Salute mentale

Il Digital Wellbeing Report: Come i social media influenzano la salute mentale in Italia

Il Digital Wellbeing Report: Come i social media influenzano la salute mentale in Italia
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
2.12.2025
Ultimo aggiornamento il
2.12.2025
Il Digital Wellbeing Report: Come i social media influenzano la salute mentale in Italia
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I social media fanno parte della vita quotidiana del 94% degli adulti italiani, che trascorrono in media 12 ore e 18 minuti a settimana su queste piattaforme, secondo un recente sondaggio di Unobravo. Da un lato, offrono uno spazio per connettersi, costruire comunità e mantenere relazioni a distanza.

Tuttavia, accanto a questi benefici, i social media possono anche creare pressioni e influenzare il benessere personale e professionale. In alcuni casi, l’uso eccessivo può portare a forme di dipendenza dai social media, evidenziando la necessità di equilibrio e consapevolezza.

Per esplorare queste dinamiche, Unobravo ha creato il Digital Wellbeing Report, intervistando oltre 1.500 italiani sul tempo trascorso sui social media e l’atteggiamento verso di essi. I risultati mostrano come il comportamento online influenzi la salute mentale, l’autostima e le relazioni. La psicoterapeuta e Clinical Director Dott.ssa Valeria Fiorenza Perris condivide inoltre alcune indicazioni basate e per costruire un rapporto più sano con i social media.

L’impatto dei social media sul benessere mentale

Il report rivela che gli effetti psicologici dei social media non sono uniformi tra le generazioni. I giovani adulti, in particolare quelli tra i 25 e i 34 anni, sono più propensi a dichiarare che le piattaforme danneggiano il loro benessere mentale. In questo gruppo, il 40% riporta che i social media influenzano negativamente la loro salute mentale, e il 30% afferma che aumentano stress o ansia. Al contrario, solo l’11-20% degli adulti dai 35 anni in su riferisce lo stesso effetto.

Questa divisione generazionale suggerisce che l’impatto dei social media aumenta con la frequenza d’uso: più tempo si trascorre online, maggiore è il costo emotivo. Sebbene i 18-24enni mostrino livelli leggermente inferiori di disagio (il 24% riporta un impatto negativo), il trend indica comunque una vulnerabilità più alta tra gli utenti digitali più attivi.

Un dato chiave è l’effetto “confronto”. Scrollare gli aggiornamenti di amici, familiari e influencer è divertente, ma può anche creare standard irrealistici di successo, aspetto e felicità. Tra i giovani adulti, il 34% ammette di confrontarsi con gli altri online, e il 35% afferma che ciò influisce negativamente sulla propria autostima o immagine corporea. L’esposizione a contenuti idealizzati può distorcere la percezione di sé e aumentare i sentimenti di inadeguatezza.

I social media possono anche generare una pressione da prestazione. Circa il 34% degli italiani tra i 18 e i 34 anni si sente obbligato a presentare una versione “perfetta” di sé online, anche se non rispecchia la realtà. Un quarto riconosce che la propria identità online differisce da quella reale, una discrepanza che può portare a stanchezza emotiva e, nel tempo, a dipendenza dalla ricerca di validazione tramite like e commenti.

Ironia della sorte, uno strumento pensato per unire le persone può farle sentire isolate. Quasi un terzo (32%) degli utenti italiani di social media dichiara di sentirsi più solo dopo averli utilizzati e uno su tre (33%) afferma che hanno causato tensioni o conflitti nelle relazioni personali.

In modo incoraggiante, emergono segnali di consapevolezza. Quasi la metà (47%) dei rispondenti afferma che prendersi una pausa dai social media migliora il proprio benessere mentale, suggerendo che stabilire confini digitali, spesso indicati come digital detox, può ridurre lo stress e aiutare a ristabilire l’equilibrio emotivo.

Quanto tempo trascorrono davvero gli italiani sui social media?

Gli italiani tra i 18 e i 34 anni si distinguono come i più attivi sui social media. Oltre la metà (51%) in questa fascia d’età afferma di trascorrere più tempo del previsto sulle piattaforme, mostrando quanto sia facile perdere la cognizione del tempo durante lo scrolling. Quasi sei su dieci (57%) restano svegli fino a tardi scorrendo i feed, anche quando sono stanchi e il 44% li controlla appena si sveglia. Queste abitudini possono interrompere i cicli del sonno e aumentare l’ansia mantenendo il cervello in uno stato di costante stimolazione.

Nonostante questi effetti, molti italiani considerano i social media indispensabili. Quasi la metà (47%) dei 18-34enni li ritiene essenziali per rimanere aggiornati su notizie e trend, suggerendo che, anche quando mettono a dura prova il benessere mentale, molti si sentono incapaci di disconnettersi.

In tutte le fasce d’età, gli italiani trascorrono oltre 12 ore e 18 minuti a settimana sui social media. Le donne (12 ore e 48 minuti) dedicano circa un’ora in più rispetto agli uomini (11 ore e 42 minuti). I giovani adulti tra i 18 e i 24 anni superano di gran lunga la media nazionale, trascorrendo circa 21 ore a settimana, quasi un quinto del loro tempo di veglia. Gli adulti più anziani (65+) spendono circa sette ore, il che evidenzia quanto l’uso dei social media sia profondamente radicato nella vita quotidiana delle generazioni più giovani.

Le piattaforme social più popolari in Italia

Se gli italiani trascorrono più di 12 ore a settimana sui social media, quali piattaforme occupano la maggior parte del loro tempo?

Facebook e YouTube restano le piattaforme più utilizzate, con quasi tre ore settimanali ciascuna. Segue Instagram con 2,3 ore, mentre TikTok rappresenta circa 1,6 ore di utilizzo settimanale.

Tuttavia, i modelli d’uso variano significativamente per età. Tra i 18-24enni, TikTok e Instagram dominano. I giovani italiani trascorrono in media 5,4 ore su TikTok e 4,7 ore su Instagram, coprendo quasi la metà del loro tempo totale online.

Tra gli adulti di 25-34 anni, l’uso di TikTok scende a 2,4 ore a settimana, e a 2 ore tra i 35-44enni, confermando che il maggior utilizzo della piattaforma è da parte della generazione più giovane.

Le città italiane che utilizzano di più i social media

Palermo è in cima alla classifica, con i residenti che trascorrono in media 15 ore e 54 minuti a settimana sui social media, l’equivalente di circa 35 giorni interi all’anno. Il tempo dedicato si concentra principalmente su Facebook (4,9 ore a settimana) e YouTube (3 ore), suggerendo una preferenza per contenuti video e piattaforme basate sulla community.

Segue Reggio Calabria con 14 ore e 24 minuti a settimana, dove i residenti dedicano circa 3 ore ciascuno soltanto a Facebook e Instagram. Napoli si piazza terza con 14,1 ore settimanali.

In fondo alla classifica, città come Torino, Padova e Milano registrano il minor tempo trascorso sui social media, mediamente tra 7 e 9 ore a settimana, meno della metà rispetto a Palermo.

L’uso dei social media durante l’orario di lavoro

I dati rivelano che il 74% degli italiani trascorre del tempo sui social media per motivi personali mentre lavora. In media, i dipendenti passano circa 20 minuti al giorno sui social media durante l’orario di lavoro per attività non lavorative, equivalenti a circa 1,6 ore a settimana o circa 10 giorni lavorativi all’anno spesi sui social media per motivi personali.

I livelli più alti di attività si registrano nei settori marketing, pubblicità e PR, oltre che nella sanità e assistenza sociale, dove i professionisti trascorrono circa 2,7 ore a settimana sui social media. Al contrario, lavoratori in ambito legale, formazione e trasporti riportano i livelli più bassi, circa un’ora settimanale.

Gli studenti, invece, trascorrono molto più tempo sui social media durante il giorno, circa 3,6 ore a settimana quando dovrebbero concentrarsi sugli studi.

Interessante notare che, sebbene le donne tendano a usare i social media di più in generale, sono gli uomini a dichiarare di passarvi leggermente più tempo durante l’orario lavorativo per attività non professionali.

Se lo scrolling occasionale può offrire brevi momenti di sollievo o connessione sociale, questi risultati suggeriscono che i social media sono diventati una parte routinaria della vita lavorativa di molti, sfumando il confine tra concentrazione professionale e distrazione digitale.

Le fake news alimentano l’ansia degli italiani

In un mondo iperconnesso, l’informazione si diffonde più rapidamente che mai… e lo stesso vale per la disinformazione. Il flusso costante di contenuti può risultare opprimente, e la crescente presenza di fake news rende sempre più difficile distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è, contribuendo a livelli più alti di stress e ansia tra gli utenti dei social media.

Il report rivela che quasi la metà degli italiani (49%) è preoccupata per l’impatto delle fake news sui social media. Se il 30% si sente sicuro nell’identificare contenuti generati da AI o fuorvianti, il 42% ammette che l’esposizione a informazioni false ha indebolito la fiducia negli altri o nelle istituzioni, evidenziando il profondo impatto psicologico della disinformazione.

Le fake news possono riguardare quasi ogni argomento, ma alcune aree risultano particolarmente colpite.

I rispondenti identificano i consigli di risparmio e finanziari (33%) come più facilmente fuorvianti. L’accessibilità delle piattaforme online consente quasi a chiunque di condividere “consigli” finanziari, di cui gli utenti si fidano spesso senza verificarne la fonte, a volte con conseguenze di stress o perdita economica.

Seguono i contenuti politici (28%), con molti italiani esposti frequentemente a post distorti o manipolatori. Il ruolo dei social media nella formazione dell’opinione pubblica significa che anche piccole inesattezze possono contribuire alla polarizzazione e alla sfiducia.

La disinformazione su salute e benessere è diffusa: oltre un quarto (27%) dei rispondenti dichiara di aver visto affermazioni false o fuorvianti su questi temi, dai “wellness hacks” non verificati a consigli inaccurati sulla salute mentale.

Questi dati evidenziano l’importanza di affidarsi a professionisti qualificati, come gli psicologi online di Unobravo, per informazioni accurate e basate su evidenze che supportino fiducia in sé e benessere mentale.

Strategie pratiche per un uso più sano dei social media

Sebbene oltre la metà (51%) degli italiani ritenga che le aziende proprietarie dei social media siano responsabili della protezione della salute mentale degli utenti, le piattaforme non sono ancora all’altezza. Infatti, oltre un terzo (38%) dei 18-34enni ammette che prenderebbe in considerazione di parlare con uno psicologo per problemi legati all’uso dei social media.

Se c’è ancora margine di miglioramento da parte delle piattaforme, gli individui possono adottare piccoli passi pratici per creare un rapporto più sano con i social media. La Dott.ssa Valeria Fiorenza Perris condivide alcune strategie che ne favoriscono un uso più consapevole.

Stabilisci confini e gestisci il tempo sui social media

Il tempo passato a scrollare può facilmente superare quello che si intendeva trascorrere. Stabilire limiti di tempo quotidiani aiuta a mantenere equilibrio e può avere un effetto positivo sull’umore e sul benessere. Diverse ricerche suggeriscono che mantenerne l’uso sotto i 30 minuti al giorno può migliorare la soddisfazione nella vita e ridurre i livelli di stress.

Limitare l’esposizione allo schermo prima di dormire è altrettanto importante, poiché la luce blu può interferire con il riposo e influenzare la salute mentale nel tempo. Disattivare le notifiche non essenziali può anche ridurre l’impulso a controllare le app ripetutamente durante la giornata.

Cura un feed che supporti il benessere

Il flusso costante di informazioni, spesso negative, può influenzare l’equilibrio emotivo. Seguire intenzionalmente account che promuovono apprendimento, connessione o che ci incoraggino a coltivare i nostri interessi concretamente, può aiutare a proteggere il benessere mentale e rendere i social media uno spazio più positivo.

Interagisci per connetterti, non per confrontarti

Il confronto sociale è un comportamento naturale, ma negli ambienti online spesso è amplificato. E’ importante ricordare che la maggior parte dei contenuti sui social media è modificata o condivisa selettivamente e raramente riflette la realtà quotidiana. Concentrarsi su interazioni genuine, commentando, condividendo o connettendosi con amici e familiari, aiuta a riformulare i social media come uno spazio di comunicazione piuttosto che di competizione.

Nota metodologica

Per realizzare il Digital Wellbeing Report, Unobravo ha sondato oltre 1.500 italiani, analizzando le loro abitudini e comportamenti sui social media per esplorare come queste piattaforme influenzino il benessere mentale e il modo in cui le persone interagiscono tra loro.