Gravidanza e maternità
This is some text inside of a div block.

Affrontare il travaglio con serenità

Affrontare il travaglio con serenità
Affrontare il travaglio con serenitàlogo-unobravo
Paola di Padua
Paola di Padua
Redazione
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il

Durante il travaglio il corpo della donna produce l’ossitocina, un ormone che favorisce il parto. La sua produzione è condizionata dallo stato mentale della gestante e favorita da una reazione di calma e benessere. Al contrario alcuni fattori di stress, se presenti, ne limiteranno la produzione, allungando così i tempi del travaglio. È possibile affrontare il travaglio in modo positivo?

Come abbiamo detto, tra una contrazione e l’altra, ci sono dei momenti di pausa in cui il corpo rilascia endorfine e ossitocina, ormoni che contribuiscono a portare uno stato di pace e serenità. In questi momenti di stacco è importante riuscire ad allontanare la mente dal dolore della contrazione, provare a riposare e riacquisire le forze per poter affrontare il travaglio, soprattutto quando questo si protrae per molte ore.

L’ipofisi, o ghiandola pituitaria, è la responsabile della secrezione dei principali ormoni coinvolti durante il travaglio. Se la donna riesce a lavorare sulla propria mente, potrà rendere il parto più veloce e meno doloroso: utilizzando delle tecniche che aiutano ad allontanare il dolore e favorire la concentrazione su aspetti positivi e piacevoli, il cervello produrrà maggior ossitocina diminuendo il tempo del travaglio.


Il grounding

Per favorire un senso di tranquillità nella partoriente, soprattutto in casi in cui sono presenti tocofobia e paura di partorire, è possibile adottare la tecnica del grounding, introdotta in ambito terapeutico da Alexander Lowen considerato il padre della terapia bioenergetica. Il grounding viene definito anche body-mind e si fonda sulla possibilità di recuperare le energie attraverso l’immaginazione e la respirazione diaframmatica. Gli esercizi di grounding sono diversi, possono essere fatti in qualsiasi momento, quando ci si sente sopraffatti dalle emozioni o quando si ha paura di perdere il controllo.

Alexandr Podvalny - Pexels

Strategie di grounding: il posto sicuro

Una delle strategie di grounding è la tecnica del “posto sicuro”, che viene utilizzata sia in terapia che in autonomia, quando ci si sente preda di emozioni e sensazioni spiacevoli.

Il posto sicuro nel contesto clinico

Il posto sicuro viene utilizzato nel Disturbo da Stress Post-Traumatico (ptsd) per aiutare il paziente ad affrontare le memorie traumatiche e trovare un modo per rendere più sopportabile un ricordo carico di paure e angosce. Fornisce una strategia per mantenere un equilibrio ed evitare così l’iperarousal (che possiamo intendere come uno stato di “iper-vigilanza”) o l’ipoarousal (al contrario, uno stato di forte apatia) dei sintomi dissociativi ad essi connessi. 

Oltre che a distrarre il paziente, il “posto sicuro” è molto utile anche per il suo effetto calmante. È proprio per questo che, nella clinica, questa tecnica può essere usata in molti ambiti di applicazione, non solo per lavorare sulle memorie traumatiche, ma come uno strumento da utilizzare ogni qualvolta sia necessario ritornare in uno stato di calma e benessere: un jolly da adoperare ovunque e in qualsiasi momento.

Per quanto riguarda il parto, attraverso questa specifica tecnica, la donna può distogliere l’attenzione dalle sensazioni di paura e di impotenza, immaginando un posto sicuro, concentrandosi sulle sensazioni piacevoli che ne derivano e assumendo così un assetto mentale tranquillo e rilassato che l’aiuti a stimolare la produzione di ossitocina.

SHVETS production - Pexels

Come costruire il proprio “posto sicuro”

Ecco qualche suggerimento per costruire nella mente il “posto sicuro”, che può essere reale o di fantasia: l’importante è che evochi un senso di sicurezza e protezione, dove sentirsi a proprio agio.

Esempi di posti tranquilli e sicuri possono essere:

  • un luogo di montagna dove si sono sperimentate sensazioni di bellezza e silenzio;
  • la propria sedia preferita dove abitualmente ci si rilassa, magari di fronte ad un camino;
  • una nuotata in un mare cristallino; 
  • gli alberi in un bosco o in una foresta;
  • la casa di un proprio parente nel quale fin da bambini ci si è sentiti protetti e accuditi.

Il proprio posto sicuro può includere alcune persone importanti nella vita ma si può scegliere di essere semplicemente da soli.  Per costruire il proprio posto sicuro è necessario immaginare  un ricordo o un posto che evochi delle sensazioni personali di calma e sicurezza,  focalizzarsi sulle sensazioni ed emozioni  piacevoli associate ed allenarsi sulla rievocazione.


Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo:

Potrebbero interessarti

Diventare mamma: un processo, più fasi
Gravidanza e maternità

Diventare mamma: un processo, più fasi

Violenza ostetrica: se la nascita diventa abuso in sala parto
Gravidanza e maternità

Violenza ostetrica: se la nascita diventa abuso in sala parto

La psicosi puerperale: cause, sintomi e terapia
Gravidanza e maternità

La psicosi puerperale: cause, sintomi e terapia

scopri tutti gli articoli