Attacchi d’ansia: come riconoscerli e gestirli

Attacchi d’ansia: come riconoscerli e gestirli
Francesca Livrieri
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Cognitivo-Comportamentale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
6.10.2025
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Quando uno stato ansioso si intensifica, può capitare che si manifesti un attacco di ansia, un'esperienza che, a seconda della sua forza, rischia di interferire con la vita di tutti i giorni. Vivere un episodio simile può lasciare disorientati e pieni di domande. Basti pensare che, secondo un recente report del Global Burden of Disease Study, si stima che oltre 301 milioni di persone nel mondo soffrano di disturbi d'ansia (Bhattacharya et al., 2022). In questo articolo esploreremo insieme cosa sono esattamente gli attacchi d'ansia, come imparare a riconoscerli e quali strategie si possono adottare per gestirli e ritrovare la propria serenità 

Cos'è un attacco d'ansia?

Un attacco d'ansia è un'esperienza intensa e improvvisa di paura o disagio, che può manifestarsi anche quando non c'è un pericolo reale. Non è semplicemente "sentirsi un po' ansiosi"; è una reazione travolgente che coinvolge sia la mente che il corpo. Molte persone che lo sperimentano per la prima volta si spaventano, pensando di avere un problema fisico grave. Comprendere di cosa si tratta è il primo passo per imparare a gestirlo e a non sentirsi sopraffatti.

Come riconoscere un attacco di ansia: i sintomi

Nel linguaggio di tutti i giorni, il termine "attacco d'ansia" viene spesso usato per descrivere momenti di ansia molto intensa. Sebbene ogni esperienza sia personale, esiste un insieme di segnali comuni che possono aiutarci a capire cosa sta succedendo. Riconoscere i sintomi di un attacco di ansia, sia fisici che mentali, è il primo passo per affrontarlo con maggiore consapevolezza.

A livello psicologico, un attacco d'ansia si manifesta come un'ondata di paura e preoccupazione che può sembrare ingestibile. Tra i sintomi psicologici degli attacchi d'ansia più comuni possiamo trovare:

  • tensione
  • timore
  • angoscia
  • apprensione
  • panico
  • preoccupazione di tipo ansioso.

Attacchi di ansia: i sintomi fisici

Cosa si prova a livello fisico durante un attacco d'ansia? Il corpo reagisce a quella che percepisce come una minaccia attivando una primordiale risposta di 'attacco o fuga'. Questa reazione, pensata per proteggerci da un pericolo reale, scatena una serie di sintomi fisici intensi e talvolta spaventosi.

Queste manifestazioni possono essere così forti da essere confuse con problemi medici gravi, e in alcuni casi possono evolvere in veri e propri sintomi psicosomatici, dove il disagio emotivo si traduce in un malessere fisico tangibile.

Le sensazioni fisiche possono essere diverse e travolgenti. Tra le più comuni troviamo la mancanza di respiro o la respirazione affannosa, ma anche:

  • tensione muscolare e tremori
  • vampate di calore, febbre
  • nausea, vomito, diarrea o altri sintomi di ansia allo stomaco
  • vertigini o sensazioni di stordimento
  • tachicardia
  • sudorazione diurna o sudorazione notturna da ansia
  • la sensazione di avere la mente confusa, di vuoto mentale, maggiore distraibilità, difficoltà nel mantenere la concentrazione
  • deficit mnemonici.

Attacchi di ansia notturni

L'ansia non sempre si placa con il calare del sole. A volte, può manifestarsi con attacchi di ansia notturni, che possono svegliare di soprassalto e lasciare una profonda sensazione di spavento e confusione. Questi episodi possono essere innescati da un periodo di forte stress o da eventi traumatici non ancora elaborati.

Le cause degli attacchi di ansia notturni possono essere complesse. A volte, la radice del problema risiede nella paura di perdere il controllo che il sonno, uno stato di 'incoscienza', può rappresentare. Simbolicamente, questo può collegarsi a paure più profonde, come la paura di morire. Altre volte, il rimuginio serale, ovvero quel flusso di pensieri e preoccupazioni sul futuro, può tenere la mente in uno stato di allerta che sfocia in un attacco durante la notte.

Anche eventi di vita percepiti come positivi, come un matrimonio o la nascita di un figlio, possono generare uno stress tale da innescare questi episodi. È importante sapere che i sintomi sono gli stessi di un attacco diurno: palpitazioni, sudorazione, vertigini e nausea possono colpire anche nel cuore della notte.

come ci si sente dopo un attacco di ansia
MART PRODUCTION - Pexels

Differenza tra attacco di panico e ansia

Spesso si usano i termini 'attacco d'ansia' e 'attacco di panico' in modo intercambiabile, ma è utile capire la differenza tra attacco di panico e ansia. Un attacco d'ansia, di solito, è legato a una preoccupazione o a una situazione stressante specifica e tende a crescere gradualmente. Un attacco di panico, invece, è spesso inaspettato e travolgente.

La caratteristica principale degli attacchi di panico è che sono improvvisi e raggiungono un picco di intensità in pochi minuti, spesso accompagnati dalla sensazione di perdere il controllo, impazzire o addirittura morire. Chi li sperimenta può sviluppare un'ansia anticipatoria, ovvero la paura che l'attacco si ripeta, portando a evitare luoghi o situazioni. Quando questi attacchi diventano ricorrenti, si può parlare di disturbo di panico, una condizione che può associarsi ad altri disturbi come l'agorafobia, la depressione o il disturbo borderline di personalità.

Quanto dura un attacco di ansia e quali conseguenze può avere

Una delle domande più comuni è: quanto dura un attacco di ansia? Non esiste una risposta unica, perché l'intensità, la durata e la frequenza sono strettamente personali e dipendono da molti fattori, incluse le cause scatenanti. Generalmente, il picco si raggiunge in circa 10-20 minuti, ma la sensazione di spossatezza e agitazione può durare più a lungo.

Al di là della durata del singolo episodio, l'impatto sulla vita di una persona può essere profondo. Vivere con la paura di un nuovo attacco può portare a cambiamenti significativi nel comportamento, come:

  • un senso di impotenza e la sensazione di non avere il controllo;
  • l'evitamento di luoghi o situazioni che si teme possano scatenare l'ansia;
  • un progressivo isolamento sociale per paura di stare male davanti agli altri;
  • un calo del rendimento a scuola o sul lavoro, a causa della difficoltà di concentrazione;
  • una perdita di autonomia e fiducia nelle proprie capacità.

Questo stato di cose può favorire l'insorgere di altre difficoltà. Esiste, ad esempio, un forte legame tra attacchi di ansia e agorafobia, ovvero la paura di trovarsi in luoghi o situazioni da cui sarebbe difficile allontanarsi o ricevere aiuto. Allo stesso modo, la convivenza con gli attacchi di ansia e la depressione è un'associazione frequente: il senso di impotenza e l'isolamento possono infatti portare, nel tempo, a una vera e propria depressione reattiva.

Quali sono le cause degli attacchi d'ansia?

Capire quali sono le cause degli attacchi di ansia è un passo fondamentale per imparare a gestirli. Non esiste quasi mai un'unica ragione, ma piuttosto una combinazione di fattori di vulnerabilità che predispongono una persona a sperimentare stati ansiosi. La ricerca scientifica continua a esplorare queste dinamiche complesse.

Oltre a una possibile predisposizione genetica o temperamentale, un ruolo importante è giocato dall'ambiente familiare in cui cresciamo. Tuttavia, le cause possono essere ancora più ampie e intrecciarsi tra loro. Tra le più comuni troviamo:

  • esperienze e momenti di vita, ad esempio: la poca esperienza di rapporti sessuali, potrà provocare ansia da prestazione sessuale, si potranno provare attacchi di ansia durante il ciclo mestruale, oppure dopo un lutto, o avere attacchi d'ansia in gravidanza, causati dalla paura del parto
  • modalità di pensiero disadattive: la persona può avere la "mania del controllo", cioè la continua ricerca di certezza assoluta che possa impedire che si avverino le possibilità negative oppure avere un'autovalutazione negativa, cioè la tendenza a valutare negativamente le proprie capacità pratiche che provoca, in alcuni casi, anche la rabbia per la mancanza di autocontrollo emotivo.
  • ambiente sociale e i fattori sociali come il momento storico: pensiamo all'ansia da covid o agli attacchi di ansia e caldo, frequenti in chi risente dei cambiamenti meteorologici o soffre di solastalgia.

attacchi di ansia come calmarsi
Vlada Karpovich - Pexels

Attacchi di ansia: cosa fare e come gestirli

Nel momento in cui si manifesta un attacco d'ansia, sentirsi sopraffatti è normale. Tuttavia, esistono strategie pratiche per riprendere il controllo. Sapere come calmare un attacco di ansia può fare una grande differenza. Il primo passo è agire sul corpo per calmare la mente: prova a ristabilire un respiro regolare. La respirazione diaframmatica per l'ansia è uno strumento potente: concentrarsi su un respiro lento e profondo aiuta a ridurre l'intensità delle sensazioni fisiche e a creare uno spazio per accogliere l'emozione senza esserne travolti.

Se l'ansia diventa un ostacolo significativo nella tua vita, intraprendere un percorso psicoterapeutico può essere la scelta giusta. Un professionista della salute mentale può aiutarti a calmare gli attacchi di ansia in modo strutturato, lavorando insieme a te su:

  • la scoperta e analisi delle cause che hanno scatenato questa problematica
  • la creazione di nuovi modelli di comportamento che il paziente può adottare per controllare gli attacchi d'ansia e imparare a gestirli.

In alcuni casi, un percorso psicologico può essere affiancato da un trattamento farmacologico, sempre sotto stretto controllo medico, per gestire i sintomi più intensi. Parallelamente, per imparare a gestire le reazioni fisiche come le palpitazioni o i tremori interni da ansia, le tecniche di rilassamento per l'ansia si sono dimostrate molto efficaci. Tra queste troviamo:

  • il training autogeno
  • il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson
  • la respirazione diaframmatica.

Anche gli approcci basati sulla mindfulness per l'ansia offrono strumenti preziosi per la gestione degli attacchi, aiutando a osservare i propri pensieri e le proprie emozioni senza giudizio. Queste pratiche, a volte, possono essere arricchite da elementi sensoriali, come i suoni della natura: non a caso, si dice che il mare faccia bene all'ansia, perché il suo suono ritmico può favorire uno stato di calma e connessione con il presente.

Combattere gli attacchi d'ansia con la terapia psicologica

Un percorso psicologico offre strumenti concreti per superare le crisi d'ansia. Con gli psicologi online di Unobravo, inclusi psicologi con esperienza in disturbi d'ansia, è possibile trovare il professionista più adatto per affrontare gli attacchi di ansia attraverso specifici approcci psicoterapici.

L'obiettivo principale è aiutare la persona ad assumere un ruolo attivo nel proprio percorso di cura. Questo significa spostare il proprio locus of control da esterno a interno, imparando a fare affidamento sulle proprie risorse per capire l'origine degli attacchi e sviluppare strategie per gestirli.

Tra i vari approcci, la terapia cognitivo-comportamentale è scientificamente riconosciuta come uno dei trattamenti più efficaci per la gestione dell'ansia.

All'interno di tale approccio si distinguono due filoni principali volti alla cura psicologica dell'ansia:

  • la terapia cognitiva standard
  • la terapia metacognitiva.

La terapia cognitivo-comportamentale standard‍

La terapia cognitivo-comportamentale per l'ansia aiuta la persona a sviluppare una maggiore capacità di tollerare, affrontare e accettare le proprie difficoltà. L'obiettivo è comprendere il proprio funzionamento mentale in relazione alla propria storia personale. Sebbene l'intervento sia personalizzato, alcuni elementi sono centrali nel percorso:

  • la psico-educazione, ossia il fornire ai pazienti informazioni circa la natura dell'ansia, incrementando così la loro comprensione dell'emozione e dei suoi meccanismi
  • il lavoro sui pensieri automatici negativi e sulle credenze relative a sé stessi, che aiuta a comprendere perché viene un attacco d'ansia.

La terapia metacognitiva (MCT)

La terapia metacognitiva per l'ansia (MCT) si concentra non tanto sul contenuto dei pensieri, ma sul modo in cui pensiamo. L'attenzione si sposta sui fattori che mantengono attivo il disturbo d'ansia, come il rimuginio o la tendenza a monitorare costantemente le minacce.

Il percorso terapeutico aiuta la persona a riflettere su:

  • le proprie credenze (positive e negative) riguardo  certi stili di pensiero (ad esempio, 'preoccuparmi mi aiuta a essere preparato');
  • gli aspetti comportamentali che, involontariamente, alimentano e rafforzano l'ansia.

Quando gli attacchi d'ansia richiedono un aiuto professionale

Vivere un attacco d'ansia può essere un'esperienza spaventosa e isolante, ma è importante ricordare che non sei solo e che esistono strategie efficaci per gestirli. Riconoscere i sintomi, comprendere le cause e apprendere tecniche di gestione sono passi fondamentali per riprendere il controllo. Se senti che gli attacchi d'ansia stanno limitando la tua vita quotidiana, le tue relazioni o il tuo benessere, potrebbe essere il momento di considerare un supporto professionale. Un percorso psicologico può offrirti uno spazio sicuro per esplorare le radici della tua ansia e fornirti strumenti personalizzati per affrontarla. Ricorda, chiedere aiuto è un atto di forza e il primo passo verso il recupero della tua serenità. Se ti senti pronto a iniziare questo percorso, puoi iniziare il questionario per trovare il tuo psicologo online.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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