Una stima aggiornata dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indica che oltre 1,5 miliardi di persone nel mondo vivono con una perdita uditiva, e circa 430 milioni presentano una ipoacusia sufficientemente grave da richiedere interventi di riabilitazione. La maggior parte dei casi è di grado lieve o moderato. In Italia, si stimano ~7 milioni di persone con ipoacusia.
Quali sono le difficoltà che vive una persona sorda?
Anche se spesso si pensa che la sordità sia un problema che riguarda solo l’udito, questo deficit sensoriale è strettamente legato alla capacità di comunicare attraverso il linguaggio verbale. La comunicazione verbale nasce da una catena di processi complessi che coinvolgono abilità:
- sensoriali;
- percettive;
- cognitive.
La diminuzione della qualità di vita di una persona con ipoacusia è ben documentata e si riflette soprattutto nella compromissione di aspetti sociali e psicologici, legati all’impatto sulla comunicazione e quindi sull’interazione sociale. In particolare, le persone con sordità acquisita spesso non si sentono più parte del mondo degli udenti, né di quello dei sordi prelinguali, sperimentando una perdita di identità e la sensazione di trovarsi in una zona di confine tra due mondi (Barlow et al., 2007).
Le conseguenze della sordità
Uno studio condotto su 87 persone di diverse fasce di età e con sordità profonda, volto a raccogliere informazioni sull’impatto della disabilità sulla propria quotidianità, ha messo in luce come il deficit uditivo avesse limitato negativamente la vita del 40% delle persone coinvolte, sia dal punto di vista familiare e relazionale che lavorativo.
La solitudine e l’isolamento sociale rappresentano spesso le conseguenze più comuni della perdita uditiva, in particolare tra gli anziani, dove la perdita uditiva non trattata aumenta significativamente il rischio di solitudine emotiva (Jayakody et al., 2022). Le persone ipoacusiche tendono progressivamente a evitare luoghi o situazioni sociali, poiché le difficoltà di ascolto non solo ostacolano l’interazione con amici e conoscenti, ma rafforzano anche la percezione di non essere più in grado di partecipare pienamente alla vita sociale, a causa dell’impossibilità di comprendere ciò che viene detto dagli altri.
Questo è vero soprattutto in situazioni di ascolto in cui è presente rumore di sottofondo (ristoranti, bar, feste, ritrovi). L’indebolimento della funzione uditiva e le difficoltà ad esso connesse possono scoraggiare le persone con deficit uditivo dal partecipare a situazioni sociali impegnative, portando così a una condizione di isolamento.
Deficit o disabilità?
È utile distinguere tra i due termini:
- con deficit si indica la reale, oggettiva perdita uditiva, quantificata in decibel attraverso una diagnosi audiologica;
- con disabilità invece ci si riferisce alla percezione soggettiva del deficit uditivo sulla propria persona e sulla propria qualità di vita, e alle limitazioni socio-psicologiche che la persona sorda si trova a dover affrontare.
Tali limitazioni possono però avere anche un valore culturale. In alcune aree degli Stati Uniti, ad esempio, le persone con sordità sono numericamente maggiori dei normoudenti, e la società si organizza in base alle loro necessità: perfettamente integrate nel contesto in cui vivono, queste persone occupano anche cariche istituzionali di rilievo.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea che la riabilitazione uditiva deve avere come obiettivo quello di “migliorare la funzione comunicativa in un paziente ipoacusico per promuoverne la partecipazione sociale”, come descritto nell’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), uno strumento elaborato dalla stessa OMS per descrivere e misurare la salute e la disabilità della popolazione.

Si può migliorare la qualità di vita di una persona sorda?
Le diverse tipologie di protesi acustiche o i metodi più invasivi come l’impianto cocleare sono solitamente gli strumenti principali utilizzati in audiologia riabilitativa. Questi dispositivi permettono alla persona sorda di ritornare a una soglia di udibilità soddisfacente. Tuttavia, nonostante i grandi progressi tecnologici, le difficoltà comunicative possono persistere.
L’ICF suggerisce un aspetto fondamentale: prendersi cura della persona con difficoltà uditive in modo globale, attraverso un inquadramento clinico multidimensionale. La sordità non va considerata solo come deficit sensoriale e uditivo, ma come una dimensione in cui il ritorno a una buona qualità di vita dipende dall’intervento su diversi piani:
- audiologico;
- psicologico;
- sociale.
Vivere la sordità: testimonianze e vissuti psicologici
Le esperienze delle persone sorde sono molto diverse tra loro, ma spesso condividono alcune emozioni e difficoltà comuni. Ecco alcune testimonianze che aiutano a comprendere l'impatto psicologico della sordità nella vita quotidiana:
- "Mi sento spesso escluso dalle conversazioni di gruppo, anche con la mia famiglia. Questo mi fa sentire solo, come se fossi invisibile."
Questa sensazione di esclusione può rappresentare una delle principali fonti di disagio emotivo per chi vive con una perdita uditiva. - "Ho imparato a chiedere di ripetere, ma a volte mi vergogno e preferisco restare in silenzio."
La vergogna e la paura di essere giudicati possono portare a evitare le interazioni sociali, alimentando l'isolamento. - "Quando ho iniziato a usare la lingua dei segni, ho ritrovato fiducia in me stesso e ho conosciuto nuove persone con cui condividere le mie esperienze."
L'accesso a modalità di comunicazione alternative può rappresentare una svolta positiva, favorendo l'inclusione e il benessere psicologico.
Queste testimonianze mostrano quanto sia importante riconoscere e accogliere le emozioni legate alla sordità, per poterle affrontare con il giusto supporto.
Strategie psicologiche per affrontare le conseguenze della sordità
Affrontare le conseguenze psicologiche della sordità richiede un approccio integrato, che tenga conto sia delle difficoltà pratiche sia delle emozioni che ne derivano. Ecco alcune strategie utili, spesso suggerite dagli psicologi esperti in salute uditiva:
- Sviluppare una rete di supporto
Condividere le proprie esperienze con familiari, amici o gruppi di pari può ridurre il senso di isolamento e favorire l'accettazione della propria condizione. - Imparare tecniche di comunicazione alternativa
L'utilizzo della lingua dei segni, della lettura labiale o di strumenti digitali può facilitare la comunicazione e aumentare la sicurezza nelle interazioni sociali. - Lavorare sull'autostima
Un percorso psicologico individuale può aiutare a riconoscere e valorizzare le proprie risorse, contrastando i pensieri negativi legati alla sordità. - Gestire lo stress e l'ansia
Tecniche di rilassamento, mindfulness e training autogeno possono essere utili per affrontare le emozioni difficili e migliorare il benessere generale. - Chiedere supporto professionale
Il confronto con uno psicologo o un counselor specializzato può offrire strumenti pratici per gestire le difficoltà quotidiane e può contribuire a prevenire l'insorgenza di disturbi psicologici più gravi.
Queste strategie, se integrate nella routine quotidiana, possono contribuire a migliorare la qualità della vita e a promuovere una maggiore autonomia e soddisfazione personale.

Sordità e decadimento cognitivo: un legame da non sottovalutare
Negli ultimi anni, la ricerca ha evidenziato una possibile connessione tra sordità e rischio di decadimento cognitivo. La perdita uditiva rappresenta infatti uno dei principali fattori di rischio modificabili per il declino cognitivo, e la riabilitazione uditiva può avere un ruolo significativo nel preservare la funzione cognitiva (Babajanian & Gurgel, 2022). Secondo una metanalisi pubblicata su JAMA Neurology nel 2019, la perdita uditiva non trattata è spesso associata a un aumento del rischio di sviluppare demenza e declino delle funzioni cognitive (Loughrey et al., 2018).
Le possibili spiegazioni di questo legame includono il sovraccarico cognitivo: le persone con sordità possono dover impiegare maggiori risorse mentali per comprendere il linguaggio, riducendo così la disponibilità di attenzione e memoria per altri compiti cognitivi. Un altro fattore è l’isolamento sociale, che può ridurre le occasioni di stimolazione mentale e sociale, elementi protettivi contro il declino cognitivo. Inoltre, alcuni studi di neuroimaging hanno mostrato che la perdita uditiva può essere associata a cambiamenti strutturali e funzionali nel cervello, in particolare nelle aree coinvolte nell'elaborazione del linguaggio e della memoria.
Questi dati sottolineano l’importanza di un intervento precoce e multidisciplinare, che includa non solo la riabilitazione uditiva, ma anche il supporto psicologico e la promozione di una vita sociale attiva.
Le principali conseguenze psicologiche della sordità
La sordità non influisce solo sulla capacità di comunicare, ma può avere un impatto significativo sul benessere psicologico della persona. Diversi studi hanno evidenziato come le persone con perdita uditiva siano spesso maggiormente esposte a disturbi dell'umore e a difficoltà emotive rispetto alla popolazione generale. Non solo gli adulti, ma anche i bambini con sordità presentano una frequenza significativamente maggiore di ansia (odds ratio 2,33) e depressione (odds ratio 2,14) rispetto ai coetanei senza sordità (Li et al., 2024). Secondo una revisione pubblicata su The Lancet Public Health nel 2020, le persone con sordità presentano un rischio significativamente aumentato di sviluppare sintomi depressivi e ansiosi rispetto ai normoudenti. In particolare, la prevalenza di depressione tra gli adulti con perdita uditiva può arrivare fino al 20% (Lawrence et al., 2020).
Di seguito vengono approfondite le principali conseguenze psicologiche associate alla sordità:
- Depressione
La difficoltà a partecipare pienamente alla vita sociale e la sensazione di esclusione possono favorire l'insorgenza di sintomi depressivi. Le persone sorde possono sperimentare tristezza persistente, perdita di interesse per le attività quotidiane e una riduzione della motivazione. - Ansia
L'incertezza nelle interazioni sociali, la paura di non comprendere o di essere fraintesi, possono generare ansia, soprattutto in contesti nuovi o affollati. Questo può portare a evitare situazioni sociali, alimentando un circolo vizioso di isolamento. - Stress e frustrazione
Lo sforzo costante richiesto per comprendere gli altri, anche con l'ausilio di protesi o impianti, può essere fonte di stress cronico. La frustrazione per le difficoltà comunicative può minare la fiducia in sé stessi e la serenità quotidiana. - Isolamento sociale
L'isolamento non è solo una conseguenza pratica della sordità, ma anche una delle principali cause di disagio psicologico. Sentirsi esclusi o non compresi può portare a una progressiva riduzione delle relazioni sociali e a un senso di solitudine profonda. - Riduzione dell'autostima
Le difficoltà comunicative possono influire negativamente sulla percezione di sé. Alcune persone sorde possono sviluppare una visione negativa delle proprie capacità, sentendosi meno competenti o meno adatte rispetto agli altri.
Queste conseguenze non sono inevitabili, ma rappresentano rischi concreti che meritano attenzione e supporto adeguato.
Prendersi cura di sé: un passo importante verso una nuova qualità di vita
La sordità può mettere a dura prova il benessere emotivo e la qualità delle relazioni, ma non sei solo: chiedere supporto è un atto di forza e di cura verso te stesso. Un percorso psicologico può aiutarti a ritrovare fiducia, gestire le emozioni difficili e riscoprire il piacere di stare con gli altri, anche di fronte alle sfide della sordità. Se senti il bisogno di un sostegno su misura, Unobravo è qui per te: inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online e compi oggi il primo passo verso una vita potenzialmente più serena e soddisfacente.






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