Psicologia dell’adolescenza
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L’ansia in adolescenza

L’ansia in adolescenza
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Marcello Delmondo
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Psicoanalitico
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
10.5.2024

L'adolescenza rappresenta un periodo critico caratterizzato da profonde trasformazioni che investono non solo l’aspetto fisico, ma anche la sfera emotiva e cognitiva. 

In questo articolo esploreremo l'ansia in adolescenza e l'impatto che può avere sul benessere giovanile, senza dimenticare quale può essere il tipo di supporto fornito dalla terapia psicologica e le strategie di gestione dell'ansia rivolte agli adolescenti.

Adolescenza e ansia

Nel Nuovo dizionario di psicologia. Psichiatria, psicoanalisi, neuroscienze, Galimberti definisce il termine adolescenza come “[...] utilizzato in psicologia in due accezioni: a) come fase cronologica compresa tra la pubertà e la maturità; b) come modalità ricorsiva della psiche i cui tratti (incertezza, ansia per il futuro, irruzione di istanze pulsionali, bisogno di rassicurazione e insieme di libertà) possono ricorrere più volte nell’esperienza della vita. 

In entrambe le accezioni il motivo conduttore è rappresentato dal concetto di trasformazione che comporta mutamenti a diversi livelli: Sessualità, Cognizione, Identità, Moralità e Socialità”. 

I cambiamenti fisici e psicologici in adolescenza rendono dunque questo periodo, per citare il titolo di un libro degli studiosi A. Fonzi e G. V. Caprara sul tema,  una vera e propria “età sospesa”. 

Secondo Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra e psicoterapeuta, i principali compiti evolutivi dell’adolescente sono 3:

  • soggettivazione: individuazione, costruzione di una propria identità nella separazione dalla propria famiglia (valori, norme) e dalla propria infanzia
  • costruzione di un’immagine del corpo nuovo e definizione della propria identità e sessualità 
  • costruzione di nuovi legami sociali e affettivi: coppia, gruppo di amici.
adolescenza e ansia
Cottonbro - Pexels

Ansia in adolescenza, angoscia, panico e altre storie…

Ansia, angoscia, spesso anche i termini possono creare confusione e dubbio. Galimberti viene in nostro soccorso per provare a fare chiarezza:

“Gli psichiatri preferiscono parlare di ‘ansia’ in riferimento ai soli aspetti psichici dell’emozione in questione, mentre impiegano il termine ‘angoscia’ quando in concomitanza si hanno manifestazioni somatiche talvolta particolarmente vistose. 

C’è inoltre chi considera l’angoscia come uno stadio più grave dell’ansia, e chi mantiene tra le due parole una rigorosa distinzione, perché interpreta l’ansia come una condizione fisiologica e psicologica in sé non anormale e in alcuni casi utile per il conseguimento di un obiettivo, e l’angoscia come l’espressione nevrotica o psicotica dell’ansia”.  

Già Freud (1926) aveva effettuato la distinzione tra l’angoscia automatica che si genera in relazione a un pericolo reale e il segnale d’angoscia, che si attiva invece di fronte a una minaccia di pericolo preparando ad affrontarlo. 

L’attivazione neurovegetativa sul versante somatico (produzione di adrenalina e modificazione dell’assetto neurofisiologico indispensabile a garantire la reazione di attacco e fuga) è quella necessaria ad affrontare nel minor tempo possibile un pericolo.

Nella realtà il pericolo tuttavia non esiste o non è comunque commisurato alla tipologia di reazione che viene messa in atto. Come mettono in evidenza De Masi (2004) e Gabbard (2007) ci possono essere delle predisposizioni a livello genetico capaci di determinare una maggiore sensibilità agli stimoli e quindi una vulnerabilità agli attacchi di panico

La riflessione psicoanalitica permette però di ipotizzare che non sia solamente una questione di predisposizione genetica e come scrive De Masi (2004, p.323) “la predisposizione "costituzionale" all'ansia tende, oggigiorno, a essere intesa in termini di relazioni mancanti, distorte o fallite, piuttosto che in termini di caratteristiche istintuali”.

A ogni adolescente la sua ansia?

Nel DSM-5 sono classificati i seguenti disturbi d’ansia:

Come la psicologia dell’adolescenza ci insegna

  •  le trasformazioni fisiche (il corpo cambia, iniziano a circolare gli ormoni che modificano fisico e psiche con la pubertà e la comparsa di rinnovate pulsioni sessuali)
  • l’integrazione dell’identità sessuale in relazione a orientamento sessuale (sesso dal quale si è attratti)
  • l’identità di genere (nel caso in cui l’evoluzione dell’identità di genere non sia allineata con il sesso biologico si parla di disforia di genere
  • il cambiamento dell’assetto cognitivo con la possibilità di sviluppare pensiero ipotetico e astrazione
  • l’affermazione di nuovi compiti evolutivi (una sorta di strabismo per cui con un occhio si guarda al mondo dei pari e con uno a quello adulto) utili ad acquisire elementi per la costruzione della propria identità, fanno sì che anche nella genesi dell’ansia nell’adolescenza alcune dimensioni prevalgano.
sintomi ansia in adolescenza
Cottonbro - Pexels

Ansia in adolescenza: i sintomi principali

La galassia di manifestazioni dell’ansia in adolescenza è variegata e coinvolge spesso il corpo oltre che la mente.

In particolare, la tematica della separazione declinata a diversi livelli (quella da corpo infantile, quella dal nucleo familiare, quella eventuale dai contesti amicali della fanciullezza) porta in scena la tematica del lutto e la sua elaborazione (Charmet, 2000). 

L’idea di separarsi dalle figure di attaccamento può portare a temere il confronto con gli amici, l’uscita dal proprio ambiente domestico-familiare, la frequenza del contesto scolastico.

Le aspettative dei genitori e degli insegnanti rispetto alle prestazioni scolastiche e sportive possono  creare l’obbligo di sentirsi all’altezza rispetto allo sguardo dell’altro che scolpisce in modo esigente l’immagine da esibire, con una conseguente insorgenza di ansia sociale in adolescenza

Si possono inoltre sviluppare fobie legate ad ambiti sociali specifici come, per esempio, quello scolare con fenomeni di ritiro. Spesso sono ragazzi e ragazze che apparentemente non presentavano grandi problemi in ambito didattico ad andare in crisi faticando a recarsi a scuola e chiudendosi gradualmente in camera. 

I disturbi d'ansia in adolescenza legati al panico sono molto frequenti in quel variegato universo di sintomi indifferenziati e fondamentalmente somatici che, tramite il corpo, cercano di esprimere una sofferenza altra (palpitazioni, tachicardia, vertigini, dispnea, sudorazione, tremori, sensazione di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea, brividi o vampate di calore, formicolio, derealizzazione o depersonalizzazione , paura di perdere il controllo, morire o impazzire). 

Non meno frequente può essere l’insorgenza di un disturbo ossessivo compulsivo caratterizzato da pensieri, immagini, impulsi intrusivi (ossessioni) che il soggetto tenta di ignorare e sopprimere con rituali e azioni (compulsioni) che hanno lo scopo di ridurre l’attivazione ansiosa.

Ossessioni e compulsioni possono spesso riguardare il corpo, arrivando a configurarsi come vera e propria dismorfofobia, ovvero alterazioni nella percezione del proprio corpo in relazione alle caratteristiche di una o più parti specifiche. Spesso ai disturbi d’ansia si associano disturbi depressivi e insonnia.

Ansia e stress in adolescenza

Lo stress è un fenomeno comune a tutti gli esseri viventi e riguarda l’insieme di reazioni adattive a eventi potenzialmente dannosi, difficili, o a compiti da affrontare. Quando le richieste del compito o della situazione non sono commisurate alle risorse individuali (reali o percepite) si genera il distress e da adattiva la risposta si trasforma in potenzialmente patogena. 

L’adolescenza presenta compiti evolutivi dalle elevate richieste. Se a questo si aggiunge una società che accentua la performance, che bandisce il fallimento, che alimenta l’ideale della perfezione, che richiede l’esibizione di un’immagine sempre perfetta, possiamo immaginare la pressione a cui si sentono esposti i ragazzi.

ansia adolescenza rimedi
Shkrabaanthony - Pexels

Ansia e adolescenza: quale trattamento?

Esistono dei rimedi per l’ansia in adolescenza? Quali possono essere gli strumenti per la gestione dell’ansia in adolescenza e per la cura dell’ansia in questa fase di vita? Esiste una terapia per l’ansia in adolescenza?

Le linee guida del National Institute for Health and Care Excellence orientano verso modelli stepped care (gli interventi si basano su livelli progressivi di intensità in base alla gravità della sintomatologia). 

  • Il primo livello prevede la valutazione e l’identificazione dei disturbi mentali comuni con un intervento di psicoeducazione che permetta di conoscere e familiarizzare con sintomi e interventi. Medici di medicina generale, psicologi possono essere consultati per un aiuto professionale nella valutazione della situazione
  • il secondo livello, che si attiva in presenza di disturbo d’ansia diagnosticato, prevede gruppi di auto-aiuto o psicoterapie individuali o di gruppo specifiche. Le tecniche di rilassamento, la mindfulness e le tecniche basate sulla respirazione possono essere utili strumenti per intervenire su stress e ansia. 

Il terzo livello, riguardante situazioni in cui il disturbo d’ansia impatta in modo importante sul funzionamento sociale, richiede psicoterapia o interventi combinati con terapia farmacologica. Da valutare con il medico l’eventuale introduzione di farmaci (benzodiazepine, ipnoinducenti).

Bibliografia

  • American Psychiatric Association, DSM-5 Task Force. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders: DSM-5™ (5th ed.). American Psychiatric Publishing, Inc.. https://dsm.psychiatryonline.org/doi/book/10.1176/appi.books.9780890425596
  • Caprara, G.V., Fonzi, A. (2000), L’età sospesa. Itinerari nel viaggio adolescenziale, Giunti Editore.
  • Charmet, G. (2000), I nuovi adolescenti. Padri e madri di fronte a una sfida, Raffaello Cortina Editore.
  • De Masi, F. (2004), The Psychodynamic of Panic Attack: a Useful Integration of Psychoanalysis and Neuroscience. International Journal of Psychoanalysis. 85, pp. 311-336.
  • Freud, S. (1925). Inibizione, Sintomo Angoscia. In Inibizione Sintomo e Angoscia e altri scritti (1924-1926). In Opere Vol. 10.
  • Gabbard, G.O. (2007), Psichiatria Psicodinamica, Quarta Edizione, Raffaello Cortina, Milano.
  • Galimberti, U. (2018), Nuovo Dizionario di Psicologia, Psichiatria, Psicoanalisi, Neuroscienze. Giangiacomo Feltrinelli Editore.
  • NICE (2014), Anxiety Disorders Quality Standard

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.

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