelarlo. Così come il segreto è in grado di generare e costituire una relazione, non è difficile immaginare come la rivelazione possa a sua volta modificare e ridefinire il rapporto, tanto da ingenerare delle conseguenze importanti, a volte addirittura drammatiche per le persone coinvolte.

Keira Burton - Pexels

Per ogni componente del segreto emerge chiaramente l’aspetto profondamente relazionale. Il segreto, quando è presente, è costitutivo della relazione e la definisce completamente: intreccia i nodi che andranno a caratterizzarla, nei suoi ruoli di potere, nei suoi movimenti interni e verso l’esterno. Anche quando, con la rivelazione, sembra trovarsi di fronte al momento di scioglierli, ci si ritrova a rivoluzionare completamente l’equilibrio.

Distinzione tra segreto e riserbo

Abbiamo visto come, nel caso del segreto, si tratti di una “privazione” non autorizzata (seppur talvolta benevola) di informazioni che riguardano — e quindi appartengono — all’altro. Il riserbo, invece, pone l’accento su ciò che è proprio e si riferisce a un “custodire”; riguarda quindi il detentore e nessun altro. È estremamente importante per la persona fare questo passaggio di conservazione di ciò che gli appartiene, in quanto consente lo sviluppo della propria identità e aiuta a definire chi si è.

Tipologie di segreti: personali, condivisi e familiari

I segreti non sono tutti uguali e possono assumere forme diverse a seconda del contesto e delle persone coinvolte. Comprendere le principali tipologie può aiutare a riconoscere il ruolo che giocano nella nostra vita e nelle nostre relazioni.

  • Segreti personali: sono informazioni che una persona sceglie di tenere per sé, senza condividerle con nessuno. Questi segreti possono riguardare pensieri, emozioni o esperienze intime e spesso servono a proteggere la propria identità o vulnerabilità.
  • Segreti condivisi: si tratta di informazioni conosciute da un gruppo ristretto di persone, che decidono insieme di non rivelarle ad altri. Questi segreti possono rafforzare il senso di appartenenza, ma anche creare dinamiche di esclusione o alleanze all’interno di un gruppo.
  • Segreti familiari: sono informazioni che riguardano l’intera famiglia o alcuni suoi membri e che vengono mantenute nascoste all’interno o all’esterno del nucleo familiare. Questi segreti possono influenzare profondamente le dinamiche relazionali e il benessere emotivo dei singoli membri.
Foto di Kristina Flour – Unsplash

Il segreto all’interno delle relazioni familiari

Molto spesso accade, soprattutto all’interno delle famiglie, che si decida di tenere all’oscuro una persona in merito a informazioni che la riguardano (ad esempio una brutta malattia) con la sincera intenzione di proteggerla da una notizia che, a parer loro, potrebbe nuocerle, a maggior ragione quando la persona in questione viene considerata troppo debole per sostenerla. Ciò è tuttavia frutto della sola e arbitraria valutazione del detentore del segreto e potrebbe perciò trovare in disaccordo il destinatario.

Nonostante la protezione sia attuata con intenzioni marcatamente benevole, può ugualmente produrre un danno all’altra persona. Ci sono segreti che possono provocare davvero un danno patogeno, e in questo caso parliamo di quelli che interessano le relazioni familiari, in cui il danno, alla persona o alla relazione, può arrivare anche a concorrere nell’insorgenza di alcune patologie. L’alterazione del funzionamento familiare può essere transitoria, oppure divenire una modificazione strutturale del sistema e quindi l’impalcatura fondante le relazioni.

Arrivati a questo punto sembra chiaro l’aspetto relazionale alla base del segreto: i rapporti umani possono influenzare il peso del segreto e, viceversa, il peso reale o presunto del segreto può condizionare i rapporti. Se i segreti assumono importanza nel tipo di relazione in cui si presentano, piuttosto che relativamente al contenuto, possiamo comprendere quale impatto emotivo profondo possano avere all’interno delle nostre relazioni più significative, ossia quelle familiari.

Le conseguenze psicologiche del segreto

Mantenere un segreto, soprattutto all’interno di una relazione significativa come quella familiare, può avere effetti importanti sul benessere psicologico di chi lo custodisce e di chi ne è escluso.

  • Senso di isolamento: chi detiene un segreto può sentirsi solo o incompreso, soprattutto se il peso della responsabilità diventa difficile da sostenere.
  • Ansia e stress: la paura che il segreto venga scoperto o che possa danneggiare qualcuno può generare tensione costante e preoccupazione.
  • Difficoltà relazionali: la presenza di un segreto può creare distanza emotiva, incomprensioni o sfiducia tra i membri della famiglia, minando la qualità della relazione.
  • Senso di colpa o vergogna: a volte, il contenuto del segreto può essere vissuto come qualcosa di sbagliato o inaccettabile, portando chi lo custodisce a provare emozioni dolorose.

Riconoscere questi effetti può essere il primo passo per comprendere l’importanza di affrontare i segreti in modo consapevole e, quando possibile, di trovare modalità più sane di comunicazione.

Quando il segreto diventa un peso: segnali da non sottovalutare

Non sempre è facile accorgersi che un segreto sta diventando troppo gravoso da sostenere. Tuttavia, esistono alcuni segnali che possono indicare la necessità di affrontare la situazione:

  • Cambiamenti nel comportamento: chi custodisce un segreto può diventare più chiuso, irritabile o distante nei confronti degli altri.
  • Difficoltà a dormire o a concentrarsi: pensieri ricorrenti legati al segreto possono interferire con il riposo e la capacità di svolgere le attività quotidiane.
  • Sensazione di ansia costante: la paura che il segreto venga scoperto o che possa avere conseguenze negative può generare uno stato di allerta continuo.
  • Problemi nelle relazioni: il segreto può creare barriere comunicative e rendere più difficile la condivisione di emozioni autentiche.

Se riconosci uno o più di questi segnali in te stesso o in una persona cara, può essere utile fermarsi a riflettere sull’impatto che il segreto sta avendo e valutare la possibilità di chiedere supporto.

Foto di Christian Erfurt – Unsplash

Strategie per gestire i segreti in modo funzionale

Gestire un segreto non significa necessariamente doverlo rivelare, ma trovare un equilibrio che permetta di tutelare il proprio benessere e quello delle persone coinvolte. Alcune strategie utili possono essere:

  • Valutare le motivazioni: chiedersi perché si sente il bisogno di mantenere il segreto e quali sono le paure o i desideri che lo alimentano.
  • Condividere con una persona di fiducia: parlare con qualcuno che possa offrire ascolto e comprensione può alleggerire il peso emotivo e aiutare a vedere la situazione da una prospettiva diversa.
  • Riflettere sulle conseguenze: considerare quali potrebbero essere gli effetti a lungo termine del mantenere o rivelare il segreto, sia per sé che per gli altri.
  • Cercare supporto professionale: uno psicologo può aiutare a esplorare le emozioni legate al segreto e a trovare modalità di gestione più funzionali, soprattutto quando il segreto riguarda dinamiche familiari complesse.

Ricordare che il benessere emotivo può essere una priorità può aiutare a prendere decisioni più consapevoli e rispettose dei propri bisogni.

Che fare per districare i nodi?

Quando il segreto entra a far parte del sistema familiare è probabile che ciascun membro presenti, in misura e modalità diverse, gradi di sofferenza più o meno evidenti. E non potrebbe essere altrimenti all’interno di questi intricati nodi fatti di pensieri, emozioni, sofferenze, ricatti, vincoli, camuffamenti.

Per districare i nodi potrebbe essere risolutivo intraprendere un percorso di terapia familiare che coinvolga tutti i membri della famiglia con uno specialista del settore, come uno psicologo online Unobravo.

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