Ansia
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Attacchi d’ansia: come riconoscerli e gestirli

Attacchi d’ansia: come riconoscerli e gestirli
Attacchi d’ansia: come riconoscerli e gestirlilogo-unobravo
Francesca Livrieri
Francesca Livrieri
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Cognitivo-Comportamentale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
17.8.2022

A seguito di uno stato ansioso, è possibile che nella persona si scatenino gli attacchi di ansia che, a seconda della loro intensità, possono compromettere la vita quotidiana di chi ne soffre. Cos’è un attacco di ansia? Come capire se si soffre di attacchi d'ansia? Ci sono dei rimedi per gli attacchi di ansia?

Come riconoscere un attacco di ansia: i sintomi

Il termine “attacco d’ansia” è utilizzato comunemente dai non professionisti per indicare situazioni di forte ansia anche molto diverse tra loro. Il comune denominatore è rappresentato da sintomi fisici e mentali, con caratteristiche ricorrenti. Come riconoscere gli attacchi d’ansia? 

Tra i sintomi psicologici degli attacchi d’ansia possiamo trovare:

  • tensione
  • timore
  • angoscia
  • apprensione
  • panico
  • preoccupazione di tipo ansioso.

Attacchi di ansia: i sintomi fisici

Cosa si prova durante un attacco d'ansia? Gli attacchi d’ansia generano una forte sensazione di pericolo, e provocano anche sintomi fisici e sintomi psicosomatici (che nei casi più estremi diventano veri e propri “dolori da ansia”), riconducibili ad una reazione di allarme che, evolutivamente, aveva come scopo quello di proteggerci permettendoci di combattere o fuggire. 

Gli attacchi d’ansia possono provocare sensazioni come la mancanza di respiro, il soffocamento o respirazione affannosa, ma anche:

  • tensione muscolare e tremori
  • vampate di calore, febbre
  • nausea, vomito, diarrea o altri sintomi di ansia allo stomaco
  • vertigini o sensazioni di stordimento
  • tachicardia 
  • sudorazione diurna o sudorazione notturna da ansia
  • la sensazione di avere la mente confusa, di vuoto mentale, maggiore distraibilità, difficoltà nel mantenere la concentrazione
  • deficit mnemonici.

Attacchi di ansia notturni 

Aver vissuto un evento traumatico o un’eccessiva tensione da stress possono dar luogo anche a attacchi di ansia nella notte. La persona può sentire attacchi di ansia già prima di dormire, ma non riuscire a gestirli tanto da risentirne anche nelle ore notturne.

Probabilmente, il motivo per cui si scatenano attacchi d’ansia notturni è da ricercare non solo, come accennato, in esperienze traumatiche, ma anche nella possibile paura di perdere il controllo di fronte a uno stato di “incoscienza” come quello del sonno, che simbolicamente può essere connesso alla paura di morire

Inoltre, per chi sperimenta già sintomi d’ansia, uno stress aggiuntivo, anche legato a eventi generalmente considerati positivi come il matrimonio o una nascita, può far sopraggiungere degli attacchi d’ansia di notte. Una spiegazione potrebbe risiedere nel rimuginio durante le ore serali, quell’attività di pensiero caratterizzata dal fare previsioni ansiose e avere timori di possibili futuri eventi negativi.

I sintomi degli attacchi di ansia notturni sono gli stessi degli attacchi d’ansia diurni: si avranno dunque ad esempio palpitazioni, sudorazione, vertigini e nausea.

come ci si sente dopo un attacco di ansia
MART PRODUCTION - Pexels

Differenza tra attacco di panico e ansia

Che differenza c’è tra un attacco di panico e un attacco d’ansia? La correlazione tra ansia e attacchi di panico è ben visibile nel disturbo di panico, che consiste appunto in crisi di ansia con ricorrenti attacchi di panico inaspettati

Mentre gli attacchi d’ansia si manifestano con una certa costanza, gli attacchi di panico sono improvvisi, si accompagnano alla paura di morire o d'impazzire, sono spesso preceduti da ansia anticipatoria e seguiti da comportamenti di evitamento delle situazioni in cui il panico si è manifestato in precedenza.

I sintomi degli attacchi di panico sono somatici e cognitivi, raggiungono rapidamente l’apice e rapidamente terminano. Il disturbo di panico frequentemente si associa ad altri disturbi d’ansia, all’agorafobia, alla depressione maggiore e a disturbi da uso di sostanze o di personalità, come il disturbo borderline di personalità.

Quanto dura un attacco di ansia

Soffrire di attacchi d’ansia può influire sul comportamento della persona, provocando:

  • un senso di impotenza
  • l’evitamento delle situazioni temute
  • l’isolamento sociale 
  • un calo del rendimento scolastico o lavorativo 
  • la perdita di autonomia.

Si può infatti riscontrare anche un legame tra attacchi di ansia e agorafobia, cioè quell’ansia marcata che si genera nel trovarsi da soli in luoghi o situazioni in cui sarebbe “incauto” stare male, perché potrebbe non essere immediatamente disponibile un aiuto.

E si può trovare una correlazione anche tra attacchi di ansia e depressione, proprio per le conseguenze degli attacchi d’ansia elencate qui sopra. Nei casi più estremi, il senso di impotenza di fronte all’incertezza, ad esempio, può portare a lungo andare a una vera e propria depressione reattiva

Se ci chiediamo quanto tempo può durare un attacco d'ansia, però, la risposta non può essere generalizzata, perché l’intensità, la durata e la frequenza degli attacchi d’ansia hanno una specificità individuale e possono dipendere da diverse cause.

Quali sono le cause degli attacchi d’ansia?

Gli stati ansiosi sono tuttora oggetto di studio da parte degli esperti, anche se sono stati individuati dei fattori di vulnerabilità (cioè condizioni di particolare suscettibilità e predisposizione ad andare incontro a stati di sofferenza ansiosa). Come capire quindi a cosa sono dovuti gli attacchi di ansia?

Può esserci una vulnerabilità genetica e temperamentale, ma gli attacchi d’ansia possono essere causati anche dall’influenza dell’ambiente familiare di sviluppo e apprendimento, e non solo. Possono esserci cause legate:

  • alle esperienze e momenti di vita, ad esempio: la poca esperienza di rapporti sessuali, potrà provocare ansia da prestazione sessuale, si potranno provare attacchi di ansia durante il ciclo mestruale, oppure dopo un lutto, o avere attacchi d’ansia in gravidanza, causati dalla paura del parto
  • a modalità di pensiero disadattive: la persona può avere la "mania del controllo", cioè la continua ricerca di certezza assoluta che possa impedire che si avverino le possibilità negative oppure avere un’autovalutazione negativa, cioè la tendenza a valutare negativamente le proprie capacità pratiche che provoca, in alcuni casi, anche la rabbia per la mancanza di autocontrollo emotivo.
  • all’ambiente sociale e i fattori sociali come il momento storico: pensiamo all’ansia da covid o agli attacchi di ansia e caldo, frequenti in chi risente dei cambiamenti meteorologici o soffre di solastalgia
attacchi di ansia come calmarsi
Vlada Karpovich - Pexels

Attacchi di ansia: cosa fare 

Cosa fare in caso di attacco di ansia? Un consiglio che può essere utile per farci ricordare come calmare un attacco di ansia, è quello di provare a ristabilire un respiro regolare, ad esempio attraverso la respirazione diaframmatica. Il respiro ci aiuterà anche a fare spazio a questa emozione, senza reprimerla. Individuare poi da che cosa dentro di noi è stato scatenato l’attacco d’ansia, sarà il secondo passo. 

Quando l’ansia diviene incontrollabile e provoca un forte disagio, però, occorre intraprendere un percorso psicoterapeutico. Un professionista della salute mentale potrà indirizzare il paziente su come calmare gli attacchi di ansia, costruendo un percorso terapeutico mirato:

  • alla scoperta e analisi delle cause che hanno scatenato questa problematica
  • alla creazione di nuovi modelli di comportamento che il paziente può adottare per controllare gli attacchi d’ansia e imparare a gestirli.

Per curare gli attacchi d’ansia è ampiamente impiegato anche il trattamento farmacologico, che ha come obiettivo tenere sotto controllo i sintomi. Per gestire sintomi fisici come le palpitazioni e i tremori interni da ansia sono molto valide anche le tecniche di rilassamento per ansia e attacchi di panico quali:

  • il training autogeno
  • il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson
  • la respirazione diaframmatica.

Anche i protocolli che si basano sulla mindfulness per l’ansia si sono dimostrati una efficace terapia per la gestione degli attacchi d’ansia. Le tecniche di rilassamento possono essere coadiuvate anche dall'utilizzo dei rumori bianchi, come lo sciabordio delle onde del mare. Il mare fa bene all’ansia perché aiuta a produrre un senso di calma, aumentando l'autoconsapevolezza e la riconnessione con sé stessi e la natura.

Combattere gli attacchi d’ansia con la terapia psicologica

Come superare le crisi d'ansia? Gli psicologi online di Unobravo, ad esempio, hanno diverse specializzazioni, tra cui quelle più adatte a curare gli attacchi di ansia attraverso le tecniche di specifici approcci psicoterapici.

Lo scopo generale è aiutare la persona ad assumere un atteggiamento attivo nella cura degli attacchi di ansia, al pari di altri problemi affrontati nel corso della propria vita. Sarà importante che il locus of control del paziente si sposti dall’esterno all’interno, in modo che egli possa imparare a contare sulle proprie capacità e risorse personali per comprendere da cosa nascono i suoi attacchi di ansia e come gestirli.

Nel panorama della psicoterapia dell’ansia, la terapia cognitivo-comportamentale ha mostrato elevati tassi di efficacia e si è affermata nella comunità scientifica come la terapia di prima scelta nella cura degli attacchi d’ansia.

All’interno di tale approccio si distinguono due filoni principali volti alla cura psicologica dell’ansia:

  • la terapia cognitiva standard
  • la terapia metacognitiva.

La terapia cognitivo-comportamentale Standard

Interviene aiutando i pazienti a incrementare la loro capacità di tollerare, affrontare e accettare le loro difficoltà e a comprendere la loro modalità di funzionamento mentale alla luce della loro personale storia di vita. L’intervento differisce in base al disturbo, ma vi sono alcuni elementi comuni come:

  • la psico-educazione, ossia il fornire ai pazienti informazioni circa la natura dell’ansia, incrementando così la loro comprensione dell’emozione e dei suoi meccanismi
  • il lavoro sui pensieri automatici negativi e sulle credenze relative a se stessi, che aiuta a comprendere perché viene un attacco d’ansia.

La terapia metacognitiva (MCT)

Gestire gli attacchi d’ansia con questo trattamento significa svolgere una terapia che si focalizza sui fattori che contribuiscono allo sviluppo del disturbo d’ansia, come per esempio il rimuginio, al fine di far riflettere la persona:

  • sulle credenze negative e positive che hanno tali fattori

su alcuni aspetti comportamentali che possono causare gli attacchi d’ansia.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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