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L’affido familiare e le sue risorse

L’affido familiare e le sue risorse
L’affido familiare e le sue risorse
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale
L’affido familiare e le sue risorse
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
4.11.2025
Ultimo aggiornamento il
4.11.2025
L’affido familiare e le sue risorse
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L’affido può essere intrapreso da singoli, coppie sposate o conviventi, con o senza figli, e non prevede limiti di età. Si tratta di un istituto pensato per offrire accoglienza a minori che, per un periodo temporaneo, sono privi di un ambiente familiare idoneo: l’obiettivo principale dell’affidamento familiare è infatti quello di favorire il reinserimento del minore nella famiglia d’origine, una volta che le difficoltà che hanno portato all’allontanamento siano state superate ("Glossario dei termini statistici...", n.d.). Quando ci si rende disponibili come affidatari, è possibile scegliere il tipo di affido per cui proporsi, in base alle proprie possibilità e aspettative.

  • residenziale, in cui il minore si trasferisce ad abitare con le figure affidatarie, dormendo presso la loro casa;
  • semi-residenziale/nel weekend, ad esempio solo sabato e domenica con una notte alla settimana;
  • diurno, per esempio solo alcuni pomeriggi durante la settimana senza pernottamento;
  • di emergenza, nel caso di situazioni di grave pericolo per il minore per le quali è necessario reperire in poco tempo una famiglia affidataria, o nel caso di neonati che necessitano di una casa per poco tempo nell’attesa di trovare una famiglia adottiva.

Il conflitto di lealtà

Nell’affido, il bambino si trova a vivere un rapporto di affetto con persone diverse e può accadere che l’attaccamento verso i genitori affidatari assuma ai suoi occhi il significato di slealtà e di tradimento nei confronti della famiglia di origine.

Viceversa, la lealtà nei confronti dei propri genitori può essere percepita come slealtà verso i nuovi legami con gli affidatari. Quando le famiglie raddoppiano, infatti, raddoppiano anche i modelli di vita, gli stili educativi, i valori e le modalità di affrontare i conflitti e le avversità. Questo conflitto è costitutivo dell’affido e comporta che il minore:

  • possa sentirsi preoccupato, arrabbiato e in colpa per la posizione scomoda in cui si trova;
  • possa manifestare comportamenti che mettano alla prova la famiglia affidataria, alzando sempre il tiro con nuove provocazioni.

La presenza dei Servizi

Nell’affido familiare, la presa in carico del minore e della sua famiglia non è solamente di chi si candida come affidatario, ma è innanzitutto dei Servizi. Inoltre, il tribunale per i minorenni interviene in caso di mancanza di assenso da parte dei genitori o del tutore ("Glossario dell’affido familiare", n.d.).

  • tribunale per i minorenni;
  • assistenti sociali;
  • psicologi;
  • educatori di spazio neutro.

I Servizi monitorano l’affido dall’inizio alla sua conclusione e si occupano:

  • di conoscere il minore che necessita di una collocazione temporanea;
  • di organizzare i colloqui conoscitivi con gli affidatari;
  • dell’abbinamento affidatari-minore;
  • degli incontri in “spazio neutro”, uno spazio in cui il minore incontra i genitori e gli altri familiari come fratelli, zii e nonni sotto la supervisione di un educatore specializzato;
  • delle decisioni in merito al post-affido.

Durante tutto il percorso gli affidatari non vengono lasciati da soli, ma sono in costante contatto con lo psicologo e l’assistente sociale. I protagonisti dell’affido, quindi, sono numerosi:

  • minore;
  • famiglia di origine;
  • affidatario;
  • servizi.

La presa in carico è a 360 gradi e spesso coinvolge anche il contesto scolastico.

Sora Shimazaki - Pexels

Risorse per il minore

L’affido rappresenta un’opportunità preziosa per bambini e adolescenti di vivere un’esperienza familiare diversa rispetto a quella a cui sono abituati. L’inserimento in un nuovo ambiente, sia per brevi periodi settimanali sia nella quotidianità, permette ai minori di esplorare modelli relazionali differenti e di ricevere nuove forme di supporto e attenzione. Studi recenti hanno evidenziato che i bambini in affido familiare sperimentano esiti migliori rispetto a quelli inseriti in strutture residenziali, mostrando meno problemi sia nei comportamenti internalizzanti che in quelli esternalizzanti e una percezione più positiva delle cure ricevute (Li et al., 2019). Questo sottolinea l’importanza dell’affido come strumento di crescita e benessere emotivo per i minori coinvolti.

  • stili educativi diversi (meno tolleranti o autoritari e più autorevoli) da quelli dei propri genitori;
  • modalità di comunicazione più efficaci;
  • regole e rituali familiari diversi.

Per esempio, un bambino abituato ad alimentarsi con piatti pronti, confezioni di patatine e merendine, potrebbe conoscere stili alimentari più adatti alla sua crescita fisica e mentale. Un altro bambino abituato ad occuparsi dei fratelli più piccoli può sperimentare la condivisione con i suoi coetanei e il divertimento nel compiere attività adatte alla sua età e meno cariche di responsabilità.

Un punto di riferimento nel tempo

La legge n. 173/2015, nota come legge sulla continuità degli affetti, prevede che il minore che ha fatto un percorso di affido, e che sia rientrato nella famiglia di origine, abbia il diritto di mantenere i contatti nel tempo con la famiglia affidataria, la quale può diventare una risorsa a lungo termine. È stato inoltre osservato che i bambini collocati in famiglie affidatarie per adozione (FAF) hanno meno probabilità di affrontare un alto numero di spostamenti, anche dopo aver controllato per età, genere e problemi cumulativi del bambino (Chateauneuf et al., 2022), sottolineando così l’importanza di garantire stabilità e continuità relazionale nei percorsi di affido.

Il legame tra minore e affidatari non viene quindi interrotto bruscamente ma, nel caso in cui entrambe le parti e i Servizi siano d’accordo al suo mantenimento, viene tutelato. In alcuni casi è avvenuta anche l’adozione del minore da parte degli affidatari, previo accordo delle parti e valutando caso per caso. È importante però essere consapevoli che, quando ci si candida per un affido, l’obiettivo è quello di lavorare tutti insieme affinché il minore possa rientrare nella sua famiglia di origine.

Risorse per l’affidatario

I punti di forza nell’intraprendere un percorso come affidatari sono molteplici. Per le coppie con dei figli, aprire le porte ad un minore in un momento di difficoltà è un modo per trasmettere ai propri figli alcuni valori:

  • l’accoglienza;
  • l’attenzione per chi ha bisogno;
  • la condivisione del tempo e degli spazi con un altro minore.

Per le coppie senza figli e i singoli è un modo per sperimentarsi come genitori, anche se per un tempo specifico. È un’occasione per poter dare il proprio aiuto a un minore che ne ha bisogno e mettere a disposizione il proprio tempo in un progetto diverso dal volontariato e con cui misurarsi in prima persona.

Consigli pratici per chi si avvicina all’affido

Avvicinarsi al mondo dell’affido familiare può suscitare molte domande e incertezze. Ecco alcuni consigli pratici per affrontare i primi passi con maggiore consapevolezza:

  • Informarsi e formarsi: Partecipare agli incontri informativi organizzati dai Servizi sociali o dalle associazioni permette di comprendere meglio le caratteristiche dell’affido e le responsabilità che comporta.
  • Confrontarsi con altre famiglie affidatarie: Ascoltare le esperienze di chi ha già vissuto l’affido aiuta a prepararsi alle sfide e a cogliere le opportunità di crescita personale e familiare.
  • Essere flessibili e aperti al cambiamento: Ogni percorso di affido è unico e richiede la capacità di adattarsi alle esigenze del minore e alle dinamiche che si sviluppano nel tempo.
  • Chiedere supporto quando necessario: Non esitare a rivolgersi ai professionisti o alle associazioni per ricevere sostegno psicologico, consulenza o semplicemente per condividere dubbi e difficoltà.

Ricordare che l’affido è un percorso di accoglienza e crescita reciproca può aiutare a vivere questa esperienza con maggiore serenità e fiducia.

Gustavo Fring - Pexels

Normativa di riferimento e realtà associative

L’affido familiare in Italia è regolato principalmente dalla Legge 4 maggio 1983, n. 184, successivamente modificata dalla Legge 149/2001, che stabilisce i principi fondamentali per la tutela dei minori privi di un ambiente familiare idoneo. La normativa pone al centro il diritto del minore a crescere in una famiglia e prevede l’affido come misura temporanea, finalizzata al rientro nella famiglia d’origine quando possibile.

Numerose associazioni e reti territoriali, come l’ANFAA (Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie) e il progetto Affido Culturale, offrono supporto, formazione e occasioni di confronto per le famiglie affidatarie. Queste realtà rappresentano un punto di riferimento prezioso per chi desidera intraprendere questo percorso, favorendo la condivisione di esperienze e la costruzione di una rete di sostegno.

Voci dall’affido: esperienze e testimonianze

Le storie di chi ha vissuto l’affido familiare possono essere fonte di ispirazione e di comprensione profonda delle sue sfide e delle sue ricchezze. Una madre affidataria racconta: "All’inizio avevamo paura di non essere abbastanza, ma con il tempo abbiamo imparato che l’ascolto e la pazienza sono le chiavi per costruire un legame di fiducia".

Anche dal punto di vista dei minori, l’affido può rappresentare una svolta importante. Un ragazzo di 16 anni, dopo un percorso di affido, ha condiviso: "All’inizio mi sentivo spaesato, ma la famiglia affidataria mi ha fatto sentire accolto senza chiedermi di dimenticare la mia famiglia d’origine. Questo mi ha aiutato a trovare un nuovo equilibrio".

Queste testimonianze sottolineano come l’affido sia un percorso fatto di piccoli passi, in cui la presenza costante e non giudicante degli adulti può fare la differenza nella vita di un bambino o di un adolescente.

Le sfide emotive dell’affido e strategie di gestione

Intraprendere un percorso di affido familiare comporta inevitabilmente delle sfide emotive sia per gli affidatari che per il minore. È normale sperimentare sentimenti di incertezza, ansia o timore di non essere all’altezza del compito. Queste emozioni possono emergere in diversi momenti, come durante l’inserimento del minore, nei periodi di crisi o nel momento del distacco.

Alcune strategie utili per affrontare queste difficoltà includono:

  • Confrontarsi regolarmente con i professionisti dei Servizi: Il supporto di psicologi e assistenti sociali aiuta a elaborare le emozioni e a trovare risposte ai dubbi che possono sorgere.
  • Coltivare la comunicazione all’interno della famiglia affidataria: Parlare apertamente delle proprie emozioni e delle difficoltà vissute favorisce la coesione e la comprensione reciproca.
  • Accettare la complessità dei legami: Riconoscere che il minore può provare sentimenti ambivalenti verso la famiglia d’origine e quella affidataria permette di accogliere le sue emozioni senza giudizio.
  • Dedicare tempo alla cura di sé: Prendersi cura del proprio benessere psicologico è fondamentale per poter essere un punto di riferimento stabile e accogliente per il minore.

Molte famiglie affidatarie raccontano che, nonostante le difficoltà, l’esperienza dell’affido ha rappresentato una crescita personale e relazionale, offrendo nuove prospettive e rafforzando la capacità di accogliere l’altro nella sua unicità.

Affido familiare in Italia: dati e contesto attuale

L’affido familiare rappresenta una realtà significativa nel panorama della tutela dei minori in Italia. Secondo i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al 31 dicembre 2021 erano circa 14.000 i minori affidati a famiglie o parenti, mentre oltre 12.000 erano accolti in comunità residenziali (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Relazione al Parlamento 2022).

Questi numeri evidenziano come l’affido possa essere una risorsa fondamentale per garantire ai bambini e agli adolescenti un ambiente protetto e accogliente, soprattutto nei casi in cui la famiglia d’origine non sia temporaneamente in grado di occuparsene. Tuttavia, la richiesta di famiglie affidatarie supera spesso la disponibilità, sottolineando l’importanza di sensibilizzare e informare la cittadinanza su questa possibilità di accoglienza.

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L’affido familiare può essere un viaggio ricco di emozioni, sfide e crescita personale, che coinvolge profondamente sia chi accoglie sia chi viene accolto. In questo percorso, il benessere psicologico di tutti i protagonisti può essere importante per affrontare i momenti di incertezza, gestire le emozioni complesse e costruire legami sani e duraturi. Se stai pensando di avvicinarti all’affido, o se già lo vivi e senti il bisogno di un sostegno professionale, Unobravo è al tuo fianco. Il nostro team di psicologi specializzati può aiutarti a trovare nuove risorse per affrontare ogni fase di questa esperienza. Prenditi cura di te e della tua famiglia: inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online e scopri come il supporto psicologico può contribuire positivamente al tuo percorso di affido.

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