A quanti di voi è capitato di passare una notte insonne? E quanti si saranno chiesti “Perché non mi viene sonno?”
Moltissime persone hanno sperimentato o sperimentano almeno una volta problemi di insonnia e, con questo articolo, vogliamo esplorare nel dettaglio che cos'è l'insonnia, quali sono le possibili cause, anche psicologiche e a chi rivolgersi per gestirla e curarla.
Cos'è l'insonnia
Iniziamo dalla definizione di insonnia di Treccani: “Diminuzione della durata del sonno, o anche la perdita della sua profondità e del suo potere ristoratore, che si riscontra specialmente negli stati depressivi e ansiosi, ma anche nel corso di malattie di diversa natura.”
L’insonnia dunque, è una situazione caratterizzata dalla difficoltà a prendere sonno o a mantenerlo durante l’intera notte, nonostante la presenza di condizioni favorevoli al dormire.
L’insonnia può insorgere in diverse fasi di vita, come nel caso dell’insonnia nei bambini o nella fase dell’adolescenza, ed è dovuta spesso a una scarsa igiene del sonno, ma può manifestarsi anche nella terza età.
L’insonnia può presentarsi anche in associazione ad altri disturbi psicologici, quali depressione e ansia, o a condizioni mediche come il dolore alla schiena e l’artrite, che possono compromettere la qualità del sonno.

Tipi di insonnia
Possiamo distinguere l’insonnia in diverse tipologie. La prima distinzione è quella che riguarda quando si manifesta. Si distinguono
- insonnia iniziale, caratterizzata dalla difficoltà ad addormentarsi;
- insonnia notturna, con risvegli frequenti;
- insonnia terminale o mattutina, ovvero il risveglio precoce.
Secondo l'ultima edizione del DSM-IV e dell’International Classification of Sleep Disorders, in base alla durata dei sintomi, si differenzia tra
- insonnia cronica (presente almeno tre volte a settimana negli ultimi tre mesi),
- insonnia a breve termine (insorta da meno di tre mesi).
Possiamo infine individuare diversi tipi di insonnia:
- Psicosomatica: caratterizzata da un'eccessiva tensione mentale e fisica quando il paziente va a letto, spesso accompagnata dalla paura della notte imminente.
- Idiopatica: un'insonnia senza causa apparente, presente da un tempo indefinito, probabilmente dall'infanzia, che non ha mai avuto una remissione duratura. Potrebbe essere legata a condizioni congenite o a una predisposizione genetica.
- Paradossa: il paziente non percepisce il proprio sonno notturno e lamenta di essere sveglio durante la notte, nonostante un buon sonno misurato strumentalmente.
- Igiene del sonno inadeguata: il ritmo sonno-veglia e la qualità del sonno sono influenzati negativamente dalle attività diurne e serali.
L’insonnia acuta e cronica
L'insonnia acuta (o insonnia situazionale) è caratterizzata da episodi isolati e occasionali ed è spesso legata a periodi di stress e scompare non appena questi sono stati superati.
Si parla, invece, di insonnia cronica se le nottate insonni sono almeno tre a settimana e per un periodo di tre mesi o più. Questa forma più grave di insonnia colpisce una persona su dieci, è maggiormente frequente nelle donne rispetto agli uomini e si può sperimentare a tutte le età, sebbene gli adulti siano più a rischio rispetto ai giovani.
In particolare, le persone più vulnerabili sono quelle sottoposte a intensi e lunghi periodi stressanti:
- chi lavora di notte o su turni
- chi viaggia spesso cambiando il fuso orario
- chi ha un basso tono dell'umore o ha vissuto un lutto
- chi ha casi di familiarità.
Quante persone soffrono di insonnia in Italia?
In un’intervista del marzo 2024 al Sole 24 ore, il segretario dell'AIMS (Accademia Italiana di Medicina del Sonno) Luigi De Gennaro, afferma:
“L'insonnia rappresenta un problema di grandissimo rilievo dal punto di vista epidemiologico e sociale, in quanto interessa il 10-13% della popolazione, se si considera come disturbo da insonnia cronica.
Tale percentuale è destinata ad aumentare se si include la popolazione che può aver sofferto dell'altra tipologia di insonnia, quella acuta, della durata fino a circa tre mesi, fino a raggiungere il 40-45%.”
A queste percentuali, aggiungiamo i numeri dell’Osservatorio di Unobravo sui problemi del sonno che ha elaborato i dati provenienti dall’Insomnia Severity Index (il test di screening che si può svolgere gratuitamente su Unobravo) e quelli provenienti da uno specifico questionario somministrato a un campione di più di 5.100 persone.
I dati ci dicono che:
- il 55% delle persone non riesce a dormire abbastanza, per via di risvegli precoci e difficoltà di riaddormentamento
- il 68,3% vive notti insonni a causa di stress e ansia.
Il lavoro è visto per il 76,9% degli intervistati come una delle principali cause di problemi del sonno, che aumentano se si ricoprono ruoli manageriali. Stanchezza, spossatezza, calo delle capacità cognitive e irritabilità, sono tra le conseguenze più sperimentate dagli intervistati.
Come capire se si soffre di insonnia: i sintomi principali
Come possiamo distinguere un normale e passeggero problema di sonno caratterizzato da una nottata insonne da un disturbo di insonnia che richiede un trattamento? Le persone che soffrono di insonnia sono generalmente insoddisfatte della qualità del proprio sonno e presentano uno o più dei seguenti sintomi:
- difficoltà ad addormentarsi,
- risvegli notturni con difficoltà a riprendere sonno e risvegli precoci al mattino,
- sonno non ristoratore,
- stanchezza o scarsa energia durante il giorno,
- difficoltà cognitive, per esempio fatica a concentrarsi,
- frequente irritabilità e comportamenti istintivi o aggressivi,
- difficoltà al lavoro o a scuola,
- problemi nelle relazioni personali con familiari, partner e amici.
Comprendere il proprio sonno
Quando si soffre di insonnia cronica vengono inficiate anche altre sfere della propria vita quotidiana. Molti pensano che i problemi di sonno facciano parte della vita e tendono a non chiedere aiuto per risolverli.
È importante, invece, non sottovalutare questi segnali, perché il sonno è un aspetto fondamentale della nostra salute e del nostro benessere generale. Per iniziare a capire se i sintomi che abbiamo elencato prima possano corrispondere a un disturbo da insonnia, potrebbe essere utile porsi alcune domande sulle proprie abitudini di sonno:
- Hai difficoltà ad addormentarti, a mantenere il sonno, o risvegli precoci al mattino? Quante volte a settimana ti capita?
- A che ora vai a letto? A che ora ti svegli? Fai riposini o brevi sonnellini durante il giorno?
- I tuoi orari di sonno nel fine settimana sono diversi da quelli settimanali? Il tuo lavoro ti richiede adattamenti degli orari di sonno?
- Quando non riesci a dormire ti alzi dal letto, leggi, guardi la TV, lavori al PC, scrolli lo smartphone? C’è qualcos’altro che hai provato a fare nel passato e che ti ha aiutato a dormire?
- Quando ti ritrovi sveglio, provi ansia o ti senti preoccupato per i compiti che devi svolgere o per le tue responsabilità?
- Com’è l’ambiente in cui riposi? La tua stanza è buia e tranquilla? Il tuo letto è comodo?
- Ci sono possibili elementi di disturbo durante la notte (per esempio la presenza di bambini in casa)? Dormi da solo o con un partner?
- Hai problemi di sonno da molto tempo o è un problema recente?
- Ci sono stati di recente grandi cambiamenti nella tua vita (trasferimenti, nuovo lavoro) o eventi stressanti (separazioni, problemi economici)?
- Soffri di qualche patologia medica?
Queste domande possono essere un ottimo inizio per conoscere le nostre abitudini sul sonno. Quando i problemi di insonnia si presentano con una frequenza di tre o più volte a settimana e da almeno tre mesi, molto probabilmente è presente un disturbo da insonnia ed è consigliabile rivolgersi a un esperto.

Le cause dell'insonnia
Tra le principali cause dell’insorgenza dell’insonnia giocano un ruolo fondamentale lo stress, una non adeguata igiene del sonno, la presenza di problemi medici e fattori ambientali poco favorevoli.
Secondo il Modello delle 3P è possibile identificare tre tipi di fattori responsabili dello sviluppo del disturbo:
- fattori predisponenti: età avanzata, genere femminile, familiarità col disturbo, tendenza a essere iper-vigili;
- fattori precipitanti: un evento stressante o traumatico come un lutto complicato, problemi familiari, problemi sul lavoro o di salute, presenza di preoccupazioni;
- fattori perpetuanti: comportamenti non funzionali messi in atto per riuscire a dormire, convinzioni errate sulle ore di sonno e su cosa può promuoverlo, paura e ansia rispetto al pensiero di non riuscire a dormire, preoccupazioni relative alla perdita di sonno.
Le cause psicologiche dell’insonnia
Come abbiamo visto nel Modello delle 3P, tra le cause di insonnia si inseriscono sicuramente fattori psicologici come:
- ansia e disturbi d’ansia, come il disturbo d’ansia generalizzata o il disturbo da panico
- depressione
- situazioni stressanti, sia a breve che a lungo termine come il disturbo da stress post-traumatico (PTSD)
- traumi psicologici
- ruminazioni e pensieri negativi
- disturbi psicosomatici come il bruxismo.
Inoltre l’insonnia può essere presente anche in alcuni disturbi psichici e neurodivergenze come il disturbo bipolare e l’ADHD.
Nel caso di disturbo bipolare, durante gli episodi maniacali, l'elevata energia, l'euforia e l'irrequietezza possono ridurre la necessità di sonno e rendere difficile addormentarsi.
Al contrario, durante gli episodi depressivi, l'insonnia può manifestarsi come difficoltà a iniziare il sonno o a mantenerlo, spesso a causa di pensieri negativi e preoccupazioni. Inoltre, le fluttuazioni dell'umore possono interrompere i ritmi circadiani naturali, aggravando ulteriormente i problemi di sonno.
Le persone con ADHD spesso sperimentano difficoltà a dormire a causa dell'iperattività, dell'impulsività e dell'inattività regolatoria del cervello che caratterizzano il disturbo. Inoltre, l'insonnia può essere peggiorata dagli effetti collaterali dei farmaci stimolanti usati per trattare l'ADHD. L'incapacità di rilassarsi e di “spegnere i pensieri” può rendere difficile l'addormentarsi e mantenere un sonno di qualità.
Altre cause dell’insonnia
Oltre che psicologiche, l’insonnia può avere anche cause ormonali o neurologiche. In tal senso, sono un esempio l'insonnia in gravidanza o in menopausa, in cui i cambiamenti ormonali possono influire sul sonno, o disturbi come la sindrome delle gambe senza riposo (RLS), un disturbo neurologico.
Inoltre, possiamo annoverare tra le cause dell’insonnia carenze di magnesio, diabete, disfunzioni alla tiroide, problemi respiratori come asma o dispnea.
Il circolo vizioso dell’insonnia
L'insonnia si mantiene nel tempo e si trasforma in vero e proprio disturbo principalmente, ma non solo, a causa dei cosiddetti “fattori perpetuanti” a cui abbiamo accennato. Questi fattori sono i pensieri disfunzionali e comprendono i pensieri negativi che la persona può avere sul sonno e le relative conseguenze emotive e comportamentali.
I pensieri disfunzionali rappresentano i modi attraverso cui la nostra mente si convince di qualcosa, a prescindere dal fatto che sia vero oppure no. Questi fanno sì che le nostre abitudini, i comportamenti e le emozioni altrettanto disfunzionali si mantengano e interferiscano col sonno, spesso senza che ce ne accorgiamo. Ecco un esempio:
Il pensiero disfunzionale che abbiamo: “Non riuscirò a chiudere occhio per l’intera notte”. L’emozione che proviamo: ansia. Il comportamento compensativo disfunzionale che mettiamo in atto: “Vado a letto prima, così ho più tempo per provare a dormire”
Il pensiero disfunzionale che ritorna: “Se non mi addormento subito, non riuscirò più a dormire e domani non riuscirò a lavorare bene”. L’ emozione: ansia, preoccupazione, paura.
Come si può ben notare, è un vero e proprio circolo vizioso di pensieri-emozioni-comportamenti, che può proseguire all’infinito con la produzione di altri pensieri disfunzionali e la messa in atto di ulteriori comportamenti compensativi errati che non faranno altro che alimentare il disturbo.

Le conseguenze dell’insonnia
Soffrire di insonnia, specie se si tratta di una condizione prolungata nel tempo, può portare a sperimentare, tra le altre cose:
- affaticamento, mancanza di energia e astenia
- difficoltà di concentrazione della memoria e della capacità decisionale
- alterazioni dell'umore e irritabilità
- riduzione della qualità della vita, con un impatto negativo su relazioni sociali e lavorative.
Queste conseguenze evidenziano l'importanza di affrontare e trattare l'insonnia rivolgendosi a un professionista qualificato per mantenere una buona salute psicofisica. Cosa fare dunque per curare l’insonnia?
Affrontare l’insonnia con l’aiuto di un professionista
Se hai il sospetto di soffrire d'insonnia, potrebbe essere utile fare un test di screening come l'Insomnia Severity Index che puoi svolgere anche qui su Unobravo. Un test di screening, però, non fornisce una diagnosi utile a identificare un trattamento, che può variare da persona a persona.
Sarebbe opportuno infatti, poi, effettuare delle indagini ulteriori per giungere a una diagnosi e impostare un trattamento che può essere farmacologico, psicologico o integrato. Il primo passo può essere quello di parlare con il tuo medico o il tuo psicologo, o rivolgerti a uno psicologo online come quelli che collaborano con Unobravo.
Per esempio, un professionista della salute mentale
Tra i diversi approcci psicoterapeutici la terapia cognitivo comportamentale per l’insonnia si è rivelata particolarmente utile, perché può:
- educare all’igiene del sonno
- fornire tecniche utili a mantenere una sana routine
- suggerire tecniche di rilassamento come la mindfulness per l’ansia
- identificare e modificare i pensieri negativi o distorti sul sonno che contribuiscono all'insonnia.
Nel caso di insonnia nell’anziano, come afferma la ricerca La gestione dell’insonnia nel paziente anziano: dalla farmacologia alla depressione sottosoglia di Scaglione e collaboratori “La gestione dell’insonnia diventa una sfida particolarmente difficoltosa per la presenza di polipatologie e di politerapie. Un terreno organico e funzionale che diventa ancora più fragile quando il quadro è complicato dall’agitazione psicomotoria e dal deterioramento cognitivo.”
In certi casi, e solo sotto stretto controllo medico, l’insonnia può essere trattata con una terapia farmacologica. È però fondamentale, prima di svolgere tale tipo di terapia, identificare e trattare la causa sottostante dell'insonnia, se possibile, per migliorare a lungo termine la qualità del sonno.