Gravidanza e maternità
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Tocofobia: la paura del parto

Tocofobia: la paura del parto
Pubblicato il
16.3.2022

Nei nove mesi di gestazione avvengono importanti eventi psichici che caratterizzano le diverse fasi della gravidanza, in maniera differente tra i due partner. Nella donna, tra le tante emozioni che una gravidanza suscita, può anche presentarsi la tocofobia, la cui etimologia deriva dal greco tòkos (parto) e fòbos (paura) e definisce quindi la fobia del parto

I vissuti psicologici in gravidanza

Nel corso del periodo di gestazione riconosciamo generalmente tre trimestri, caratterizzati per la donna da specifici aspetti corporei ed emotivi:

  • dal concepimento alla 12° settimana: i primi tre mesi sono deputati all’elaborazione e accettazione della propria nuova condizione;
  • dalla 13° alla 25° settimana di gravidanza: troviamo delle angosce funzionali, che permettono di sviluppare la propria funzione genitoriale di contenimento e protezione;
  • dalla 26° settimana al parto: si avvia un processo di separazione e differenziazione, che si conclude con la percezione del figlio come “altro da sé”. 

Nella donna in particolare, possono nascere angosce legate alla paura di eventuali complicazioni nel breve e lungo termine. Oltre a queste preoccupazioni, non è raro che la donna possa sentire forte la paura per il parto e del dolore ad esso correlato, che in alcuni casi può sfociare appunto nella tocofobia.

Tocofobia: il significato in psicologia

Cos’è la tocofobia in psicologia? Se da un lato avere paura del parto, lieve e moderata, può esprimere una preoccupazione adattiva, dall’altro può accadere che l’ansia e la paura prima del parto, quando diventa eccessiva:

  • possano portare a strategie di evitamento del parto;
  • si possano configurare in casi estremi anche come stato fobico. 

Tale disturbo psicologico che scaturisce dalla paura della gravidanza, viene riconosciuto come tocofobia ed è spesso associato:

L’incidenza stimata chi soffre di tocofobia oscilla tra il 2% ed il 15% delle donne e l’intensa paura del parto coinvolge il 20% nelle donne alla prima esperienza

Tocofobia primaria e secondaria

La tocofobia è un disturbo non ancora inserito nel DSM-5 (Manuale diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) anche se la paura della gravidanza in psicologia può avere delle conseguenze legate a come prepararsi psicologicamente al parto e a come affrontare il travaglio

Possiamo distinguere una tocofobia primaria quando la paura del dolore del parto (naturale o cesareo) si struttura ancor prima del concepimento. Una tocofobia secondaria, più frequente quando si ha paura del secondo parto e se compare a seguito di un precedente evento traumatico come:

Nelle settimane successive al parto è molto importante è lo screening: compilare test come il test EPDS sulla depressione post partum può consentire di individuare in maniera tempestiva eventuali sintomi prima che si cronicizzino.

Le cause e le conseguenze della tocofobia 

Tra le cause della tocofobia rientrano diversi fattori, rintracciabili nell’irripetibile storia di vita di ogni donna. Di solito la tocofobia si presenta in comorbilità con altri disturbi d’ansia, con cui condivide la presenza di uno schema di pensiero fondato sulla vulnerabilità personale. In altre parole la donna rappresenta se stessa come soggetto fragile, priva delle risorse necessarie per mettere al mondo un bambino.

Ulteriori cause possono essere la sfiducia nei confronti del personale medico e i racconti di altre persone che hanno vissuto il parto in maniera dolorosa, che potrebbero contribuire a mantenere l’idea che il dolore del parto sia intollerabile. La valutazione della percezione del dolore è un’altra causa scatenante. Essa è soggettiva e influenzata da fattori culturali, cognitivo-emotivi, familiari, da credenze e pensieri individuali. Anche il Dalai Lama spiega come le componenti psichica ed emotiva del dolore intensificano (o diminuiscono) la percezione di questo. 

Ivan Samkov - Pexels

I sintomi della tocofobia

La tocofobia può essere riconosciuta dall’osservazione di specifici sintomi, che indicano come la paura del parto e del travaglio sia tale da compromettere il benessere della donna, a cominciare dalla sua vita sessuale. Chi soffre di tocofobia potrebbe infatti arrivare anche a evitare del tutto i rapporti sessuali, pur di non incorrere in una gravidanza. Alcune donne, ad esempio, al termine della prima gravidanza potrebbero non voler riprendere il sesso dopo il parto.

In caso di prima gravidanza l’ansia può manifestarsi con attacchi di panico ricorrenti o portare la donna a decidere per l’aborto. Quando la paura della gravidanza e del parto e il conseguente dolore persistono anche durante il travaglio, è molto probabile che questa causi tensione psichica e muscolare, aumentando l’intensità del dolore.

Un’altra conseguenza comune della tocofobia è la richiesta di effettuare il parto cesareo, anche in assenza di indicazioni mediche. In alcuni casi sono coinvolti anche gli psicologi, chiamati a motivare la richiesta di taglio cesareo della donna con la certificazione di una condizione clinica che lo giustifichi, quale appunto la tocofobia.

La funzione del dolore nel parto

È importante sottolineare che, in natura, il messaggio di dolore ha funzione protettiva e di allerta, imponendo di concentrarsi sul proprio corpo e di interrompere qualsiasi altra attività. Su un piano fisiologico, il dolore del parto ha l’obiettivo di far nascere un cucciolo d’uomo. Se da una parte è simile a qualunque altro stimolo doloroso, funzionando appunto da messaggio, su altri aspetti si differenzia totalmente. 

Il dolore e la paura di partorire (che sia una prima o una seconda volta) ha determinate caratteristiche:

  • il messaggio veicolato non indica un danno o una disfunzione. È l’unico dolore nella nostra vita che non è sintomo di malattia ma segnale del progredire di un evento fisiologico
  • è prevedibile, e pertanto se ne possono anticipare, fin quanto possibile, le caratteristiche e l’andamento
  • è intermittente: inizia piano, raggiunge la sua massima potenza e poi gradualmente decresce fino a smettere.

Difendersi dal dolore del parto, al contrario di qualunque altro tipo di stimolo doloroso, ostacola il travaglio ed il parto. Questo perché, a seconda del momento e dell’intensità, il dolore suggerisce di cambiare posizione, oppure di andare in bagno, oppure che si sta progredendo verso una nuova fase del travaglio.

Di cosa ha paura chi soffre di tocofobia

Soprattutto se una donna ha provato paura per il parto del primo figlio, in una seconda gravidanza è comune pensare “voglio un figlio ma ho paura del parto”. Questo perché esso non è un evento razionale e per tale motivo la perdita di controllo è necessaria, seguendo l’istinto e lasciandosi andare ai segnali del corpo e ai naturali ritmi che guideranno il travaglio.

Nello specifico, la paura di partorire per la prima volta è assimilata a un disturbo fobico, quindi è legata soprattutto a come la donna immagina l’esperienza del dolore durante il travaglio e il parto, che potrebbe ritenere intollerabile. 

Nella paura del parto cesareo possiamo trovare anche la paura di morire a causa dell’intervento, mentre in chi ha paura del parto naturale troviamo più spesso il timore di essere sottoposta a procedure dolorose da parte del personale sanitario.

La paura di partorire per la seconda volta, invece, è di solito una paura di natura post-traumatica. La donna ha quindi paura che si ripetano esperienze negative vissute con la prima gravidanza: ne sono un esempio i casi delle cosiddette “violenze ostetriche” (inquadrate dall’ONU come violazione dei diritti umani) oppure dei lutti perinatali.

Come affrontare la paura del parto? 

Fra tutti gli aspetti psicologici della gravidanza e della maternità, la tocofobia può diventare un problema invalidante per la vita di una donna. Superare la paura del parto e della gravidanza è possibile, sia in autonomia che con l’aiuto di un professionista, come uno psicologo online di Unobravo. Ecco alcuni punti che possono sostenere una donna nell’affrontare il dolore ed il momento del parto.

Il sentirsi volontariamente nel qui e ora, con accettazione, senza alcun tipo di giudizio o pensiero che interferisca con l’esperienza presente, permette di vivere pienamente ed in maniera consapevole la vita, oltre – nel caso specifico – di raggiungere come effetto secondario una sensazione di calma e controllo sul dolore. Tale capacità può essere sviluppata, ad esempio, attraverso la meditazione o esercizi di mindfulness per l’ansia, che sviluppano un’attitudine psicologica ed un modo di vivere le sensazioni corporee in maniera non giudicante.

Molto spesso il timore di soffrire è legato alla paura dell’ignoto. Per superare le paure, la chiave di volta può essere pertanto una maggiore informazione, attraverso corsi preparto ed il confronto con figure esperte e professionali quali ginecologi, ostetriche e psicologi. 

Cedric Fauntleroy - Pexels

Tocofobia: come superarla con l’aiuto dei professionisti

Parlare di dolore permette di rendersi consapevoli delle incredibili risorse che il corpo e la mente possiedono, per gestirlo e renderlo solo una delle tante caratteristiche del parto: non l’unica né la più importante. Ciò consente inoltre di ridurre o evitare del tutto l’influenza negativa che possono avere le "storie da parto" di amici o parenti, magari pure un po' drammatiche o al contrario sdolcinate. 

Per sapere come superare la paura della gravidanza -  soprattutto in casi di tocofobia - è importante anche ricevere nel post-partum delle spiegazioni di un’ostetrica che possano chiarire ed integrare nella memoria della puerpera l’esperienza vissuta, favorendo di conseguenza la possibilità di stabilire un attaccamento sicuro tra madre e figlio, ed evitando lo sviluppo di attaccamenti disfunzionali, conseguenti ad un trauma non risolto della madre, e con rischi patologici per il bambino stesso. 

Una collaborazione tra “addetti al parto” e psicologi è una valida risorsa che può aiutare a capire come superare la fobia del parto. La scelta consapevole e coerente del team di professionisti è fondamentale infatti per trovarsi bene sul piano tecnico, ma soprattutto umano. Le ostetriche e i ginecologi svolgono un'importante funzione nel percorso della nascita e, se tra questi e la donna si stabilisce una buona alleanza, si creano i presupposti per favorire una maggiore tolleranza al dolore durante il travaglio e il parto. 

Paura del parto: come affrontarla insieme a un terapeuta

Per far sì che paura del parto non diventi fobia, dar voce alle proprie emozioni e preoccupazioni è fondamentale sia rispetto all’evento in sé che alla genitorialità. In questo possono essere utili alcuni colloqui di supporto psicologico, che permettono di lavorare appunto su sentimenti, dubbi e preoccupazioni che, per quanto grandi siano, una volta espressi si ridimensionano notevolmente. 

È bene tenere presente che come la serenità della madre si trasmette al feto, lo stesso avviene per la sua angoscia. Comunicare, condividere e cercare insieme ad un professionista le condizioni che permettano di vivere serenamente questo momento, sembrano essere le carte vincenti per favorire lo sviluppo di una sana gravidanza, in cui venga prestata attenzione anche ai messaggi del proprio corpo e non solo a quelli del medico o del manuale.

Se lo si teme troppo,  è possibile alleviare il dolore senza temere sensi di colpa o giudizi a riguardo. Oggigiorno esistono svariate tecniche per eliminare o alleviare la sofferenza fisica. L’informazione adeguata ed il non farsi influenzare dagli stereotipi, ideali o giudizi altrui possono tutelare dal rischio di fare delle scelte poco consapevoli e vivere un parto difficile.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.

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