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Le tinte fredde e calde della nostalgia

Le tinte fredde e calde della nostalgia
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Emozione comune quanto misteriosa: che cos’è la nostalgia? Possiamo definirla come uno stato d’animo malinconico, causato dal desiderio di qualcosa che non è presente e si percepisce come lontano. Entriamo in un mondo in cui sensazioni agli antipodi si mescolano e tristezza e felicità s’incontrano: la speranza insieme al dolore, la piacevolezza con il rimpianto e il senso di una bellezza che opprime.

L’etimologia della parola “nostalgia” ci conduce all’interno di questo enigma. Deriva dall’unione di due parole di origine greca: nostos, “ritorno a casa” e algos “dolore”, che insieme diventano “il dolore del ritorno”. È il medico svizzero Johannes Hofer a coniare la parola alla fine del Seicento, per descrivere lo stato d’animo che coglieva i suoi connazionali, costretti ad arruolarsi negli eserciti stranieri e a restare lontani dai monti e dalle vallate della loro terra.

Nel tempo però, l’uso medico del termine è andato diminuendo e la parola si è colorata delle sfumature dei poeti, i più adatti, forse, a descrivere la natura intimamente ambigua di questa emozione:

“(…) chi resta nostalgia lo move, chi parte nostalgia lo tien.” Giacomo Noventa

Nostalgia di cosa?

Esistono tante forme diverse di nostalgia e quello che tutte hanno in comune è la sensazione di un altrove a cui si desidera fare ritorno. Che cosa può essere questo altrove?

  • Un luogo, come per chi emigra e vive tra più mondi;
  • un tempo, un’epoca felice del passato;
  • una persona cara che non è più con noi;
  • un animale che abbiamo molto amato;
  • uno stato personale, un’emozione persa;
  • una condizione immaginaria e cose mai esistite.
Stanislav Kondratiev - Pexels

Quello che provo è nostalgia?

Spesso, anche se non necessariamente, la nostalgia è legata ai nostri sensi. Vi sono suoni, immagini, odori, gesti, e molto altro ancora, che ci fanno “tuffare” in una dimensione che non è quella presente. La sensorialità ci riporta a ricordi che riposano nella nostra memoria e che, a loro volta, riattivano i nostri sensi.

Ecco un esempio: un ragazzo diventa nostalgico quando l’odore dell’erba tagliata lo riporta ai mesi che trascorreva dalla nonna in campagna. Ora vive in un altro Paese, ma quei ricordi sono ancora così vivi: la cagnolina che lo seguiva ovunque, la siesta sotto il grande olmo, i profumi dalla cucina. La tristezza si fa più intensa nel pensare alla nonna che non c’è più e a quanto vorrebbe raccontarle una bella novità arrivata questa settimana.

“E le nostalgie sono racchiuse in me come bolle d’aria nel pane” Yehuda Amichai


Ci si può ammalare di nostalgia?

Nel linguaggio medico esiste un termine che viene utilizzato per riferirsi a una forma patologica di nostalgia: la nostomania. Si tratta di una forma estrema di nostalgia per cui, come definisce Treccani, “il soggetto prova un intenso bisogno di ritornare nei luoghi della sua infanzia, che gli procura un senso di penoso disagio e lo rende incapace di adattamento in un ambiente non abituale”.

L’esistenza di un termine distinto ci chiarisce come, di contro, la nostalgia sia da considerarsi uno stato d’animo naturale che, come vedremo, può diventare una grande risorsa. Questi sono alcuni indizi a segnale del fatto che ciò che sentiamo merita una maggiore attenzione:

  • tristezza prolungata e persistente;
  • perdita di interesse per la realtà immediata e futura;
  • sentimenti di autosvalutazione, colpa e incapacità di perdonare se stessi;
  • senso di confusione tra ciò che è perso e ciò che non lo è;
  • decisioni confuse;
  • mancanza di speranza.
Rachel Claire - Pexels

Non sciupare la tua nostalgia!

La nostalgia può diventare una risorsa preziosa, se si accetta di non combatterla. Può aiutarci a capire cosa ci ha resi felici e, quindi, cosa è davvero importante per noi. Nella relazione terapeutica, la nostalgia può rivelare ciò che non si sa ancora esprimere e aiutare a far luce su bisogni e desideri del presente.

Nel contesto della migrazione, può essere una risposta a un sentimento di pericolo che incombe sulla nostra identità, divenendo così consolazione e rifugio nei confronti dello spaesamento causato dal nuovo. Ripensare al passato ci può aiutare a ricordare come siamo sopravvissuti a sfide e perdite: sarebbe dunque un indice di resilienza, non di debolezza.

La nostalgia può aiutarci a integrare parti diverse di noi e ci consente, inoltre, di andare oltre a una netta contrapposizione tra il qui e il, insegnandoci a tenere insieme il ricordare con il lasciar andare. Cos’è dunque la nostalgia se non una metafora dell’esperienza umana?

"Quando ti viene nostalgia non è mancanza. È presenza di persone, luoghi, emozioni che tornano a trovarti." Erri De Luca


Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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