Gravidanza e maternità
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Sfide e risorse per mamme single

Sfide e risorse per mamme single
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Carmela Piccolo
Redazione
Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
7.6.2021

Negli ultimi anni lo scenario delle famiglie è notevolmente cambiato. Questo ci spinge spesso a considerare nuovi modi di fare famiglia, tra nuove sfide e risorse, limiti e possibilità. L’idea di una nuova normalità familiare ci porta a considerare le differenze legate alle diverse appartenenze culturali o alla monogenitorialità. In questo articolo approfondiremo le sfide e le risorse delle mamme single.

La famiglia monogenitoriale

Il termine “monogenitoriale”, in passato, si riferiva unicamente alla presenza nel nucleo familiare di un solo genitore che, rimasto solo a causa di una vedovanza, si occupava della cura dei figli. Oggi, il suo significato, si rifà anche alle caratteristiche di nuclei familiari formati in seguito a separazioni e a nuclei familiari costituiti da madri nubili e figli. Al concetto di monogenitorialità, viene data quindi una connotazione più ampia che racchiude nuove forme strutturate a partire da percorsi diversificati. Una famiglia monogenitoriale può essere composta da:

  • genitori separati;
  • genitori rimasti vedovi;
  • madri nubili e figli;
  • donne o uomini che decidono di adottare.

Qual è la differenza tra nucleo familiare e famiglia?

Per nucleo familiare intendiamo persone che vivono nello stesso luogo fisico e che sono unite da legami familiari. Per famiglia si intende il vasto sistema di relazioni familiari indipendentemente dalla condivisione dello spazio fisico, ovvero dal vivere nella stessa abitazione.

Con il termine famiglia monogenitoriale ci riferiamo a quelle situazioni, ad esempio, in cui persone single hanno deciso di adottare, o ai casi in cui una donna ha un figlio da un partner con cui non ha più rapporti.

Le famiglie dopo una separazione o un lutto

Nei casi di separazione, sebbene uno dei due coniugi non viva più insieme all’altro partner e ai figli, la famiglia continua ad esistere con nuovi modi e forme. In tal caso la monogenitorialità è riferita al nucleo familiare.

In presenza di un lutto non si può propriamente parlare di famiglia monogenitoriale, ma di famiglie simbolicamente “bigenitoriali”. Il genitore defunto continua a vivere attraverso il ricordo elaborato dai cari che restano e, seppur in maniera indiretta, l’amato che è venuto a mancare continua ad avere un posto simbolico nei legami familiari.

Keira Burton - Pexels

La rete di sostegno delle madri single: dalla famiglia d’origine alle amicizie

In queste famiglie, spesso, sono i nonni materni a fungere da supporto alle funzioni genitoriali. Tale sostegno però, se da un lato permette al genitore singolo di poter pianificare la vita quotidiana anche rispetto agli impegni lavorativi, dall’altro può essere quel “troppo” che non permette di organizzarsi in maniera indipendente. Spesso accade, inoltre, che i modelli educativi del genitore sono in opposizione con quelli dei nonni.

Nella rete di sostegno extra familiare, ci sono poi le amicizie. Le reti amicali permettono di non isolarsi, ma di sostenersi, confrontarsi e prendersi cura anche di sé. Gli amici, insomma, sono un dono prezioso! Tale capacità di rapportarsi con la rete di sostegno così ampia, permette uno sviluppo funzionale della genitorialità, senza perdere la propria identità di famiglia.

Le sfide delle madri single

I mutamenti sociali dei nostri tempi rendono la scelta della maternità più consapevole. Un tempo, le madri nubili venivano giudicate negativamente mentre oggi è possibile godere di una prospettiva più ampia che considera una madre nubile:

  • impegnata nella cura;
  • lavoratrice;
  • attenta alle esigenze dei propri figli;
  • aperta al dialogo.

Crescere come genitore unico i propri figli vuol dire anche accogliere domande come: “Chi è mio padre?”, “Dove è mio padre?”. In questa sfida si racchiude la capacità di attraversare ed elaborare la propria storia, per aiutare i figli a trovare un significato in questa assenza.

Questa consapevolezza e, soprattutto, la necessità di costruire un significato che risulti accettabile per il figlio, può essere particolarmente difficile da sostenere. Si può infatti provare un senso di smarrimento e sentirsi sole pensando di essere le uniche responsabili della cura e dell’educazione dei figli. A volte ci si può sentire pervase:

  • da un senso di fallimento;
  • dal timore di non riuscire, da sole, a dare ai propri figli ciò di cui hanno bisogno sia sul piano materiale sia su quello psicologico;
  • dalla paura di venir loro a mancare.

Si avverte la responsabilità del doppio ruolo materno e paterno e ci si preoccupa di riuscire a mantenere quella autorevolezza necessaria per una adeguata educazione.  Accogliere le proprie insicurezze e anche le proprie certezze è importante, mentre cercare un sostegno nei casi di difficoltà può aiutare ed essere un’opportunità di crescita, confronto e condivisione.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.

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