L’imbarazzo fa arrossire, la paura fa sudare freddo, l’amore fa battere il cuore, l’ansia fa rallentare la salivazione. Questi sono solo alcuni esempi che mostrano chiaramente come corpo, emozioni e sentimenti siano strettamente legati tra loro. La scienza psicosomatica li considera come un’unica realtà in continuo dialogo ed interazione.
Il legame tra mente e corpo è da sempre riconosciuto, tanto che stati emotivi di diversa natura possono provocare reazioni fisiologiche che, talvolta, danno origine ad una malattia con caratteristiche e modalità di sviluppo proprie. Il corpo ci parla, dando voce a ciò che la nostra mente non riesce ad accettare o comunicare liberamente, trasformandolo in malessere fisico e generando così sintomi psicosomatici.
Il contesto
Capita, anche abbastanza spesso, di rivolgersi al medico curante lamentando malesseri e sintomi che danno il via ad una serie di esami per capirne l’origine e collocarli nel giusto contesto. Può accadere, però, che non emergano prove che dimostrino l’esistenza di un disturbo organico. In questi casi è possibile parlare di disturbi psicosomatici, caratterizzati dalla presenza di sintomi fisici di varia natura che non trovano riscontro in una condizione medica definita e che hanno origine, con buona probabilità, da un conflitto interno e dunque di tipo psicologico espresso attraverso il linguaggio del corpo.
Le cause dei sintomi psicosomatici
I sintomi psicosomatici appaiono quando l’organismo è sottoposto a una condizione di emergenza per periodi molto lunghi e a emozioni inespresse o irrisolte (anestesia emotiva), come stati d’ansia trascinati negli anni, difficoltà a gestire la rabbia, vecchi rancori.
Non sono dunque l’ansia, o la paura o le situazioni stressanti in sé a determinare questo disagio fisico, dal momento che queste emozioni sono proprie dell’esistenza umana e in una certa misura sono utili per la nostra crescita. Il problema nasce quando i livelli di ansia o stress superano una certa soglia o perdurano da troppo tempo senza possibilità di una loro gestione sana ed efficace.

I sintomi psicosomatici più diffusi
Vediamo insieme quali sono i disturbi psicosomatici comunemente più diffusi:
- disturbi dell’apparato gastrointestinale: nausea, meteorismo, vomito, diarrea, colite, ulcera, gastrite. Alcuni degli organi più sensibili alle "emozioni indigeste" sono infatti lo stomaco e tutto l’apparato digerente;
- disturbi dell’apparato cardiocircolatorio: aritmia, ipertensione, tachicardia, senso di svenimento. In questo caso, i sintomi non sono causati semplicemente dall’ansia in sé, ma dai tentativi fallimentari di controllare le reazioni fisiologiche ad essi associati
- disturbi dell’apparato urogenitale: dolori e irregolarità mestruali, disfunzioni erettili o dell’eiaculazione, frequente impulso ad urinare
- disturbi della pelle: acne, psoriasi, dermatite, prurito, orticaria, secchezza cutanea e delle mucose, eccessiva sudorazione notturna da ansia
- disturbi neuromuscolari: cefalea o emicrania, formicolii, rigidità e dolori muscolari, paralisi, crampi, debolezza, tremore da ansia, sbandamenti e vertigini.
Caratteristiche comuni dei disturbi psicosomatici
I disturbi psicosomatici negli studi della psicologia della salute appaiono legati da alcune caratteristiche comuni che possiamo riassumere così:
- vulnerabilità nevrotica: un evento traumatizzante può provocare un sintomo psicosomatico soprattutto se evoca un trauma presente nella storia della persona;
- cronicizzazione dello stimolo emotivo e della risposta organica;
- eziologia plurifattoriale, ovvero nell’approfondimento del motivo per cui si verificano alcuni eventi o processi vanno indagati in fattori multipli;
- somatizzazione, ossia il “salto” dallo psichico al somatico.

Una lettura relazionale
Un’interessante spiegazione, in ottica relazionale, dei disturbi psicosomatici è quella data dallo psichiatra e psicoterapeuta Minuchin. il quale sosteneva che il “paziente psicosomatico” è legato in maniera disfunzionale agli altri membri della sua famiglia. Queste relazioni non sane sono caratterizzate da:
- elevata intrusività nelle questioni altrui
- tendenza dei componenti ad occuparsi eccessivamente degli altri
- eccessiva protettività
- rigidità e rifiuto del cambiamento, ad esempio la crescita dei figli
- evitamento del disaccordo, per cui si convive con grandi conflitti che non è possibile esprimere e dunque risolvere.
Il trattamento
Per il trattamento dei disturbi psicosomatici è necessario prima di tutto escludere qualsiasi causa di natura organica. Fatto ciò, risultano molto utili interventi terapeutici come le strategie relazionali che mirano:
- allo sviluppo dell’autonomia individuale;
- al riconoscimento e l’espressione di conflitti;
- alla gestione delle emozioni in maniera efficace;
- alla valorizzazione del cambiamento.