Durante il travaglio, il corpo della donna produce ossitocina, un ormone che favorisce il parto. La sua produzione è influenzata dallo stato mentale della gestante e viene favorita da una reazione di calma e benessere. Al contrario, alcuni fattori di stress possono limitarne la produzione, allungando così i tempi del travaglio. È possibile affrontare il travaglio in modo positivo?
Tra una contrazione e l’altra ci sono momenti di pausa in cui il corpo rilascia endorfine e ossitocina, ormoni che contribuiscono a portare uno stato di pace e serenità. In questi momenti è importante cercare di allontanare la mente dal dolore della contrazione, provare a riposare e recuperare le forze per affrontare il travaglio, soprattutto quando si protrae per molte ore.
L’ipofisi, o ghiandola pituitaria, è responsabile della secrezione dei principali ormoni coinvolti durante il travaglio. Se la persona riesce a lavorare sulla propria mente, può rendere il parto più veloce e meno doloroso: utilizzando tecniche che aiutano ad allontanare il dolore e favorire la concentrazione su aspetti positivi e piacevoli, il cervello produrrà più ossitocina, contribuendo a ridurre i tempi del travaglio.
Il grounding
Per favorire un senso di tranquillità nella partoriente, soprattutto in presenza di tocofobia e paura di partorire, è possibile adottare la tecnica del grounding, introdotta in ambito terapeutico da Alexander Lowen, considerato il padre della terapia bioenergetica. Il grounding viene utilizzato per radicarsi al proprio corpo, alla propria vita e alla realtà in cui ci muoviamo e agiamo quotidianamente e permette di un giusto flusso di energia. Gli esercizi di grounding sono diversi e possono essere praticati in diversi momenti.

Strategie di grounding: il posto sicuro
Una delle strategie di grounding più utilizzate è la tecnica del “posto sicuro”, che può essere adottata sia in terapia che in autonomia, quando si è preda di emozioni e sensazioni spiacevoli.
Il posto sicuro nel contesto clinico
Il posto sicuro viene utilizzato anche per il trattamento del Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD) per aiutare la persona ad affrontare le memorie traumatiche e trovare un modo per rendere più sopportabile un ricordo carico di paure e angosce. Fornisce una strategia per mantenere un equilibrio ed evitare così l’iperarousal (uno stato di “iper-vigilanza”) o l’ipoarousal (al contrario, uno stato di forte apatia) dei sintomi dissociativi ad essi connessi.
Il “posto sicuro” è, inoltre, molto utile anche per il suo effetto calmante. Per questo motivo, nella pratica clinica, questa tecnica può essere usata in molti ambiti, non solo per lavorare sulle memorie traumatiche, ma anche come strumento da utilizzare ogni volta che sia necessario ritrovare uno stato di calma e benessere. Nel contesto del parto, attraverso questa tecnica, la donna può spostare l’attenzione dalle sensazioni di paura e di impotenza, immaginando un posto sicuro, concentrandosi sulle sensazioni piacevoli che ne derivano e assumendo così un assetto più rilassato che la aiuti a stimolare la produzione di ossitocina.

Come costruire il proprio “posto sicuro”
Ecco qualche suggerimento per costruire nella mente il “posto sicuro”, reale o di fantasia, che evochi un senso di sicurezza e protezione, dove sentirsi a proprio agio.
Esempi di posti tranquilli e sicuri possono essere:
- un luogo in cui si sono sperimentate sensazioni di bellezza e silenzio;
- la propria sedia preferita dove abitualmente ci si rilassa, magari di fronte a un camino;
- una nuotata in un mare cristallino;
- gli alberi in un bosco o in una foresta;
- la casa di un parente nel quale fin da bambini ci si è sentiti protetti e accuditi.
Il proprio posto sicuro può includere alcune persone importanti nella vita, ma si può scegliere di essere da soli. Per costruirlo, è necessario immaginare un ricordo o un luogo che evochi sensazioni personali di calma e sicurezza, focalizzarsi sulle emozioni piacevoli associate ed esercitarsi nella rievocazione.
Metodiche non farmacologiche per il contenimento del dolore durante il travaglio
Oltre alle strategie psicologiche come il grounding, esistono diverse metodiche non farmacologiche che possono aiutare a gestire il dolore durante il travaglio. Queste tecniche sono spesso utilizzate in combinazione tra loro e possono essere adattate alle preferenze e alle esigenze di ogni persona.
- Immersione in acqua calda: L'utilizzo di vasche o docce con acqua calda può favorire il rilassamento muscolare e ridurre la percezione del dolore. Molte persone riferiscono una sensazione di leggerezza e sollievo, soprattutto nelle fasi iniziali del travaglio.
- Massaggio: Il massaggio, praticato da un partner o da un'ostetrica, aiuta a sciogliere le tensioni muscolari e a stimolare la produzione di endorfine, contribuendo a una maggiore sensazione di benessere.
- Movimento e cambi di posizione: Camminare, dondolarsi o assumere posizioni diverse (come inginocchiarsi o mettersi a carponi) può facilitare la discesa del bambino e rendere le contrazioni più sopportabili. Il movimento favorisce anche una migliore ossigenazione e può contribuire a ridurre la durata del travaglio.
- Digitopressione e tecniche di pressione: L'applicazione di una pressione mirata su alcuni punti del corpo, come la zona lombare o le mani, può alleviare il dolore e aiutare la persona a concentrarsi su sensazioni diverse da quelle dolorose.
Queste metodiche sono generalmente considerate sicure e possono essere personalizzate in base alle preferenze individuali, sempre con il supporto di personale qualificato.
Tecniche di respirazione e il loro impatto sul travaglio
La respirazione consapevole rappresenta uno strumento importante per affrontare il travaglio con maggiore serenità. Imparare a gestire il respiro può aiutare a mantenere la calma, a ridurre la tensione muscolare e a favorire la produzione di ossitocina, l'ormone che facilita il parto.
- Respirazione diaframmatica: Questa tecnica consiste nell'inspirare profondamente dal naso, facendo espandere l'addome, ed espirare lentamente dalla bocca. Può aiutare a rilassare il corpo e a ridurre la percezione del dolore.
- Respirazione ritmica: Mantenere un ritmo regolare nel respiro, soprattutto durante le contrazioni, può aiutare a gestire meglio l'ansia e a mantenere il controllo sulle proprie sensazioni.
- Respirazione focalizzata: Concentrarsi sul respiro, magari contando mentalmente o visualizzando l'aria che entra ed esce, può essere utile per distogliere l'attenzione dal dolore e favorire uno stato di presenza e consapevolezza.
Secondo le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2018), le tecniche di respirazione sono raccomandate come parte integrante dell'assistenza al travaglio fisiologico, in quanto possono contribuire al benessere emotivo e fisico della donna.
L’importanza di un approccio multidisciplinare: integrare mente e corpo
Affrontare il travaglio con serenità significa prendersi cura sia del corpo che della mente. Nei travagli fisiologici, il dolore rappresenta una componente naturale del processo di nascita e può essere gestito efficacemente attraverso le risorse interne della donna, favorendo così un’armonica cascata neuro-ormonale (Bestetti & Regalia, n.d.). Tuttavia, in alcuni travagli patologici, il dolore può diventare un ostacolo alla nascita, poiché stimola la produzione di adrenalina e prostaglandine, rendendo talvolta necessario alleviarlo o eliminarlo (Bestetti & Regalia, n.d.). Un approccio multidisciplinare, che integra tecniche psicologiche come il grounding con metodiche pratiche quali massaggio, movimento e respirazione, può quindi offrire un supporto più completo e personalizzato alla donna.
Le ostetriche e i professionisti della salute raccomandano di prepararsi al parto attraverso corsi di accompagnamento alla nascita, dove si possono conoscere e apprendere queste e altre tecniche a cui far ricorso durante il travaglio. Secondo la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica (FNOPI), la collaborazione tra ostetriche, ginecologi e psicologi può permettere di rispondere in modo più efficace ai bisogni emotivi e fisici della partoriente.
Prenditi cura di te: affronta il parto con il supporto adeguato
Prepararsi al travaglio non significa solo conoscere le tecniche migliori, ma anche imparare ad ascoltare le proprie emozioni e a chiedere aiuto quando serve. Se senti il bisogno di rafforzare la tua serenità, superare paure o avere uno spazio sicuro dove confrontarti, il supporto psicologico può contribuire a fare la differenza. Con Unobravo puoi trovare un professionista pronto ad accompagnarti in questo percorso, aiutandoti a integrare mente e corpo per vivere la nascita con maggiore consapevolezza e fiducia. Non sei sola: inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online e scopri come possiamo aiutarti a costruire il tuo benessere, passo dopo passo.









