Il bruxismo è una condizione diffusa che può manifestarsi sia di notte che durante il giorno. Può essere definito pertanto “della veglia” (Awake Bruxism) o notturno (Sleep Bruxism).
Chi vive questa esperienza tende a digrignare in maniera involontaria i denti, provocando la contrazione di molti muscoli.
Questa condizione nasce da una tensione mandibolare psicosomatica che, oltre ad avere ripercussioni sulla salute dei denti, può causare mal di testa, dolori o senso di indolenzimento alla mascella, alle orecchie e ai muscoli facciali.
Secondo la Società Italiana di Medicina del Sonno Odontoiatrica, il bruxismo si manifesta in una percentuale che va dall’8% al 13%.
Cosa scatena il bruxismo?
Il bruxismo può essere annoverato tra i disturbi psicosomatici, motivo per cui stringere i denti può avere anche un “significato psicologico”. I fattori che lo provocano possono essere molteplici, tra cui:
- ansia
- stress elevato
- irritabilità.
Come fenomeno psicosomatico, il bruxismo può segnalare una tendenza a reprimere emozioni come la rabbia, uno stato d’ansia o un disagio psicologico ed emotivo che, spesso in modo inconscio, si manifesta attraverso il digrignamento dei denti. Inoltre, recenti studi hanno evidenziato che la depressione risulta associata esclusivamente al bruxismo diurno (Flueraşu et al., 2022), suggerendo così una connessione specifica tra stati depressivi e la comparsa di questo disturbo durante le ore di veglia.
Il bruxismo non è l’unico esempio di manifestazione somatica legata all’ansia. Tra queste ci sono anche, per esempio, la sudorazione notturna da ansia e il tremore da ansia. È importante sottolineare che l’associazione tra disturbi psicosociali e bruxismo risulta particolarmente evidente nel caso del bruxismo da veglia (serramento), mentre attualmente non esistono evidenze che colleghino il bruxismo del sonno (digrignamento) a disturbi psicosociali (Manfredini & Lobbezoo, 2009).

Anche i bambini possono essere colpiti dal bruxismo, un disturbo che in età pediatrica è spesso associato a problematiche del cavo oro-faringeo, ma che più frequentemente trova origine in fattori psicologici. È importante sottolineare che gli adolescenti affetti da bruxismo presentano una probabilità 16 volte maggiore di manifestare disturbi psicosociali rispetto ai loro coetanei non bruxisti (Katayoun et al., 2008), evidenziando così il forte legame tra questa condizione e il benessere emotivo nei giovani.
Il significato psicosomatico del bruxismo nei bimbi può essere individuato in ansia e stress legati all’arrivo di un fratellino o una sorellina, all’inizio della scuola o a un grande cambiamento nelle proprie abitudini, come togliere il pannolino.
Un esperto in psicologia dell’infanzia, insieme al pediatra, può essere di grande aiuto ai genitori per la cura del bruxismo.
Bruxismo e rilassamento psicologico
Come abbiamo visto, stringere i denti, in psicologia, può essere annoverato tra i sintomi di uno stato d’ansia e stress. È possibile intervenire sul bruxismo con una terapia psicologica?
Nonostante sia ormai comprovata l’efficacia delle cure dentistiche, infatti, è possibile trarre beneficio da alcune tecniche di rilassamento utilizzate in campo psicologico, come il training autogeno, la respirazione diaframmatica, il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson e il biofeedback.
È possibile utilizzare inoltre gli esercizi di mindfulness, una pratica che agisce sulla consapevolezza del momento presente. Questa tecnica può essere particolarmente rilevante nell’intervento sul bruxismo, poiché è stato osservato che le persone con bruxismo del sonno tendono a utilizzare meno strategie di coping positive rispetto ai non bruxisti, mostrando in particolare una minore capacità di controllo delle reazioni e di autosuggestione positiva (Schneider et al., 2007).
Se stringere i denti per l’ansia di notte è un comportamento inconsapevole, serrare i denti di giorno, al contrario, può essere considerato come un comportamento su cui poter esercitare la propria consapevolezza. È proprio qui che entra in gioco la pratica della mindfulness, che aiuta a riprendere il controllo sulle nostre scelte di vita.

Come sconfiggere il bruxismo con la mindfulness
Come tenere la mandibola rilassata? Durante le attività quotidiane come il lavoro o lo studio, può essere utile ritagliarsi almeno due brevi momenti di pausa. Ecco un semplice procedimento:
- fermatevi un istante, se desiderate chiudete gli occhi
- portate la vostra attenzione alla zona della mandibola e del collo
- notate cosa sta accadendo: ci sono contrazioni, dolori, serramento dentale, sensazione di calore? Fate una scansione di questa parte del vostro corpo!
- dopo questa osservazione del momento presente, provate ad allentare l’eventuale contrazione muscolare, fate qualche movimento con la mandibola e ripristinate una postura più rilassata e comoda
- a questo punto, siete pronti per riprendere le vostre attività.
Il bruxismo, che tende ad aumentare in stato di ansia, può essere gestito con il supporto di un terapeuta esperto che può guidarvi e insegnarvi le tecniche mindfulness da praticare, successivamente, anche in autonomia attraverso semplici esercizi come quello che vi abbiamo proposto.
Grazie al supporto di un professionista della salute mentale, inoltre, si potrà lavorare sull’aspetto psicologico e sul significato psicosomatico di questo disturbo, individuando nella storia personale di ciascuno le profonde cause psicologiche del bruxismo ed esercitando la propria capacità di essere presenti nel qui e ora.
Tipologie di bruxismo: clenching, grinding e tapping
Il bruxismo psicologico può manifestarsi in diverse forme, che riflettono spesso differenti dinamiche emotive e psicologiche. Le principali tipologie sono:
- Clenching (serramento dei denti): consiste nel serrare i denti con forza, spesso senza produrre rumore. Questo comportamento è frequentemente associato a tensione emotiva, rabbia trattenuta o la necessità di "tenere tutto sotto controllo". Può essere più comune durante il giorno, in situazioni di stress o concentrazione intensa.
- Grinding (digrignamento dei denti): si tratta dello sfregamento dei denti tra loro, tipicamente durante il sonno. Questo movimento può essere collegato a una difficoltà nell'elaborare emozioni come ansia o frustrazione, che vengono così "scaricate" a livello corporeo.
- Tapping (battito dei denti): meno frequente, consiste nel battere ripetutamente i denti. Può rappresentare una modalità inconscia per gestire l'irrequietezza interna o l'agitazione emotiva.
Riconoscere la tipologia di bruxismo può essere utile per comprendere meglio il proprio vissuto emotivo e individuare strategie di gestione più mirate.
Dinamiche psicologiche profonde e significato simbolico del bruxismo
Il bruxismo psicologico non è solo una risposta automatica allo stress, ma può rappresentare un vero e proprio linguaggio del corpo. Secondo l'Istituto Italiano di Psicosomatica Integrata, il digrignare i denti può essere visto come un modo per esprimere emozioni che non trovano spazio nella comunicazione verbale.
Tra le dinamiche psicologiche più frequenti troviamo:
- Rabbia trattenuta: spesso chi soffre di bruxismo fatica a esprimere la propria rabbia o frustrazione, che si accumula e si manifesta attraverso la tensione mandibolare.
- Aggressività non espressa: il bisogno di "mordere" o "difendersi" può essere simbolicamente rappresentato dal serramento o dallo sfregamento dei denti, soprattutto in persone che tendono a reprimere i propri impulsi aggressivi.
- Dinamiche arcaiche: in alcuni casi, il bruxismo può richiamare antichi meccanismi di difesa, come la necessità di "serrare i denti" di fronte alle difficoltà, un modo per resistere e sopportare situazioni percepite come minacciose.
Un esempio concreto può essere quello di una persona che, dopo una giornata particolarmente stressante in cui ha dovuto "inghiottire" molte critiche senza poter rispondere, la notte manifesta un aumento del bruxismo. In questo senso, il corpo diventa portavoce di ciò che non si riesce a dire a parole.
Conseguenze psicologiche e fisiche del bruxismo psicologico
Oltre ai danni ai denti e ai muscoli della mascella, il bruxismo psicologico può avere ripercussioni sia fisiche che emotive, spesso sottovalutate. Tra le conseguenze più comuni troviamo:
- cefalee mattutine, poiché il continuo serramento o digrignamento può causare mal di testa al risveglio, spesso localizzato alle tempie o alla nuca;
- dolori a collo e spalle, dato che la tensione mandibolare può irradiarsi ai muscoli del collo e delle spalle, generando rigidità e fastidio persistente;
- acufeni (ronzii alle orecchie), in quanto in alcuni casi la pressione esercitata dalla mandibola può influire sull’orecchio interno, provocando fastidiosi ronzii o fischi;
- disturbi del sonno, poiché il bruxismo notturno può compromettere la qualità del riposo, portando a stanchezza e irritabilità durante il giorno.
Dal punto di vista psicologico, convivere con questi sintomi può aumentare il senso di frustrazione, ansia e difficoltà di concentrazione, creando un circolo vizioso tra disagio emotivo e manifestazioni corporee. Inoltre, recenti studi hanno evidenziato che il bruxismo del sonno è associato a un maggiore disagio psicologico, in particolare a livelli più elevati di depressione e ansia (Lee et al., 2025), sottolineando l’importanza di un approccio integrato che consideri sia gli aspetti fisici che quelli emotivi del disturbo.
Se senti che il bruxismo sta influenzando il tuo benessere psicologico o la qualità della tua vita quotidiana, ricorda che non sei solo. Un percorso di supporto psicologico può aiutarti a comprendere meglio le cause profonde di questo disturbo e a trovare strategie personalizzate per gestirlo. Su Unobravo puoi trovare uno psicologo o una psicologa adatti alle tue esigenze e iniziare un percorso di consapevolezza e benessere. Fai il primo passo: inizia il questionario e trova il professionista giusto per te.








