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Facciamo un patto: il funzionamento di coppia tra patto segreto e patto dichiarato

Facciamo un patto: il funzionamento di coppia tra patto segreto e patto dichiarato
Facciamo un patto: il funzionamento di coppia tra patto segreto e patto dichiaratologo-unobravo
Maristella Mangone
Maristella Mengone
Redazione
Psicologa ad orientamento Sistemico-Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
9.9.2019

La nascita di una coppia è l’incontro di due storie: non si stratta solo di due persone ma anche dei loro modelli di coppia, delle loro aspettative e dei loro bisogni. Le psicologhe Cancrini ed Harrison sostenevano che ci innamoriamo dell’immagine che l’altro ci rimanda di noi e dell’immagine che a lui rimandiamo, e che la relazione nasce appunto dall’incontro di queste immagini e dalla negoziazione di un patto.


La coppia che si forma fa un accordo, la cui flessibilità determinerà la riuscita o meno di una relazione sana e stabile. Ogni patto ha un aspetto dichiarato ed uno segreto e può evolvere adattandosi o infrangersi!


La scelta del partner

La scelta del partner è influenzata dalla propria storia individuale e familiare, e può avvenire per:

  • somiglianza, venendo definita scelta complementare;
  • differenza, viene quindi definita scelta per contrasto.


Dalla propria famiglia si riceve un bagaglio, una sorta di dote ed eredità che viene portata nella futura relazione. Durante l’innamoramento ogni partner propone all’altro, ma anche a se stesso, un’immagine ideale di sé. L’altro sarà più o meno attratto da questa immagine se corrisponderà alla soluzione di antichi bisogni e alla soddisfazione di aspettative profonde.


Il patto di coppia 

Nella fase iniziale, la coppia fa un patto simile ad un iceberg con una parte emersa fatta di norme esplicite e accordi consapevoli e una parte sommersa fatta di vincoli emotivi e aspettative.

Questa parte sommersa è quella dell’idealizzazione di se stessi, dell’altro e della relazione, dell’illusione di poter soddisfare ed essere soddisfatti rispetto a profondi bisogni, dei desideri e delle paure reciproche. In particolare, lo psicologo Cigoli, definisce questi patti:

  • patto dichiarato: fatto di aspetti consapevoli ed espliciti, “emersi”, circa le regole familiari e sociali;
  • patto segreto: fatto di clausole personali, aspetti “sommersi” e segreti non solo per l’altro, ma anche per il soggetto stesso.

I partner, al momento della stipula, propongono in modo inconsapevole una serie di clausole influenzate da: figure genitoriali interiorizzate, fantasie e aspettative sul compagno ideale, bisogni personali da soddisfare.


Se immaginiamo i due patti come due assi, dal loro incrocio deriveranno diverse tipologie: in particolare il patto segreto può essere impraticabile, rilanciabile o a praticabilità limitata, mentre il patto dichiarato può essere rigido, assunto o inconsistente. Ci saranno di conseguenza patti:

  • fragili: inconsistenti impraticabili e inconsistenti a praticabilità limitata;
  • tragici: rigidi impraticabili e rigidi a praticabilità limitata;
  • ideali: rilanciabili nel patto segreto e assunti in quello dichiarato.
August de Richelieu - Pexels


Conflitti di coppia

Un percorso sano di coppia prevedrebbe una rinegoziazione del patto iniziale con l’accettazione dell’altro per quello che è con le proprie caratteristiche ed esigenze. Molto spesso, invece, accade che le premesse iniziali si irrigidiscano e la coppia, piuttosto che lavorare su quest’ultime, si concentri sul modificare il partner rivendicando i patti disattesi.


Molti conflitti si attestano sulla delusione e diventano distruttivi perché non si riescono a rinnovare le premesse del primo contratto e a passare dall’illusione alla disillusione, fase in cui l'altro non è la proiezione dei propri bisogni, ma un individuo autonomo da conoscere, accettare e ascoltare.


L’evoluzione della coppia è data dalla possibilità di divenire flessibili e in grado di mutare il proprio ruolo in funzione dei bisogni altrui e di tollerare i cambiamenti dell’altro. Questi passaggi sono strettamente collegati alle tappe dello sviluppo emotivo ed affettivo di ciascun partner, che li renderà o meno capaci di strutturare un patto flessibile in termini di regole e bisogni.


Quando il patto si infrange

La frattura riguarda l’insieme dei due patti, per cui non basta dichiarare la fine del patto per stabilirne la morte. Spesso vi sono situazioni in cui si scioglie il patto a livello di impegno, ma non si riesce a farlo a livello segreto. Quest’ultimo caso è quello del “legame disperante”. Se ne possono identificare due tipologie:

  • il caso in cui c’è un membro della coppia che non riesce a smettere di credere nel legame per cui si sente spesso dire “basterebbe che lui/lei fosse più…”;
  • il caso in cui uno dei membri cerca di salvare se stesso vedendo nell’altro il male e un’influenza negativa, per cui si sente spesso dire “vede io ci provo a fare… ma è lui/lei che non vuole…”.


L’impossibilità emotiva di separarsi mantiene la coppia in un legame disperante, tale per il forte senso di disperazione che fa persistere nei propri comportamenti e nella richiesta di cambiamento dell’altro nella speranza che le cose migliorino. Tra le cause della fine di un patto troviamo:

  • fallimento dell’incastro: quando c’è incongruenza tra patto dichiarato e patto segreto e ogni partner cerca di imporre all’altro i suoi bisogni;
  • esaurimento del compito assegnato al legame: quando l’incastro tra i patti è riuscito, ma una volta esaurito il patto iniziale non si è capaci di rilanciarlo;
  • avvenimento sconcertante: quando c’è un terzo che rompe l’equilibrio del patto, ad esempio la nascita di un figlio o una terza persona;
  • debolezza del patto: quando il patto dichiarato risulta debole e marginale rispetto alla ricerca della propria felicità.
cottonbro - Pexels


“La coppia utile”

Quali sono allora gli indicatori di un buon funzionamento di coppia? Lo psicologo Menghi sosteneva che più che chiedersi se la propria coppia fosse normale, bisognava chiedersi se fosse utile! La domanda necessaria da farsi come coppia è: “La nostra relazione è utile al nostro sviluppo psichico?”.

Tale domanda è importante per diventare consapevoli dei propri comportamenti e lavorare, laddove necessario, al cambiamento delle famose premesse. Una coppia funziona bene se favorisce la crescita dei suoi membri, se valorizza il loro potenziale e permette l’adattamento ai cambiamenti.

La terapia nelle relazioni di coppia

Il lavoro terapeutico permette di soffermarsi ed analizzare le premesse su cui si è costruita una coppia, permettendone un’evoluzione e un cambiamento utili o accompagnandola nella separazione intesa come riconfigurazione del legame. Chiedere uno spazio terapeutico di coppia permette di soffermarsi sulle dinamiche di quel legame per capire:

  • quanto sono utili all’evoluzione di ogni membro;
  • qual è il contributo che ogni partner sta apportando alla relazione;
  • quali sono le richieste segrete e quali le premesse su cui è possibile o meno risposarsi nel presente.

La coppia, come il singolo, attraversa diverse fasi del ciclo di vita, ognuna con le sue sfide. È in questi momenti che si misura la flessibilità del patto e la capacità di convogliare le proprie energie nella comprensione e nell’adattamento reciproco. Sono proprio i momenti di crisi ad essere preziose occasioni per analizzare i patti e comprendere nel presente su quali premesse è possibile o meno rilanciarle la propria relazione di coppia.


Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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