Sistema mente-corpo: domande e risposte

Sistema mente-corpo: domande e risposte
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Eleonora Bellini
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
4.1.2021
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La cultura occidentale ha da tempo sostenuto la così detta dicotomia tra mente e corpo, la separazione tra ciò che è solo àmbito della mente e ciò che riguarda il fisico. Pensiamo che la nostra parte razionale, che prende decisioni consapevoli, sia più importante della parte fisica, ma non è così: mente e corpo non solo non sono parti separate tra loro, ma sono un unico sistema, in connessione continua. In questo articolo rispondiamo ad alcune delle più comuni domande sul rapporto mente-corpo.

Pochi di noi sono abituati a pensare al concetto di unità mente-corpo. Consideriamo il corpo alla stregua di uno strumento che ci permette di raggiungere i nostri obiettivi: ci piacerebbe che facesse quello che vogliamo, quando serve a noi. Il resto del tempo cerchiamo invece di silenziarlo il più possibile, nella speranza che non interferisca nelle attività del nostro io cosciente, che consideriamo la parte più importante di noi stessi.

La mente, senza il corpo, non potrebbe esistere. Il collegamento tra questi due elementi è essenziale per la nostra sopravvivenza e fonda le sue basi nella nostra genetica. Durante la gestazione ogni organo, pelle inclusa, nasce da un’unica cellula. È assolutamente casuale quale parte di quella cellula iniziale sarà destinata a svilupparsi per creare le diverse parti del corpo. Tutto nasce dalla stessa sostanza primordiale, attività mentale inclusa.

In che modo il nostro corpo ci parla?

Quando smettiamo di considerarlo solo come un mezzo con il quale muoversi nel mondo, ci accordiamo immediatamente che il nostro corpo ci parla continuamente. Si pensi ai così detti sintomi psicosomatici (dermatite, gastrite, colite spastica, ecc.), oppure ai sintomi dell’ansia (battito accelerato, sudorazione). È il modo che il nostro corpo ha per comunicarci che qualcosa non va, che lo stiamo appunto stressando troppo. È il suo modo per chiederci di fare qualcosa al riguardo.

Non siamo più abituati ad ascoltare, ma il nostro corpo si esprime in moltissimi modi diversi.  Spesso ci comunica che stiamo rimuginando troppo su alcuni pensieri, o semplicemente che è giunto il momento di rallentare o di riposare; altre volte si fa vivo con dolori muscolari o con sintomi più gravi, in risposta ad una situazione stressante. Ci comunica le sue necessità e, nonostante la parte cosciente di noi tenda a cercare di silenziare le sue richieste con antidolorifici, alcol o droghe, il corpo trova sempre il modo di comunicarci ciò di cui ha bisogno.

Dane Wetton - Unsplash

Perchè ho sempre gli stessi sintomi?

Capita spesso che chi soffre di un determinato sintomo lo provi molte volte nella vita: ognuno di noi ha un modo prediletto per comunicare con se stesso. Alcuni hanno spesso mal di testa, altri mal di stomaco o addirittura gastriti, altri ancora problemi intestinali frequenti. 

Il corpo è molto pigro e quando sceglie una via di comunicazione spesso si affeziona a quella, riproponendola in tutte le salse. Quello che possiamo fare è iniziare a pensare a questi sintomi come a un campanello di allarme e riconoscere che, quando lo "sentiamo suonare", significa che il corpo ci sta chiedendo aiuto.


Cosa accade quando la nostra testa non ascolta il corpo?

Dal nostro corpo pretendiamo molto: vorremmo che fosse riposato anche in carenza di sonno, che fosse prestante quando serve a noi, che non ingrassasse nonostante il cibo spazzatura. Tante volte lo sfruttiamo senza nemmeno accorgerci dei segnali che ci dà, oppure tendendo a silenziare i suoi "lamenti" assumendo dei farmaci per non sentirli. Abbiamo mal di testa? Ecco che immediatamente prendiamo un'aspirina!

Tentiamo in tutti i modi di sopprimere ciò che ci comunica il “corpo”, a favore di ciò che pensa la “mente”. Quando la nostra testa non ascolta il corpo, ecco che quest’ultimo cerca di farsi sentire più forte. E lì iniziano a peggiorare i sintomi. Pensiamo che in questo modo il corpo si accontenti invece, di solito, trova solo un modo diverso per farsi sentire. Diventa una lotta continua per cui più medicine ingerisci più forte si farà sentire il dolore quando l’effetto dei farmaci finirà.


Prendere farmaci è sconsigliato?

No, non è sconsigliato prendere farmaci. Se assunti dietro parere medico, i farmaci possono aiutare molto a tollerare il dolore. Il punto è che non ci si dovrebbe limitare ad assumere farmaci al bisogno: sarebbe auspicabile anche iniziare a porre l’attenzione a come risolvere il problema nel lungo periodo. 

Nel caso di mal di testa, ad esempio, va benissimo prendere un antidolorifico, ma poi sarebbe anche interessante domandarsi: ho mal di testa perché ho bisogno di riposare? Mi è peggiorata la vista e dovrei cambiare occhiali?  E, soprattutto, per quanto tempo posso continuare così senza cambiare niente nelle mie abitudini?



L’ansia è un modo che il corpo ha per comunicare?

Si, l’ansia è uno dei tanti modi che il nostro corpo utilizza per comunicare che qualcosa non va. In piccole dosi l’ansia è molto importante per la sopravvivenza: è una sorta di sistema di allarme di ciò che potrebbe accadere in futuro. Provare un po' d'ansia ci serve a prepararci a situazioni che potrebbero essere difficili da affrontare, consentendoci di superarle al meglio.

In certi casi il corpo fatica a capire quando lo stimolo che ha davanti è realmente pericoloso o è un fuoco di paglia. E allora potremmo voler fare di tutto per silenziare le sensazioni corporee legate all'ansia, ad esempio ricorrere a sostanze come l'alcol o altre droghe, col rischio che questo comportamento si trasformi in una vera dipendenza. È allora che l’ansia può diventare così forte da limitare la vita quotidiana, anche a causa degli effetti a lungo termine della droga. In queste situazioni è bene chiedere aiuto ad un esperto che ci aiuti a imparare a far comunicare il corpo e la mente.

Potremmo iniziare chiedendoci:

  • Cosa mi comunicherebbe l’ansia se potesse parlare?
  • La situazione che mi fa paura è affrontabile?
  • Ho già vissuto esperienze simili da cui trarre insegnamenti?
  • Posso farcela da solo o devo chiedere aiuto?
Emma Simpson - Unsplash

Cosa posso fare per aiutare il mio corpo?

Non sempre riusciamo da soli a mettere in comunicazione mente e corpo. Quando la sofferenza è molta chiedere aiuto a uno specialista e iniziare una terapia può essere una scelta adattiva. È vero che la società ci spinge ad essere autonomi e a camminare da soli, ma non per forza bisogna farlo a piedi nudi sui vetri taglienti: possiamo aiutarci indossando un paio di scarpe da ginnastica. 

Un primo passo può essere quello di provare ad ascoltarsi un po' di più e pretendere da se stessi un po’ di meno. Una parola chiave potrebbe essere imparare a legittimarsi. Legittimarsi a riposare senza sentirsi in colpa, legittimarsi a dormire tanto, legittimarsi a prendere una pausa dal lavoro senza provare l’idea costante di perdere tempo. Insomma: legittimarsi ad essere umani. 

Non siamo delle macchine e a volte prendersi del tempo per prendersi cura di se stessi può essere un modo per ricaricarsi: fare il pieno ogni tanto può essere utile, piuttosto che camminare sempre in riserva. 



Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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