Nell'immaginario collettivo, la parola ipnosi evoca spesso immagini di pendoli oscillanti e perdita di controllo, quasi come fosse una pratica magica o addirittura pericolosa. Molti si chiedono se l'ipnotista possa manipolare la mente altrui, inducendo a compiere azioni contro la propria volontà. Ma cosa c'è di vero in tutto questo? E, soprattutto, che cos'è realmente l'ipnosi al di là dei miti?
Nonostante il suo nome derivi dal greco hypnos (sonno), l'ipnosi non è uno stato di sonno, ma una pratica spesso fraintesa. In realtà, è uno stato di coscienza naturale che ognuno di noi sperimenta più volte al giorno, magari senza nemmeno rendersene conto. Pensa a quando sei completamente assorto in un libro o in un film: quello è uno stato di trance ipnotica. Non è una condizione imposta dall'esterno, ma una capacità innata della nostra mente.
Milton Erickson, uno dei pionieri della moderna ipnologia, la descriveva come uno stato che permette di accedere a un livello di consapevolezza più profondo, quello inconscio, senza le interferenze e i filtri della mente razionale.
In questo stato di profonda concentrazione, le nostre capacità di percepire e interagire con il nostro mondo interiore ed esteriore possono risultare amplificate. Un recente sondaggio internazionale su quasi 700 professionisti ha rivelato che l'ipnosi è utilizzata più comunemente dagli psicologi clinici (il 42,7% degli intervistati) e che il 60,5% dei professionisti la offre in un contesto di pratica privata (Rosendahl et al., 2024).

A cosa serve l'ipnosi? Un po' di storia
L'uso di stati di trance per alleviare le sofferenze umane ha radici antichissime, ma è nel Settecento che inizia a delinearsi un approccio più strutturato.
Lo sviluppo dell'ipnositerapia moderna si fa risalire agli studi sul "magnetismo animale" del medico Anton Mesmer a partire dal 1770. Nel suo approccio, il terapeuta aveva un ruolo centrale e direttivo, poiché si riteneva che l'energia guaritrice potesse essere trasmessa solo attraverso il rapporto diretto con il paziente.
La vera rivoluzione arriva però con Milton Erickson, che ridefinisce completamente la pratica. Erickson considera la trance uno stato naturale (common everyday trance), un'esperienza comune nella vita di tutti i giorni. In questa visione, la persona ipnotizzata non è un soggetto passivo, ma ha un ruolo attivo che il terapeuta deve comprendere, rispettare e valorizzare.
Oggi, in psicoterapia, l'ipnosi è proprio questo: uno strumento per aiutare le persone a migliorare sé stesse e le proprie capacità. Si rivela particolarmente utile quando una persona si sente bloccata in percezioni rigide o schemi di pensiero che ostacolano il cambiamento e il benessere.
Ipnosi: per cosa può essere utilizzata e cosa può aiutare a trattare
Data la sua delicatezza e il suo potenziale, è fondamentale che l'ipnosi clinica sia praticata esclusivamente da professionisti della salute qualificati. In Italia, solo psicologi, psicoterapeuti, medici e odontoiatri, regolarmente iscritti ai rispettivi Ordini e con una specializzazione specifica, sono autorizzati a utilizzarla come strumento terapeutico.
Oltre alla psicologia, l'ipnosi trova applicazione anche in campo medico e odontoiatrico, ad esempio nella gestione del dolore cronico come nella fibromialgia, o come supporto all'anestesia (anestesia ipnotica) per interventi chirurgici.
Psicoterapia ipnotica: chi può praticarla?
All'interno di alcuni tipi di psicoterapia, l'ipnosi non è il fine, ma una tecnica che il terapeuta può proporre. Anche in questo contesto, è cruciale ribadire che solo professionisti della salute mentale adeguatamente formati possono utilizzarla in modo etico ed efficace.
Essendo uno stato naturale della mente, quasi chiunque può sperimentare i benefici dell'ipnosi. Tuttavia, un professionista serio valuterà sempre con attenzione la situazione individuale, poiché esistono alcune condizioni che richiedono cautela o per le quali l'ipnosi potrebbe non essere l'approccio più indicato. Tra queste troviamo:
- condizioni cardiache importanti;
- problemi alla tiroide non controllati;
- disabilità intellettiva;
- disturbi psichiatrici severi (come alcuni disturbi psicotici);
- disturbi di personalità complessi;
- forme di depressione maggiore non stabilizzate.
È importante notare che, sebbene l'ipnosi possa essere di supporto nella gestione di alcuni sintomi legati al disturbo depressivo, la sua applicazione va valutata caso per caso da un professionista.
Tipi di ipnosi
All'interno di un percorso psicologico, il terapeuta può proporre l'ipnosi come strumento per accedere a risorse interiori nascoste e facilitare il cambiamento. A seconda degli obiettivi e degli approcci, si possono distinguere diversi tipi di ipnosi. I più noti sono:
- l’ipnosi regressiva: è una tecnica che mira a esplorare esperienze passate, a volte dimenticate o rimosse, che si ritiene possano essere all'origine di un disagio attuale. Guidata dal terapeuta, la persona viene accompagnata in uno stato di profondo rilassamento per permettere a questi ricordi di emergere ed essere rielaborati in un contesto sicuro.
- l’autoipnosi: come suggerisce il nome, è una forma di ipnosi che la persona impara a indurre autonomamente. Attraverso la concentrazione su un'idea, un'immagine o una sensazione, è possibile entrare in uno stato di trance per gestire lo stress, migliorare la concentrazione o modificare specifici comportamenti, diventando agenti attivi del proprio benessere.
Si sente a volte parlare anche di ipnosi di massa, un concetto più sociologico che clinico, usato per descrivere fenomeni di suggestione collettiva. È importante distinguerlo nettamente dall'ipnosi terapeutica, che è un processo individuale e consensuale finalizzato al benessere della persona.
L’approccio di Freud e la rivoluzione di Erickson
Agli albori della psicoanalisi, anche Freud utilizzò l'ipnosi. Il suo scopo era principalmente la rimozione del sintomo attraverso un metodo direttivo: il terapeuta dava istruzioni precise per indurre la trance e far scomparire il sintomo, cercando di accedere all'inconscio per svelare traumi rimossi.
Tuttavia, Freud abbandonò presto questa tecnica. Si rese conto che non tutte le persone erano ipnotizzabili allo stesso modo e che alcuni pazienti mostravano resistenze. Inoltre, comprese che un approccio così direttivo, basato su ordini, poteva essere controproducente per la relazione terapeutica e per un cambiamento autentico.
L'ipnosi ericksoniana, sviluppata dallo psichiatra Milton Erickson, cambia completamente prospettiva. Come abbiamo visto, considera la trance un fenomeno naturale, uno stato di intensa e spontanea concentrazione che tutti viviamo. Pensa a quando guidi l'auto su un percorso familiare e arrivi a destinazione quasi senza accorgertene: quello è un esempio perfetto di trance quotidiana.
Milton Erickson pone al centro della sua pratica le capacità dell’individuo di raggiungere uno stato di parziale perdita di coscienza.
L’ipnosi ericksoniana utilizza un metodo non direttivo, infatti il paziente è considerato parte attiva e il terapeuta perde parte della sua autorità.

Tecniche di ipnosi
Diverse sono le tecniche di ipnosi messe in atto dagli esperti di questa pratica, tra cui ricordiamo:
- l’ipnosi a distanza: l’esperto e il soggetto sono posti a una distanza che non consente la comunicazione diretta ma, con l’ausilio di uno strumento e la pratica, avviene in un contesto pubblico
- l’affect bridge o “ponte affettivo”, una tecnica di ipnosi regressiva che consiste nel ricollegare un’esperienza presente al passato tramite un’emozione comune
- l’ipnosi con il pendolo è una tecnica molto conosciuta, serve per focalizzare l’attenzione del soggetto che pian piano cade in profonda trance.
Psicoterapia e ipnosi
In psicoterapia, l’ipnosi viene usata per aiutare il paziente a prendere coscienza delle proprie potenzialità al fine di migliorare lo stato di benessere. Si tratta, quindi, di un approccio che si basa su un rapporto di collaborazione tra il paziente e terapeuta.
Per far sì che la seduta di ipnosi possa essere efficace, il setting terapeutico deve essere preparato ad hoc: deve essere tranquillo, privo di stimoli visivi e sonori e deve stimolare il rilassamento.
Il paziente deve potersi fidare del terapeuta e della procedura, questo significa che, prima di procedere all’uso dell’ipnosi, deve stabilirsi una forte alleanza terapeutica. Molto importante è spiegare al paziente cosa lo attende, affrontando eventuali pregiudizi e paure.
Cosa succede durante una seduta di ipnosi? Il processo ipnotico consiste in tre fasi:
- preparazione
- trance terapeutica
- ratifica del cambiamento.
La tecnica dell’ipnosi può essere applicata a numerosi problemi di salute mentale, come i disturbi d’ansia e i disturbi depressivi, i problemi del sonno, i disturbi che derivano da uno stress post traumatico e le dipendenze.
Ipnosi per l’ansia
L’ipnosi può essere utilizzata per superare le fobie e per numerosi problemi d’ansia. Una meta-analisi ha rilevato che, al termine del trattamento, il paziente medio che riceve l'ipnosi ha una più efficace riduzione dell’ansia rispetto al 79% dei partecipanti nel gruppo di controllo, un effetto che si mantiene e aumenta nel tempo (Valentine et al., 2019). Nel trattamento delle fobie, per esempio, attraverso l’immaginazione della situazione che genera ansia durante la trance ipnotica, si può pian piano renderla più familiare e gestibile.
Quando tale situazione affiora nella realtà, sarà più facile da affrontare. Si può utilizzare l’ipnosi per gli attacchi di panico ma anche per per gli attacchi d’ansia, e per l’ansia sociale.
Ipnosi per l’autostima
L’ipnosi guidata può essere impiegata anche in percorsi di crescita personale. Con l’uso di metafore create ad hoc per ogni soggetto, è possibile accrescere l’autostima imparando a porre la giusta attenzione su sé stessi, le proprie capacità e risorse.
Ipnosi per superare i traumi
L’ipnosi è utile per abbassare il livello d’ansia associato a un evento o stato traumatico. Vengono richiamati i ricordi dolorosi e si rendono gradualmente gestibili. A volte l’ipnosi viene confusa con un’altra tecnica molto utilizzata nel trattamento del trauma: l’EMDR.
La differenza tra l’ipnosi e l’EMDR sta nel fatto che l’ipnosi si basa sulla suggestione attraverso tecniche sia direttive che non direttive, che conducono il soggetto in uno stato di trance, mentre nell’EMDR il soggetto segue la produzione e l’elaborazione dei pensieri relativi al trauma senza l’uso di suggestioni e trance.
Ipnosi per dormire
Pur non essendo uno stato di sonno, ma di profonda concentrazione, l’ipnosi viene utilizzata per curare l’insonnia perché aiuta nel rilassamento sia fisico che mentale, allentando la tensione e l’ansia che causano la difficoltà nell’addormentamento.
Ipnosi per smettere di giocare
La trance ipnotica con soggetti ludopatici agisce sulle credenze che mantengono la dipendenza e lo spingono a continuare a giocare. L’intervento viene sviluppato agendo su specifiche motivazioni del paziente, con l’obiettivo di aiutarlo a modificare le credenze disfunzionali.
Ipnosi per smettere di fumare e di bere
Con l’uso dell’ipnosi si impara a riformulare i pensieri. In generale, l’ipnosi si può utilizzare per curare le dipendenze. Quando si ha una dipendenza da alcol o da tabacco, per esempio, si è abituati a rispondere automaticamente a uno stimolo associato alla spinta del comportamento dipendente.
Attraverso la tecnica ipnotica, si attivano le risorse mentali necessarie a modificare tali processi automatici negativi. In altre parole, ci si chiede se si ha davvero l’esigenza di fumare o di bere, prestando davvero attenzione alle proprie richieste in maniera più attenta.
Ipnosi per curare i disturbi alimentari
Attraverso la trance aumentano i livelli di suggestionabilità e si è in grado anche di intervenire sugli atteggiamenti verso il cibo che la persona desidera cambiare. Infatti, consolidando la capacità della persona di gestire i momenti di stress e la mancanza di controllo, l’ipnosi può essere utile nel trattamento di alcuni disturbi alimentari.
Ipnosi sessuale
Attraverso studi condotti su uomini affetti da disfunzione erettile e donne affette da vulvodinia, si è sperimentato che l’ipnosi può essere utile per il trattamento di alcuni problemi della sfera sessuale.
Ciò avviene tramite l’uso dell’induzione ipnotica per ridurre la tensione e, con il raggiungimento di un adeguato livello di rilassamento, cambiare l’immagine sessuale del paziente promuovendone l’autoefficacia e il senso di autocontrollo.
Ipnosi e terapia del dolore
In generale, l’ipnosi viene utilizzata per gestire il dolore. Uno studio italiano su pazienti con dolore cronico severo ha mostrato come, dopo due anni di trattamento con ipnosi, il punteggio medio del dolore (su scala VAS) sia sceso da 81,9 a 38,9, mentre nel gruppo di controllo la riduzione è stata molto più contenuta, passando da 78,5 a 57,1 (Brugnoli et al., 2018). Infatti, tramite il rilassamento si abbassano i livelli di tensione e stress in pazienti con malattie gravi che provocano dolore fisico.
Di recente, la tecnica ipnotica è stata introdotta anche per gestire i dolori delle partorienti che, attraverso l’autoipnosi sono in grado di gestire il dolore del parto.

Psicoterapia, psicologia e ipnosi: gli effetti sul paziente
Cosa succede al paziente in stato di ipnosi? Durante la trance ipnotica, il paziente è maggiormente in grado di accedere ai meccanismi che regolano il suo comportamento e superare più facilmente le resistenze, accedendo così al contenuto inconscio.
Il soggetto in stato di ipnosi può:
- modificare la percezione del mondo esterno, ovvero percepire stimoli non reali, non percepire o distorcere percezioni di stimoli esistenti creando illusioni
- modificare il proprio vissuto sensoriale interno, ovvero ampliare o ridurre sensazioni che provengono dall’interno del corpo (come ritmo respiratorio, calore o battito cardiaco).
L'ipnosi è pericolosa? Possibili effetti collaterali
Come si fa a capire se si è sotto ipnosi? Il soggetto ipnotizzato è un soggetto attivo, cosciente, si trova in uno stato di rilassamento e non di sonno, in grado di agire sulle proprie percezioni. La sua mente è aperta e non limitata.
Diversa è la visione classica dell’ipnosi spettacolarizzata, utilizzata quindi come gioco di prestigio nei programmi televisivi per motivi di intrattenimento. Molte convinzioni errate arrivano proprio dall’uso improprio della trance: si ha paura perché si crede che l’ipnotizzatore sia in grado di impadronirsi in qualche modo della psiche e del corpo dell’ipnotizzato e fargli compiere azioni inconsapevolmente.
Inoltre, non presenta alcun effetto collaterale, se non disturbi passeggeri come mal di testa o mal di schiena. Va sempre ricordato che qualsiasi tecnica ipnotica deve essere svolta da professionistispecializzati, in grado di poter capire se il soggetto è predisposto alla trance.
Fare terapia psicologica con l’ipnosi
Fare terapia psicologica con l’ipnosi
Abbiamo visto come l’ipnosi, praticata come tecnica psicoterapeutica da professionisti specializzati (che sanno come ipnotizzare una persona e gestire gli effetti di questa pratica), possa aiutare il soggetto a prendere coscienza delle proprie potenzialità al fine di migliorare il suo stato di benessere.
Il costo di una seduta di ipnosi può essere variabile, ma in alcuni casi questo può essere ridotto, come per esempio se le sedute si svolgono in terapia online. L’ipnosi infatti può anche non essere praticata in presenza, l’importante è che lo psicologo esperto in ipnosi sia abituato alla gestione del setting terapeutico dell’ipnosi online.
Leggendo le diverse testimonianze sull’ipnosi (come le testimonianze sull'ipnosi ericksoniana) si evince come questa pratica abbia efficacia nel trattamento di diversi tipi di problemi.