Depressione
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Terapia cognitivo comportamentale: gli studi di Aaron Beck

Terapia cognitivo comportamentale: gli studi di Aaron Beck
Pubblicato il
14.12.2022

Indicata anche come Cognitive-Behaviour Therapy (CBT) la psicoterapia cognitivo comportamentale è uno degli approcci psicoterapeutici più utilizzati per comprendere e curare i disturbi psicologici. 

Come suggerisce il termine stesso, si tratta di un percorso psicologico che si intraprende con un terapeuta esperto, mirato ad acquisire maggiore consapevolezza sul modo in cui un paziente pensa, oltre che sulle reazioni emotive e i comportamenti che ne derivano. 

La psicoterapia cognitiva di Aaron Beck

Intorno agli anni '60, un ricercatore ed esperto di psicoanalisi di nome Aaron Beck cominciò a mettere in dubbio gli insegnamenti dei suoi mentori e a cercare un metodo efficace per il trattamento di ansia e depressione

Lo studioso si accorse che pensieri, emozioni e comportamenti erano strettamente collegati e che, insieme, potevano costruire un circolo vizioso, che conduce a stati depressivi. In particolare, Beck notò che i pazienti con stati depressivi tendevano a formulare spontaneamente quelli che vennero indicati come pensieri automatici

Si tratta di pensieri illogici, irrazionali, che emergono anche in contesti in cui non hanno apparentemente motivo di manifestarsi. I pazienti di Aaron Beck con diagnosi di depressione avevano modalità di pensiero comuni, che egli definì “triade cognitiva”, includendo:

  • la visione negativa di sé
  • la visione negativa del mondo
  • la visione negativa del futuro.

Così cominciavano a sperimentare bassa autostima, paure illogiche sul futuro, emozioni spiacevoli nei riguardi del mondo esterno anche se non accadeva nulla di particolarmente negativo nella loro sfera quotidiana. 

I pensieri automatici scaturiscono da regole più generali che si apprendono da bambini o nella fase dello sviluppo e che possono portare la persona ad adottare dei comportamenti non consoni alla propria realizzazione personale e alle relazioni con gli altri. Di conseguenza, essa sviluppa con il tempo stati ansiosi, depressione, insicurezza e altri problemi psicosociali.

A. Beck mise a punto anche uno dei più conosciuti test sulla depressione, ancora oggi utilizzato: il Beck Depression Inventory  (BDI).

Le credenze e le distorsioni cognitive

Possiamo intendere le credenze come delle mappe interiori che ogni persona va a modellare in base ai propri apprendimenti nel corso della vita, che consentono di attribuire un senso al mondo. Alcuni tipi di credenze molto comuni tra le persone con disturbi depressivi sono le distorsioni cognitive, ovvero delle modalità distorte e disadattive di attribuire significato a ciò che ci circonda. 

Le distorsioni cognitive più comuni sono:

  1. Astrazione selettiva: la tendenza a interpretare una situazione focalizzandosi su un dettaglio, spesso negativo
  2. Etichettare: è la visione che porta a dare definizioni assolutistiche di sé stessi o degli altri 
  3. Pensieri dicotomici: la realtà è interpretata senza sfumature, come se fosse solo “o bianca o nera”
  4. Inferenza arbitraria: si traggono delle conclusioni prescindendo dalla realtà dei fatti
  5. Ipergeneralizzazione: si traggono conclusioni generali da un evento in particolare
  6. Ragionamento emozionale: ci si affida alle emozioni più che alla realtà oggettiva dei fatti
  7. Doverizzazione: ci si dà “regole assolute"e rigide 
  8. Minimizzazione o esagerazione: si considerano minime le proprie capacità o si ingigantiscono  le conseguenze di alcune situazioni (in quest’ultimo caso la persona tende a “catastrofizzare”)
  9. Personalizzazione: è la tendenza a percepire sé stessi come causa degli avvenimenti che coinvolgono la persona
  10. Sminuire il positivo: si tende a minimizzare o sottovalutare gli aspetti positivi di sé e delle proprie azioni.

Come gestire i pensieri automatici distorti

Secondo la teoria cognitiva, i disturbi psicologici sono quindi causati da distorsioni cognitive, che assumono la forma di pensieri automatici disfunzionali e intrusivi che si formano nel corso della crescita di un individuo e possono influenzare il modo con cui una persona vive la realtà.

Per trovare il benessere e la serenità mentale, secondo Beck, bisognava applicare un approccio di tipo cognitivo, ovvero lavorare sugli schemi distorti con cui ogni persona può  guardare la realtà. 

L'obiettivo era quello di mettere in discussione le false credenze, quelle disfunzionali, per promuovere una visione più realistica e obiettiva della realtà. La terapia cognitiva di Beck, integrata con altri approcci come quello comportamentale, prende oggi il nome di psicoterapia cognitivo comportamentale ed è uno dei modelli più usati nella psicologia moderna.

terapia cognitivo comportamentale
Ketut Subiyanto - Pexels

Come funziona la psicoterapia cognitivo comportamentale

In cosa consiste un percorso terapeutico cognitivo-comportamentale? Nella teoria, mira a prendere consapevolezza delle attuali credenze che portano una persona alla sofferenza emotiva e comportamenti disfunzionali, promuovendo la generazione di nuove lenti con cui osservare la realtà. 

Un modello cognitivo di questo tipo, consente di intervenire su un'ampia gamma di disturbi psicologici come ansia, depressione, attacchi di panico e altri problemi emotivi.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale si svolge con colloqui tra paziente e terapeuta. Le prime sedute hanno finalità di conoscenza, utili a individuare le principali problematiche percepite dalla persona, mentre quelle successive hanno come obiettivo quello di scomporre i problemi e individuarne l'origine.

Comprendendo da dove sono stati appresi i propri pensieri e gli schemi con cui si osserva la realtà, è possibile analizzarli e valutare se siano utili o deleteri. Il terapeuta potrà aiutare il paziente a comprendere quali pensieri siano irrazionali e inutili, offrendo delle risorse per far sì che essi non siano di ostacolo alla vita del paziente. 

Il percorso di terapia cognitivo-comportamentale può avere durata variabile dunque è difficile prevedere da subito quante sedute dallo psicologo verranno svolte: a volte sono sufficienti alcuni mesi, altre è necessario anche più di un anno per il raggiungimento del cambiamento che si desidera.

In ogni seduta, volta dopo volta, il terapeuta  guida il paziente a riconoscere i propri le proprie distorsioni cognitive e a mettere in pratica delle azioni per raggiungere uno stato di benessere e serenità. 

All'inizio di ogni ora di terapia, paziente e terapeuta discutono su come è andata la settimana tra una seduta e l'altra e tracciano insieme i progressi. Quando ci si avvicina alla fine della terapia, le due parti possono concordare di ridurre il numero di sedute fino ai saluti finali.

I vantaggi della terapia cognitivo-comportamentale

La terapia cognitivo comportamentale è oggi uno degli approcci più efficaci per contrastare i disturbi d'ansia e altri problemi di carattere psicologico, anche molto diffusi. 

I vantaggi della terapia comportamentale includono la sua rapidità nel trattare le manifestazioni di depressione e dei disturbi d'ansia, in quanto in alcuni casi possono bastare anche solo dodici mesi per raggiungere un equilibrio emotivo. 

Si tratta di un modello scalabile, ovvero che si può applicare a pazienti come bambini, adulti, coppie, gruppi, ma anche a modalità diverse, come colloqui, manuali di auto-aiuto, terapia di gruppo e anche terapia online

La terapia cognitivo comportamentale offre al paziente una forma di terapia con effetti sul lungo termine, che lo aiuteranno  non solo a sentirsi meglio nel corso delle sedute, ma anche quando il percorso sarà concluso.

La scelta del terapeuta

Come sapere se abbiamo bisogno di un terapeuta esperto in terapia cognitivo comportamentale? Una soluzione può essere la terapia online di Unobravo. Grazie al sistema di matching di Unobravo, infatti, il paziente potrà compilare un questionario su cui indicherà la problematica che desidera affrontare e verrà abbinato al professionista più idoneo tra gli psicologi online Unobravo.

Nel nostro Team clinico, attentamente selezionato e costantemente formato anche per svolgere le sedute online, sono presenti numerosi professionisti specializzati in terapia cognitivo comportamentale, che potranno supportare il paziente che vuole prendersi cura del proprio benessere  psicologico.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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