Disturbi psichici
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Stress e disturbi psicosomatici

Stress e disturbi psicosomatici
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Lucia Leonardi
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
3.1.2022

La vita, nella sua frenesia quotidiana, viene investita da una forma di tensione globale quasi invisibile agli occhi: lo stress. Lo stress è una caratteristica animale che permette la sopravvivenza della specie. In quanto tale, non è sinonimo di malattia, bensì indica una particolare modalità del rapporto organismo-ambiente che sollecita determinate risposte fisiologiche le quali, in alcune condizioni, possono implicare esiti patologici.

Il neuroendocrinologo Hans Selye fornisce nel 1936 la prima definizione scientifica dello stress. Il termine era già utilizzato in ingegneria e indicava la tensione a cui veniva sottoposto un materiale. Selye concluse che:

"lo stress è la risposta strategica dell'organismo nell’adattarsi a qualunque esigenza, sia fisiologica che psicologica, cui venga a esso sottoposto. In altre parole, è la risposta aspecifica dell’organismo a ogni richiesta effettuata su di esso."


Stress positivo e negativo

È bene chiarire subito che lo stress, di per sé, non rappresenta per l’organismo umano né un bene né un male. Anzi, senza stress non esisterebbe il genere umano perché lo stress è una risposta fisiologica adattiva.

In parole più semplici, come Selye e altri studiosi hanno rilevato, lo stress è:

  • positivo quando è desiderato e ci fornisce la sensazione di dominare il nostro ambiente, ad esempio durante una discesa a capofitto sugli sci, e la vitalità cresce al massimo;
  • negativo quando è indesiderato, spiacevole e accompagnato da insicurezza, disagio, soggezione.

Alla luce di queste differenze Selye definì:

  • distress lo stress negativo, ovvero la sgradevole sensazione di malessere, disagio, insicurezza associata a uno spreco di energia da stress;
  • eustress lo stress positivo, sinonimo di vitalità e senso di sicurezza associati al massimo di efficacia dell’energia.


Lo stress negativo cosa provoca?

Gli studi di psicologia della salute mostrano come lo stress prolungato comporta una serie di azioni nel nostro organismo: attiva il sistema nervoso endocrino ed immunitario, provocando scompensi. In un primo momento si innesca un allarme e l’organismo raccoglie tutte le energie per rispondervi immediatamente. Qualunque sia la causa, lo stress attiva dei processi biochimici:

  • l’ipotalamo produce la secrezione di ormoni come il cortisolo, l’adrenalina e la noradrenalina, inibendo numerosi organi;
  • attiva il metabolismo provocando accelerazione del battito cardiaco, iperidrosi, secchezza delle fauci, dilatazione delle pupille.

Sintomi dello stress negativo

I sintomi si manifestano in diversi modi:

  • mancanza di appetito
  • nausea
  • muscoli contratti, bruxismo
  • inquietudine
  • incapacità di concentrazione.
Polina Zimmerman - Pexels

Solo quando questa fase acuta si conclude, si passa alla resistenza. L’organismo farà in modo di abituarsi al cronicizzarsi dello stress, fino a quando la sovraproduzione di cortisolo indebolirà il sistema immunitario. Gli effetti sgradevoli dello stress vengono chiamati distress. Il soggetto:

  • sentirà stanchezza in maniera pregnante
  • si sentirà senza forze
  • tenderà all’isolamento, mostrando nel tempo rapporti sociali più diradati
  • potrà divenire sospettoso ed ostile verso gli altri per motivi futili ed immaginari.


Cosa accade al nostro organismo?

Quando l’intensità, la frequenza e la durata degli stressor sono troppo forti e potenti, l’organismo non è in grado di fronteggiare la crisi e potrà innescarsi una vera e propria patologia. Ogni condizione stressante aumenta la tensione psichica e la nascita di emozioni che turbano l’equilibrio del soggetto. 

Di certo tutti gli individui possono accusare disturbi psicologici e somatizzare fenomeni come risposta ad un evento vissuto come pericoloso. Il malessere è dovuto all’iperattività e alla stimolazione continua dei sistemi simpatico e parasimpatico che, condotti al mal funzionamento cronicizzato, insieme alla predisposizione di personalità, conducono alla vulnerabilità dell’organo.

Quali sono i disturbi psicosomatici?

Possono essere di varia natura e diversi tra loro e tra i più comuni ritroviamo i disturbi gastrointestinali:

  • pesantezza post prandiale
  • bruciore epigastrico
  • perdita di appetito
  • rigurgiti e vomito
  • gastrite e ulcera gastrica
  • colite e colon irritabile
  • morbo di Crohn.
Polina Zimmerman - Pexels

Insieme ai disturbi elencati ne troviamo altri, che coinvolgono aree diverse dell’organismo:

  • disturbi dell’apparato respiratorio: asma bronchiale
  • disturbi cardiovascolari: tachicardia, palpitazioni, aritmia, ipertensione, infarto, sincope
  • disturbi psicofisiologici: cefalea, emicrania
  • manifestazioni cutanee: rossore, pallore, variazioni sudorali, eczema, dermatite, alopecia, prurito, escoriazioni, disturbi sensoriali, allergia
  • disturbi metabolici: iper e ipotiroidismo, morbo di Addison, sindrome di Cushing, diabete mellito, artrite reumatoide
  • disturbi sessuali: ipo e ipersessualità, eiaculazione precoce o ritardata, mancanza di orgasmo, vaginismo, dismenorrea, oligomenorrea, sterilità.


Lo stress che si esperisce attraverso l’organismo e lo stato psichico, necessita di un lavoro sulle risorse e strategie di fronteggiamento soggettive, sulla resilienza, la volontà e la motivazione personale. Ma l’aspetto più importante è considerare i disturbi psicosomatici all’interno di una cornice complessa di variabili che non hanno a che fare con il solo individuo ma con gli aspetti biologici, emotivi, cognitivi e relazionali con l’ambiente intra ed extra familiare.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.

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