Psicologia della salute
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Quando il corpo parla: i sintomi psicosomatici

Quando il corpo parla: i sintomi psicosomatici
Quando il corpo parla: i sintomi psicosomaticilogo-unobravo
Carla Pistacchio
Carla Pistacchio
Redazione
Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il

L’imbarazzo fa arrossire, la paura fa sudare freddo, l’amore fa battere il cuore, l’ansia fa rallentare la salivazione. Questi sono solo alcuni esempi che mostrano chiaramente come corpo, emozioni e sentimenti siano strettamente legati tra loro. La scienza psicosomatica li considera come un’unica realtà in continuo dialogo ed interazione.

Il legame tra mente e corpo è da sempre riconosciuto, tanto che stati emotivi di diversa natura possono provocare reazioni fisiologiche che, talvolta, danno origine ad una malattia con caratteristiche e modalità di sviluppo proprie. Il corpo ci parla, dando voce a ciò che la nostra mente non riesce ad accettare o comunicare liberamente, trasformandolo in malessere fisico e generando così sintomi psicosomatici.

Il contesto

Capita, anche abbastanza spesso, di rivolgersi al medico curante lamentando malesseri e sintomi che danno il via ad una serie di esami per capirne l’origine e collocarli nel giusto contesto. Può accadere, però, che non emergano prove che dimostrino l’esistenza di un disturbo organico. In questi casi è possibile parlare di disturbi psicosomatici, caratterizzati dalla presenza di sintomi fisici di varia natura che non trovano riscontro in una condizione medica definita e che hanno origine, con buona probabilità, da un conflitto interno e dunque di tipo psicologico espresso attraverso il linguaggio del corpo.

Le cause dei sintomi psicosomatici

I sintomi psicosomatici appaiono quando l’organismo è sottoposto a una condizione di emergenza per periodi molto lunghi e a emozioni inespresse o irrisolte (anestesia emotiva), come stati d’ansia trascinati negli anni, difficoltà a gestire la rabbia, vecchi rancori.

Non sono dunque l’ansia, o la paura o le situazioni stressanti in sé a determinare questo disagio fisico, dal momento che queste emozioni sono proprie dell’esistenza umana e in una certa misura sono utili per la nostra crescita. Il problema nasce quando i livelli di ansia o stress superano una certa soglia o perdurano da troppo tempo senza possibilità di una loro gestione sana ed efficace.

PublicDomainPictures - Pixabay

I sintomi psicosomatici più diffusi

Vediamo insieme quali sono i disturbi psicosomatici comunemente più diffusi:

  • disturbi dell’apparato gastrointestinale: ansia somatizzata allo stomaco può manifestarsi, per esempio, con nausea, vomito, diarrea, colite, gastrite. Alcuni degli organi più sensibili alle "emozioni indigeste" sono infatti lo stomaco e tutto l’apparato digerente;
  • disturbi dell’apparato cardiocircolatorio: aritmia, ipertensione, tachicardia, senso di svenimento. In questo caso, i sintomi non sono causati semplicemente dall’ansia in sé, ma dai tentativi fallimentari di controllare le reazioni fisiologiche ad essi associati
  • disturbi dell’apparato urogenitale: dolori e irregolarità mestruali, disfunzioni erettili o dell’eiaculazione, frequente impulso ad urinare
  • disturbi della pelle: acne, psoriasi, dermatite, prurito, orticaria, secchezza cutanea e delle mucose, eccessiva sudorazione notturna da ansia
  • disturbi neuromuscolari: cefalea o emicrania, formicolii, rigidità e dolori muscolari, paralisi, crampi, debolezza, tremore da ansia, bruxismo, sbandamenti e vertigini.

Caratteristiche comuni dei disturbi psicosomatici

I disturbi psicosomatici negli studi della psicologia della salute appaiono legati da alcune caratteristiche comuni che possiamo riassumere così:

  • vulnerabilità nevrotica: un evento traumatizzante può provocare un sintomo psicosomatico soprattutto se evoca un trauma presente nella storia della persona;
  • cronicizzazione dello stimolo emotivo e della risposta organica;
  • eziologia plurifattoriale, ovvero nell’approfondimento del motivo per cui si verificano alcuni eventi o processi vanno indagati in fattori multipli;
  • somatizzazione, ossia il “salto” dallo psichico al somatico.
Daria Shevtsova - Pexels

Una lettura relazionale

Un’interessante spiegazione, in ottica relazionale, dei disturbi psicosomatici è quella data dallo psichiatra e psicoterapeuta Minuchin. il quale sosteneva che il “paziente psicosomatico” è legato in maniera disfunzionale agli altri membri della sua famiglia. Queste relazioni non sane sono caratterizzate da:

  • elevata intrusività nelle questioni altrui
  • tendenza dei componenti ad occuparsi eccessivamente degli altri
  • eccessiva protettività
  • rigidità e rifiuto del cambiamento, ad esempio la crescita dei figli
  • evitamento del disaccordo, per cui si convive con grandi conflitti che non è possibile esprimere e dunque risolvere.

Il trattamento

Per il trattamento dei disturbi psicosomatici è necessario prima di tutto escludere qualsiasi causa di natura organica. Fatto ciò, risultano molto utili interventi terapeutici come le strategie relazionali che mirano:

  • allo sviluppo dell’autonomia individuale;
  • al riconoscimento e l’espressione di conflitti;
  • alla gestione delle emozioni in maniera efficace;
  • alla valorizzazione del cambiamento.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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