Crescita personale
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Come addomesticare la solitudine

Come addomesticare la solitudine
Come addomesticare la solitudinelogo-unobravo
Martina De Luca
Martina De Luca
Redazione
Psicoterapeuta Individuale e di Gruppo ad orientamento Psicoanalitico
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Unobravo
Pubblicato il


A tutti noi è capitato di fare i conti con la solitudine. C’è poi chi prova un senso di solitudine talmente forte da sentire malessere acuto. Se la nostra unicità ha un valore, a volte può essere anche un peso difficile da sostenere: il pensiero di essere soli ci sovrasta e possiamo provare l’angoscia di sentirci abbandonati. 

Da sentimento angosciante, però, sentirsi soli può trasformarsi in una condizione interna di benessere, frutto del contatto intimo con noi stessi e con la nostra unicità. La relazione psicoterapeutica può essere uno strumento utile per una persona il cui senso di solitudine è angosciante?


Presenza e assenza

La vita è piena di continue separazioni e ciò riattiva il nostro sentimento di solitudine. Fin dalla nascita facciamo i conti con la presenza e l’assenza dell’altro. Quando parlo di presenza-assenza non mi riferisco soltanto a separazioni o a perdite reali che hanno a che fare con la realtà esterna, ma anche a quelle vissute a livello fantasmatico, cioè riferite alla realtà psichica. Capita di dover fare i conti, per esempio, con la morte di una persona cara, con il trasferimento di un affetto in un’altra città, con la mancanza di un amico oppure con un grande cambiamento (come uscire da casa dopo la laurea e trovare lavoro). Possiamo abitualmente provare sentimenti di:

  • tristezza
  • rabbia
  • frustrazione
  • disperazione
  • abbandono. 

In altri casi, le reazioni possono anche sfociare in manifestazioni che vanno dall’ansia alla depressione o manifestazioni psicosomatiche di varia natura.

Separazione e perdita

Non sempre siamo consapevoli di cosa stiamo provando. Spesso ci sentiamo a disagio, soffriamo ma non sappiamo bene per chi e cosa. Questi sono i casi in cui l’angoscia agisce a livello inconscio e ci impedisce di stabilire apparentemente rapporti di causalità tra i fenomeni. Separazione e perdita vengono spesso sovrapposti, perché le fantasie di separazione tendono a confondersi con quelle di perdita e la separazione allora è vissuta come una perdita. In realtà, è preferibile parlare di:

  • separazione quando la perdita è provvisoria;
  • perdita quando questa ha un carattere definitivo, permanente

È anche vero che la separazione risveglia in noi la paura di una perdita definitiva. Perché accade?


La differenza tra il sentirsi soli e sentirsi abbandonati

Quando i pensieri relativi alla solitudine ci sovrastano, possiamo provare l’angoscia di sentirci abbandonati, frequente nel disturbo borderline di personalità. “Separarsi” assume due significati diversi in psicoanalisi. La separazione può essere vissuta:

  • nel contesto di una relazione in cui una persona ne lascia un’altra, con tutte le reazioni che accompagnano tale evento. In questo caso si può parlare di una condizione di separazione dall’altro;
  • come se perdendo l’altro perdessimo anche un po' noi stessi. È un vissuto di non-separatezza dall’altro, che può essere causa di sofferenza.
Burst - Pexels

Fare i conti con questa sofferenza vuol dire:

  • cercare di affrontare ed elaborare le angosce che nascono nel riconoscere la presenza dell’altro come separato da noi;
  • distinguere ciò che è più propriamente nostro da ciò che è più propriamente dell’altro;
  • scoprire la nostra identità distinguendola da quella dell’altro.

La solitudine “addomesticata"

Scoprirci soli nella nostra unicità è un passaggio che non sempre può essere compiuto serenamente, talvolta c’è bisogno dell’aiuto di un professionista. La relazione psicoterapeutica offre la possibilità di sperimentare ed elaborare le angosce che ad essa si accompagnano, aiutando la persona ad acquisire nel tempo un senso di autonomia. Allora la solitudine può essere “addomesticata” e diventare una risorsa preziosa a nostra disposizione e presupposto per apprezzare la relazione con l’altro.

La terapia può aiutarci a scoprire o ritrovare in noi ciò che non abbiamo mai acquisito o che possiamo aver perso perché eccessivamente angosciati dalla perdita:

  • fiducia in sé stessi e nell’altro
  • capacità di amare ed essere amati
  • forza e continuità interiori
  • maggiore autonomia e affermazione di sé.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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