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Alessitimia: è possibile vivere senza emozioni?‍

Alessitimia: è possibile vivere senza emozioni?‍
Alessitimia: è possibile vivere senza emozioni?‍logo-unobravo
Silvia Pappalardo
Silvia Pappalardo
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Psicoanalitico
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
29.12.2022

L’alessitimia viene spesso definita come analfabetismo emotivo, cioè l'opposto dell'intelligenza emotiva. L’etimologia della parola alessitimia è greca e deriva da a- assenza, lexis- linguaggio, thymos- emozioni e, letteralmente, significa “assenza di parole per esprimere le emozioni”. 

Dunque, cosa si intende per alessitimia? Il termine indica la difficoltà ad accedere al proprio mondo emotivo e identificare le emozioni negli altri e in sé stessi. L’alessitimia per la psicologia non è di per sé di una patologia (l’alessitimia non è presente nel DSM-5) ma rappresenta un modo di essere che può essere connesso a diversi disagi psicofisici

L'alessitimia e le emozioni

Le persone alessitimiche non sono persone “senza sentimenti e senza emozioni”. Più che di assenza di emozioni, infatti, si parla del non saper riconoscere le emozioni e non riuscire a esprimere i propri sentimenti.

Gli alessitimici percepiscono l’emozione, ma non hanno imparato a dare parole al proprio mondo emotivo, ritenendolo talvolta inutile o considerandolo come una debolezza. 

In questo sta la differenza tra anaffettività e alessitimia: mentre la persona anaffettiva ha un’incapacità di provare emozioni, le caratteristiche della persona alessitimica sono quelle di non riconoscere le emozioni e non saper esprimere i propri sentimenti. Come si manifesta l’alessitimia?

Caratteristiche della personalità alessitimica

Cosa prova un alessitimico? Una persona con alti livelli di alessitimia prova una grande sofferenza psicologica data dal non capire le proprie emozioni e dalla difficoltà ad esprimerle. L’alessitimia porta con sé sintomi quali:

  • difficoltà ad identificare e descrivere le emozioni
  • scoppi improvvisi di emozioni intense come la rabbia o la paura
  • incapacità di connettere gli eventi interni con specifiche situazioni da cui hanno origine. Tra gli esempi di alessitimia c’è un comportamento molto frequente: una persona alessitimica tenderà a raccontare nei minimi dettagli una litigata con un proprio caro, senza però riuscire ad esprimere le proprie emozioni
  • difficoltà a distinguere gli stati emotivi soggettivi dalle componenti somatiche scatenate dall’emozione: le emozioni sono espresse prevalentemente attraverso la componente fisiologica
  • povertà dei processi immaginativi e onirici
  • stile cognitivo orientato verso la realtà: le persone alessitimiche sono concentrate su tutto ciò che è esterno alla vita psichica, mostrano un pensiero razionale e scarse capacità di introspezione.
la persona alessitimica
Pham Khoai - Pexels

Correlazione con altri disturbi psicologici

La persona alessitimica manifesta con più frequenza alterazioni psicosomatiche ed è più propensa a soffrire di dipendenze o di un disturbo d’ansia. Inoltre, alcune correlazioni frequenti sono quelle tra:

Inizialmente si riteneva che l’alessitimia fosse una caratteristica specifica delle malattie psicosomatiche. Oggi, al contrario, si è osservato come sia una predisposizione aspecifica verso vari disturbi, sia fisici che psichici, caratterizzati dall'anestesia emotiva.

L’alessitimia è riscontrabile anche nei disturbi di personalità (per esempio c’è una connessione tra alessitimia e narcisismo, documentata anche da uno studio in cui è stata osservata una limitata capacità di comprensione delle cause dei propri stati emotivi in persone con disturbo narcisistico di personalità) e, tra le forme di autismo, si può riscontrare nei soggetti con la Sindrome di Asperger. 

Le possibili cause dell’alessitimia

Perché si diventa alessitimici? Le cause dell’alessitimia possono essere ricercate nel rapporto con le figure di riferimento durante il periodo dell’infanzia, dal quale dipende buona parte dello sviluppo psicoaffettivo di ogni persona. 

Spesso l’alessitimia nasce in risposta ad un contesto familiare in cui non è presente una relazione affettiva adeguata, che permetta al bambino di sviluppare le capacità di mentalizzazione utili a riconoscere e modulare i propri stati emotivi. Problematiche come:

  • appartenenza ad un nucleo familiare in cui c’è poco spazio per l’espressione emotiva
  • separazione dai genitori
  • eventi traumatici
  • carenze affettive 

possono avere effetti deleteri sulla capacità di comprensione e comunicazione dei propri stati emotivi.

Chi soffre di alessitimia è un analfabeta emotivo?

Possiamo definire l’alessitimia “analfabetismo emotivo”, espressione che connota appunto non la mancanza di emozioni e sentimenti, ma l’incapacità di mostrare emozioni. Il tema dell’analfabetismo emotivo è stato trattato dallo psicologo e giornalista D. Goleman, che lo ha definito come “l’incapacità di riconoscere e gestire le proprie e altrui emozioni”.

La principale caratteristica degli analfabeti emotivi è la mancanza di empatia e la manifestazione di un certo distacco emotivo. Un analfabeta emotivo sosterrà, per esempio, di non provare sentimenti per nessuno, chiedendosi magari:

  • “perché non riesco a piangere?”
  • “perché non riesco a provare sentimenti?”.

Di analfabetismo emotivo parla anche lo psicanalista e saggista U. Galimberti che lo definisce, citando Nietzsche, “L’ospite inquietante”. Le riflessioni dei due autori sono preziose anche in relazione al rapporto con la tecnologia, tanto da poter parlare di “alessitimia digitale”.

La massiccia diffusione delle tecnologie digitali e l’uso dei social media hanno acuito la mancanza di empatia tra le persone, per fare spazio a un flusso continuo di informazioni che, se da un lato porta ad avere meno inibizioni, dall’altro potrebbe minare profondamente la capacità di riconoscere e gestire le emozioni.

si può vivere senza emozioni?
Roman Odintsov - Pexels

Le conseguenze dell’alessitimia nelle relazioni

Cosa provoca l’alessitimia? Come ama un alessitimico? L’incapacità di individuare, riconoscere e verbalizzare le proprie emozioni può avere conseguenze nella vita relazionale di una persona alessitimica.

L’incapacità di autoregolazione delle proprie emozioni può portare infatti a problemi nelle relazioni, dovuti appunto alla difficoltà di esternare i propri sentimenti e distinguerli dalle sensazioni fisiche. 

Vi è infatti una forte correlazione tra alessitimia e sessualità, come mostra una ricerca che ha indagato la consapevolezza interocettiva, ovvero la consapevolezza delle proprie manifestazioni corporee.

I risultati della ricerca mostrano che nelle persone con un alto grado di alessitimia si presentano più facilmente disturbi sessuali come la disfunzione erettile o problemi di eccitazione.

Anche riguardo alessitimia e amore sono state condotte delle ricerche, come quella svolta da un team di ricercatori dell’Università del Missouri-Columbia, in cui è emerso che “una maggiore alessitimia era associata a una maggiore solitudine, che prediceva una minore comunicazione intima, che era correlata a una minore qualità coniugale.”

Test per l’alessitimia

Per la valutazione e il trattamento dell’alessitimia vengono utilizzati diversi test. Quello maggiormente utilizzato è la Toronto Alexithymia Scale (TAS-20), una scala psicometrica di autovalutazione che comprende 20 domande che indagano la presenza delle tre caratteristiche ritenute alla base del disturbo. Esse sono:

  • la difficoltà nell’identificazione dei sentimenti
  • la difficoltà nella descrizione dei sentimenti altrui
  • il pensiero orientato quasi mai verso i propri stessi processi endopsichici ma per lo più verso l’esterno.

In questa scala manca però un importante elemento che caratterizza il soggetto alessitimico, ovvero la capacità di immaginare, aggiunta in un secondo tipo di test, sviluppato dallo stesso team di ricercatori, e chiamato TSIA test per l’alessitimia (Toronto Structured Interview for Alexitymia) composto da 24 quesiti, 6 per ogni aspetto dell’alessitimia:

  • difficulty identifying feeling (DIF)
  • difficulty describing feeling (DDF)
  • externally-oriented thinking (EOT)
  • imaginal processes (IMP).

Come si cura l’alessitimia?

È raro che una persona con alessitimia sia consapevole delle proprie difficoltà e che quindi chieda aiuto. Spesso queste persone si rivolgono ad uno specialista nel momento in cui compaiono altri disagi più invalidanti cui l’alessitimia è correlata.

L'alessitimia non è un fenomeno del tipo “tutto o nulla”: l’alessitimia non è assenza di sentimenti, ma denota la difficoltà a riconoscere e gestire le emozioni. La terapia psicologica per l’alessitimia può partire dall’educazione emotiva, dall’esercizio dell’empatia e dalla cura delle relazioni.

Importante, inoltre, il lavoro che lega alessitimia e mentalizzazione, che agisce sulla capacità cognitiva della persona. Tra i tipi di psicoterapia che si sono dimostrati efficaci per il trattamento dell’alessitimia ci sono la terapia basata sulla mentalizzazione (MBT) e la terapia cognitivo comportamentale

Anche con uno psicologo online Unobravo è possibile svolgere un percorso psicoterapeutico volto a una maggiore comprensione delle proprie emozioni, per imparare ad accoglierle e gestirle.

Alessitimia: libri per approfondire

Ecco alcuni consigli per esplorare ulteriormente il tema dell’alessitimia:

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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