La patologia cronica, in particolare se grave, può costituire una significativa minaccia per il benessere psicologico. Questa condizione di sofferenza continua, in particolare quando è visibile, modifica l’immagine corporea e spesso si accompagna a stigma e delegittimazione. Considerare le ripercussioni psicologiche è quindi fondamentale per prendersi cura del benessere della persona nella sua totalità.
Le malattie croniche sono sempre più frequenti. A causa della loro incidenza crescente, rappresentano spesso una sfida non solo per chi ne convive, ma anche:
- per la famiglia che offre supporto,
- per la società che ne sostiene i costi,
- per la medicina, i cui progressi, seppur significativi, non sempre riescono ad alleviarne il peso e il costo umano.
Di fronte alla cronicità, la medicina è chiamata a ripensare i propri modelli di comprensione e cura, per rispondere in modo più adeguato ai bisogni delle persone. Un approccio esclusivamente biomedico non permette di cogliere la complessità della sofferenza, che è anche psicologica e relazionale. Oltre a offrire percorsi di cura, comprese le cure palliative, è importante considerare anche il supporto di uno psicologo.
Un modello più ampio per affrontare la malattia cronica
L’evoluzione clinica delle persone con patologia cronica non dipende solo da fattori biologici, ma anche dagli eventi e dalle dinamiche psicosociali che caratterizzano la loro vita. In questa costellazione, tre dimensioni assumono particolare rilievo:
- l’esperienza della malattia vissuta dalla persona,
- la risposta della famiglia,
- le modalità d’incontro tra la persona e il sistema di cura.
Per tener conto di queste tre dimensioni, è necessario adottare un modello di intervento bio-psico-sociale, adeguato alla complessità della malattia cronica e capace di incoraggiare i medici ad ampliare il proprio campo d’azione, collaborando in modo più stretto con gli psicoterapeuti.
In questo modo, si possono valorizzare le risorse della persona e di chi la circonda. Medici e terapeuti conoscono, ma non sempre considerano pienamente, la sofferenza e le destabilizzazioni che una malattia a lungo termine può generare in una famiglia, insieme ai sacrifici che ne derivano. Anche la famiglia, infatti, è coinvolta dalla malattia, che influenza direttamente chi è legato da una relazione affettiva con la persona che ne soffre.
Dati epidemiologici e impatto delle malattie croniche
Le malattie croniche rappresentano una delle principali sfide per la salute pubblica a livello globale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le malattie croniche sono responsabili di circa il 74% di tutti i decessi nel mondo, con oltre 41 milioni di morti ogni anno (OMS, 2023).
In Italia, secondo i dati ISTAT del 2022, circa il 40% della popolazione convive con almeno una patologia cronica, e il 20% ne presenta due o più. Questo fenomeno ha un impatto significativo non solo sulla qualità della vita delle persone, ma anche sui costi sanitari e sociali, rappresentando circa l’80% della spesa sanitaria complessiva (Ministero della Salute, 2023).
L’aumento dell’aspettativa di vita, i cambiamenti nello stile di vita e l’invecchiamento della popolazione contribuiscono a rendere le malattie croniche sempre più diffuse e rilevanti.
Le principali malattie croniche e le loro cause
Le malattie croniche comprendono un ampio spettro di condizioni che si sviluppano lentamente e tendono a persistere nel tempo. Tra le più comuni troviamo:
- Diabete mellito: una patologia caratterizzata da un’alterazione del metabolismo degli zuccheri, spesso legata a fattori genetici, sovrappeso e sedentarietà.
- Malattie cardiovascolari: includono infarto, ictus e ipertensione, spesso associate a fumo, dieta non equilibrata, stress e inattività fisica.
- Malattie respiratorie croniche: come l’asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), frequentemente correlate all’esposizione a inquinanti e al fumo di sigaretta.
- Tumori: alcune forme di cancro possono diventare condizioni croniche grazie ai progressi delle terapie, ma restano tra le principali cause di mortalità.
- Malattie reumatiche: come l’artrite reumatoide, che colpisce le articolazioni e può compromettere la mobilità.
Le cause delle malattie croniche sono spesso multifattoriali e includono:
- Fattori genetici: la predisposizione familiare può aumentare il rischio di sviluppare alcune patologie.
- Stili di vita non salutari: alimentazione scorretta, sedentarietà, abuso di alcol e fumo sono tra i principali fattori di rischio.
- Inquinamento ambientale: l’esposizione a sostanze tossiche può favorire l’insorgenza di alcune malattie croniche.
- Invecchiamento: l’età avanzata è un fattore di rischio importante per molte condizioni croniche.

Un evento in una storia
La malattia può essere definita come il processo attraverso cui la persona subisce un attacco da parte del proprio corpo. Alcune modifiche possono sorgere a livello di cellule, tessuti, organi, sistemi organici o del sistema nervoso. Tuttavia, la malattia e l’essere paziente diventano realtà solo quando la persona prova malessere, dolore, angoscia, o manifesta comportamenti che possono indicare una condizione patologica.
In questo senso, la malattia non è mai un fenomeno puramente biologico, ma coinvolge la persona nella complessità della sua esistenza: per un essere umano, ammalarsi è un vero e proprio “evento”. In modo spontaneo o involontario, questa esperienza trasforma la condizione di vita e spinge l’individuo ad adattarsi al disturbo che, colpendo il corpo, coinvolge anche la dimensione personale. La limitazione delle capacità, l’accresciuta vulnerabilità e le esigenze di eventuali trattamenti farmacologici sono ulteriori aspetti imposti dalla presenza della malattia.
Effetti fisici e mentali della malattia cronica
La presenza di una malattia cronica può comportare conseguenze che vanno ben oltre i sintomi fisici. Gli effetti possono essere suddivisi in due grandi categorie:
Effetti fisici
- Dolore persistente: molte patologie croniche sono associate a dolore continuo o ricorrente, che può limitare le attività quotidiane.
- Affaticamento: la stanchezza cronica è un sintomo comune che può ridurre la capacità di lavoro e la partecipazione sociale.
- Limitazioni funzionali: la perdita di autonomia o la necessità di assistenza possono influire profondamente sulla qualità della vita.
Effetti mentali e psicologici
- Ansia e depressione: la convivenza con una malattia cronica può aumentare il rischio di sviluppare disturbi dell’umore, come confermato da numerosi studi clinici (ad esempio, secondo una revisione pubblicata su "The Lancet Psychiatry" nel 2021).
- Isolamento sociale: le limitazioni fisiche e la percezione di essere diversi possono portare a un progressivo ritiro dalle relazioni sociali.
- Alterazione dell’immagine corporea: i cambiamenti fisici visibili possono influenzare l’autostima e la percezione di sé.
Questi effetti, spesso intrecciati tra loro, richiedono un approccio integrato che tenga conto sia della dimensione fisica sia di quella psicologica.
Cosa significa, per un essere umano, la “cronicità”?
Dal punto di vista esistenziale, la malattia cronica rappresenta un evento “impegnativo e inevitabile”. Essa porta la persona a trasformarsi per adattarsi a un dato non modificabile della propria storia di vita, rendendo necessario riprogettare attivamente la propria esistenza.
Il tempo e lo spazio devono essere riorganizzati per rimodulare la vita personale, sociale e lavorativa. La persona si trova a dover rivedere:
- le condizioni di vita,
- le attività professionali,
- le responsabilità familiari,
- i compiti domestici,
- i momenti di svago,
in modo da adattarsi alle limitazioni funzionali che la malattia può comportare. La malattia cronica, quindi, modifica il vissuto corporeo e il senso di sé, diventando un’inevitabile “compagna di vita”.

L’incontro con la cura
La funzione curativa costituisce il fondamento del rapporto tra medico o psicoterapeuta e paziente. Questa funzione si basa sull’incontro con la storia di ogni singola persona, con le sue paure, la sua nuova immagine, la percezione di un corpo che può sembrare averla tradita, e con la delusione e la rabbia che possono emergere.
“La vita si ascolta così come le onde del mare… Le onde montano…Crescono…cambiano le cose…Poi, tutto torna come prima ma non è più la stessa cosa.” A. Baricco
Strategie di coping e consigli pratici per persone con demenza e caregiver
Affrontare una malattia cronica può richiedere non solo cure mediche, ma anche strategie pratiche per gestire le difficoltà quotidiane. Ecco alcuni suggerimenti utili:
Per le persone che convivono con una malattia cronica
- Accettare le proprie emozioni: riconoscere sentimenti come rabbia, tristezza o paura è il primo passo per affrontarli in modo costruttivo.
- Stabilire routine flessibili: organizzare le giornate in modo adattabile ai propri limiti può aiutare a mantenere un senso di controllo.
- Cercare supporto: condividere le proprie esperienze con familiari, amici o gruppi di auto-aiuto può ridurre il senso di isolamento.
- Praticare tecniche di rilassamento: esercizi di respirazione, mindfulness o meditazione possono alleviare lo stress e favorire il benessere generale.
Per i caregiver
- Informarsi sulla malattia: conoscere la patologia aiuta a comprendere meglio i bisogni della persona assistita.
- Prendersi cura di sé: dedicare tempo alle proprie passioni e al riposo è fondamentale per prevenire il burnout.
- Chiedere aiuto quando necessario: non esitare a rivolgersi a professionisti o servizi di supporto per affrontare le difficoltà più complesse.
Integrare queste strategie nella quotidianità può favorire una migliore qualità della vita sia per chi convive con la malattia sia per chi offre supporto.
L’importanza del supporto psicologico: esempi e strumenti
Il supporto psicologico rappresenta un elemento chiave nel percorso di cura delle persone che convivono con una malattia cronica. L’intervento di uno psicologo può aiutare a gestire le emozioni difficili, rielaborare l’immagine di sé e trovare nuove strategie di adattamento.
Ad esempio, una persona con artrite reumatoide può sperimentare frustrazione per la perdita di autonomia. Attraverso la psicoterapia, può imparare a riconoscere i propri limiti senza sentirsi definita dalla malattia, sviluppando nuove modalità per mantenere relazioni sociali e interessi personali.
Tra gli strumenti più utili vi sono:
- Colloqui individuali: permettono di esplorare vissuti personali e trovare risorse interiori per affrontare la condizione cronica.
- Gruppi di sostegno: offrono uno spazio di condivisione e confronto con chi vive esperienze simili, riducendo il senso di solitudine.
- Psicoeducazione: aiuta a comprendere meglio la malattia e a gestire le aspettative, sia per la persona che per la famiglia.
Integrare il supporto psicologico nel percorso di cura può favorire una maggiore resilienza e una migliore qualità della vita, come sottolineato anche dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2023).
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