Crescita personale
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La rabbia: maschera di altre emozioni

La rabbia: maschera di altre emozioni
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Clarissa Renna
Clarissa Renna
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Cognitivo Comportamentale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il


Quante volte ti sarai chiesto: a cosa servono le emozioni? Tutte le emozioni sono importanti, perché permettono di metterci in contatto con il mondo, coinvolgendo tutto il nostro corpo e dandoci informazioni su cosa ci sta capitando. Alcune persone non hanno una buona intelligenza emotiva e riscontrano difficoltà nell'entrare in contatto con le proprie emozioni, nel riconoscerle e dare loro un nome. Quando questo accade, una delle conseguenze potrebbe essere che un'emozione prende il posto di un'altra: ecco che la rabbia diventa maschera di altre emozioni.

Le emozioni ci comunicano che abbiamo un problema che richiede attenzione e risposta”, Darwin, L'origine delle specie, 1872


Perché la rabbia è considerata un’emozione “negativa”?

La rabbia è un sentimento primordiale, di base, determinato dall’istinto di difendersi per sopravvivere nell’ambiente in cui ci si trova. Possiamo dire, quindi, che la rabbia inizialmente ha una funzione adattiva. E allora quando si trasforma in un’emozione disadattiva?

Ci sono numerosi motivi per cui è possibile perdere la calma, come ad esempio percepire un ostacolo nel raggiungimento di un obiettivo personale o considerare un’altra persona responsabile di averci procurato un danno. Dunque, posso provare rabbia nei confronti di me stesso o degli altri, generando come risposta un pensiero e un comportamento disfunzionale, come ad esempio tirare un pugno o rompere un oggetto.

David Knox - Unsplash

Cosa può nascondersi dietro la rabbia?

Le esplosioni di rabbia ripetute nascondono una profonda sofferenza interiore. In molti casi le persone che si arrabbiano troppo sono particolarmente sensibili alle esperienze di perdita, rifiuto e abbandono. Alcune frasi, ti forniranno un esempio:

 “Perché tutti ce l’hanno con me?”

 “Perché tutti si comportano così?”

 “Perché gli altri non mi capiscono?”

Per questa ragione ogni minimo segnale di rifiuto o di disinteresse da parte di una persona significativa è in grado di innescare una sensazione di frustrazione, apatia, tristezza e rassegnazione, che si esprimono con rabbia e accuse (come è frequente nel disturbo borderline).

Se ci pensiamo bene, a farci arrabbiare non è mai l’evento in sé, ma l’interpretazione che diamo dell’evento. Chi non riesce a controllare la rabbia tende a leggere il comportamento delle persone in modo negativo e a volte esagerato, giungendo a delle conclusioni infondate che confermano i suoi peggiori timori.

Julien L - Unsplash

Rabbia: maschera di depressione, senso di colpa e vergona

Se pensiamo alla rabbia, possiamo pensare ad una maschera, un oggetto che non permette di vedere cosa si nasconde dietro. Questo è quello che accade quando proviamo rabbia e non capiamo quale sia il motivo, oppure non troviamo strategie per gestirla.

Ci troviamo imbrigliati nei soliti meccanismi di pensiero e comportamento, senza riuscire a capirne il motivo, ci trasformiamo in "martiri" arrivando a credere che tutto il mondo ci odi, che la vita sia ingiusta e che nessuno là fuori riconosca il nostro valore. Per questo motivo, dietro la rabbia potrebbero nascondersi:

  • depressione reattiva, spesso derivante dalla percezione di un fallimento irrimediabile in un proprio obiettivo, che non permette di organizzare nuove soluzioni; 
  • senso di colpa, provato quando si ha percezione di aver causato danno contro qualcuno o di aver violato norme morali;
  • vergogna, cioè la percezione di minaccia o danno per la propria immagine pubblica (perdere la faccia, brutta figura).

Senso di colpa, vergogna e depressione possono portare a difficoltà nel rapportarsi con gli altri: potresti pensare di vivere relazioni tossiche e sentirti impossibilitato nel raggiungimento dei tuoi obiettivi. Hai mai pensato “se mi sento in colpa, sto meglio”?

Sentirsi in colpa, paradossalmente, può dare sollievo quando diventa un modo per ricevere la compassione e il perdono dagli altri. Essere bloccati nel senso di colpa, sentirsi prigionieri, porta a evitare la fatica di affrontare quell’emozione spiacevole e modificare quei comportamenti di cui non ci sentiamo soddisfatti.


Come gestire la rabbia e le emozioni che si nascondono dietro di essa?

Andare dallo psicologo può essere il primo passo per imparare a gestire la rabbia.

Vediamo insieme cosa si può imparare a fare per gestire la rabbia e le emozioni che si nascondono dietro di essa: 

  1. Non dare la colpa agli altri : quando diciamo “Tu mi fai arrabbiare”, stiamo dando all'altra persona la responsabilità di un nostro stato emotivo. In altri termini, pensiamo che sia l’altra persona a farci arrabbiare, ma in realtà siamo noi in prima persona a reputare quel comportamento intollerabile.
  2. Ascolta i tuoi bisogni: prova a chiederti: “quale mio bisogno penso che l’altro non abbia rispettato?”
  3. Utilizza una comunicazione assertiva: prova a comunicare ciò di cui hai bisogno utilizzando questa formula: “Io mi sento……quanto tu….e vorrei che”. 

Così facendo, non solo esprimerai all’altro come ti senti e quale comportamento ti fa soffrire, ma avrai la concreta opportunità di poter soddisfare il tuo bisogno.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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