La dismorfofobia, conosciuta anche come “disturbo da dismorfismo corporeo”, viene definita dall’American Psychiatric Association come una condizione caratterizzata da eccessive e continue preoccupazioni per imperfezioni, non osservabili oggettivamente, che le persone percepiscono nel loro aspetto fisico.
La dismorfofobia colpisce l’1-2 % della popolazione e circa il 6-15% si sottopone a interventi di chirurgia estetica senza alcun beneficio, ma con la consequenziale tendenza a richiederne altri. Le preoccupazioni per il proprio aspetto fisico si possono focalizzare su qualsiasi parte del corpo, ma le aree principalmente colpite sono:
- la pelle
- il naso
- il peso
- gli occhi
- le gambe
- i denti.
Cause, sintomi e criteri diagnostici
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) la dismorfofobia rientra nello spettro del "Disturbo ossessivo complusivo e disturbi correlati" e non nelle fobie (come potrebbe erroneamente portarci a pensare il nome). I criteri diagnostici del disturbo da dismorfismo corporeo sono:
- preoccupazione per uno o più difetti percepiti nell’aspetto fisico, che non sono osservabili o appaiono agli altri in modo lieve
- comportamenti ripetitivi o azioni mentali in risposta a preoccupazioni legate all’aspetto
- disagio clinicamente significativo oppure menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o in altre aree importanti
- preoccupazione non giustificata per il grasso corporeo o il peso in un individuo i cui sintomi soddisfano i criteri diagnostici per un disturbo alimentare.

L’ossessione del corpo
La letteratura scientifica non fornisce una lettura univoca circa le cause del disturbo, ma il DSM-5 sottolinea come i fattori ambientali, ad esempio trascuratezza e abusi durante l’infanzia, possano essere considerati come elementi che facilitano l’insorgenza della dismorfofobia.
Il “sentirsi orribile” o “non giusto” diventa un pensiero intrusivo e ricorrente, tanto da occupare molte ore del giorno nel corso delle quali i soggetti:
- confrontano il loro aspetto fisico a quello degli altri;
- si guardano ripetutamente allo specchio per esaminarsi;
- usano trucchi e vestiti per nascondere le proprie imperfezioni;
- ricercano rassicurazioni riguardo a come appaiono.
A tali pensieri ricorrenti si associano stress, ansia e calo dell’umore, causati dall’intensa preoccupazione verso i propri difetti.
Sviluppo e comorbilità
La dismorfofobia solitamente insorge tra i 17 e i 18 anni di età, anche se i primi segnali possono manifestarsi già intorno ai 12-13 anni. Tale disturbo viene collegato al cambiamento fisico e rimanda al travaglio dell’identità: in altri termini, può essere considerato come una “simbolizzazione” attraverso il corpo dei conflitti legati al processo di separazione-individuazione.
Rivestono molta importanza, dunque, i processi attraverso i quali il soggetto giunge ad acquisire la propria identità, cioè il vissuto della propria immagine globale e la corrispondenza tra questa e il corpo che si ha in mente. Solitamente la dismorfofobia si presenta insieme ad altre problematiche come:
- la depressione
- la fobia sociale
- il disturbo ossessivo compulsivo
- i disturbi del comportamento alimentare
- i disturbi di personalità.

Curare la dismorfofobia
La psicoterapia rappresenta una strategia indispensabile per il trattamento del disturbo da dismorfismo corporeo. Nello specifico, la psicoterapia cognitivo-comportamentale e la psicoterapia psicodinamica si sono rivelate efficaci nel suo trattamento.