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minuti di lettura

Cyberstalking: relazioni “in rete”

Cyberstalking: relazioni “in rete”
Mariateresa Piccolo
Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
10.12.2025
Cyberstalking: relazioni “in rete”
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Il cyberstalking è un fenomeno complesso: non costituisce un reato autonomo, ma una modalità di attuazione del reato di atti persecutori (stalking) in cui il persecutore utilizza Internet o altri mezzi elettronici per molestare e intimidire ripetutamente la vittima, anche senza contatto fisico diretto. Si può considerare come la versione digitale dello stalking, reato introdotto in Italia con l’art. 612-bis del codice penale dalla Legge n. 38/2009.

Quali sono le caratteristiche del cyberstalking?

Spesso si tratta di persone intelligenti e con buone abilità informatiche. Tuttavia, oltre ad essere soggetti socialmente isolati ed emotivamente immaturi, in cerca di un’intimità che non sono in grado di ottenere nella vita reale, è stato osservato che solo la componente antisociale della psicopatia – ovvero comportamenti antisociali precoci e ripetuti – risulta significativamente associata alla perpetrazione di cyberstalking negli ultimi 12 mesi, con un odds ratio di 2,74 (Blais et al., 2024).

Il cyberstalker è ossessionato dalla vittima e qualsiasi tipo di avvertimento risulta spesso inutile:

  • le molestie sono ripetute e istantanee;
  • i comportamenti sono premeditati, sgraditi e intrusivi: inducono paura o angoscia nella vittima;
  • lo scopo è quello di spaventare o fare male.

Il cyberstalker

Attraverso il mezzo elettronico il cyberstalker manifesta il suo bisogno di controllare la vittima. Un’indagine effettuata dai ricercatori McFarlane e Bocij nel 2003 ha rilevato alcune caratteristiche ricorrenti. Si tratta di soggetti:

  • prevalentemente single (52,3%);
  • dotati di conoscenze informatiche medio-alte (60%);
  • con un'occupazione lavorativa stabile (50%);
  • in possesso di un diploma o di una laurea universitaria (50%).
Torsten Dettlaff - Pexels

Due pesi e due misure: una questione di genere

Accade spesso che le persone non si riconoscano come vittime di questo reato, perché non lo “percepiscono”. Quali sono i motivi? La paura di acquisire un’identità stigmatizzata, soprattutto se la vittima in questione è di sesso maschile. Si tratta dunque di una questione di genere?

Pare che le donne tendano a sentirsi più minacciate rispetto agli uomini e siano significativamente più preoccupate. La docente di Giustizia penale Maria DuPont-Morales ha riferito in una sua ricerca che “gli studenti, sia di sesso maschile che femminile, erano categorici nel sostenere che un uomo che subisce una persecuzione da parte di una donna è sottoposto più a un fastidio che a un crimine”.

Queste differenze di genere mostrano che le vittime di sesso maschile si riconoscono più difficilmente come tali. Tuttavia, recenti studi hanno evidenziato che i tratti borderline possono moderare la relazione tra il sesso del partecipante e il cyberstalking del partner intimo: in particolare, le donne con alti livelli di tratti borderline risultano essere le più propense a compiere cyberstalking nei confronti del partner (Duffy et al., 2023). In questo contesto, la società gioca un ruolo importante, disincentivando l’uomo a riconoscersi “vittima”. DuPont-Morales sostiene che “le vittime di sesso maschile di questo abuso riferiscono difficoltà nel trovare supporto come vittime, e che le forze dell’ordine sono insensibili quando stilano i rapporti o effettuano le indagini”.

Diffusione e impatto del cyberstalking: dati e tendenze attuali

Il fenomeno del cyberstalking è in costante crescita, sia in Italia che a livello internazionale. Secondo i report più recenti dell’European Institute for Gender Equality, la violenza di genere online rappresenta una componente in rapido aumento della violenza contro le donne nell’Unione Europea: le indagini europee indicano che circa una donna su dieci ha sperimentato forme di molestia o minaccia online almeno una volta nella vita (EIGE, 2025).

In Italia, i report della Polizia Postale e le analisi ufficiali mettono in evidenza un incremento dei reati informatici che coinvolgono minacce, molestie e atti persecutori online, con un aumento delle persone indagate e dei procedimenti attivati nel 2023 rispetto al 2022 (Ministero dell’Interno, 2024). Anche i dati del numero di pubblica utilità 1522 mostrano una crescita significativa delle richieste di aiuto per stalking nel 2023 e nel 2024 (circa +32,5% tra 2023 e 2024), segnalando una maggiore emersione del fenomeno e il suo impatto sulla vita quotidiana delle vittime (Istat, 2025).

Le conseguenze psicologiche del cyberstalking possono essere estremamente gravi: oltre ad ansia, insonnia, perdita di fiducia e isolamento sociale, le vittime riportano frequentemente un aumento dell'ideazione suicidaria, paura, rabbia, depressione e sintomi di disturbo post-traumatico da stress (PTSD) (Short et al., 2014). Questi effetti sono tra i più frequentemente riportati anche in una revisione sistematica del 2021 sugli esiti psicologici del cyberstalking e della cybermolestia in età adulta (Stevens et al., 2021). La natura pervasiva e continua delle molestie online rende spesso difficile per le vittime trovare momenti di tregua e recuperare un senso di sicurezza.

Modalità e strumenti del cyberstalking: come agisce il persecutore digitale

Il cyberstalking può manifestarsi attraverso una varietà di strumenti e strategie digitali, che permettono al persecutore di mantenere un controllo costante e spesso invisibile sulla vittima.

Tra le modalità più comuni si trovano:

  • Stalkerware: si tratta di software installati di nascosto su smartphone o computer della vittima, che permettono al cyberstalker di monitorare messaggi, chiamate, posizione GPS e attività online. Secondo il report The State of Stalkerware in 2022 di Kaspersky, l’Italia risulta il secondo Paese in Europa per numero di utenti colpiti da stalkerware (Kaspersky, 2023).
  • Hacking e cracking di account: il cyberstalker può ottenere accesso non autorizzato a profili social, email o cloud della vittima, sottraendo informazioni personali o diffondendo dati sensibili.
  • Controllo tramite GPS: attraverso app di localizzazione o dispositivi nascosti, il persecutore può seguire gli spostamenti della vittima in tempo reale, aumentando la sensazione di insicurezza.
  • Creazione di account falsi: spesso vengono creati profili fake per inviare messaggi minacciosi, diffondere false informazioni o contattare amici e familiari della vittima, con l'obiettivo di isolarla o danneggiarne la reputazione.

Questi strumenti rendono il cyberstalking particolarmente insidioso, perché permettono al persecutore di agire a distanza, spesso senza essere immediatamente identificato.

Aspetti legali: cosa prevede la legge italiana sul cyberstalking

In Italia, il cyberstalking non è un reato autonomo, ma una modalità di attuazione del reato di atti persecutori disciplinato dall’articolo 612-bis del Codice Penale, introdotto con la Legge n. 38/2009. Questa norma punisce chiunque, con condotte reiterate, minacci o molesti qualcuno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o paura, o da costringerlo a cambiare abitudini di vita.

Le condotte di cyberstalking possono includere:

  • Invio ripetuto di messaggi minacciosi o offensivi tramite email, social network o app di messaggistica.
  • Diffusione di dati personali o immagini senza consenso, con l'intento di intimidire o umiliare la vittima.
  • Accesso abusivo ai dispositivi elettronici della vittima, anche tramite software spia o tecniche di hacking.

La legge prevede circostanze aggravanti – e quindi pene più severe – se la vittima è un minore, una persona con disabilità o se il reato è commesso dal partner, dall’ex partner o da altra persona legata da una relazione affettiva alla vittima. Inoltre, dal 2019, la Legge n. 69/2019 (cosiddetta "Codice Rosso") ha introdotto procedure più rapide per la tutela delle vittime di violenza, compreso il cyberstalking.

È importante sapere che la denuncia può costituire un passo fondamentale per attivare la protezione legale e interrompere le condotte persecutorie.

Christina Morillo - Pexels

Strategie di prevenzione e protezione digitale contro il cyberstalking

Prevenire il cyberstalking significa adottare comportamenti consapevoli e proteggere la propria identità digitale. Alcune strategie pratiche possono aiutare a ridurre i rischi e a difendersi da possibili attacchi:

  • Aggiornare regolarmente password e credenziali: utilizzare password complesse e diverse per ogni account, cambiandole periodicamente, può ridurre la possibilità di accessi non autorizzati.
  • Attivare l'autenticazione a due fattori: questa funzione aggiunge un ulteriore livello di sicurezza agli account, rendendo più difficile per i cyberstalker accedervi anche se conoscono la password.
  • Verificare le impostazioni di privacy sui social network: limitare la visibilità dei propri post e delle informazioni personali può impedire a estranei di raccogliere dati utili per il controllo o la manipolazione.
  • Evitare di condividere la posizione in tempo reale: disattivare la geolocalizzazione nelle app e nei post pubblici aiuta a proteggere la propria privacy e a non fornire informazioni sugli spostamenti.
  • Controllare periodicamente i dispositivi: installare un buon antivirus e verificare la presenza di app sospette o sconosciute può aiutare a individuare eventuali stalkerware.
  • Non rispondere a messaggi provocatori o minacciosi: evitare il contatto diretto con il cyberstalker può ridurre l'escalation delle molestie.

Questi accorgimenti, se adottati con costanza, possono fare la differenza nella prevenzione e nella gestione del cyberstalking, contribuendo a creare un ambiente digitale più sicuro. È importante considerare che le vittime di cyberstalking da parte di persone conosciute sono più inclini a usare alcol e droghe, ridurre i contatti sociali con amici, acquistare un'arma e tentare di ragionare con il cyberstalker (Begotti et al., 2022), sottolineando così la necessità di strategie di supporto psicologico e sociale mirate.

Cyberstalking nella realtà: esempi e casi concreti

Per comprendere meglio l'impatto del cyberstalking, può essere utile considerare alcuni casi reali che hanno avuto risonanza mediatica e giudiziaria.

Un esempio significativo è quello di una giovane donna italiana che, nel 2020, ha subito per mesi molestie online da parte di un ex partner. L'uomo aveva installato uno stalkerware sul suo smartphone, monitorando ogni conversazione e spostamento. Grazie alla denuncia e all'intervento della Polizia Postale, il persecutore è stato identificato e condannato, sottolineando l'importanza di rivolgersi tempestivamente alle autorità.

Un altro caso, riportato da Amnesty International nel 2021, riguarda la creazione di profili falsi sui social network per diffondere informazioni diffamatorie e minacciare la vittima. Questo tipo di cyberstalking può avere conseguenze devastanti sulla reputazione e sul benessere psicologico della persona coinvolta.

Questi esempi mostrano come il cyberstalking possa colpire chiunque e assumere forme diverse, ma anche come sia possibile uscirne grazie al supporto delle istituzioni e alla consapevolezza dei propri diritti.

Come uscire dalla rete del cyberstalker?

Non tutti sono a conoscenza di questo fenomeno relazionale e legale “nuovo”. Molto spesso, chi dovrebbe essere informato sulla legislazione è influenzato da pregiudizi culturali che impediscono di riconoscere il cyberstalking in quanto reato e di rilevarne la gravità.

Per affrontare e contrastare il cyberstalking può essere utile:

  • rompere il silenzio, dar voce alla paura e all’angoscia;
  • proteggersi: prendersi cura della propria vita, in tutti gli spazi, reali e virtuali;
  • denunciare: si tratta di un reato;
  • non isolarsi: i gruppi di auto mutuo aiuto possono aiutare;
  • scegliere: non siamo passivi, ma agenti attivi e in quanto tali ricchi di risorse per dare un significato a quanto sta accadendo e per affrontarlo.

Prenditi cura di te: Unobravo può essere al tuo fianco

Affrontare il cyberstalking può far sentire soli, spaventati e senza via d’uscita. Ma non sei solo: chiedere aiuto è un atto di forza e consapevolezza. Un percorso psicologico può contribuire a ritrovare sicurezza, fiducia e strumenti concreti per gestire le emozioni e proteggerti, sia online che nella vita di tutti i giorni. Se senti il bisogno di parlare con qualcuno che ti ascolti senza giudizio e ti supporti nel superare questo momento, inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online e scopri come Unobravo può aiutarti a ritrovare serenità.

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