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Psicologia dell’adolescenza
5
minuti di lettura

Adolescenti e genitori in equilibrio tra appartenenza e separazione

Adolescenti e genitori in equilibrio tra appartenenza e separazione
Valentina Maggiorelli
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
2.12.2025
Adolescenti e genitori in equilibrio tra appartenenza e separazione
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L’adolescenza è una tappa dello sviluppo che può spaventare e confondere gli adulti, spesso preoccupati su come entrare in contatto con i figli senza invadere il loro spazio, consapevoli di dover affrontare un periodo complesso per il quale si sentono talvolta impreparati.

In questa delicata fase del ciclo di vita, i figli sono chiamati ad assolvere un compito importante:

  • definire la propria identità
  • separarsi dai genitori per raggiungere una condizione di autonomia.

La famiglia d’origine riveste un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’adolescente, che si trova in una posizione intermedia: non ancora completamente autonomo, ma ormai troppo grande per dipendere totalmente dalle proprie figure di riferimento.

Questa fase di cambiamenti può essere vista come un’impresa congiunta tra genitori e figli, il cui scopo è la separazione e individuazione rispetto al sistema familiare. Durante la rapida crescita degli adolescenti, le interazioni dinamiche con i genitori e la capacità di tollerare conflitti e tensioni ambivalenti favoriscono lo sviluppo di una nuova identità sia per gli adolescenti che per i genitori (Moon & Bahn, 2022).

Cosa significa trovare l’equilibrio tra appartenenza e separazione?

La ricerca di un equilibrio tra il senso di appartenenza alla propria famiglia e il bisogno di scoprire una propria identità autonoma è un processo che accompagna tutta la vita. L’adolescenza rappresenta il momento in cui:

  • si sperimentano i primi tentativi di svincolo dalla propria famiglia
  • i giovani si mettono alla prova rispetto al mondo esterno
  • i genitori sono chiamati a lasciare spazio e a tollerare questi movimenti di allontanamento e riavvicinamento dei figli.

La possibilità dell’adolescente di separarsi dalla propria famiglia d’origine dipende dalla capacità di sperimentare una sana dipendenza. Questo processo di differenziazione implica il rispondere di sé stessi in termini di pensiero, emozioni e azioni, mantenendo però un saldo riferimento alla comune appartenenza alla propria storia familiare.

È importante sottolineare che, in situazioni particolari come quella dei gemelli, se la reciproca identificazione non è seguita da una graduale separazione, può verificarsi una confusione di identità e un ritardo nello sviluppo dell’io (Brustia, n.d.). In questo modo, sarà possibile sviluppare autonomia: la capacità di distinguere tra sé e l’altro e di mettersi nei panni di chi ci sta accanto.

Quali sono i compiti dei genitori e quali quelli dei figli?

Se i figli sono chiamati ad abbandonare le sicurezze infantili per rivolgersi verso l’esterno, i genitori devono affrontare sentimenti di vuoto e incertezza legati:

  • alla separazione
  • al reinvestimento sulla coppia coniugale
  • all’invecchiamento della generazione.

L’obiettivo della famiglia è evitare lo stallo intergenerazionale: i figli dovrebbero progredire nel passaggio alla vita adulta assumendosene la responsabilità, mentre i genitori dovrebbero passare dalla generatività parentale a quella sociale, per rinforzare positivamente la generazione cui i figli appartengono.

‍Cosa accade quando non si raggiunge un equilibrio?

Il mancato raggiungimento dell’equilibrio tra “l’aver bisogno dei genitori” (dipendenza) e la curiosità nei confronti dell’uomo e della donna che sono stati i propri genitori (separazione) può manifestarsi in modi diversi. La separazione-individuazione adolescenziale si colloca su un continuum che va da un esito terapeutico e funzionale, in cui l'adolescente riesce a sviluppare un senso di sé pur rimanendo membro attivo della famiglia, fino a un esito disfunzionale caratterizzato da comportamenti dirompenti, rifiuto delle norme familiari e sociali e persino rischio di suicidio (Daniels, 1990).

In questo contesto, ci sono persone che effettuano un taglio netto con la propria famiglia: appaiono indipendenti e autonome, ma in realtà hanno un forte bisogno di dipendere dall’altro, pur essendone spaventate, e probabilmente ricercheranno nel partner qualcuno che possa colmare il loro dolore; e persone che restano cronicamente “imprigionate” nel ruolo di figli, dipendendo emotivamente dalla propria famiglia d’origine.

Flora Westbrook - Pexels

La famiglia e la richiesta di supporto psicologico

La famiglia può arrivare a richiedere una terapia per un figlio che, con i suoi sintomi, sta mettendo a rischio l’armonia e l’equilibrio del nucleo familiare. Questo momento, vissuto spesso con ansia e preoccupazione, rappresenta in realtà una preziosa occasione per:

  • confrontarsi rispetto ai bisogni inespressi e alle reciproche aspettative;
  • dare voce ad ogni componente della famiglia in un contesto protetto e sicuro.

Come può aiutarti la psicoterapia?

Nella psicoterapia sistemico relazionale, attraverso la ri-narrazione della storia familiare, è possibile riscrivere il passato nel momento presente, attivando e promuovendo così il cambiamento. Per comprendere l’adolescenza in ottica sistemica è fondamentale:

  • non considerare questa fase di crescita individuale e familiare come una malattia;
  • tenere sempre presente il forte bisogno dei ragazzi sia di separarsi che di appartenere.

L’adolescente è un prezioso membro della famiglia, depositario della propria storia familiare, e va ascoltato in terapia come soggetto competente. È quindi importante non stigmatizzare mai come patologico il fisiologico comportamento adolescenziale.

Le radici teoriche della separazione e individuazione: i contributi di Mahler, Winnicott, Bowen e Andolfi

Il concetto di separazione e individuazione in adolescenza trova le sue radici in alcune delle teorie più influenti della psicologia dello sviluppo e della famiglia. Comprendere questi riferimenti aiuta a dare profondità e senso ai cambiamenti che avvengono in questa fase.

  • Margaret Mahler, psichiatra infantile, ha descritto la separazione-individuazione come un processo che inizia nei primi anni di vita e si riattiva in adolescenza. Secondo Mahler, l'adolescente deve "ri-separarsi" dai genitori per costruire una propria identità, mantenendo però un legame affettivo di base.
  • Donald Winnicott, pediatra e psicoanalista, ha sottolineato l'importanza di un ambiente "sufficientemente buono" che permetta al giovane di sperimentare la propria autonomia senza sentirsi abbandonato. Il genitore, secondo Winnicott, deve essere presente ma non invadente, offrendo uno spazio sicuro per l'esplorazione.
  • Murray Bowen, psichiatra e pioniere della terapia familiare, ha introdotto il concetto di differenziazione del sé: la capacità di restare emotivamente connessi alla famiglia pur mantenendo le proprie idee e sentimenti. In adolescenza, un buon livello di differenziazione permette di affrontare i conflitti senza sentirsi sopraffatti o costretti a "tagliare i ponti".
  • Maurizio Andolfi, psichiatra e terapeuta familiare, ha evidenziato come la famiglia sia un sistema in cui il processo di separazione e individuazione coinvolge tutti i membri. Secondo Andolfi, il compito dei genitori è favorire la crescita dei figli accettando il cambiamento dei ruoli e dei confini familiari.

Questi contributi teorici sottolineano che la separazione e individuazione non è un evento isolato, ma un percorso complesso che richiede equilibrio tra autonomia e appartenenza.

Kampus Production - Pexels

Separazione fisica e separazione psichica: una distinzione fondamentale

Nel percorso di crescita adolescenziale, può essere utile distinguere tra separazione fisica e separazione psichica.

  • Separazione fisica: si riferisce ai comportamenti visibili, come passare più tempo fuori casa, frequentare nuovi ambienti o richiedere maggiore privacy. Questi segnali sono spesso i primi a essere notati dai genitori.
  • Separazione psichica: riguarda la capacità dell'adolescente di sviluppare pensieri, emozioni e valori propri, anche se diversi da quelli familiari. Questo processo avviene "dentro" la persona e può non essere immediatamente evidente.

La differenziazione emotiva è un aspetto centrale della separazione psichica: significa riuscire a sentire e pensare in modo autonomo, pur restando in relazione con la famiglia. Un adolescente può essere fisicamente lontano ma ancora molto dipendente emotivamente, oppure vivere in casa e avere già sviluppato una forte autonomia interiore.

Riconoscere questa distinzione può aiutare genitori e figli a comprendere che la vera crescita non si misura solo con l'indipendenza pratica, ma soprattutto con la capacità di essere se stessi anche all'interno delle relazioni più significative.

Dinamiche familiari che possono favorire o ostacolare la separazione e individuazione

Il modo in cui una famiglia gestisce i confini e i ruoli può facilitare o rendere più difficile il processo di separazione e individuazione in adolescenza. Il successo di questo processo è influenzato non solo dalla flessibilità dei confini familiari, ma anche dalla presenza di conflitti familiari, dalla qualità della relazione genitoriale e dal completamento di precedenti compiti evolutivi (Daniels, 1990). Le famiglie che sanno adattare le regole e i limiti in base all'età e alle esigenze dei figli, mostrando confini chiari e flessibili, favoriscono l'autonomia; al contrario, un controllo genitoriale eccessivo può limitare il successo del processo di individuazione negli adolescenti (Quintana & Lapsley, 1990). Un confine troppo rigido può soffocare la crescita, mentre uno troppo labile può generare insicurezza.

Quando i genitori mantengono una posizione di guida coerente ma sono disposti a rinegoziare alcune regole, l'adolescente si sente sostenuto nel suo percorso di differenziazione. Inoltre, la possibilità di una comunicazione aperta, in cui si possono esprimere emozioni, dubbi e desideri senza paura di giudizio, aiuta i ragazzi a esplorare la propria identità in un clima di fiducia. Al contrario, dinamiche come la fusione emotiva (dove i confini tra genitori e figli sono poco definiti) o la rigidità eccessiva (dove ogni tentativo di autonomia viene vissuto come una minaccia) possono ostacolare il processo di individuazione, portando a conflitti o a una dipendenza prolungata.

Segnali di differenziazione e suggerimenti pratici per i genitori

Durante l'adolescenza, alcuni comportamenti possono essere letti come segnali di un processo di differenziazione in atto:

  • Omissioni o piccole bugie: spesso i ragazzi evitano di condividere tutto con i genitori per proteggere la propria privacy e sperimentare autonomia. Questo non va necessariamente interpretato come mancanza di fiducia, ma come un tentativo di costruire uno spazio personale.
  • Predilezione per il gruppo dei pari: il desiderio di trascorrere più tempo con gli amici è un segnale di separazione funzionale, che permette all'adolescente di confrontarsi con valori e regole diversi da quelli familiari.
  • Espressione di opinioni divergenti: quando un figlio inizia a manifestare idee o gusti differenti rispetto alla famiglia, sta esercitando la propria capacità di pensare in modo autonomo.

Per sostenere questo processo senza ostacolarlo, i genitori possono:

  • Accogliere i cambiamenti: mostrare apertura verso le nuove esigenze dei figli, anche se possono sembrare distanti dalle proprie aspettative.
  • Favorire il dialogo: mantenere una comunicazione rispettosa e non giudicante, che permetta ai ragazzi di sentirsi ascoltati.
  • Riconoscere i propri limiti: accettare che il percorso di separazione può generare ansia o senso di perdita anche nei genitori, e che chiedere supporto è un segno di cura verso se stessi e la famiglia.

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