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Il disturbo d’ansia generalizzata: sintomatologia e trattamento

Il disturbo d’ansia generalizzata: sintomatologia e trattamento
Il disturbo d’ansia generalizzata: sintomatologia e trattamentologo-unobravo
Aleandra Russo
Aleandra Russo
Redazione
Psicoterapeuta Clinica ad orientamento cognitivo-comportamentale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
5.4.2021

Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM 5 ), negli Stati Uniti le stime indicano che il 2,9% della popolazione adulta ha sofferto di questo disturbo per almeno 12 mesi. Le principali tematiche dell'ansia generalizzata si estendono, solitamente, a diverse aree funzionali come:

  • la famiglia
  • il denaro
  • il lavoro
  • la salute personale.

Questa tendenza a preoccuparsi dev’essere presente per un lungo periodo (almeno 6 mesi) e non essere circoscritta ad eventi specifici.

Quali sono i sintomi principali?

I sintomi del disturbo d’ansia generalizzato sono:

  • attacchi d'ansia e preoccupazione eccessive, che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, relative a una quantità di eventi o attività;
  • l’individuo ha difficoltà nel controllare la preoccupazione;

L’ansia e la preoccupazione sono associate a 3 o più dei seguenti sintomi, con almeno alcuni sintomi presenti per la maggior parte dei giorni negli ultimi 6 mesi:

  • irrequietezza e il sentirsi “con i nervi a fior di pelle”
  • facile affaticamento e tensione muscolare
  • difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria
  • irritabilità
  • alterazioni del sonno, come la difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, o l’avere un sonno inquieto e insoddisfacente.

Anna Shvets - Pexels

Altri sintomi

Perché si tratti di GAD, i sintomi devono causare un disagio clinicamente significativo o la compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti, e bisogna che la condizione non dipenda dagli effetti fisiologici di una sostanza o di un’altra condizione medica. È inoltre possibile la presenza di una polisintomatologia somatica come:

L’ansia e le preoccupazioni costanti possono, con il tempo, contribuire a determinare un senso di eccessiva stanchezza, cefalea tensiva, disturbi epigastrici ed insonnia.

Il fenomeno della preoccupazione

Nel disturbo d’ansia generalizzata la preoccupazione gioca un ruolo importante. La preoccupazione è l’attività cognitiva rappresentata da una visione negativa degli eventi futuri. Tutti noi a volte ci preoccupiamo: la preoccupazione diventa patologica quando viene percepita come eccessiva e incontrollabile. Le preoccupazioni del disturbo d’ansia generalizzato hanno le seguenti caratteristiche:

  • sono numerose, può sembrare di avere paura di tutto (panofobia)
  • si succedono: ad una segue subito o quasi l’altra
  • sono accompagnate da emozioni di allarme, di inquietudine e di ansia
  • riguardano spesso eventi catastrofici futuri altamente improbabili
  • riducono la capacità di pensare chiaramente
  • sono molto difficili da controllare.
David Garrison - Pexels

Chi soffre di GAD può trascorrere oltre la metà del tempo di veglia preoccupandosi di eventi che non si verificano. Solo dopo che non si è verificato l’evento temuto, la maggior parte riconosce che la preoccupazione era eccessiva e spropositata.

Le persone che soffrono di questo disturbo spesso si preoccupano di avere preoccupazioni, hanno cioè “preoccupazioni di secondo livello” che possono dar luogo ad un circolo vizioso che continua ad aggravare i sintomi e le difficoltà del funzionamento sociale, personale e lavorativo.

Anche le convinzioni che le preoccupazioni possano essere utili, ad esempio “se mi preoccupo sarò più preparato ad affrontare le cose brutte che verranno”, aggravano il disturbo.

Comportamenti protettivi

I comportamenti protettivi sono comportamenti messi in atto per ridurre l’ansia ma che portano, con il tempo, ad un consolidamento dei sintomi. Tra questi troviamo:

  • chiedere agli altri di essere rassicurato: il sollievo dovuto alle rassicurazioni è di solito solo di breve durata, l’ansia dopo un po’ torna e si ha bisogno di essere rassicurati sempre di più;
  • essere perfezionisti;
  • evitare le situazioni o gli eventi che si ritiene generino ansia: l’evitamento non permette di ridimensionare il pericolo;
  • rinviare: per esempio non iniziare un compito a causa dell’ansia legata ad un risultato insoddisfacente. Nella maggior parte dei casi le conseguenze temute da chi rinvia sono eccessive e irrealistiche;
  • tentare attivamente di sopprimere la preoccupazione: le preoccupazioni possono peggiorare se si tenta di sopprimerle, proprio perché la persona concentra la propria attenzione su di esse.
Cottonbro - Pexels

Trattamento

Numerose ricerche individuano la terapia cognitivo comportamentale come trattamento efficace ed elettivo nella riduzione dei livelli di ansia e della frequenza delle preoccupazioni. Essa agisce rendendo il soggetto consapevole dei propri pensieri disfunzionali e riducendone nel concreto lo stato di preoccupazione.

Il terapeuta può fare diagnosi avvalendosi di strumenti come il colloquio clinico e specifici test psicologici come i test per l'ansia generalizzata. Poi lavora con il paziente (che mantiene un ruolo attivo) sulle problematiche individuate. Per esempio una parte del lavoro terapeutico potrà concentrarsi sull’analisi della reale probabilità che si possano manifestare gli eventi negativi temuti, stimolando un aumento delle capacità di tollerare l’incertezza. Durante la terapia si affronta anche il tema del rimuginìo:

  • proponendo tecniche volte a circoscriverlo;
  • favorendo e potenziando l’uso di stili di pensiero più funzionali, come il problem solving.

Vengono, inoltre, affrontate e discusse le strategie di controllo che sono applicate in vari contesti per contenere l’ansia, e vengono apprese nuove abilità per sostenere e regolare le emozioni negative. Esponendo poi la persona in modo graduale alle situazioni temute, vengono “testati” e disconfermati i suoi pensieri negativi.

Alcune tecniche utilizzate nel trattamento del GAD

Tra le tecniche utilizzate per il disturbo d’ansia generalizzata vi sono inoltre:

Ciò produce un distacco emotivo e un distanziamento dai pensieri ritenuti incontrollabili, che vengono riconsiderati per ciò che sono, cioè pensieri, e poi lasciati scorrere nella mente senza elaborazioni, svolgendo le proprie attività quotidiane.

Nei casi più gravi, può essere necessario l’utilizzo di una terapia farmacologica di supporto associata alla terapia cognitivo comportamentale. La terapia farmacologica del disturbo d’ansia generalizzata prevede la somministrazione di benzodiazepine.

Tale disturbo rappresenta, per la sua pervasività, una debilitazione psichica importante per chi ne soffre, delimitandone notevolmente la quotidianità. È quindi necessario rivolgersi ad uno specialista per gestire e trattare al meglio la sintomatologia.


Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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