Disturbi psichici
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Il lutto complicato: le conseguenze di un lutto non elaborato

Il lutto complicato: le conseguenze di un lutto non elaborato
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Giulia Patanè
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
19.5.2022

La morte di una persona cara, con l’esperienza di lutto che ne consegue, è un evento inevitabile per ognuno di noi. Il lutto è una risposta fisiologica e normale alla perdita, che si caratterizza per un’alterazione temporanea dell’equilibrio psicofisico individuale. 

Profonda tristezza e solitudine, nostalgia, immagini intrusive della persona scomparsa, insonnia, inappetenza, difficoltà di concentrazione sono solo alcune delle più tipiche manifestazioni del lutto in acuto. Ma quando il lutto diventa patologico? 

Il lutto patologico: una definizione

Cosa si intende per lutto complicato o patologico? Di solito le principali manifestazioni di un lutto si estinguono o si attenuano in un periodo che va dai 6 ai 12 mesi. Quando le manifestazioni acute del lutto si protraggono oltre questo arco temporale, possiamo parlare di disturbo da lutto persistente complicato.

Lutto patologico e DSM-5

Cos'è il lutto patologico? Non tutti coloro che pensano “non riesco a superare un lutto” rientrano in un funzionamento psicopatologico. Vediamo quali sono i criteri per la diagnosi del disturbo da lutto persistente nel DSM-5. La morte di una persona cara nel lutto non elaborato secondo il DSM-5 si manifesta con:

  • nostalgia persistente per la persona morta
  • intensa tristezza, eccesso di rabbia o anestesia emotiva
  • preoccupazione per il deceduto e le circostanze della morte
  • evitamento eccessivo dei ricordi relativi al defunto
  • autosvalutazione o senso di colpa
  • incredulità rispetto alla perdita
  • difficoltà ad abbandonarsi a ricordi positivi sul deceduto.

Tali sintomi devono manifestarsi almeno 12 mesi dopo il lutto negli adulti e almeno 6 mesi nei bambini.

Lutto patologico e disturbo dell’adattamento

Va fatta inoltre una diagnosi differenziale tra il lutto patologico e il disturbo dell’adattamento, definito dal DSM-IV «una risposta psicologica ad uno o più fattori stressanti identificabili che conducono allo sviluppo di sintomi emotivi o comportamentali clinicamente significativi». Mentre i sintomi del disturbo di adattamento devono comparire entro i 3 mesi dall’evento stressante, per il lutto complicato devono essere trascorsi almeno 6 mesi dalla perdita.

non elaborare un lutto
RODNAE Productions - Pexels

Test per il lutto patologico

Non è sempre facile riconoscere di non riuscire a elaborare un lutto. Per questo motivo esistono alcuni test per il lutto patologico, in modo da facilitare la diagnosi, prendere consapevolezza del problema e iniziare un percorso di cura. Il Prolonged Grief Disorder 13, ad esempio, è uno strumento che indaga la durata e l’impatto del lutto, mentre l’Inventory Complicated Grief (ICG) permette di distinguere lutto fisiologico e patologico attraverso 19 item, tra cui:

  • “Sento che la vita è vuota senza la persona che è morta”
  • “Non posso evitare di essere arrabbiato per la sua morte”
  • “Da quando lui/lei è morto/a sento di aver perso la capacità di prendermi cura degli altri o mi sento distante dalle persone a me care”
  • “Sento di non poter accettare la morte di quella persona”.

Il lutto non elaborato: i sintomi

Abbiamo visto come lutto fisiologico e lutto patologico si distinguano per una persistenza dei sintomi acuti del lutto oltre i 12 mesi. Quali conseguenze può provocare un lutto non elaborato? I sintomi a carico dell’individuo che non elabora il lutto possono essere:

  • somatici, ad esempio respiro affannoso e perdita di energia
  • intrapsichici, cioè sentimenti come la tristezza e la rabbia
  • comportamentali, con pianti improvvisi e perdita di interessi.

Le conseguenze di un lutto non elaborato si possono manifestare anche in diverse aree familiari:

  • la comunicazione: può ad esempio verificarsi un importante aumento o una diminuzione della comunicazione
  • la struttura della famiglia: confusione nei ruoli familiari, cambiamenti nel numero di diadi o triadi familiari, ovvero nei rapporti tra individui
  • le relazioni all’interno dei singoli sottosistemi: ad esempio, nella coppia può determinarsi un allontanamento emotivo tra i coniugi
  • le relazioni extra-familiari, caratterizzate da isolamento e allontanamento dagli amici.

Lutto complicato: fattori di rischio

Gli studi sul lutto complicato si sono concentrati anche sulla prevenzione, in modo da individuare i soggetti con maggiore probabilità di lutto patologico prima che esso si manifesti. In ottica preventiva assumono molta importanza anche gli interventi di death education. Ma quali sono le caratteristiche delle persone più esposte al disturbo da lutto persistente? Una discriminante sembra essere lo stile di attaccamento. Una ricerca di Bonanno e Fraley (2004) ha mostrato come lo stile di attaccamento insicuro sia legato a complicazioni nel processo del lutto. Altri potenziali fattori di rischio per il disturbo da lutto persistente sono:

In quest’ultimo caso, pensiamo ad esempio a una relazione conflittuale improvvisamente interrotta dal lutto. La perdita assume così le sembianze di una gestalt inconclusa, un cerchio che si può fare fatica a chiudere. In questi casi per elaborare il lutto è utile ristabilire il dialogo con il defunto, in modo da esprimere le emozioni non dette e fare finalmente pace con il passato .

non elaborare un lutto
cottonbro - Pexels

Quando il lutto non vuole finire 

Cosa succede quando non si riesce ad elaborare un lutto? Il lutto non elaborato tra le sue conseguenze può dare il via a funzionamenti psicopatologici come:

  • il disturbo da stress post-traumatico
  • la tossicomania traumatica
  • la depressione maggiore o la distimia.

Vediamoli nel dettaglio.

Disturbo da stress post-traumatico e lutto

Talvolta il lutto per una perdita può essere equivalente a subire un trauma. Non riuscire a superare un lutto particolarmente traumatico infatti può contribuire all’esordio di un disturbo post-traumatico da stress (PTSD), ovvero una sindrome che può portare allo sviluppo di una condizione sintomatologica che provoca una notevole sofferenza.

Un lutto è traumatico quando la perdita della persona cara avviene in circostanze particolari (ad esempio omocidio o suicidio). Questo evento è l’equivalente di una ferita narcisistica che provoca rabbia e desiderio di rivendicazione per la perdita subita, pensieri intrusivi legati al deceduto (i suoi ultimi momenti, il grado di sofferenza sperimentata o la natura della morte), condotte di evitamento, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e, nei bambini, giochi ripetitivi.

Il lavoro di psicoterapia più opportuno con persone che abbiano sviluppato un trauma da lutto improvviso è l’elaborazione del lutto e del trauma. Durante il percorso di cura per l’elaborazione del lutto traumatico è possibile fare ricorso a numerosi strumenti: l’EMDR, ad esempio, è una  specifica tecnica terapeutica per i traumi da lutto, molto utilizzata soprattutto nel trattamento CBT per il lutto persistente.

Lutto e tossicomania traumatica

Eventi traumatici, come la morte improvvisa di una persona cara o perdere un figlio in gravidanza, possono essere alla base di una tossicomania traumatica, causando comprensibilmente una condizione di estrema sofferenza psicologica.

La tossicodipendenza traumatica è un tipo di dipendenza reattiva a un evento che non si è riusciti ad elaborare: la sostanza diventa protagonista della vita della persona e gli effetti della droga sono ricercati allo scopo di lenire una sofferenza insopportabile e feroce. In questo senso, la sostanza viene assunta non per procurarsi piacere, ma per salvaguardarsi da uno stato di sofferenza acuta.

non elaborare un lutto
RODNAE Productions - Pexels

Lutto e depressione

Nel libro “Lutto e melanconia” (1917) S. Freud delinea il confine tra lutto normale e patologico, spiegando la differenza tra lutto e depressione. Nel lutto patologico, per Freud, l’lo non riesce a disinvestire la libido dall’oggetto perduto, con cui avviene un’identificazione narcisistica. Il lutto patologico o melanconia, quindi, si caratterizza per l’incapacità di amare e dalla mancanza di qualsiasi interesse per il mondo esterno.

Luigi Cancrini, psichiatra e psicoterapeuta, definisce la depressione “Lutto non espresso". Quando infatti un lutto non si esprime verbalmente all’interno di una relazione interpersonale significativa, rimane e si manifesta con i sintomi caratteristici della depressione

In una condizione di elaborazione del lutto, la tristezza col tempo diminuisce e lascia spazio ad un ricordo nostalgico, portando le ferite a rimarginarsi. Quando però l’elaborazione del lutto rimane bloccata o incompiuta, il dolore potrebbe intensificarsi provocando una depressione reattiva. Il dolore legittimo e normale del lutto diventa così un funzionamento patologico che porta con sé alcuni sintomi come:

  • umore depresso
  • crisi di pianto
  • tristezza
  • bassa autostima
  • inappetenza
  • scarsa concentrazione.

La variabile temporale della naturale fase depressiva, a seguito di un evento luttuoso, non può essere intesa in maniera rigorosa, dal momento che bisogna sempre tenere in considerazione i diversi fattori che riguardano la perdita. Il rischio potrebbe essere infatti quello di fare una diagnosi di depressione post lutto in quei soggetti che invece necessitano di tempi più prolungati rispetto ad altri per attraversare le fasi normali di elaborazione del proprio lutto.

Come affrontare un lutto patologico

L’elaborazione del lutto è patologica specialmente in quelle situazioni in cui la persona non trova ascolto, empatia e condivisione all’interno di relazioni intime e importanti. Quando si affronta un lutto, tenersi tutto dentro può contribuire a rendere il lutto persistente.

Un percorso psicologico, anche in interventi di psicoterapia online, può aiutare a superare le conseguenze di un lutto non elaborato. Psicologo e psicoterapeuta sono infatti professionisti preparati ad accogliere la persona che sta affrontando un lutto, offrendo un ambiente non giudicante e supportivo in cui poter dare voce al proprio dolore.

Il lavoro da svolgere in caso di lutto patologico in un percorso psicoterapeutico riguarderà soprattutto:

  • la verbalizzazione del lutto subìto
  • il dolore e la sofferenza ad esso legati
  • la possibilità di ricevere consolazione, sostegno e aiuto.

Il terapeuta dovrà rispettare i tempi di ogni persona o membro della famiglia, diventando una figura paziente e disponibile che consentirà alla persona di dar voce alla propria sofferenza.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.

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