Salute mentale
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L'infertilità di coppia e la procreazione medicalmente assistita

L'infertilità di coppia e la procreazione medicalmente assistita
L'infertilità di coppia e la procreazione medicalmente assistitalogo-unobravo
Roberta Mingrone
Roberta Mingrone
Redazione
Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il

Cos'è l'infertilità di coppia?

L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) stima che circa il 10-12% delle coppie nei paesi occidentali soffra di problemi di infertilità. Ad accentuare il problema, nel mondo occidentale, sembrano essere i fattori socio-economici che ritardano la possibilità di pianificazione familiare ad un’età in cui la fertilità tende a essere fisiologicamente ridotta. 

L’infertilità può essere definita come l’incapacità di generare una gravidanza dopo un anno di regolari rapporti sessuali non protetti, al contrario della sterilità che si riferisce invece ad una condizione fisica permanente che non rende possibile il concepimento. Ci sono due tipi di infertilità:

  • primaria, quando la coppia non è mai riuscita a concepire;
  • secondaria, quando la coppia ha già concepito e non riesce più a farlo.


Quali sono le cause dell’infertilità?

La normale capacità di concepire si può ridurre a causa di diversi fattori, sia maschili che femminili. Per ciò che riguarda i fattori maschili ci si riferisce a questioni: 

  • pre-testicolari: alterata funzione dell’ipofisi, deficit di FSH, ipogonadismo ipogonadotropo; 
  • testicolari: criptorchidismo, varicocele, le orchiti post parotite, malattie idiopatiche e fattori genetici, tossici e ambientali;
  • post-testicolari: azospermia ostruttiva, dotti deferenti e dotti eiaculatori.

Per ciò che riguarda i fattori femminili ci si riferisce a questioni

  • ovulatorie: irregolarità o mancanza di ovulazione, iperprolattinemia, ridotta riserva ovarica;
  • tubariche: chiusura delle tube, aderenze pelviche, riduzione delle funzionalità tubariche;
  • uteriche: malformazioni congenite dell’utero, fibromi o aderenze endouterine, fattori infiammatori endometriali, endometriosi. 

L’età della donna resta però l’elemento più importante che influenza l’esito riproduttivo. Da considerare fortemente sono anche lo stile di vita e i fattori ambientali.

Anastasia Shuraeva - Pexels

La procreazione medicalmente assistita

Davanti alla condizione d’infertilità la coppia spesso sceglie di intraprendere quella che per loro appare l’ultima possibilità: la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA).

Secondo il Ministero della Salute, una coppia su cinque ha difficoltà a concepire un figlio. La PMA, comunemente detta "fecondazione artificiale", è l’insieme delle tecniche utilizzate nei casi in cui:

  • il concepimento spontaneo sia impossibile o estremamente remoto;
  • altri interventi farmacologici o chirurgici siano inadeguati.

Le coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita, secondo la Relazione del Ministro della Salute presentata nel 2019 al Parlamento sullo stato di attuazione della Legge del 19 febbraio 2004, n. 40 contenente norme in materia di procreazione medicalmente assistita, sono 78.366 nel 2017 e i bambini nati con questa tecnica sono 13. 973.


La PMA e la coppia

La procreazione medicalmente assistita è un percorso non poco impegnativo, fonte di stress e carico di aspettative, perché la coppia si trova non solo a dover fare a patti con la diagnosi di infertilità, ma anche a dover affrontare un iter medico in cui ci si trova a svolgere una funzione genitoriale senza avere la certezza che tale funzione potrà essere espletata.

Le linee guida stilate nel 2015 in merito alla PMA sanciscono l’obbligo da parte dei centri specializzati di prevedere la possibilità di un servizio psicologico per la coppia, in riferimento alla legge 40/2004. Di fatto però tale servizio non viene spesso utilizzato, perché visto come l’ennesimo iter diagnostico e medico. 

Ad ogni modo, è possibile subito mettere in rilievo l’attenzione alla dimensione di coppia. Con la legge 40/2004 si esce fuori dall’ottica in cui solo la donna è colei che porta avanti la gravidanza e l’uomo è colui che la accompagna e la sostiene, in un ruolo apparentemente marginale.

cottonbro- Pexels


In cosa uno psicologo può essere d’aiuto?

In questo particolare momento in cui la coppia si trova ad affrontare tale iter, l’assistenza psicologica appare una risorsa fondamentale, soprattutto per:

  • favorire il processo di accettazione, adattamento e reazione al “problema”
  • facilitare la costruzione di una relazione terapeutica con l’equipe medica curante
  • sostenere la coppia sul piano emotivo, aiutandola a confrontarsi col senso di frustrazione provato per la difficoltà ad avere un figlio
  • riconoscere le proprie emozioni e acquisire un atteggiamento più consapevole nei confronti del percorso di PMA
  • affrontare le eventuali problematiche sessuali derivanti dal fatto stesso che ci sia una programmazione dei rapporti.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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